Recensioni per
LA PRINCIPESSA GUERRIERA.
di londonlilyt

Questa storia ha ottenuto 302 recensioni.
Positive : 302
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
22/07/23, ore 16:35
Cap. 31:

Sono passati talmente tanti anni che non so se leggerai mai il mio commento, ma decisamente questa è stata una delle ff piu piacevoli che io abbia mail letto
Grazie

Recensore Junior
09/05/22, ore 03:39

Creo que Óscar pronto olvidó que habia un amigo llamado André. Apenas llegó Fersen quién llamó su atención André paso a ser uno mas de sus sirviente invisible. ¿ Dónde esta aquel aprecio hacia esa persona especial? . siempre he tenido la impresión que Óscar fue muy egoísta y falló como amiga cuando se enamoró de Fersen. Sólo se valora a la persona Cuando este se ha ido. Y Óscar simplemente no lo valoró

Recensore Junior
07/05/22, ore 16:45

Wow de verdad que fascinante lucha y que manera de empezar las cosas tenían que ser únicas y especiales para agradar a la princesa Guerrera que ha estas altura ya esta maravillada por el comportamiento de Fersen y ese sentimiento de respeto la une un povo más a Él. Pobre André le viene momentos difíciles.

Recensore Junior
01/05/22, ore 04:38

Si me intriga a medida que leo, Oscar se portó mal con esa persona que se fue y al parecer fue por el capricho con Fersen, Girodel levantado cizañas entre padre e hija haciendo lo imposible para conseguir el trono de Arras. Me encanta la fluidez de tu escrito.

Recensore Veterano
15/05/21, ore 08:01
Cap. 31:

Mi è piaciuta moltissimo questa storia. Una storia diversa che non finisce incomincia dalla rivoluzione

Recensore Veterano
21/02/20, ore 14:55

Allora, la prima impressione era giusta.
Sono finita in una storia davvero insolita e intrigante.
Sarà divertente vedere come riuscirai ad inserire tutti i personaggi originali trasportandoli indietro nel tempo.
André....lo immagino con la cotta, l'armatura e la calzamaglia.
Con i miei tempi, ahimè al limite del biblico, tornerò a recensire.
❤❤❤

Recensore Veterano
25/01/20, ore 14:31

Allora, davvero insolita questa storia.
Ambientazione molto diversa, che amo particolarmente. Mi piace il periodo storico che va dal 1300 al 1500.
Riesco ad immaginare Oscar con quegli abiti davvero diversi rispetto a quelli a cui ci ha abituati la versione originale. E sarà fantastico immaginare André con l'armatura.
Mi sembra di essere catapultata in uno dei romanzi di Philyppa Grégory che io adoro.
Sarò un pò lenta nel leggere, ci sono tante storie da leggere, ma passerò di sicuro.
❤❤❤

Recensore Master
22/04/18, ore 15:59
Cap. 31:

Ho letto questa storia dal primo capitolo, che dire? Mi è piaciuta e l'ho messa tra le preferite. Complimenti!

Recensore Master
15/12/16, ore 07:29
Cap. 31:

Finale languido e stuzzicante che ricompone il disequilibrio iniziale: la principessa non si sentiva amata dato che aveva solo suo padre e con lui litigava come cane e gatto, ma qui ha la prova di essere amata profondamente e per quello che è, non solo per quello che potrebbe essere se solo si sforzasse un pochino.
André non si sentiva all'altezza e invece, oltre ad essere amato, viene anche incoronato e quindi riconosciuto come pari della sua donna.

Che dire? Ti ho dato molte opinioni su questa storia nel corso delle review e le confermo: si tratta di una storia semplice e un pochino fiabesca per quello che riguarda l'introspezione dei personaggi e l'analisi del contesto in cui si muovono, ma questo era voluto. Sei stata brava a trasportarli in un'altra epoca, il medioevo che non esiste, quello di molte delle nostre fiabe, dove i Re esistono e possono tutto, ed i principi esistono e sono belli e se vogliono sposano fanciulle di cui non sanno nulla e di qualunque classe sociale, dove i malcontenti si risolvono con poco e gli intrighi sono solo dovuti alle trame di un singolo, di solito cattivo e basta. Dove tutti al massimo sono un pochino sciocchi, ma essenzialmente di cuore e dove l'affetto che ognuno prova per l'altro non viene mai messo in discussione.

Non sto sminuendo la tua storia sia chiaro: a me è piaciuta moltissimo, altrimenti l'avrei mollata dopo qualche capitolo P
Sto solo, molto analiticamente e zitellescamente inquadrandone il genere :)
Per il resto sono dell'idea che una storia è bella se "funziona" con le premesse che si è data e questo è il tuo caso: storia gentile, con situazioni avventurose e bel finale. Sei stata molto brava :)

Grazie per la compagnia e per averci fatto sorridere!

Recensore Master
14/12/16, ore 20:48

Girodel qui è indubbiamente il cattivo.
Se posso spezzare una lancia in suo favore: in un contesto normale Oscar sarebbe stata una erede femmina e basta, il trono sarebbe passato a Girodel e, forse, ci sarebbe stato un matrimonio combinato tra questi due, ma solo per unire il ramo un pochino più agé al nuovo e non lasciare Oscar zitella, o sposata con qualcuno di ingombrante e magari disposto a scatenare una guerra civile per eventuali mire sul trono.
Si può discutere molto su questa soluzione, con gli occhi moderni, ma se la successione non prevede il titolo in mano ad una donna, sarebbe stato più corretto da parte del Re arrendersi - a meno di non considerare Girodel un tale folle da avere il terrore di vederlo su un trono.
Su un figlio maschio non ci sarebbero state discussioni, su questa follia è normale che si crei una spaccatura in seno alla Corte ed al Paese - ne vale davvero la pena? Il Re si conferma uomo poco attento ai doveri della sua carica e più desideroso di fare, in vita, come gli pareva e piaceva.

Eh ma Oscar è Oscar...
Si, Oscar è Oscar e ci piace e sono certa che nella tua realtà Girodel sia un disgraziato, però, se consideriamo questo caso in astratto... il dovere di un Re è di educare bene il suo successore, su cui non devono esserci dubbi - i figli bastardi non hanno mai fatto parte della linea di successione se non nella guerra delle due Rose in Inghilterra, ma eravamo i pieno cataclisma politico ed è stata appunto una guerra.

Il dovere del Re è garantire la continuità ed educare il meglio il successore in modo che abbia tutte le "armi" per guidare un Paese e, dove ha dei limiti, che sappia riconoscere un consigliere fidato e fidarsi, verificando.

Non ha educato Oscar, non ha educato Girodel, non ha capito il pericolo girodellico che sarebbe probabilmente aleggiato e non ha saputo proporre il classico contentino - come project manager una vera chiavica insomma.

Detto ciò, Girodel si conferma "cativo classico"... ha un pugnale e colpisce André e che fa? affonda il pugnale nella spalla? Ma dritto alla giugulare doveva colpire! sfondargli la carotide! Ah proprio un cattivo doc, come l'arcinemico di Penelope Pitstop!

Finale col botto ed il bacio languido... manca solo l'epilogo!

Recensore Master
13/12/16, ore 22:38

Questa Oscar in versione di torta mi mancava :)
Pensa che in una mia storia lei si sente esattamente il contrario di una torta sofisticata, dolce, morbida... si vede più vicina ad una ciotola dolce ed asprigna di lamponi di bosco... A ognuno la sua, mi pare chiaro .

André è giustamente assatanato, ma con buon gusto.
Oscar è soddisfatta come un gatto che avuto il suo piattino di panna. Insospettabili queste doti di mediatrice - aver avuto battagliare con Alain le avrà aperto un mondo.

Manca poco ma penso che il prossimo capitolo sarà tutto su Girodelle, che voleva il trono per avere la gloria - che progetti aveva? Lo sapremo mai? Mi spiace trovarlo in ruolo così ingrato...

Capitolo carino e fresco di una storia fresca, forse indubbiamente semplice come sentimenti mostrati, ma di certo ben congegnata come trama e riciclo dei personaggi originali e capace di affascinare ancora il lettore proprio grazie a questi due aspetti.

Recensore Master
10/12/16, ore 07:32

Questo tecnicamente si chima fluff.
Chiacchiere dopo il sesso nel lettone... più fluff di così ;P

Brava con lo sfruttamento della storia del Cavaliere Nero in modo più efficace e robinhoodesco di quanfto abbia fatto la Ikeda! E bella questa idea dello sceriffo di Lavalle perfido come quello di Nottingham!
Scherzo - sono archetipi, e sono storie che stanno nei nostri cuori. Dopo una certa età, se si legge tanto, si sa che le storie rimbalzano una contro l'altra scambiandosi qualcosa.
Certo l'idea che passa è che il Re non fosse poi così efficiente. Ma a cosa pensava tutto il giorno? A come fare i dispetti ad Alain?

Il fabbro ha la vita di Bernard, vedo - e anche un po' quella di Olympe de Gouges. In una epoca senza anticoncezionali, da relazioni extraconiugali / paramatrimoniali / rigorosamente sessuali potevano nascere frutti non preventivati ma di cui si povteva decidere di occuparsi. In mancanza di un diritto di famiglia, però, l'occuparsi di un figlio era legato proprio tanto all'umore della persona.

Ben risolto e ben pensato.

Recensore Master
05/12/16, ore 08:00
Cap. 27:

La nota iniziale mi ha spiazzato: proprio nel commento al capitolo precedente notavo che nella tua storia avevi scritto molte cose, tra cui pure una scena hot con finale improvviso e strappacuore / imbarazzante e che quello sarebbe risultato, molto probabilmente, il capitolo più letto / riletto... e questa storia non era già un rosso? Accipicchia!

Attacchi molto bene: un po' di equivoci sentimentali non fanno mai male - mettono in luce la sofferenza, l'inadeguatezza e scatenano un minimo di introspezione.
Bel battibecco! Allarga il chiasmo tra le posizioni dei due e rende ancora pià spettacolare il salto che almeno uno di loro deve per forza fare se vuole ricongiungersi con l'altro.
E questo. anche se morde un po' il cuore, mostra quanto davvero ci si tiene.

MI fa piacere che il salto lo faccia lei: saltare è anche liberatorio e oscar è giusto che finalmente si prenda il suo spazio per essere un po' come le pare. Un Re se vuole, una donna, se le garba, la donna di André se questo la fa felice.

La scena di seduzione è ben fatta: è lei che decide, André semplicemente attende il suo permesso - tutto il contrario del momento dello strappo. Da lì in avanti non commento ;P

Delizioso il finale con Alain imbarazzato dietro la porta - stempera l'atmosfera e aggiunge una nota di lasciva e disincantata allegria.

L'ultimo nodo, a questo punto, immagino sia il povero Girodelle... non fargli troppo male.
(Recensione modificata il 05/12/2016 - 08:04 am)

Recensore Master
04/12/16, ore 12:12

Faccio una digressione e pongo una domanda: perché si scrive una storia?
Per certi versi per se stessi, perché si prende del tempo per sé e si fa qualcosa di creativo, che da soddisfazione, mentre il resto della famiglia si fa, per una volta, una forchettatina di fatti propri - che si sia adolescenti, che si sia adulti in casa dei genitori o adulti in casa propria, ad un certo punto l'esigenza di uno spazio personale c'è. Poi qualcuno va a correre, qualcuno va a camminare e gli parte l'embolo per i contapassi, altri rabboccano religiosamente la pasta madre, altri ancora scrivono. A ciascuno il suo.

Però l'attività sportiva, se non è di squadra, nasce in solitaria e, anche quando di squadra, non richiede per forza un pubblico. A cucinare ci si soddisfa da sé.
Scrivere, invece, è una operazione di presunzione e di condivisione.

Presunzione perché improvvisamente si ritiene che questa cosa che ci frulla per la testa interesserà per forza a qualcuno - chi l'ha detto? E' una presunzione dell'autore.
Così succede che uno scriva di due fidanzati che non riescono a sposarsi e pensa che un sacco di gente se ne occuperà e magari ne faranno pure un paio di sceneggiati televisivi, un altro decide che è rilevante parlare di caccia alla balena, specialmente se bianca - vuoi mettere? - ed un'altra dice no, io voglio raccontarvi tutte le chiacchiere pettegole di un vicinato dove il problema che affligge tutti e come sposare le proprie figlie!

E' una operazione di condivisione perché il lettore ci deve essere. Non è detto che sia il mondo, ci si accontenta di un fandom, e non è nemmeno detto che sia il fandom tutto, nemmeno che sia una porzione rilevante di tutte le recensore idealmente riunite a giuria che quel fandom lo hanno bazzicato dall'inizio all'hic et nunc.
Ogni storia ha un suo target, ammettiamolo, e l'importante è scrivere in modo che quel target apprezzi, perché alla fine si scrive per quello. Per se stessi, ma pure per condividere.
Il successo di una storia alla fine lo misuri in questo: l'abilità di condividere bene una storia con il proprio target di lettori, seguendo le regole del genere che ha scelto.

Se uno vuole scrivere una storia angosciosa ed introspettiva non può aspettarsi di piacere a chi vuole leggere una favola, ma questo non vuol dire che la storia sia "migliore" e sono gli altri che non capiscono, o "peggiore" perché non piace ad una fetta di lettori.

Se uno vuole scrivere un harmony e lo farcisce di espressioni inusuali e di un linguaggio arcaicheggiante e di citazioni colte... beh... deve sapere che la maggior parte dei lettori mollerà il colpo dopo pochi paragrafi, insoddisfatto. Poi una parte resterà, ma saranno quelli che non amano solo gli harmony ma pure le commistioni di genere e lo svuotamento delle regole, quelli, per intenderci, che leggono i gialli classici, ma poi apprezzano anche Sei Problemi per Don Isidro Parodi, o Il nome della rosa. Un target particolare anche questo.

In ogni caso una buona storia (per il giusto target) narra qualcosa che tiene desta l'attenzione per tutto il tempo che la storia si prende - una one shot può essere celebrativa, una racconto di 100 capitoli (per dire), no.
Condivide qualcosa della visione dell'autore, senza essere densamente moralistica / bacchettona / didascalica. Ma una visione ci deve essere, non può essere una sequela di scemenze senza senso una appresso all'altra.
E' coerente con le "regole del gioco" che ha dichiarato: se uno ha scelto un personaggio risoltissimo, allora non può avere insicurezze di un certo tipo, per dire, se non dopo un percorso che porti a farlo ripensare a tutte le cose fondamentali che da per scontate... se il personaggio è stronzo... beh resta tale, c'è da chiedersi chi lo ama perché mai lo faccia, ma certo non diventerà una timide violetta, ad un certo punto, perché ci piaceva una scena così nella nostra storia.

Se guardo le storie più popolari nel tempo - e la tua è una di queste - credo di ravvisare questi tratti in comune. Non ho idea di quanto fossero popolari durante la loro epoca . forse erano l'equivalente dei best seller, forse no, sarebbe carino se uno dovesse scrivere una tesi... diciamo che quando guardi le storie del tuo "presente" sei consapevole che tante cose concorrono alla loro ricezione: è condivisione, ma si condivide anche su altri piani e modi per cui la persona "popolare" può rendere "popolare" anche la sua storia, c'è un effetto valanga per cui ci si trova più rispettose nel recensire chi è già recensito parecchio, mentre si è più critiche verso chi non è recensito affatto... si creano cricche di autori e lettori per cui alcune storie vengono recensite a valanga, anche se non se lo meritano in modo oggettivo (ci si illude? si mente? si passa dal "recensire" al "dimostrare la propria amicizia" piuttosto che si gode del piacere di far parte di un gruppo? ah saperlo) .
E probabilmente si creano anche invidie, gelosie e ripicche - siamo esseri umani.

Ma se guardo le storie negli anni, direi che ciò che sopravvive all'autore, che passa ad altro e quindi diventa ignoto - non sai più se era adulto o ragazzino, maschio o femmina, cosa votava, che recensioni lasciava e a chi... resta solo la storia che ha scritto... le storie vecchie, dicevo, hanno questi elementi in comune, più un elemento da cui non si sfugge: non esiste oscar senza André e viceversa - prova a scrivere un capolavoro in cui André òa manda a quel paese e se ne va in Inghilterra con Girodelle dove aprono una tipografia ed una casa editrice e tu vedi quel che succede ;P il muro del silenzio ahahaha!


Ora tutto questo per dire che la condivisione qui sta funzionando bene: ti ringrazio perché hai saputo scrivere una storia fresca e leggera.
Non volevi scrivere una storia cupa e non l'hai fatto: hai saputo mantenere una mano leggera per tutti i capitoli (fino a questo), e, anche nei momenti più tristi non hai mai trascinato i tuoi personaggi verso la depressione e lo sconforto (attenzione: a me le storie cupe piacciono! ma mi piace la coerenza in ciò che leggo!).
La tua storia è molto gentile, a tutti stai dando un amore e un pochino di serenità, pure alla povera Diane, spero - non farmi rimangiare queste parole!
Alain che è sempre stato un sottoposto scomodo, che fa fatica a non giudicare chi lo comanda è diventato un re, così può dimostrare se davvero lui farebbe meglio degli altri.
André, relegato a zerbino, stavolta ha un suo riscatto: si ubriaca in una bettola e invece di un posto da soldato rimedia... un posto da soldato ;P Ma può fare carriera e mostrare quanto vale senza il fardello delle differenze di rango e senza Oscar a castrarlo.
Madame Marguerite è morta, ma solo con la sua morte potevi giustificare lo follia del Re - una madre vera si suppone che faccia di meglio che assecondare sempre il marito pure nelle cattiverie.
Il re ce lo siamo tolti dai piedi - ad un certo punto si cresce, non si è figli in eterno, ma il caso di Oscar... supera i trenta ed il padre è là che decide che è ora di cambiarle la vita, non farla pià lavorare e farla sposare a chi dice lui... meglio una morte serena, con riconciliazione finale: i ricordi rendono tutti più dolce e finalmente si assapora un po' di libertà.
Pure a Rosalie dai il diritto di dire la sua: noi la bistrattiamo, la ikeda la bistratta, ma alla fine ha avuto una vita molto difficile, voleva pure far fuori qualcuno, direi che non è una fanciullina scema che sa solo piangere...
Bernard come capocameriere di lusso va bene, che fa meno danni.
Solo Girodelle... ma, si sa, un cattivo ci vuole e qualcuno lo doveva pur fare.

La tua storia non è introspettiva - lo è il giusto, sia chiaro, ma non è basata sullo scavare delle emozioni dei personaggi.
Il linguaggio che hai scelto è semplice e va bene così. Non ho detto da troglodita, ho detto semplice. E funziona con questa narrazione che sa un po' di favola.
I dialoghi non sono da slapstick comedy, ma non era questo l'effetto che volevi avere e non sono nemmeno un inseme di stronzate senza sugo, come capita certe volte di leggere restando basiti.
Non cercavi un contrasto con battute al vetriolo e personaggi sarcastici: brave persone che parlano come le brave persone tranquille.

Non hai dato la stura alla mania descrittiva che a volte ci prende - te ne ringrazio: descrizioni giuste e cioè poche e dove servivano. Non sappiamo nulla della pianta del castello, di quanti piani, della finestre e di come sono decorate le camere e che tipo di vestito indossa Rosalie e sai che c'è? Non ce ne importa nulla ;P A noi interessava il procedere della storia.

Hai scelto un setting "altro" - è una favola medievaleggiante per cui chi se ne frega di come era il vestito, e se era filologicamente corretto e se era possibile per André diventare Generale... non ci interessa!
Poi si, ci sono storie che fanno queste analisi, è un piacere se lo fanno, ma non è su questo che si basa una storia. Alcune sono una palla ed un affastellamento di dettagli inutili, carini per un librino di curiosità sull'epoca e nulla più. Supponenti, insomma.

Di tutti i capitoli quello che secondo me riceve più hit è la scena d'amore di André con Oscar, quando lei, al dunque, invoca Fersen: sei stata abile, hai stuzzicato la lettrice guardona che è in noi con un buon rosso e poi hai dato la mazzata.
Il cuore della storia, il motore, sta lì: non in Oscar maschio o femmina - qui non gliene frega nulla, lo strappo si basa su altro, e nemmeno su Oscar traditrice della propria classe sociale - fa la Regina, è oltre una classe sociale, il motore è "Oscar ama Fersen" e la fine presumo arriverà quando per André verrà corretta questa affermazione e diventerà "oscar ha smesso di amare fersen"

Recensore Master
03/12/16, ore 05:11

André qui rinsavisce, nonostante le labbra morbide di Diane.
Io capisco il rispetto per una donna complicata, ma, invecchiando, capisco meno l'amore eterno nei secoli per le rompiscatole: anche pace e tranquillità hanno un loro valore, il rispetto non ne parliamo e l'obiezione di Diane è corretta. Tra alcuni anni, esaurita la novità e l'orgoglio per la conquista del Graal, guardandosi indietro, ne sarà valsa la pena?
Ma una storia d'amore ci rassicura anche sui nostri difetti: c'è amore per tutti, anche per i rompiscatole - c'è speranza quindi, per ognuno di noi. L'amore arriva anche a chi non se lo merita affatto.

Diana ferita da una freccia è stato un bel colpo di scena: possibile scenario di crisi politica Paris-Arras. Volendo possibile scenario di donna folle e gelosa che vuole far secco il marito per concupire Fersen, o che ha reagito ad un moto di gelosia. Zampino girodellico immagino - finalmente il cattivo fa qualcosa.
Potevi sfruttarlo più a lungo, ma, per fortuna che c'è André che ha la testa sulle spalle: Oscar può cogliere il dubbio in suo marito, ma pure la difesa verso di lei.

Alain molto diretto.

Non c'è dubbio, questi ultimi capitoli sono proprio ben ritmati: è chiaro che si vogliono bene, è chiaro che hanno in testa una serie di equivoci ed è chiaro che il loro comportamento li alimenta. Una commedia degli equivoci funziona così, l'hai costruita bene.
Parliamo ci chiaro: o le storie sono celebrazioni, ma allora non sono narrazioni, rispondono ad un'altra esigenza, magari di immedesimazione (esigenza degnissima), o, se si vuole narrare, non si deve annoiare il lettore, che altrimenti, molla il libro sul comodino e passa a fare altro, per cui devono succedere cose che catturano l'attenzione del lettore e lo coinvolgono - ripeto: ho l'impressione di leggere una seconda storia, che sarebbe stata benissimo da sola. Immagino sia il bello ed il brutto dei racconti a capitoli scritti da amateur: si lavora nei buchi di tempo libero ed intanto le nostre idee mutano. E, cosa da non sottovalutare, la nostra confidenza con l'uso delle parole.

Ma come mai un gatto cucciolo ha i polpastrelli rugosi?
(Recensione modificata il 03/12/2016 - 05:18 am)

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