Recensioni per
Forsaken
di _Lightning_

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
25/11/19, ore 13:56
Cap. 1:

Non mi dispiace l'idea di Tony che vada per il deserto per un po', anche se in effetti, nelle sue condizioni, non so quanto avrebbe potuto realmente restistere.
La flash è carina e soprattutto trasmette il senso di smarrimento e desolazione che può cogliere un uomo solo (e ferito) nel deserto.
Ti segnalo solo "Soffocò un urlo [...] se potesse alleviare": se non sbaglio dovrebbe essere "avesse potuto".

Alla prossima. ^^

Recensore Master
27/07/18, ore 16:07
Cap. 1:

Visto quanto è collegata questa storia alla raccolta che ho appena finito, direi che è sensato commentare questa ora ^^. Mamma mia, quanto sconforto ne emerge! Sembra quasi l'unica cosa che Tony è in grado di provare ora, e non posso affatto biasimarlo: la sua è stata veramente una fuga disperata, che aveva una sola possibilità su chissà quante di finire bene... e incredibilmente così è stato ♥
Ci credo che si senta fragile... un uomo, solo in mezzo al deserto, come altro dovrebbe sentirsi? E' già tanto che non abbia dato fuori di matto, come avrei fatto io.
E niente un pochino ti sto odiando, sì, per come lo hai fatto soffrire, ma questo vuol dire che la storia ti è uscita bene (anche se non è una novità :P)

alla prossima, un bacio!

Benni

Recensore Master
03/06/18, ore 11:20
Cap. 1:

Ciao Light!
Allora: l'uso della punteggiatura come strumento letterario vero e proprio ed elemento narrante della storia, è uno di quegli espedienti narrativi che mi fanno gongolare, ma proprio tanto. Regali il respiro del personaggio al lettore.
Il deserto di notte ha fascino e fa paura. E fa freddo (dicono) quindi di nuovo questo tocco di realismo - come le mani fasciate con un lembo di maglietta, mi piacciono.
Poi come scrivi di Tony: un giorno anche io inserirò Tony in una mia storia, e quel giorno avrò paura che mi farai lo scalpo, perché Tony come lo fai tu, per me è Tony. Lo fai soffrire, lo capisci, lo interpreti, come qui, dove la prigionia è sottesa in qualche maniera - c'è solo la fuga - ma in verità è sempre presente, ombra costante come la notte.
E poi i System of a Down con Toxicity. Adoro le sonorità armene e rock di Tankian e compagnia cantante e, come al solito, riscontro in te il medesimo gusto. Che aggiungere? Bravissima!

Recensore Master
16/04/13, ore 22:02
Cap. 1:

Light ispirata è la cosa più bella di questo mondo assieme all'imminente uscita di Iron Man 3 *deliri fangirlizzanti*
Non conosco altra autrice che sappia dar voce ai pensieri e all'interiorità di Tony in maniera tanto vivida e icastica (ecccerto che non la conosco, non esiste!). Notare bene, non utilizzo il termine "interiorità" a caso, ma gli attribuisco il senso più forte ed autentico: parlo di quell'interiorità che richiede un'indagine scrupolosa e accorta per essere colta e un lavoro altrettanto denso per essere raccontata. Quando l'apparenza è così spessa e preponderante, come nel caso di Tony, occorre una ricerca davvero approfondita per scavalcarla. Fin qui nulla di nuovo, avrei potuto anche fare un copia e incolla dalle recensioni precedenti; è ormai risaputo quanto mi piaccia il tuo modo di mettere in luce gli aspetti più reconditi dell'animo e della psiche di Tony, sempre efficace e originale. Ma l'elemento peculiare di questa storia è, a mio avviso, l'ambientazione, e non solo per la cura con cui l'hai tratteggiata, ma per il modo in cui l'hai utilizzata, facendola interagire con Tony ed il suo stato d'animo come se si trattasse di un personaggio vero e proprio. Ora, non so se te lo fossi prefissata come obiettivo, se sia stato un risultato "casuale" o se si tratti di un'interpretazione distorta della mia mente bacata (cosa plausibilissima), ma io ho scorto un'interazione tra protagonista e ambiente molto forte, quasi un'assimilazione. Non so se sia riuscita a spiegare quello che intendo (sicuramente no), allora mi avvalgo di una citazione testuale, riportando delle righe che ho trovato di una bellezza e di una intensità da togliere il fiato e che ritengo possano spiegare il concetto molto meglio delle mie sconclusionate parole:

"Contro la schiena, avvertiva la superficie aspra e irregolare della roccia: anch'essa si sarebbe sgretolata, a poco a poco. Come lui, non ne sarebbe rimasto altro che sabbia mischiata ad altra sabbia. Come tutti i cadaveri che si era lasciato alle spalle. Come chi aveva dato la vita per permettergli di redimere la sua. Pensava di odiare quel luogo con tutto se stesso, ma sentiva di avervi infisso radici più profonde di quello che avrebbe voluto. Apparteneva ormai a quella landa arida, dove la sua voce si perdeva nell'aria secca e gli occhi incontravano null'altro che lo spoglio orizzonte e le orecchie non coglievano altro che il sibilo del vento e i piedi affondavano instabili nella sabbia e in bocca sentiva solo il sapore della sete e della polvere"

Amissimo.
Per quanto riguarda il resto, linguaggio magnifico - tanto per cambiare - e angst intenso e splendidamente reso, come sempre e più di sempre grazie al continuo richiamo al paesaggio che, a mio avviso, si presta benissimo a questo genere di narrazione.
Nella speranza che Odino continui a fulminarti, ti faccio per la milionesima volta i miei più sentiti complimenti e me ne vò a leggere l'aggiornamento della raccolta *sparge cuori a gogò*

Recensore Veterano
15/04/13, ore 19:58
Cap. 1:

Ma quanto sei barva a tormentare quel pover'uomo? Davvero più lo mazzuoli più le storie ti vengono bene!
In queste poche righe sei riuscita a condensare tutta l'angoscia e la rabbia che Tony deve aver provato nel momento in cui, riuscito a scappare dai suoi aguzzini, si trova intrappolato in un'altra forma di prigioia, quella del deserto. Sono assolutamente d'accordo con te che debba aver vagato per un pò, per quanto lo stessero cercando non credo che, un secondo dopo essere riuscito a scappare nel pieno del deserto, Rod sia comparso stile cavalleria. Un minimo di vagabondaggio desertico lo deve aver fatto e, senza acqua, cibo e sotto il sole e il fredo della notte, deve aver patito le pene dell'inferno, cucciolo!
Mettici poi che magari lì da solo, senza più l'ansia di costruire l'armatura, si mette pure a pensare alla sua vita (l'ultima frase io l'ho intesa così) e si rende conto che alla fine di buono ha concluso poco e che è assolutamente e inderogabilmente solo, beh allora ne viene fuori la bella riflessione che hai scritto!
Complimenti e sono ben felice che tu sia in un periodo produttivo!
PS sì, l'ultima frase rischia di mietere vittime, direi che l'intento è stato raggiunto!
Ciao
Even

Nuovo recensore
15/04/13, ore 15:37
Cap. 1:

Bella. Favolosa. Emozionante. Poetica. Non so trovare un difetto in questa piccola ma piacevolissima one-shot. Un'ottima descrizione dei sentimenti provati da Tony, che è frustrato nell'osservare lo sconfinato deserto che lo circonda e che odia profondamente, ma in cui, comunque, ha lasciato parte di sè. Quindi complimenti! Continua così!
Halley