Recensioni per
Un chimico
di Cracked Actress

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
15/04/18, ore 21:17
Cap. 1:

Allora, prima di tutto buonasera!
Visto che sto scrivendo questa recensione dopo cinque anni che hai pubblicato la storia, ti starai chiedendo il perché. Beh, perché ho letto 186 pagine di johnlock prima di arrivare a questa. La prima volta che ho ascoltato "un chimico" ho pensato "questa è la canzone di Sherlock" esattamente come "un malato di cuore" lo è (in modo distorto nella mia mente) per John. Ho aspettato questa fan fiction per tantissimo tempo, sapevo che c'era qualcuno che aveva già avuto questa idea (doveva pur esserci, in messo a tutti i fan di Sherlock). Devo dire che le mie aspettative nei riguardi di questa storia, non appena ho letto il titolo, erano non alte, di più. E tu mi hai soddisfatto in pieno! Anche le citazioni delle canzoni nel testo stesso sono perfette!! Ci sono parti in cui ti si spezza il cuore, come quando muore John oppure Sherlock stesso, che, dopo aver controllato tutta la sua vita, compresa la sua morte, nel suo ultimo pensiero si lascia andare ai sentimenti, capendo la tristezza e la felicità appieno nello stesso istante. E qualcuno dirà che c'è un modo migliore, ultima, perfetta frase come ultimo pensiero di un uomo dedito alla scienza per tutta la sua vita, che ha compreso, alla fine, che la sua vita non è stata perfetta come l'aveva immaginata, e si lascia andare ai sentimenti, proprio come nella serie TV Sherlock si lascia andare alle lacrime prima di buttarsi, o si permette una stretta di mano con John prima di salire sull'aereo. Perché alla fine, la morte, come il fuoco, ci mostra le nostre più grandi priorità. Nel caso di Sherlock è, e sarà sempre, il suo John. E mi viene in mente, quando Sherlock sembra di sentire John, una delle ultime scene di Death Note, che non sto qua a dire per evitare spoiler. Per riassumere, questa storia è favolosa. La aspettavo da tanto tempo e tu sei riuscita a superare le mie aspettative. Davvero complimenti ^^
-A

Recensore Junior
27/08/13, ore 20:12
Cap. 1:

Sono imperdonabile e so già che non ti aspetterai mai di leggere una mia recensione. Sono qui per due motivi essenzialmente: 1) Perché mi piace molto come scrivi, possiedi un linguaggio molto colto e ricco, mi evochi delle belle immagini e adoro il modo in cui mi sento quando ti leggo. 2) Perché quando non recensisco subito una cosa bella, ci penso e ci ripenso sopra per mesi e perché nonostante la mia pigrizia non potevo esimermi da farlo per quanto difficile possa essere.
La prima volta che ho letto " Un chimico " sono rimasta senza parole e per un senso o per l'altro riesco sempre a dire qualcosa, invece questa volta, per quanto questa fic non sia lunghissima, sono rimasta senza parole. Non è canonicamente bella, non è una storia che ti fa uscire il bella dalla bocca ma è una storia ' di più ' e queste sono le mie preferite.
Non ho mai letto di uno Sherlock cosi profondamente IC e meraviglioso. Il tuo Sherlock mi è piaciuto cosi tanto perché è più di tutti quello che si avvicina alla mia personale idea di come dovrebbe essere. Ho sempre pensato che non fosse semplicemente asessuale ma che fosse demisessuale ma ho sempre avuto dentro di me la voglia di esplorare il suo rispetto per non desiderare alcun corpo umano, specie se quello di John. Da slasher e Johnlockiana incallita come sono questo andrebbe contro i miei stessi principi ma essendo innamorata di Sherlock, ho sempre voluto esplorare questo suo aspetto.

Non ho mai sperimentato l'amore, l'ho sempre considerato a ragione un gioco pericolosamente insensato, una sorta di roulette russa. Mio caro John, definivi incosciente non mangiare per un paio di giorni mentre ti innamoravi di Sherlock Holmes. Nella tua ammirevole normalità, non hai mai smesso di stupirmi.

Credo sia il pezzo più doloroso dell'intera fic. Se è già doloroso immaginare un mondo dove John non riempe più le giornate di Sherlock, lo è ancora di più avvertire non solo l'amore di Sherlock ma il suo rimpianto - perché io ce lo leggo - di non aver rischiato, di aver scelto qualcosa che proteggesse il suo cervello piuttosto che vivere il suo cuore.
Non è solo questo, è l'immaginarmi Sherlock in un ospizio, in una camera di letto, in una mensa a mangiare da solo e a pensare a John e ai suoi esperimenti, a farmi del male fisico.
John non lo descrivi mai, ovviamente è tutto dal punto di vista di Sherlock, ma John strappa il cuore perché io me lo immagino per tutta la vita, compresi i rantoli, innamorato di Sherlock Holmes. Cosi incosciente da consacrare tutta la sua vita a lui, e ancora più stupido da consacrare la sua anima e la sua morte a quella del consulente investigativo. Se questo non spezza non so davvero cosa può farlo.
John che neanche per un attimo decide di lasciarlo solo, che si ricuce una vita che non lo è ma che sembra solo un lieve pallore di quella che sarebbe potuta essere. Leggendo cose belle come questa ti sale la rabbia perché ci sono tanti se e tanti ma, tanti modi di vederla, tanti finali alternativi, tante cose che sarebbero potute andare a posto, nel verso giusto e che ti avrebbero lasciato un sorriso pieno sulla faccia. Ma questa è la bellezza dell'angst, la bellezza di un amore vissuto fino alla fine ed è anche la bellezza di Sherlock Holmes.


A ben guardare, la tua reazione mi ha salvato. Nell'attimo in cui ho percepito di nuovo il tuo odore diffondersi nel mio – nostro – appartamento, ho avvertito uno sconsiderato impulso di stringere le ciocche dei tuoi capelli tra le mie dita e morderti le labbra fino ad assaggiare il sapore del tuo sangue.
Non è successo, fortunatamente, né quella volta né mai, ed abbiamo passato anni sereni tra omicidi, esplosioni e rapimenti.

E poi arrivano pezzi come questo, qualcosa di sfrenato e cosi passionale da ucciderti il sistema nervoso e da bloccarti nel tuo stesso corpo, dall'interno.
Quest'immagine ruota nella mia testa fin da quando l'ho letta la prima volta. E' poetica, furiosa e racchiude ancora quei dannati ' se '.
Ti immagini come avrebbe reagito John, cosa avrebbe detto, come avrebbe risposto. Se solo Sherlock lo avesse fatto si sarebbe accorto che una mente più debole in quel caso non era necessariamente un male, ma che era quello che il suo corpo e la sua mente pretendevano disperatamente. 
Non so a volte come tu faccia a dubitare di te stessa in passaggi del genere, in frasi del genere. Questa fic rientra tra le tue migliori e qui si evince tutto il tuo modo di metterti alla prova, la tua bravura e il tuo amore per loro due. Mi sento in difetto a scriverti una recensione che non è per niente degna. Sono solo parole a caso, parole che mirano a farti capire cosa ho provato leggendola e che non è semplice ' piacere ', spero che tu possa credermi ora come ora perché lo penso sul serio.


So per certo che non mi aspetta una qualche forma di aldilà, ma soltanto – in ordine – la cessazione dell'attività circolatoria e respiratoria, la disidratazione, il raffreddamento, la rigidità ed infine una lenta decomposizione. Niente di trascendentale o spirituale in un evento che coinvolge solo la chimica e la biologia.
Eppure, per uno stupido attimo mi sembra di sentire la tua voce, John, di avvertire la tua presenza mentre la polvere amara mi gratta la gola. Questo debole cuore di vecchio che non mi appartiene spera scioccamente di rivederti ed accelera per bruciare in fretta gli ultimi battiti ed anticipare il momento del ricongiungimento. È solo un folle istante, e mentre adagio la testa sul cuscino e congiungo per l'ultima volta le dita appoggiandole sotto il mento, mi rendo conto che Sherlock Holmes sta per morire da solo in una squallida stanza di un ospizio.

E poi chiudi in bellezza e mi annienti in una maniera ancora peggiore e migliore allo stesso tempo. Sherlock non è un sognatore, non è qualcuno che spera nell'aldilà e che crede alla reincarnazione ma crede in John, crede nella sua voce, nel suo accoglierlo, nel suo amarlo e abbracciarlo anche oltre ed è la cosa più bella che puoi leggere, in cui puoi sperare.
Mi hai evocato un sacco di suoni e immagini, tu che dici di non esserne in grado e di non saperlo fare a pieno e invece ci riesci, credimi che ho sentito la voce di John, il cuore di Sherlock che pompava di meno, gli occhi di John pieni di rughe, il sorriso bonario e qualche frase ad accogliere la stupidità in vita di Sherlock Holmes e mi riempie, anche nel dolore.

E' poesia dall'inizio alla fine, De Andrè è solo la goccia che fa traboccare il vaso su una storia da leggere ancora e ancora.
Non so veramente che altro dire, se non segnalare la tua bravura, che c'è e si vede. Non hai niente da invidiare agli altri e sono felice di poterti essere d'aiuto, di consigliarti e di godere a pieno le tue storie.
Sono pigra e assolutamente impossibile ma quando ce la faccio, quando ci arrivo, non ne sono per niente delusa come non sono di te.

Con tanta ammirazione, ti abbraccio forte..

AleJuan.



GH.


Recensore Veterano
19/02/13, ore 21:14
Cap. 1:

Ciao!
Ho ascoltato "un chimico" proprio stamattina e, conoscendo questa bellissima canzone da tempo, vi avevo sempre associato la figura di Sherlock. E poi tu ci hai scritto su qualcosa!
È davvero struggente, ben scritta e Sherlock è talmente IC che me lo immagino su una vecchia poltrona di pelle, altero e rugoso, che "programma" la propria morte. Hai descritto perfettamente anche il suo rapporto con John. Direi proprio che mi hai commossa, va immediatamente fra le preferite e ricordate!
Chiara

Recensore Master
19/02/13, ore 13:49
Cap. 1:

Pazzesca! E' davvero bella: bello il punto di vista di Sherlock anziano, superba l'analisi psicologica del personaggio, che resta "sociopatico" sino al momento della morte. Ho trovato le sue scelte, il suo rifiutare una relazione con John molto IC ed in linea con il personaggio che è stato delineato dalla serie tv, sposato con il suo lavoro e che si tiene alla larga dai sentimenti. Qui Sherlock decide di percorrere questa strada sino in fondo, ha protetto se stesso da qualcosa che non è mai stato in grado di comprendere appieno, nonostante i risvolti amarissimi, nonostante, verso la fine, appaiano barlumi di quella vita che ha rifiutato di vivere. Fa male perché la sua è una "razionalità sofferta", perché non può fare a meno di chiedersi come sarebbe stato.
Hai fatto un grandioso lavoro di introspezione, mi è piaciuta davvero.

Recensore Veterano
19/02/13, ore 10:50
Cap. 1:

Marta, non riesco a trovare le frasi giuste per rendere merito a questa meraviglia. Poesia pura.
Di fronte a questo Sherlock, ho provato dolore, emozione profonda e commozione rabbiosa: ha voluto tenere sotto controllo ogni aspetto della sua vita, e anche adesso, ora che ha CAPITO cosa ha sempre provato per John e cosa loro due siano stati veramente, non chiama le cose col loro nome, pur compiendo un gesto che è un'unica, immensa dichiarazione di amore eterno. Non so dire quanto mi abbia straziata la sapienza con cui hai reso queste riflessioni. Hai fatto di lui un ritratto splendido, e il riflesso di John che si intravede in sottofondo, non è da meno.
Sei davvero tanto, ma tanto, ma tanto brava.
Ma tanto.
Ti abbraccio
Claudia

Recensore Master
18/02/13, ore 17:48
Cap. 1:

Sarà che io ADORO De Andrè, sarà che trovo il chimico una canzone perfetta per il freddo Sherlock, ma questa one-shot, mi è strapiaciuta.
Insomma veramente complimenti cara.
Qui troviamo un John sul punto di morte, con uno Sherlock molto cinico.... e sai cosa mi ha spiazziato di più? L'inizio, quando tu dici che E' John ad amare Sherlock, e che l'ho ammette pure, mentre Sherlock è come all'inizio della serie, freddo e appunto cinico.
Insomma. Wow. Sei stata molto, ma molto brava.
Un bacio.
Giù.

Recensore Master
18/02/13, ore 16:52
Cap. 1:

Ecco. Questa è la classica storia che ti fa domandare perrchè in questo periodo le autrici hanno deciso di farci questo.
Perchè. Una domanda semplice, da risposta semplice. 
Perchè!? Perchè Sherlock ha fatto questo, perchè l'ha lasciato andare, perchè si ritira in ospizio, perchè John muore, perchè Sherlock decide di suicidarsi? 
PERCHE'!? Perchè mi volete male? Cosa vi ho fatto? ç_____ç
Non avrò la forza di rileggerla un'altra volta. E' troppo. Per il mio povero cuore, torturato ampiamente oggi.
Ripeto, sappi che avrai un pezzo del mio cuore sulla coscienza. Ecco ç_ç
Bravissima davvero. Mi è piaciuta un sacco, e ti odio/amo tantissimo! Non farlo mai più ç_ç
Ross <3

Recensore Master
18/02/13, ore 16:23
Cap. 1:

Santissimi numi, questa fanfiction è poesia! Fa un male cane, perché ovviamente non è una bella tematica, non c'è un lieto fine, non c'è neanche un momento di gioia a cui aggrapparsi, ma è sensazionale, meravigliosa. Il tuo Sherlock è assolutamente perfetto e, anche se ammetto di non conoscere la canzone che hai usato e che ti ha ispirata, leggendone quei toccanti estratti non posso che dirti che la sua scelta è azzeccatissima. La razionalità che accompagna tutta la vita di Sherlock e che, nonostante i segnali, gli impedisce di vedere e accettare quanto in realtà sia da sempre stato sentimentalmente legato a John, è decisamente la cosa più veritiera che potessi scrivere, perché ahimè, Sherlock sarebbe capacissimo di agire in questo modo. Ma ogni tanto quei piccoli sogni e speranze che sfuggono dal suo controllo, come la fantasia di invecchiare insieme nel Sussex o il desiderio di morire più velocemente per rivedere il volto di John sono la dimostrazione che dentro quella "macchina pensante" in realtà c'è un uomo, con un cuore che batte e batte per John. Per questo il tuo Sherlock è Sherlock. IC in maniera incredibile e si sa quanto con questo personaggio si rischia subito di sforare nell'OOC, perciò bravissima. Davvero meravigliosa e, nel dolore, è stato un vero piacere leggerla.
Complimenti,  è un piccolo gioiello. 
Un abbraccio <3

Recensore Junior
18/02/13, ore 15:34
Cap. 1:

Brividi e pelle d'oca alta come una moquette a pelo lungo. non posso che dire brava, sia per la scelta raffinata della canzone (De Andrè) sia per il ritmo intimo e insieme sicuro che hai dato alla storia. Mi ha richiamato alla memoria Il John Watson anziano de La casa della seta, uno spin off che considero tra i più belli.Qui a parlare è Sherlock ma l'effetto, lo struggimento il cinismo, l'amarezza sono gli stessi. grazie di averci donato un brano così bello.

Recensore Junior
18/02/13, ore 15:09
Cap. 1:

Ammetto che io e la musica italiana andiamo su strade diverse, a meno che non si tratti di Bocelli, dunqe non ho ascoltato il brano. Ma letto così, e inframezzato da una fanfic del genere... Dio. DIO.
Ok, andiamo per gradi.
È amara. Sa di rimpianto, giù in fondo, molto in fondo, attutito e controllato dalla razionalità, ma c'è. C'è perché per anni si ripete una frase che ha segnato la sua vita, che gli ha fatto negare i suoi sentimenti anche se c'erano... il pezzo in cui parli del fatto che Sherlock avesse voglia di accarezzargli i capelli e "mangiargli" le labbra è stupendo, un passaggio evocativo meraviglioso. E nonostante finisca così com'è iniziata, nell'amarezza di uno Sherlock Holmes che muore da solo in un ospizio (la citazione finale è perfetta. "E qualcuno dirà che c'è un modo migliore" sembra fatta apposta), tutto l'insieme ha una sua poesia pesante ma bella. E anche un po' angst (e si sa che io adoro l'angst XD).
A livello stilistico è molto bella. Ho apprezzato la struttura del racconto, inframezzata dalle citazioni della canzone ma comunque lineare e liscia, dicendo tutto senza sprecare niente. È corta e non potrebbe essere stata più lunga di così, perché hai dipinto tutto in poche righe e per questo sappi che ti invidio è ancora più incisiva.
A livello grammaticale niente da dire. Nessun errore, struttura perfetta, grammaticalmente e sintatticamente corretta. Il lessico è pauroso (ovviamente in senso buono). Supera addiruttura la ricercatezza su alcuni termini decisamente di alto registro, ma che nell'insieme della narrazione si accordano come note musicali in una sinfonia.
Insomma, se devo riassumere, davvero, davvero bella.
Nelle preferite perché capiterà sicuramente che me la rileggerò.

Un abbraccio
Yoko H.

Recensore Veterano
18/02/13, ore 14:56
Cap. 1:

Mi piace un sacco *_*  A parte che da genovese amo De Andrè e amo moltissimo questa canzone in particolare, ma poi sei riuscita ad inserirla nella storia benissimo. Sono pochissime le storie che raccontano la vecchiaia di Sherlock e questa è proprio ben riuscita. E' dolorosa ma Sherlock è assolutamente lui, lui che "i sentimenti non sono il mio campo"  e poi si trova ad affrontare il dolore destabilizzante per la perdita di John e che insiste a non sacrificare la sua mente per John [testa dura!] ma intanto è già legato in maniera indissolubile. E il finale è commovente, cuore e cervello fino alla fine e John. 

Recensore Veterano
18/02/13, ore 09:55
Cap. 1:

Il mio cantautore preferito abbinato a una delle serie migliori degli ultimi anni? Bingo!
Quanta tristezza, quanta solitudine in questa storia... non mi ero mai soffermata a pensare a uno Sherlock vecchio, sono troppo abituata alle sue movenze feline e scattanti. Eppure sei riuscita a renderlo credibile, quasi dolce coi suoi ricordi e la consapevolezza di ciò che ha lasciato andare. Volontariamente? Non so, Sherlock è fatto così, forse.
La presenza di John, pur se fuori scena, è così forte che sembra di vederlo lì, in un angolo, col suo maglione improbabile e il solito cipiglio arrabbiato.
Poi arriva l'ultima frase. E tutto sa di disinfettante e di luce eppure forse, dopo quell'ultimo respiro, tutto andrà meglio.
Forse non avrei dovuto leggere questa storia di lunedì mattina, ma è così bella e così triste che ne valeva proprio la pena. Grazie per averla condivisa.