Recensioni per
La musica notturna
di OttoNoveTre

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
07/06/13, ore 11:06

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Sono passati poco più di tre mesi e ancora non so come commentare questo... capolavoro. Perché se da un lato non ho parole per spiegare quanto mi sia piaciuta questa storia, dall'altro sono assolutamente certa che di questo si tratta, un capolavoro.
L'ho riletta dopo mesi e la sensazione provata è ancora la stessa della prima volta: leggere questa storia è come ascoltare una melodia perfetta, intonatissima, non c'è una nota fuori posto, non ci sono stridori o corde che sfuggono dalle dita, è tutto misurato, architettato al dettaglio, musicale e armonioso. Le parole e le frasi sono le note sullo spartito di una melodia affascinante e ammaliante. Non si può far altro che rimanere incantanti ad ascoltare.
Questa non è una semplice fanfiction, perché siamo a un livello più alto. Questa è una storia, di quelle con la S maiuscola, con personaggi che, se pur creature fantastiche, appaiono come persone vere.
Per tutti questi motivi sono convinta che "La musica notturna" meriti di stare tra le scelte.

Recensore Master
19/03/13, ore 16:24

Aro è il più figo.

Potrei cavarmela con questo, ma non mi sembra giusto nei confronti del povero Alain che è dalla scorsa storia che attende di essere elogiato come merita, quindi inizierò questa recensione parlando di quanto è figo Aro (ha ha sono una simpatica burlona).
Credo che il primo pezzo sia il più suggestivo della storia. L’atmosfera notturna, la musica, la continua contrapposizione tra elementi infernali e divini, e Alain preso in mezzo per caso e definitivamente intrappolato nella tela di Aro. Che conquista anche senza volerlo, perché lui è così, un distillato di fascino, che si sa, il veleno più potente è nella bottiglia più piccola.
Il secondo pezzo invece è quello a cui, per motivi personali, sono più legata. Un po’perché fa morire dalle risate. Un po’ perché vedere un mio personaggio mosso da altri è sempre bellissimo, e Corin che va in visibilio per la tragggica storia della povera piccola Céline, che Alain è abilissimo a raccontare insistendo nei cliché che rendono il tutto così bohemienne. In questo pezzo riesce a essere divertente, sexy e ispirato, e suppongo che Corin si diverta con l’amante francese ma con quello di Parigi ci sia tutt’altro tipo di coinvolgimento. “Perché tu, quando suoni, lo fai come se accarezzassi un amante” non solo è una frase sensualissima, ma è esattamente quello che avevo in mente per Corin.
Per quanto riguarda il terzo pezzo, tu mi devi spiegare una cosa: come diamine riesci a tenere un personaggio così sul filo del Nunnalysmo senza mai farcelo cadere (il che significherebbe disprezzo, male, odio profondo)? Céline, con la sua logica da barbapapà, riesce a essere comunque adorabile. E persino a migliorare crescendo, che nelle cattedrali era sempre allegra e vivace ma meno bambina, e non so se tu ci abbia pensato o sia venuto per caso, ma mi piace.
E alla fine, la concatenazione (Alain che incontra Aro e poi conosce Corin e le parla di Céline) si chiude unendo in un solo posto tutti i personaggi legati da Alain e dai suoi strumenti. Mi piace come Alain sia al servizio della musica, quasi prigioniero di essa, come non riesce a non mettere al primo posto i suoi strumenti e come ricerchi la perfezione, mettendo ogni strumento che costruisce al servizio della personalità di chi lo suonerà. Alain che, eccellente liutaio, assiste al concerto degli strumenti a cui ha dato la vita e che ha messo al servizio di mani di artista.
Deve essersi sentito come il tuttofare di Dio.

Recensore Master
20/02/13, ore 22:23

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Ero partita con una recensione di pancia, presa dall'entusiasmo per il fatto che questa storia mi fosse stata regalata per il mio compleanno. Rileggendo, però, mi rendevo sempre più conto che questo piccolo capolavoro doveva essere reso noto a più persone, perché molti potessero goderne. Tutto in questa storia parla di bellezza: contenuti, forma, struttura. Il tema è sublime, la forma è perfetta, la struttura armoniosa. C'è il primo violino, il violoncello, il secondo violino e la musica che ne scaturisce in un concerto cui non si può dare un prezzo. La musica è quella di parole, citazioni, riferimenti, non c'è nulla che sbavi e che non rimandi a qualcosa di sublime - non a caso ci si riferisce perfino alla Bibbia. Se dovessi scegliere una parola sola per descrivere la storia direi "magia" perché sono rimasta sotto incantensimo per tutta la lettura. I vampiri sono perfetti ed umani; Aro in questo racconto ha toccato vertici di fascino che sì, lo so, per lui sono abituali ma qui graffiano le stelle.
E Alain? L'Alain che mi hai buttato lì in tre parole in un'altra storia? "Sono un liutaio e un vampiro". Mi ha stretto il cuore - ma in modo sublime - fin da subito, quando soffre perché sa che, se dovesse fallire, non costruirebbe mai più violini. Cose che succedono quando si è schiavi del proprio demone, o dei propri demoni. Hai reso perfetto questo personaggio, e ho trovato... armonioso che lui alla fine stesse sullo sfondo ad ascoltare i suoi tre capolavori suonare. I suoi tre amori, e non so se parlo dei violini o di chi li suona. Il liutaio si mette al servizio del legno, della musica, del mondo cui regala capolavori, come lo Stradivari si mette al servizio di Aro (dio, che bello quel pezzo). Lui è un artista, ma è al servizio, è un protagonista ma resta in disparte di fronte a tre gioielli che devono risplendere.
E' una storia in cui forma e contenuto sono sposate in modo perfetto: musica e magia scorrono armoniosamente insieme dalla prima riga all'ultima.
Non cito, perché nonostante esistano passaggi particolarmente affascinanti trovo che la storia debba essere goduta ed apprezzata nella sua interezza.

E alla fine mi è venuta lo stesso una recensione di pancia, poco tecnica. Si vede che doveva essere così.

E' riduttivo dire che mi hai fatto un regalo bellissimo. E' più adatto dire che mi ha dato ciò di cui avevo bisogno oggi, un tuffo in un mare di bellezza fusa.
Semplicemente, grazie *si inchina, con una mano sul cuore*

PS Ho usato troppe volte la parola sublime, sarà un caso? Mi rendo anche conto che come recensione non è un granché. Meritava di meglio, Chiara, credo sia una delle tue storie più belle e mi ha lasciata senza fiato.
(Recensione modificata il 20/02/2013 - 10:26 pm)