Partendo dal presupposto che è sempre colpa tua - tutt'al più di Stark o di Barton, ma non mia.
Mi accingevo a spegnere il pc e cominciare il mio studio mattutino, quando ho deciso di fare un salto sulla tua pagina e un pensiero è balenato nella mia mente e mi ha indotto a desistere: "Perchè accontentarsi dell'Alto Medioevo quando si ha la possibilità di (ri)leggere meraviglie come questa? Non ha senso!" (insomma, mi hai sabotata per l'ennesima volta). Dal momento che "l'unico modo per sconfiggere la tentazione è cedervi" (cit.) ho preferito gustarmela di nuovo - altrimenti non sarei riuscita a concentrarmi - e adesso che l'ho fatto sento il bisogno psico-fisico di recensirla.
La rimozione del reattore è stata, per me, un evento talmente inaspettato che non ho saputo dargli un'interpretazione. Mi ha completamente spiazzata e per giorni sono stata a rimuginare sul significato che la cosa potesse avere, sui motivi che abbiano indotto Tony a compiere questa scelta proprio in quel momento e sui risvolti che essa ha avuto sulla sua psicologia. A questo proposito, ho trovato questa storia illuminante. Le riflessioni e i dubbi di Tony gli conferiscono un'umanità toccante, mostrano quell'insicurezza che nessuno, a prima vista, attribuirebbe ad un uomo borioso come lui, ma che, invece, l'ha accompagnato per tutta la vita e che, in un momento del genere, non poteva che emergere con prepotenza. Il reattore ha segnato una svolta epocale nella sua esistenza, è stato l'inizio di quel mutamento profondo che l'ha portato ad essere un uomo nuovo e, appunto, migliore, completamente diverso, ed inevitabilmente assume un inestimabile valore simbolico, per lui. E chi altri, se non Pepper, avrebbe potuto fargli capire che il vero cambiamento è avvenuto dentro di lui e che una semplice operazione non potrà cancellarlo? La delicatezza e la premura delle sue parole mi hanno lasciata senza fiato, così come la profonda intimità che hai saputo creare tra di loro: una simbiosi ed un'alchimia totali, non li ho mai trovati così insieme come in questa shot.
Sbatté le palpebre sulle iridi di cielo e portò le mani affusolate sulla camicia bordeaux. Con lo sguardo di Tony puntato sul viso infiammato e sulle dita profumate, fece scorrere i polpastrelli sul tessuto di seta, in una carezza leggera, poi li strinse accanto ai bottoni e con lentezza li fece sgusciare, uno alla volta, fuori dalle asole, fino a quando non poté poggiare un palmo caldo sul petto. Allora si chinò con il volto all’altezza del torace e poggiò le labbra fresche sulla pelle bollente, al centro del torso, dove il reattore aveva sostituito a lungo la carne umana, e inspirò profondamente, dischiudendo infine la bocca in un bacio infinito e adorante. Tony trattenne il fiato e chiuse gli occhi, levando il viso verso l’alto e sentendosi invadere da una vampa bollente di calore e pienezza tanto forti e intense da travolgerlo completamente.
“Tony Stark ha un cuore” gli mormorò Pepper, le labbra ancora riverenti contro il torace palpitante. “E la prova non è un reattore o una luce blu. La prova è ogni volta che esce di casa e rischia la propria vita per salvare quella di qualcun altro; è quando si è fatto saltare in aria per sconfiggere Obadiah, è quando fa di tutto per non smettere di vivere per gli altri, è quando non smette di combattere perché esiste qualcosa di più importante per cui vale la pena vivere che non sia se stesso... è quando a New York ha messo a repentaglio ogni cosa e ha salvato l’intero pianeta.”
Tony deglutì e abbassò lo sguardo e vide quello di Pepper specchiarsi nel suo. Tese un braccio e le sfiorò il mento con due dita, sollevandole con delicatezza il volto, fino a trovarsi alla stessa altezza.
“Ti amo” le mormorò con le iridi lucide e lo voce rauca. Lei sorrise e gli occhi le brillarono ancor di più.
“E questa è la prova che per me conta più di qualsiasi altra.”
Questo passo, per quanto mi riguarda, potrebbe essere tranquillamente inserito nella Bibbia del Pepperony. Da brividi.
Ora, io vorrei tanto commentare decentemente quella parte, non sai quanto lo desidererei, ma è scientificamente provato che quando i miei neuroni sono in questo stato - nello stato in cui quella parte mi ha ridotta, intendo - possono elaborare soltanto considerazioni deliranti e sconclusionate. Bruce e Tony sono AMORE e trovare qualcuno che riesca a trasformare quest'amore in parole ed immagini così belle ed incisive è una gioia. Non sono abbastanza brava da riuscire a raccontare l'emozione che ho provato, nel leggere la parte che li vede protagonisti, ma per rendere minimamente l'idea, sappi che, nel rigustarmela, lo stesso, identico nodo che avevo avvertito la prima volta che ho letto questa meraviglia mi ha stretto la gola e m'ha preso lo stesso, identico vuoto allo stomaco e le mie orbite si sono di nuovo trasformate in due cuori luccicosi ed ho ripreso ad awwware con la stessa indecenza. Tra l'abbraccio e il vetro gemello non so cosa abbia compromesso maggiormente le mie già deteriorate sinapsi. Hai reso uno splendido omaggio ad un rapporto che, a mio avviso, è connotato da una forza e un'intensità che soltanto la condivisione di esperienza e ferite così profonde e traumatiche può conferire. Tony e Bruce sono legati da un filo sottile ma indistruttibile che, in questo racconto, ha letteralmente brillato e, malgrado il mio amore spassionato per il Pepperony, è stato il fattore che ho preferito, che più mi ha commossa.
M'è sfuggito qualcosa? Ah ssì, Brutasha forevah *raffica di cuori*
Sei una GeniA, come al solito *applaude* |