Recensioni per
Nei canti di pioggia
di Tawara

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
23/09/21, ore 23:50

Anche se è passato tempo dalla pubblicazione di questa poesia, e non so se leggerai mai la mia recensione, ci tenevo a lasciartela. Ho letto e riletto queste parole e le trovo stupende, ogni verso evoca in me immagini e sensazioni vividissime, è come essere catapultata per davvero in un giorno di pioggia. 
Davvero complimenti! 

Aidarie

Nuovo recensore
07/02/14, ore 12:28

Mi è piaciuta molto!Complimenti è scritta molto bene e mi ha lasciato una gran bella sensazione!

Recensore Veterano
20/05/13, ore 21:48

E ti diró, mia cara Taw, che molte lune fa (e con molte intendo molte assai), disteso su di un prato coperto di rugiada, ho quasi provato un simile empito, e tutto era magico e tutto era notte.
Certe cose fanno bene allo spirito, tutto il resto, misere ossa, per un solo momento lasciamole ai diuturni cani.
Quanto alla forma, che tanto ti opprime, sappi che non si puó punteggiare un'emozione, solo, a volte, si riesce a cantarla, tu lo hai fatto e va bene cosí!

Cori osannanti e corone di mirto!

CC

Recensore Junior
11/05/13, ore 15:22

Probabilmente la tua poesia più bella.
Profonda, magica,ti cattura dalla prima riga.
Complimenti.
Un saluto.
MT17

Recensore Veterano
04/05/13, ore 22:47

Guarda che cos'è riuscita a tirarci fuori la Taw sotto la pioggia ^w^ via, via la punteggiatura! Hai ragione, in questo caso è solo una violenza - adesso mi rendo conto che a volte è una violenza un po' in tutta la poesia, infatti la sto tagliando un po' anche io XD la tua è perfetta così com'è, virgole & co. ne avrebbero rovinato la musicalità, per esempio qui "corriamo nell’ombra / accogliente dell’alba / scappiamo dall’acqua / nell’acqua / dal mondo / nel mondo / la pioggia" è meraviglioso, musica davvero! (e nota che non sapevo da dove cominciare e dove finire la citazione, il fatto è che proprio l'assenza di punteggiatura rende il tutto più fluido e unito e tutti i versi sono troppo belli *_*)
Che poi a proposito di musica, il titolo già dice tutto! Praticamente un'omologia (sperando di aver azzeccato il termine, si sa mai XD) tra forma e contenuto, adoro! Oddio, vorrei stare su ogni singola parola, ma cercherò di essere breve... quell'"indistinti", che strana sensazione dà! Mi fa pensare a due ragazzi che si tengono per mano, proprio come nel dipinto, mentre le loro sagome sfumano lentamente in quel colore un po' grigio tutto particolare della pioggia (ecco, indistinto appunto, l'hai detto) *cerca di smettere di crogiolarsi* e quel "sipario/ bagnato del cielo"? E' come... hai presente quando ti affacci alla finestra e in lontananza vedi quella specie di... boh, sembrano veli, e in realtà è solo un acquazzone lontano? Ecco, mi fa pensare proprio a questo, e poi magari non centra nulla, ma mi piace pensare di pancia con le tue poesssie *-*
Vediamo, cos'altro mi ha colpito di più (l'ardua scelta)... "ciliegi e giunchiglie / sorpresi", per esempio, è davvero azzeccato, insomma, dà proprio l'immagine della gratitudine e dello stupore delle piante quando vengono colpite dalle prime gocce, e poi ecco, non hai scritto "piante", ma ciliegi e giunchiglie! Cioè! "la pioggia / è un’artista / che danza tra i rami / e pensieri lontani" qui è quando leggo un verso, o più che un verso un'idea che per me è totalmente nuova, e credo che scrivere bene sia questo. Just sayin' U.U
Poi poi poi il risuonare di notti infinite mi sembra una cosa proprio del tuo stile, adesso non saprei spiegartelo, ma ti ci vedo in pieno XD e il fuggire nell'acqua, nell'ombra, nei fiori d'aprile... fortissimo e delicato allo stesso tempo, uno dei miei passi preferiti, decisamente! E infine la conclusione non te lo sto nemmeno a dire, "i rami nel cielo / grondanti di stelle"... dopo questa vado a piazzarmi in balcone a guardare il cielo e basta, okay?
Bene, sappi che ho rischiato di cancellare questa recensione ma per tua sfortuna l'ho recuperata tuuutta intera :D però ti autorizzo a saltarla se vuoi e beccarti una vagonata di complimenti!
Mannaggia a te Taw, tanti tanti mannaggia! *w*

Recensore Veterano
03/05/13, ore 18:04

Come al solito mi è piaciuto moltissimo leggerti. Il tuo stile del resto (permettimi di dirlo: un po' cionchiano, nel senso migliore che si possa intendere!) ben s'adatta alla meditazione, e alla contemplazione degli elementi naturali. Contemplazione non certo disinteressata, e disegocentrica: la pioggia d'aprile, certo spettacolo meraviglioso e bastevole a se stesso, non può sussistere dentro di noi avulsa dalla riflessione egocentrica e esistenziale; cioè, la visione della natura passa per forza attraverso la soggettività, che la reinterpreta, inserendovi nuovi significati, circolarmente ispirati dalla natura stessa. E il significato che più di tutti mi pare sia stato attribuito, in questa poesia, alla pioggia, è quello del nascondiglio positivo dagli affanni del mondo, o ancor più dalle contingenze. Ce lo dicono i numerosi "fuggiamo" (non certo dalla pioggia, ma dentro la pioggia), e sopratutto la ripetizione, all'inizio e alla fine del componimento, della parola "indistinto". L'indefinitezza che la pioggia conferisce all'individuo, che corre, e fugge, sotto anzi dentro di essa, non lo mortifica, lo salva. Lo salva dalle contingenze quotidiane, cioè i piccoli affanni d'ogni giorno di cui nemmeno a noi importerà più già fra qualche anno. Ma non solo. La pioggia salva l'uomo in quanto lo inserisce nell'armonica cacofonia del suo canto. Lo nasconde non nel senso che lo priva agli occhi di un ipotetico osservatore che lo volesse guardare, ma lo oblia al mondo, introducendolo in una dimensione, come dire?, forse orfica?, forse misteriosa?, insomma, inserendolo nel suo proprio canto, nei "pensieri lontani" e nelle "notti infinite", che le sono propri. Una dimensione però, e qui secondo me sta la bellezza di questa poesia, non fuori dal mondo. "Scappiamo dall'acqua nell'acqua, dal mondo nel mondo". La pioggia non ci conduce fuori dal mondo, ma ci reintroduce ad esso in una nuova forma, rendendoci noi stessi acqua (e infatti la parola "indistinti", prima riferita al "noi" nella prima strofa, poi all'acqua che canta, e all'ombra in cui dobbiamo fuggire nell’ultima strofa, suggerisce appunto questa implicita metamorfosi, il legame fra uomo e pioggia). La pioggia ci cava dalle carte piene dell'acqua malevola di ogni giorno, lava ogni cosa. E ho trovato bellissimo il tentativo di ricreare questa cacofonia armonica di cui parlavo tramite la presenza di numerose ripetizioni, non soltanto di intere parole, ma poi anche di suoni. Sarà casuale, forse, però questa poesia è giocata tutta su suoni dolci, soavi, e su alcune ripetizioni che creano degli echi su tutto il componimento (per un solo esempio: "sipario", "ripario", "rapiti"). Beh, me ne vado. Una recensione forse confusionaria! Ciao! :)

Recensore Junior
17/04/13, ore 15:29

Meravigliosa, e forse è dire poco, veramente stupenda...ho letto parecchie poesie su questo sito, la maggior parte pessime, ma questa mi ha davvero colpito: il ritmo, il lessico, le sensazioni...complimenti, è splendida, ne leggerò volentieri altre!

Nuovo recensore
17/04/13, ore 15:19

Ciao :)
Premetto che è la mia prima recensione e che temo esiti disastrosi, abbi pazienza...
Dunque, fin dall'inizio i versi sono pervasi di questo fremere, di questa sorta di timore misto a reverenza che però pare inconsapevole, tant'è che la "voce narrante" esorta a palesarlo. Come se gli elementi di quel "noi" siano ammaliati e rapiti ma non vogliano mostrarlo, o meglio, come se non vogliano mostrare di essere toccati in alcun modo da questa pioggia. E questa indifferenza nel contesto sembra... quasi sacrilego, non so se riesco a spiegarmi; tanto più che nella seconda strofa il tema della pioggia si intreccia a quello della natura (oddio, è bruttissimo che io parli di Natura così come si parla di Bene, di Male, di Gioia, di Nulla: sono quei concetti che odio usare ma che alla fine non riesco proprio a evitare...) poiché si rimarca che se a=natura, b=fiore e c=pioggia e se a=b e a=c, allora b=c: quel lieve turbamento sorpreso e lieto che si usa al vedere un bel fiore si dovrebbe usare anche alla pioggia, che invece spesso è vista solo come qualcosa che c'è perché deve esserci, che anzi offusca le cose cui guardiamo perché belle.
La terza strofa si fa più cupa e personale, e spero di non aver sbagliato quando ho inteso "le voci corrotte / e il pesante avvenire" come complemento oggetto di quel "fuggiamo"... In ogni caso, ci sono le stelle: una schiarita, dunque? La poesia si offre come chiave interpretativa non solo della pioggia, ma anche del "pesante avvenire" già da me citato. La pioggia mostra questa Bellezza (e sì, anche questa volta uso uno dei tanto odiati concetti) nonostante la si legga come evento negativo, quindi anche un futuro che incombe grigio e denso e soffocante non può che celarne. Certo, probabilmente è molto ben nascosta, ma è qui che entra in gioco la chiave :)
Terminando i miei ragionamenti poco interessanti, ho letto anche altri tuoi componimenti e concludo col dire che sei bravissima, quello che scrivi riesce ad "arruffarmi": mi ci trovo impigliata, devo farci i conti finché non le interpreto e le scopro "mie". Questa "condizione" alla lettura delle tue poesie mi piace, è come un "pegno" che devo pagare ma che alla fine è infinitamente vantaggioso per me.
That's good! :D

Saluti,

standinsilence