Okay.
A voler essere sincera, non so bene da dove cominciare, perché c'è davvero tanto, in questa storia, degno di essere ricordato in questo commento.
Che dire? Qualche giorno fa ho rivisto La minaccia fantasma, e mi è venuta una gran voglia di leggere qualcosa su quell'episodio della saga. In particolare, speravo in un post-battaglia di Naboo, perciò capirai che la tua storia non poteva capitare più a fagiolo.
Come se ciò non bastasse, ho una (preoccupante?) passione per l'angst, e qui ho trovato tutto l'angst che si può desiderare, accompagnato ad un'introspezione di Amidala che mi ha mandato in visibilio.
Cominciamo parlando della prima scena. Innanzitutto, lasciati dire che è una scena che potrebbe comodamente far parte del film (sicura di non aver rubato una stesura ampliata del film direttamente dal comodino di zio George?). In più, l'hai davvero resa al meglio: quella calma grave, dolorosa, auto-imposta, si percepisce sin dentro le ossa, mentre ci viene mostrato il prezzo della vittoria.
La domanda di Amidala a proposito di Qui-Gon è stata una pugnalata al cuore... però, lo confesso, una pugnalata che mi ha fatto piacere ricevere (credo di aver aspettato sin da subito di vedere quando e come sarebbe saltata fuori la faccenda della morte dell'uomo... forse perché è un personaggio che venero).
Ho apprezzato da morire anche il breve scambio di battute tra Amidala e Eirtaé, perché mostra davvero bene tutta la premura e la devozione che le ancelle hanno per la loro regina, nonché la gratitudine con cui lei le ripaga.
E poi... Oddio, l'entrata in scena di Yoda! Potrei cacciarci un urlo, se solo non fosse l'una e passa di notte. Non ho mai letto di uno Yoda così ben caratterizzato. Quel suo tono stravagante, quel "mmm?", quel suono a metà tra un risolino e un sospiro... È lui, cavolo, non so che altro potrei aggiungere... forse che mi ha ricordato particolarmente lo Yoda della trilogia originale?
Oh, be', proseguiamo... e prosegue anche l'introspezione della regina. Ho adorato i suoi gesti, il lavare via il trucco e il togliersi gli abiti suntuosi (un plauso ti va fatto anche per la descrizione della stanza), ma soprattutto ho amato la sua sopraffazione e il suo sguardo smarrito. In superficie, Amidala è un personaggio forte, autorevole, ma possiede anche una grande fragilità, che qui si apre un'evidente breccia.
Ed arriviamo ad Obi-Wan, inginocchiato davanti al corpo di Qui-Gon nonostante la seduta sia terminata.
Ecco, io amo tantissimo il rapporto tra Obi-Wan e Qui-Gon, e il mio cuore si è stretto al pari di quello della regina.
L'idea che il giovane sia avvolto nel mantello che è stato del suo maestro mi ha fatto provare un'empatia sconvolgente. Tanto più che, tra il mantello e la nuca reclinata, esce un ritratto di questo personaggio che è l'emblema della vulnerabilità, in questo momento.
Un errore nel passaggio: "ma improvvisamente ricordò l'espressione che aveva avuto Obi-Wan solo il giorno prima quando era scesa nella sala del generatore, dopo che gli era stato riferito l'esito del duello". Se non ho frainteso (cosa possibile, data l'ora), quel gli è riferito ad Amidala, pertanto dovrebbe essere un le (gli = a lui, le = a lei).
Il flashback, poi... Okay, okay. Una volta ho scritto un testo in cui il Capitano Panaka e un po' d'altra gente trovavano Obi-Wan e Qui-Gon... Era un testo sconclusionato, scritto solo per immaginare il dolore di Obi-Wan visto dagli occhi di qualcun altro... Insomma, questo è il genere di scena su cui avrò fantasticato diecimila volte. Trovarlo qui, descritto in modo sublime, è stato il meglio in cui potessi sperare.
Già al Sì, non ha voluto lasciare il suo maestro..., sono stata assalita dal desiderio di andare a coccolare Obi-Wan senza ritegno. Figurati che effetto mi ha fatto l'immagine di lui col viso nascosto tra i capelli del maestro e le mani sul suo volto freddo... Per non parlare del lasso di tempp che impiega prima di sollevare la testa dopo le parole di Amidala, o della delicatezza con cui poggia il corpo di Qui-Gon sul pavimento. E poi quello sguardo, quegli occhi spenti che sono come un pugno nello stomaco.
Per farla breve, sei riuscita a rendere perfettamente quanto sia profondo e sconvolgente questo dolore... Anche grazie alle mosse di Amidala, una più naturale dell'altra, calzanti sino in fondo per qualcuno che è posto davanti ad un dolore che desidera alleviare e che lo sgomenta.
Tornando al presente, ecco la pena di Amidala, la sua necessità di muoversi, i suoi rimpianti (che si percepiscono in modo pungente nel momento in cui, davanti al corpo di Qui-Gon, realizza di non averlo neanche ringraziato...), e il conforto che Yoda offre al giovane Obi-Wan.
Qui, un'ondata di reverenza di fronte a questo saggio maestro, la cui serenità fa sbiadire tutto il resto, non me l'ha tolta nessuno.
Per quanto riguarda il pianto di Amidala, è un momento intenso, catartico, il raggiungimento della piena consapevolezza di quanto è successo. L'accettazione, se vogliamo metterla in termini di stadi del dolore, lo stato che va raggiunto per trovare la forza di guarire.
Le parole di Yoda sono la conclusione ideale, in un certo senso esprimono la fede nel fatto che rialzarsi da una caduta è sempre possibile.
Amidala lo ha appena fatto.
Parlando della scorrevolezza del testo, l'ho trovata ottima... Solo un paio di volte sono inciampata nella lettura, nelle frasi: "La vista di Obi-Wan inginocchiato, con ancora tra le braccia il corpo senza vita di Qui-Gon l'aveva turbata profondamente", "e senza proferire parola, aveva adagiato delicatamente il corpo di Qui-Gon sul nudo pavimento della sala". Credo che, aggiungendo una virgola ad ognuna e formulandole dunque così: "La vista di Obi-Wan inginocchiato, con ancora tra le braccia il corpo senza vita di Qui-Gon, l'aveva turbata profondamente", "e, senza proferire parola, aveva adagiato delicatamente il corpo di Qui-Gon sul nudo pavimento della sala" risulterebbero più fluide. Non credi?
Ah, e mi ero dimenticata di dire una parola al riguardo del gesto di Amidala di fronte alla ferita che ha ucciso Qui-Gon. Ecco, quel gesto è terribilmente toccante.
E questo tuo testo è magnifico. Leggendolo, ho avuto la sensazione che ogni parola e ogni gesto dei personaggi (non ho detto nulla su Panaka. Ora dico che anche lui è reso da dio) non possano essere diversi, che siano giusti al cento per cento così come li hai descritti.
Complimenti! Spero con tutto il cuore di non averti scritto una recensione pesante e/o sconclusionata.
Per la cronaca, la storia va anche dritta tra le preferite. |