(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) Ero partita con una recensione di pancia, presa dall'entusiasmo per il fatto che questa storia mi fosse stata regalata per il mio compleanno. Rileggendo, però, mi rendevo sempre più conto che questo piccolo capolavoro doveva essere reso noto a più persone, perché molti potessero goderne. Tutto in questa storia parla di bellezza: contenuti, forma, struttura. Il tema è sublime, la forma è perfetta, la struttura armoniosa. C'è il primo violino, il violoncello, il secondo violino e la musica che ne scaturisce in un concerto cui non si può dare un prezzo. La musica è quella di parole, citazioni, riferimenti, non c'è nulla che sbavi e che non rimandi a qualcosa di sublime - non a caso ci si riferisce perfino alla Bibbia. Se dovessi scegliere una parola sola per descrivere la storia direi "magia" perché sono rimasta sotto incantensimo per tutta la lettura. I vampiri sono perfetti ed umani; Aro in questo racconto ha toccato vertici di fascino che sì, lo so, per lui sono abituali ma qui graffiano le stelle.
E Alain? L'Alain che mi hai buttato lì in tre parole in un'altra storia? "Sono un liutaio e un vampiro". Mi ha stretto il cuore - ma in modo sublime - fin da subito, quando soffre perché sa che, se dovesse fallire, non costruirebbe mai più violini. Cose che succedono quando si è schiavi del proprio demone, o dei propri demoni. Hai reso perfetto questo personaggio, e ho trovato... armonioso che lui alla fine stesse sullo sfondo ad ascoltare i suoi tre capolavori suonare. I suoi tre amori, e non so se parlo dei violini o di chi li suona. Il liutaio si mette al servizio del legno, della musica, del mondo cui regala capolavori, come lo Stradivari si mette al servizio di Aro (dio, che bello quel pezzo). Lui è un artista, ma è al servizio, è un protagonista ma resta in disparte di fronte a tre gioielli che devono risplendere.
E' una storia in cui forma e contenuto sono sposate in modo perfetto: musica e magia scorrono armoniosamente insieme dalla prima riga all'ultima.
Non cito, perché nonostante esistano passaggi particolarmente affascinanti trovo che la storia debba essere goduta ed apprezzata nella sua interezza.
E alla fine mi è venuta lo stesso una recensione di pancia, poco tecnica. Si vede che doveva essere così.
E' riduttivo dire che mi hai fatto un regalo bellissimo. E' più adatto dire che mi ha dato ciò di cui avevo bisogno oggi, un tuffo in un mare di bellezza fusa.
Semplicemente, grazie *si inchina, con una mano sul cuore*
PS Ho usato troppe volte la parola sublime, sarà un caso? Mi rendo anche conto che come recensione non è un granché. Meritava di meglio, Chiara, credo sia una delle tue storie più belle e mi ha lasciata senza fiato. (Recensione modificata il 20/02/2013 - 10:26 pm) |