Recensioni per
Brothers in arms
di Laylath

Questa storia ha ottenuto 30 recensioni.
Positive : 30
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
11/09/13, ore 00:38

Che bel finale… ho gli occhi lucidi. Se il capitolo precedente voleva segnare un punto momentaneo alla loro carriera militare, questo ne pone uno alla loro bellissima amicizia, che vedremo continuare nel manga, consci – grazie a te - di tutto quello che c’è stato dietro. Che meraviglia, non ho parole per come hai sviluppato questa fan fiction. Tra suspense e colpi di scena, è stato un continuo svolgersi di eventi che invogliano a sapere cosa accadrà nel capitolo successivo. Oltre a questo, la caratterizzazione dei personaggi è, come sempre, superba e coerente con il profilo che l’autrice originale ha tracciato per loro.
Come conclusione a questa storia, non poteva che esserci un ultimo sguardo alle origini: il ritorno all’Accademia, il dialogo con il colonnello Grey… per poi assaggiare una puntina di futuro con l’improvvisa comparsa di Fury (sapevo che avresti trovato il modo di inserirlo, e mi ha fatto molto piacere <3). Che tenero il gesto di Breda nei suoi confronti, è stato così spontaneo e inaspettato che quasi mi ha commosso…

Hai visto? Anche se tardi alla fine sono tornata! Scusami se ti ho fatto attendere tanto, ti assicuro che sono la prima a dispiacersi quando una fan fiction mi rimane in sospeso, che sia essa da leggere o da scrivere. Non sono abituata a recensire fanfiction che vengono aggiornate ogni giorno, così è facile che rimanga indietro per poi perdere l’attenzione nei confronti della storia. Una volta perso, devo solo trovare la voglia di riprendere il filo del racconto, e poi la curiosità fa il resto, guidandomi di capitolo in capitolo!

Non sai quanto è stato difficile doversi trattenere dal postarti le mie ultime recensioni una alla volta, ma volevo farti una sorpresa, così ce l’ho messa tutta per resistere e postarle tutte insieme! :P

Grazie ancora per questa bellissima storia. Ora posso dire di conoscere Breda e Havoc quanto Fury e Falman (anche se lui ha ancora molto da dirci, immagino!)

Alla prossimissima <3
(Recensione modificata il 11/09/2013 - 12:49 am)

Recensore Veterano
11/09/13, ore 00:38

Bello! Bello! Bello! *__* È stato bellissimo veder comparire pian piano ogni membro della squadra di Mustang, a partire dal mio adorato Falman <3
La domanda di Havoc sui suoi capelli conferma quello che ti dissi nella scorsa recensione, e cioè che il ragazzo non ha un minimo di buon senso xD Ti pare che gli fai una domanda del genere? Povero Falmy, ho sentito tutto il suo imbarazzo nel dare quella risposta “sono sempre stati così, signore.” stellino! Vieni che ti do uno dei miei abbracci spacca-costole *ç* (È incredibile come questo personaggio mi faccia entrare nella fase “ommioddiofalmytesoroseikosìkarino!* xD)
È incredibile come si comincino già a fiutare i vari rapporti che questi personaggi avranno fra loro. La sfida presente nelle parole di Havoc nel momento in cui parla di Riza mi hanno riportata con la mente a “Il linguaggio della pistola”, stessa cosa vale per lo scambio di sguardi fra la donna e Breda, quel capirsi a vicenda immediato che rimanda alla tua fanfiction “Gocce nella flebo”. Insomma, sai come mettere insieme i pezzi del puzzle nonostante le storie siano scritte in momenti diversi, e per questo ti faccio i miei più sinceri complimenti!
Adesso fremo dalla voglia di sapere che epilogo ci regalerai – o meglio, ci hai regalato – così che potrò darti il mio giudizio finale su quest’altra, bellissima fanfition!

Strato.

Recensore Veterano

Wow! Questo capitolo è pieno zeppo di avvenimenti interessanti, ma partiamo con ordine: la fine della guerra. Dopo una notizia del genere, festeggiare è il minimo che ci si possa aspettare, e invece nessuno dei superiori sembra accusare questo tipo di reazione, primo fra tutti il capitano Harris. Il discorso che fa ai suoi uomini fa venire i brividi per quanto suona profondo e realistico. Sono le parole di un uomo che, nonostante la liberazione del paese per cui combatte, non dimenticherà facilmente quanto avvenuto per raggiungere il proprio obiettivo: “Sette anni di guerra che hanno portato centinaia di morti, tra i soldati e tra i civili. Fame, disperazione […]” le sue parole non sono un rimprovero, ma un promemoria su quanto avvenuto, qualcosa che i suoi soldati non dovranno mai dimenticare – e che certamente non dimenticheranno - “Adesso godetevi la fine della guerra: godetevi le vostre famiglie, le vostre spose, i vostri figli… ma non dimenticate mai qual è stato il prezzo per questa pace” è solo alla fine di quest’ultima raccomandazione che i ranghi possono essere sciolti e i soldati tornare alle loro vite di sempre.
Secondo avvenimento, del tutto inaspettato: il matrimonio di Nick. Forse mi sono dimenticata di scrivertelo nelle precedenti recensioni, ma nutro molta simpatia nei suoi confronti. Non è uno dei personaggi principali, ma la sua presenza è in un certo senso “rassicurante”, come quando accompagna Breda alla sepoltura di Henry e poi a casa dei genitori… è una figura positiva, il cui legame con Heymans è forse anche più forte di come ci viene mostrato – è chiaro che impazziresti se dovessi pure dedicare un capitolo a un personaggio così marginale, ma sono convinta che nella tua mente c’è una maggiore attenzione nei suoi confronti -.
In questa parte del capitolo è molto bella la metafora iniziale, in cui viene detto che il mese di gennaio raggiunge temperature di inizio primavera come per scusarsi del rigido inverno che l’anno prima non ha colpito solo il clima, ma anche il cuore del nostro protagonista. Ancora una volta, il mio amato inverno si rivela essere la stagione più deprimente di tutte, ma lo accetto senza problemi dato che il motivo principale di questa nomea è il suo clima pungente xD (povero! Ma d’inverno ci sono anche i pupazzi di neve e il Natale, perché non ci pensa mai nessuno? ç__ç) Fine cazzeggio.
E poi, arriva il colpo di scena: il ritorno di Kate. Immaginavo che tra i due non sarebbe ri-sbocciato l’amore – si sa che le minestre riscaldate non vanno mai bene – e mi piace come il loro rapporto sia rimasto quasi lo stesso di un tempo, tanto che a Breda sembra di rindossare la sua divisa da cadetto. Il fatto che sia capace di raccontarle cosa gli è capitato con tutta quella naturalezza ci fa intuire come debba sentirsi al suo agio quando si trova in sua compagnia, e la cosa non può che infondermi un’enorme tenerezza. È un peccato che fra i due non sia andata, ma è meglio un’amicizia sincera di una relazione forzata, non trovi?
Infine, il ritorno a Giyoir. Ti confesso che nei precedenti capitoli sentivo che qualcosa era rimasto in sospeso con questa città, e finalmente posso dire di non provare più questa fastidiosa mancanza. Sono contenta che Laura si stia pian piano riprendendo, ma mi fa un’enorme rabbia sapere che quello stronzo di suo marito se ne è andato. Gregor è l’egoismo allo stato puro, non c’è che dire. Mi è più odioso di Rhea, giuro. Forse è perché ha a che fare con Breda che gli do tutta quest’importanza, ma il fatto che se ne sia andato non mi va proprio giù. Quella povera donna viveva con due uomini fino a un anno fa, e adesso è completamente sola. Per carità, un uomo come quello che si è sposata è sicuramente meglio perderlo che trovarlo, ma andartene un mese dopo la morte di tuo figlio è davvero un gesto orribile, significa che di tua moglie te ne importa meno di niente.
Spero che sia schiattato di cirrosi epatica sotto a un ponte.
Detto ciò, torniamo in noi xD
Il dialogo finale dei due di fronte alla lapide di Henry ci voleva per chiudere definitivamente il capitolo Giyoir, anche se l’affermazione di Havoc sul fratello defunto mi è sembrata un po’ fuori luogo. È vero che il biondo non è proprio un asso del buon senso, ma in un momento come quello poteva risparmiarsela la parola “coglione”. Mi è sembrata un po’ troppo pesante, avrei preferito che avessi usato un termine più leggero, e allo stesso tempo non troppo antiquato, tipo “idiota”.
A parte questa sciocchezza, tutto il resto è come sempre appassionante e coinvolgente! È almeno da tre capitoli che sento Mustang avvicinarsi sempre di più, tra un riferimento e l’altro!

Strato.

Recensore Veterano
11/09/13, ore 00:36

Oh, che bello, finalmente una missione svolta con soddisfazione e priva di morti! La squadra Falco ha avuto quello che meritava, dimostrando che non è capace solo di uccidere, ma anzitutto di saper collaborare.
Questo capitolo mostra chiaramente quello che fino a poco fa era stato più detto che dimostrato, e cioè che Havoc e Breda formano veramente una squadra perfetta. Sono stati capaci di fregare chi li voleva fregare senza compiere alcun errore, grandi! xD Non mi aspettavo per niente il colpo di scena finale sulla vera identità del conte, mi hai stupita!
Mi piace un sacco l’idea che Breda parli la lingua di Aerugo e questo fatto che abbia una particolare predisposizione per le lingue straniere. Non è che un ulteriore elemento da aggiungere alla sua scheda personale, che si fa sempre più interessante capitolo dopo capitolo.
Una nota a parte la dedico alla parte iniziale del capitolo, in cui vediamo un quartetto di amici davvero affiatato. Sembra di essere tornati agli anni dell’accademia, quando Havoc e Breda scappavano di notte insieme ai compagni del secondo anno… che nostalgia, chissà quando gli sembrano lontani quei momenti!

Strato.

Recensore Veterano
11/09/13, ore 00:35

“Quanto può essere drastica una guerra di sterminio?”

Ghiaccio.
Te lo giuro, era come trovarsi al posto di Breda e Havoc. Della serie: “È uno scherzo?”
Purtroppo sappiamo bene di no. Non serve l’esperienza vissuta a Giyoir per rendersi conto di quanto una guerra di sterminio sia inammissibile dal punto di vista umano. Se uccidere un uomo provoca in un soldato forte come Havoc un simile tormento - poverino che non ha potuto sfogarsi prima - figuriamoci cosa può essere sapere che il proprio obiettivo sono persone ancora più innocenti dei finti ribelli che hanno affrontato un mese prima. Eliminare tutti quelli che ti capitano a tiro senza distinzione di sesso ed età è qualcosa che nessuno può fare con completa indifferenza, nemmeno il peggiore degli esseri umani.
Ed infatti, chi è stato a dare l’ordine? Qualcuno che dell’umanità ne ha solo il vago ricordo. Un essere strappato ai genitori al momento della nascita e cresciuto esclusivamente per ricoprire una carica.
Perché è questo che è King Bradley: una carica, un ruolo. E non potrà definirsi nient’altro per tutta la vita. È buffo, no? Che il meno “puro” fra gli homunculus sia in realtà quello più fiero e leale di tutti, l’unico che preserverà davvero il suo onore fino alla fine.
Ma parliamo dei nostri protagonisti, adesso. Meno male che il capitano Harris non intende mandare la sua squadra a combattere contro Ishval; al di là della fama di cui gode il suo plotone, riconosce che i suoi uomini non sono fatti per compiere un simile eccidio.
Sono felice che in questo capitolo tu abbia approfondito un po’ il personaggio di Havoc. È vero che la fic è su tutti e due, ma essendo il punto di vista quello di Breda è naturale che sia la sua psicologia quella che gode di una maggiore attenzione. In poche parole, sei riuscita a farmi sentire e vedere tutto ciò che è capitato al nostro neo sergente nel periodo in cui si trovava lontano dal suo amico. In particolare, ho amato la descrizione della morte della sua prima vittima, con “quel movimento così innaturale del suo corpo mentre cadeva di lato“.
“Jean Havoc, se ti ripesco di nuovo a fumare in camera, giuro che quella ferita al fianco sarà l’ultimo dei tuoi problemi!” Ahahah! Mi sembra di vederla, la madre di Havoc! Che bello quel piccolo momento in cui i ricordi prendono il sopravvento sul presente: ogni tanto c’è proprio bisogno di pezzi rilassanti come questi, spezzano l’atmosfera senza rovinare la storia, anzi, migliorandola!
“No. Ed io spero… anzi mi auguro con tutto il cuore, che gli Alchimisti di Stato… a prescindere dalla loro potenza, provino le stesse cose che stiamo provando noi. Uno… almeno uno di loro… non chiedo molto” Ma certo che c’è Bredy, non ti preoccupare <3 Questo riferimento a Mustang mi è piaciuto un sacco! Ho sorriso non appena l’ho letto xD Inoltre, mi piace moltissimo la frase che Breda dice un attimo dopo in risposta a Havoc: “Speriamo che umane sia più forte di armi”, stupenda! *ç*

Strato.

P.S.: Ah, un’ultima cosa: “Conoscete il Colonnello Basque Grand?” cavolo, Lay! Ti rendi conto di CHI hai nominato?! Come hai fatto a non sfruttare la nuova, preziosissima possibilità di segnalarlo tra i personaggi della fic?! Un’opportunità così succulenta non capiita tutti i giorni…
Anzi, diciamo che non capita mai xD (ovviamente si scherza ^^).

Recensore Veterano

Ecco che il capitolo su Giyoir si conclude. La guerra s’interrompe per i nostri eroi, ma io non posso che provare un’immensa malinconia di fronte a ciò che è successo. La scena del cimitero è di una tristezza tanto intensa da toccare il cuore, con quelle lapidi paragonate a “grigi fiori sbocciati dal seme della guerra”. In particolare, fra tutte spicca quella di Henry, con quelle due date maledettamente troppo vicine fra loro.
Lo credo bene che i parenti dei ribelli siano tormentati dal senso di colpa; il loro comportamento ha condotto alla morte i loro cari prima che potessero riflettere sulle proprie parole. Dev’essere tremendo portarsi sulle spalle un peso del genere, per questo non gli viene neanche in mente di dare la colpa ai militari. Sono così scossi, così consapevoli della propria colpevolezza, che non hanno neanche la forza di mentire a loro stessi, sfogandosi su chi, alla fine, non ha rappresentato altro che il mezzo attraverso cui le vittime sono potute diventare tali.
Ancora più triste è vedere in che situazione si trova la madre di Breda dopo il lutto subito. È completamente sola, non ha accanto a sé più nessuno a cui valga la pena mostrare il suo amore. L’unica cosa che le è rimasta è la felice consapevolezza che almeno uno dei suoi figli potrà morire inseguendo i suoi veri sogni. Per questo dice a Breda di partire: non vuole che rinunci a tutto ciò che ha costruito per stare dietro a lei. Heymans non è come Henry: lui è forte, sa intraprendere le proprie scelte senza lasciarsi intimidire da nessuno, e questo credo che la donna lo abbia sempre saputo.
Diversa è l’impressione che ho di Greg che, mi dispiace, non riesce proprio ad andarmi giù. Capisco che anche lui possa soffrire per la perdita di Henry – lo dice anche la signora Miriam che ormai aveva solo occhi per lui – ma arrivare a dire a sua moglie “Tuo figlio è quell’altro cane dell’esercito! Doveva essere lui a morire! Non Henry!” e a suo figlio “Ti ucciderei con le mie stesse mani!” è troppo. È decisamente una figura odiosa che non sarò mai in grado di giustificare. Tuttavia, è giusto che non tutti i personaggi di una storia vadano a genio al lettore. Sarebbe assai noioso e poco realistico se ogni singolo personaggio suscitasse la mia simpatia, dunque una figura come Greg ci sta tutta nel tuo racconto, e fa pur sempre parte di quel legame padre/figlio che tanto appresso, qualunque forma esso abbia.
Concordo pienamente con ciò che hai detto nel commento finale, e cioè che Janet è la persona giusta per Breda in un momento come questo. Non tanto perché sia matura o meno, quanto per il fatto che si tratta di una figura che non ha assolutamente niente a che vedere con le brutture della guerra. È dolce e innocente, pura ed ingenua; insomma, un luogo tranquillo in cui poter finalmente sfogare le lacrime.
Dal prossimo capitolo si cambia scena: sono curiosa di sapere cosa accadrà ai nostri eroi. Si riposeranno? Avranno già di nuovo a che fare con la guerra?
Vado a scoprirlo!

Strato.

P.S.: sono contenta che Breda e Havoc siano di nuovo in squadra insieme, finalmente una bella notizia!
(Recensione modificata il 11/09/2013 - 12:34 am)

Recensore Veterano
11/09/13, ore 00:32

Già dal titolo si può intuire che è in questo capitolo che verrà mostrato il destino di Henry.
E purtroppo, è successo quello che temevo. Fra tutti i membri del team Mustang, Breda ha effettivamente subito uno dei lutti peggiori, non perché un fratello sia più importante di un padre o che, ma per il fatto che lo veda morire con i suoi occhi. Gli sforzi di Havoc non sono riusciti a fermare la rabbia e la cocciutaggine presenti nel ragazzo. Il caporale ce l’ha davvero messa tutta per fare in modo che Henry si salvasse, e anche se non avesse subito quella brutta ferita sono sicura che i suoi sforzi non sarebbero serviti comunque a niente: perché quando diventi un “figlio della disperazione” ogni pensiero razionale cessa completamente di esistere, e sei schiavo della vendetta e di altri sentimenti negativi che annientano ogni forma di controllo. Henry non si alza in piedi perché è uno sciocco, non si espone al rischio della morte perché è quello che vuole: semplicemente, in quel momento la sua testa è completamente rivolta al desiderio di far fuori il soldato. Sicuramente, l’odio per i militari è qualcosa che gli è stato inculcato da qualcuna di quelle persone senza scrupoli di cui parli all’inizio, e cioè dai veri ribelli. È probabile che Henry non avesse molta fiducia in se stesso, e che quello di unirsi a quel gruppo fosse un triste tentativo di sentirsi importante, magari per suo padre, chissà.
Se così fosse, allora il background di questo personaggio risulterebbe ancora più drammatico. Non so perché, ma ho come l’impressione che Henry abbia sempre ammirato suo fratello, e che ne fosse al contempo un po’ invidioso. Forse per la sua determinazione, per la capacità di ragionare con la propria testa nonostante la rigidità di quella figura paterna di cui tutto si può dire, fuorché che sia affettuosa. Magari Henry ha sempre invidiato Breda per il coraggio che ha sempre dimostrato nel perseguire le proprie scelte, pur essendo esse contrastanti con i pensieri del capo famiglia; chissà se questo Heymans lo capirà mai…
Come la solito ci sono state delle parti che ho particolarmente apprezzato, prime fra tutte queste due frasi che, a mio parere, riassumono perfettamente due concetti su cui si potrebbero scrivere pagine e pagine: “(riferito ai ribelli) erano una banda, non una squadra e quando era necessario ciascuno pensava per sé e non per gli altri” e poi ancora “(riferito al campo di battaglia) si stava trasformando in un mattatoio”. L’immagine del mattatoio è agghiacciante. Non sarà una delle tue metafore migliori, ma ti assicuro che in quel momento del testo ha saputo trasmettermi un brivido non da poco!
“Sei ferito, Havoc… dovresti stare sdraiato…” Il fatto che Breda non riesca a proferire queste parole ci fa capire quanto lo shock per la perdita di Henry sia grande, e quanto debba avergli voluto bene nonostante il rapporto burrascoso che li (s)legava. Insomma, in fin dei conti “lui non era il mio nemico… era mio fratello.” La frase finale che finisce come il titolo del capitolo è una stretta al cuore e ne timbra la degna conclusione.
Brava ancora.

Strato.

Recensore Veterano
20/07/13, ore 00:18


Molto coinvolgente questo capitolo! Sai che te la cavi proprio bene con le scene di guerra? Anche rispetto alle prime fanfiction che ho letto, hai fatto molti progressi su questo tema.
La situazione iniziale ci cala subito in un'atmosfera negativa, triste. Heymans ha appena capito che i rinforzi non arriveranno in tempo, e la prima cosa che sente il bisogno di fare è tornare a casa a salutare sua madre. Ma non solo: il pensiero che gli preme di più in questo momento è Henry. Breda sa che probabilmente suo fratello non sarà fra quei ribelli che affronterà fra poco, ma è comunque molto preoccupato per il futuro: non trovarlo a casa è la conferma che prima o poi si scontrerà con lui, e questa volta non si tratterà di una semplice lotta verbale. Qui apro una piccola parentesi sulla madre di Breda: non mi piace molto come donna. Trovo che sia una figura molto debole e succube delle decisioni prese dagli uomini di casa. Potrei anche sbagliarmi, ma l'atteggiamento che ha avuto negli scorsi capitoli sommato a ciò che si è visto in questo non fa che confermare la mia idea. Penso che non sia mai stata in grado di opporsi alle decisioni di nessuno: non alla decisione di Heymans di arruolarsi nell'esercito, né a quella di Henry di aggrapparsi ai rivoltosi. Non dev'essere stato un esempio di forza per Breda, e forse ha contribuito in parte e a suo modo a fargli odiare quel posto che dovrebbe teoricamente considerare casa sua. È certo che lui le voglia molto bene, ma forse nutre nei suoi confronti anche un po' di rabbia. Non per il fatto di essere una cattiva madre, assolutamente, quanto per la sua totale incapacità di affermarsi all'interno di un nucleo familiare molto maschilista. Ovviamente sei liberissima di contraddire questa mia opinione, i personaggi sono tuoi ^^'
Fine della critica a questa povera donna, andiamo avanti xD
Il resto del capitolo procede con un'ansia crescente: giunta la conferma che i rinforzi non arriveranno in tempo, Breda decide di muoversi per primo, anticipando il nemico lontano dalla città. Una decisione giusta, che si rivela essere la scelta migliore. È agghiacciante come si passi dal momento del dialogo fra lui e Patrick alla morte immediata di ben tredici militari (fra cui quest'ultimo). Rimangono in dieci, ed è qui che cito la frase che a mio parere è la più rappresentativa dell'intero capitolo (titolo a parte):
"Allora non gli ha preso l’arteria… [...] oddio ma che cazzo sto pensando?… siamo tutti morti!"
Qui emerge una sacrosantissima verità: nonostante l'evidenza di una realtà inevitabile, l'uomo non accetta l'idea di morire. Breda e i suoi compagni sanno bene che quella missione è un suicidio, eppure nel momento in cui Denis viene colpito al braccio, il sergente non può che tirare un sospiro di sollievo, pensando che la ferita non è grave e che quindi qualcuno riuscirà a salvarlo. Una reazione perfettamente umana che dura appena qualche millesimo di secondo, quando la realtà degli spari riesce a svegliarlo.
E poi, l'arrivo improvviso dei rinforzi quando tutto sembra perduto: ovviamente sapevo che Heymans si sarebbe salvato, ma non immaginavo che il suo "aiutante magico" fosse proprio Havoc, "quel soldato alto e biondo che teneva il fucile in spalla con sfacciata disinvoltura [...] facendosi beffe del clima freddo" Dalla descrizione che ne fai sembra quasi un miraggio, una chissà quale divinità venuta dal cielo per salvare il nostro eroe. E invece, proprio questo si rende subito conto che si tratta di Jean Havoc, ed è qui che entra in gioco la famosa promessa che fa anche da titolo al capitolo "Quando avrai bisogno di me, io ci sarò sempre e so che anche per te sarà così" *-*
Il dialogo finale mi ha fatto proprio tirare un sospiro di sollievo. Un momento di quiete che ci voleva, in cui i nostri "fratelli" dialogano dopo quasi un anno in cui sono stati distanti. È bello che Havoc, nonostante il carattere vivace che ben conosciamo, sia in grado di infondere tanta fiducia a un uomo determinato come Breda, che può giustamente avere i suoi momenti di "difficoltà emotiva".
Adesso voglio sapere come andrà con Henry... spero che in qualche modo riesca a salvarsi e a capire il suo errore.

Strato.

Recensore Veterano

Grande Breda, ottima mossa! Non me l'aspettavo per niente, è stato un gesto molto coraggioso quello di prendere in mano la situazione facendo arrestare Rhea. Purtroppo, sappiamo che il capitano non è l'unico elemento marcio nell'esercito: in fin dei conti, anche nel nostro mondo troviamo situazioni simili, un'altra cosa che rende FMA un manga molto attinente alla realtà. Tornando all'arresto di Rhea, è comunque un bene sapere che una persona del genere si trovi dietro le sbarre. Ora, vorrei capire come andrà avanti la situazione, spero che il sergente non perda molti uomini...
Chissà come andrà a finire la storia di Henry. È naturale che a mettere ulteriormente in difficoltà il protagonista ci sia il timore di doversi scontrare con il fratello. Quello che è avvenuto al termine dello scorso capitolo e all'inizio di questo è solo uno scontro verbale, anche se spiacevole. Spero che il discorso fatto da Heymans sia servito ai suoi genitori, in particolare a suo padre.
Mi piace come in una situazione difficile come quella che vediamo all'inizio, il ricordo delle parole di Havoc sia in grado di sollevare il suo spirito. Al di là del fatto che sia stata Janet a definirlo "il suo secondo fratellone", è proprio vero che "gli amici sono i fratelli che ti scegli". Non ricordo dove ho sentito questa frase, mi sembra in una pubblicità della Barilla :'D Però, ridendo e scherzando, è vera!
Adesso devo scappare, aspetta mie notizie nei prossimi giorni!

Strato.

P.S: quasi dimenticavo! Mi è piaciuta moltissimo questa parte: "Havoc non avrebbe mai commesso una cazzata simile: lui aveva quella profonda sicurezza nei suoi principi che non aveva nemmeno bisogno di pensarci per sapere la differenza tra banditismo e “causa”." ECCOLA! Ecco quello che dicevo un paio di commenti fa: arriveranno dei momenti in cui Breda si renderà conto della profonda stima che nutre nei confronti del suo amico. Come vedi, messa a confronto con altri elementi, la superficialità di Havoc non è poi così esagerata...
(Recensione modificata il 14/07/2013 - 06:17 pm)

Recensore Veterano

Oh caspita! Questo capitolo mi ha letteralmente ipnotizzata davanti allo schermo, soprattutto nella parte finale!
Chissà perché, ma immaginavo che Henry non avesse la stessa stazza dei Breda, forse perché avevo già intuito che fosse molto diverso dal fratello come carattere, quindi anche una differenza fisica ci sta bene. Che brutta cosa scoprire del rapporto conflittuale fra Heymans e suo padre: ma dopo aver visto le famiglie perfette di Havoc e Fury ci stava che almeno uno non godesse della stessa fortuna.
In ogni caso, non mi sorprende il fatto che Breda non percepisca più quella casa allo stesso modo di un tempo. Questa volta, torna con indosso quella divisa blu per cui Gregor ha sempre avuto una grande avversione. Tuttavia, non penso che il suo disprezzo nei confronti del figlio sia dovuto solo alla sua scelta di diventare un cane dell'esercito. Come dici anche dopo, fra i due figli, Henry è sempre stato il suo favorito, quindi devono esserci motivazioni più profonde alla base.
Parlando proprio di Gregor, invece, credo che il suo odio nei confronti dell'esercito sia semplicemente originato dal fatto di credere che esso non pensi al bene della gente comune, quanto al proprio. Mi sembra il tipo d'uomo che ce l'ha a morte con il governo e con i suoi gradi più alti, ma che in realtà non conosce le dinamiche interne di questa istituzione. E, probabilmente, neanche gli interessa saperlo. Così facendo però, dimostra di non avere una mente molto aperta, né la voglia di fare veramente qualcosa per risollevare la difficile situazione che i cittadini sono costretti a vivere. Preferisce mandare suo figlio a rubare piuttosto che mettere la faccia in questioni che potrebbero mettere a repentaglio la sua vita.
È un egoista, ecco l'impressione che ho avuto. Sono felice che Breda non sia stato influenzato da lui, sebbene sia dei suoi figli quello che più gli somiglia. Lui, a differenza di suo padre, non è un codardo ed è disposto a fare veramente qualcosa per il bene del paese.
Sono curiosa di vedere come andrà avanti quest'acceso litigio...

Strato.
(Recensione modificata il 14/07/2013 - 05:34 pm)

Recensore Veterano
14/07/13, ore 16:45

Ti capisco, anche a me è successo di cancellare tutto e ricominciare daccapo perché capivo troppo tardi che l'errore stava nell'idea, e non nell'ispirazione (poverina, finisco sempre per incolparla di solito).
In questo capitolo abbiamo un altro bel salto temporale: si chiude un capitolo intero della vita di questi due personaggi e se ne apre uno nuovo, "intrigante, ma anche carico di incertezze e pericoli." L'espressione del Colonnello Grey parla chiaro: non riesce ad illudersi che quei centoventi nuovi soldati non incontreranno molti ostacoli, e chissà, persino la morte, soprattutto ora che il Sud è in quella terribile situazione che già conosciamo. Forse, si lascia sfuggire quelle parole con Heymans perché capisce che non è un ingenuo e non vuole che si lasci andare alla gioia "scolastica" del momento (è bellissimo che tu abbia ripreso quell'immagine che mi hai fatto vedere ieri, mi ha fatto attendere con ansia il lancio del cappello <3).
E direi che è riuscito nel suo intento. Breda sembra riflettere sino all'ultimo sulle sue parole e sui pensieri che possano aver originato quell'espressione sul suo volto, ma spera di sbagliarsi.
È molto dolce la figura di Janet; riesce a farlo sentire parte di quella famiglia che ha appena conosciuto. Nonostante non sia particolarmente facile da gestire come bambina, mostra subito per lui un affetto tale che quasi riesce a sostituire la presenza della sua vera famiglia, quella che non ha potuto raggiungerlo per il motivo che presto dovrà lui stesso affrontare.
Il capitolo non è in sé particolarmente triste, ma trasuda guerra da tutte le parti. Puoi sentire l'odore della polvere da sparo che presto avvolgerà questi due personaggi nella loro prima, vera grande impresa della loro vita. I pensieri del protagonista non sono mai rivolti solo alla cerimonia, o alla cena o all'ultima sera passata in accademia con il suo amico. In un modo o nell'altro, l'ansia per la guerra emerge sempre, e per adesso non è nulla di concreto, ma solo una vaga idea.
“Credi che anche a noi toccherà…?”
“Se non in casi estremi, dubito che mandino al fronte dei neo soldati come noi"
Purtroppo penso che sia proprio uno di quei casi, caro Heymans. Preparati, perché non sarà facile.
Anche qui abbiamo un finale molto intenso: i due migliori amici si promettono solennemente che non si tradiranno mai, anche se lontani. È normale che la vita ci porti verso scelte diverse, separandoci da quelle persone che prima ritenevamo scontato avere accanto. Ma quando un legame è veramente così forte, non c'è lontananza che possa romperlo, e penso proprio che "i nostri eroi" avranno modo di sperimentarlo.

Strato.

Recensore Veterano
14/07/13, ore 15:28

Non è strano per niente che Breda sia stato fra i due il primo ad avere una storia importante. Come dice verso la fine del capitolo: è un bene che Havoc sia ancora così ingenuo nei confronti dell'amore vero, proprio perché è troppo immaturo per accettarne l'ipotetica fine. E lo fai capire ancora meglio nelle righe finali, che stacchi giustamente dal racconto come una nota a parte: la prova che ciò che diceva Breda è vero, e non serve un capitolo intero per dimostrarlo.
Ma non voglio cominciare dalla fine. Innanzitutto, devo complimentarmi con te perché questo capitolo mi ha davvero commossa. Non c'è cosa peggiore di un amore che finisce senza motivo. Da sempre l'uomo cerca di dare una spiegazione a tutte le cose, e quando un rapporto così bello e privo di segreti si spegne, non può che dare la colpa al destino. Mi ricorda "La canzone dell'amore perduto" di De Andrè (che io amo alla follia) in cui si parla proprio di questo argomento.
Ho percepito fin da subito la sincera felicità di Havoc per il suo amico, e poco dopo anche la sua conseguente invidia, per quel legame così vero che lui non ha avuto con nessuna ragazza. Si capisce che l’amore fra Breda e Kate è autentico dal modo che quest’ultimo ha di parlarne: non avverte il bisogno di raccontarne ogni dettaglio all’amico, un po’ per il suo carattere riservato, un po’ perché essendo convinto del sentimento che prova non ha bisogno di conferme esterne. Chi è insicuro di qualcosa (che sia se stesso o un rapporto amoroso) tende sempre a cercare l’approvazione degli altri. È un modo semplice ed illusorio di dissipare i nostri dubbi, che sono sempre così antipatici da affrontare. E infatti Havoc è il primo che racconta ogni cosa delle sue relazioni; sa che esse non sono altro che storie senza futuro: piccole briciole di pane che lui segue, sperando prima o poi di cambiare, di crescere fino al momento in cui sarà abbastanza maturo da intrattenere una relazione sincera come quella che lega Kate a Breda; fino al momento in cui smetterà di amare il concetto di fidanzamento, per assaporarne la vera bellezza (quello che succederà con Lucy).
La scena d’amore fra Kate e Breda è la parte più intensa di tutto il capitolo. Puoi sentire il calore del loro amore attraverso un insieme di descrizioni autentiche e avvolgenti: sembra di essere al loro posto. È tutto così concreto e reale che per un attimo ti scordi di stare leggendo una fan fiction a capitoli sull’amicizia maschile. Questo capitolo potrebbe quasi essere una storie a sé per quanto è introdotto e trattato in maniera impeccabile. È talmente coinvolgente questa storia d’amore che l’emozione che si prova nel leggerla è pari a quella sperimentata in un libro intero.
La scena finale è poi la conferma di quello che ho detto all’inizio: Havoc è ancora troppo immaturo per arrendersi all’idea che molte storie possano finire anche senza un litigio o un’incomprensione delle parti. È qualcosa che Breda ha potuto sperimentare già a quest’età, perché già a quest’età è molto più maturo del suo amico, e non solo dal punto di vista delle relazioni. Ce ne accorgiamo anche nei capitoli precedenti: Breda è un ragazzo che ha la testa sulle spalle. È talmente equilibrato nelle decisioni e nel modo che ha di affrontare la vita che, oltre ad essere un “secchione”, si può permettere di compiere quelle imprese rischiose (come fuggire di notte con i ragazzi del secondo anno) molto più tipiche di uno sbandato come Havoc.
“Ma perché non sei come tutti gli altri cazzo di secchioni? […] quelli bravi dovrebbero essere quattrocchi mingherlini da prendere a pugni! Tu non sei come loro!”
“Cazzo Breda, ma perché non piangi?”
Due citazioni prese rispettivamente dai capitoli 3 e 4. Sbaglio o alla base sembra esserci lo stesso concetto?
La differenza fra questi due personaggi è prima di tutto nel modo che hanno di affrontare le situazioni, e quindi i problemi. Che si tratti di studio, di amore o di qualsiasi altro argomento, Havoc proverà sempre un briciolo di invidia per il suo amico. E chiariamoci: non si tratta di un sentimento malevolo, ma di ammirazione. La stessa ammirazione che magari Breda prova per altre caratteristiche di Havoc, che possono essere sia fisiche che caratteriali. Un esempio si può riscontrare anche in questo stesso capitolo, quando Breda non ha problemi ad ammettere che di fronte al carisma del compagno la sua immagine finisca per sparire. Havoc è un ragazzo che se non piace per alcuni atteggiamenti, ha almeno dalla sua il fatto di essere fisicamente attraente. E sono sicura che più avanti Breda saprà apprezzare altre caratteristiche di lui (e qui il primo capitolo di questa fan fiction calza a pennello con quello che voglio dire).
Mi sto appassionando davvero a questi personaggi. Sarebbe stupendo vedere una trasposizione ad anime di questa storia, anche se nella mia testa sono comunque in grado di vederla perfettamente, grazie non solo alle tue descrizioni, ma anche al tipo di sensazioni che sai trasmettere.
Al prossimo capitolo! *ç*

Strato <3

Recensore Master
05/06/13, ore 15:06

Ed ecco il tanto atteso (ma che dico, non volevo che si arrivasse all'epilogo!) finale.
“E se è irritato vuol dire che ha ancora meno voglia di lavorare… e questo significa che anche il sottotenente Hawkeye sarà irritata. E il clima ostile appesterà l’ufficio e noi poveri tre sfigati! - sospirò Havoc – Spero davvero che trovi qualcuno!”
Questa è una vera e propria reazione a catena! XD Sanno che le cose vanno per questo verso nell'ufficio di Mustang e almeno ci ridono sopra!
Hai fatto bene a far notare che molti alchimisti hanno lasciato l'esercito per i sensi di colpa scaturiti da Ishval. già, sono reazioni diverse; ma come tutti sappiamo ognuno fa quello che crede. Non mi piacerebbe esaltare il colonnello per il fatto di aver intrapreso la strada del "rimango per cambiare le cose": lui ha i nervi saldi adatti per farlo, mentre altri preferiscono vivere senza queste responsabilità (troppo grandi) addosso. La sua è una scelta coraggiosa, certo, ma ha anche le carte in regola per farla. In tutti i sensi. In primis quella di non avere una famiglia a cui pensare. ci si rimane invischiati in modo troppo grossolano nelle faccende militari di Amestris XD (ricordiamo quello che è successo a Hughes, anche se nessuno se lo aspettava). Perciò non lo giudicherei così come ha fatto il personaggio.
Breda è stato protetto dalla sua rinomata ciccia!! X''D Sì, potrebbe essere plausibile che il grasso gli abbia fatto da scudo!
Con Harris e Grey si ritorna alla vita d'accademia. Il poligono è una delle zone in cui si riconoscono, in cui si sentono a loro agio. Credo sia un'ottima ambientazione per la riunione con il loro "insegnante". Ecco che compare Fury che anche se timido, riesce a muoversi e comportarsi bene in mezzo a gente qualificata come loro.
Quella tomba per breda è diventato quasi un monito. Come per ed lo è quella scritta incisa nell'orologio, per Heymans è quella morte ingiusta ad incitarlo a proseguire per la sua strada. così come ci offre il quadro di Jean: è un uomo e un amico fedele, prima di essere una pedina militare. con le sue gioie, le sue delusioni, i suoi rimpianti, e via discorrendo.
E vogliamo parlare dell'ultima parte? *^*
Esattamente nella stessa data, i due ragazzi suggellano ancora una volta la loro eterna amicizia, promettendosi di supportarsi l'uno l'altro! :)
Waaaa straordinaria! Dimmi che hai qualcos'altro in mente!! :D
PS: ti consiglierei di rileggerlo. Alcuni errori di battitura come "frainendimento" e forse qualcos'altro, non ricordo bene.
Per il resto, magnifica! :D

Recensore Master
04/06/13, ore 15:45

Eccomi arrivata! Scusa, forse ho ritardato.
Il capitolo si apre con un'altra scena in ospedale (da dove hai cominciato la storia, l'avevo colto al volo. almeno questo... XD), solo che stavolta l'aria è resa più allegra (e appestata di fumo) dal nostro ragazzone biondo. Già, anch'io ero curiosa di sapere cosa aveva combinato Jean per farsi tresportare in un'ospedale sicuro con Breda. XD è arrivato al punto di minacciare il medico! *-*
Che carino! Anche se è un metodo troppo eccessivo, cosa non si fa per gli amici!
Gli ha salvato la vita, e questo credo che valga molto di più di una bevuta. Per entrambi dev'essere una sensazione magnifica: l'uno perchè si è sentito amato da una persona con la quale non ha nessun legame di sangue (e questo è bellissimo) e l'altro perchè ha tratto in salvo il suo migliore amico, colui che reputa in tutto e per tutto un fratello.
L'arrivo al quartier generale dell'est si prospetta migliore per questi due: rinnovato, con un generale simpatico che sa il fatto suo (XD) e Breda che si rende piacevolmente conto che le sue abilità strategiche sono rimaste quelle di sempre. La guerra non lo ha cambiato sotto quel punto di vista.
Ed ecco la parte che preferisco: affrontare quel colloquio con Roy Mustang, "l'eroe di Ishval". Da bravi uomini con la puzza sotto il naso (e come dargli torto?), Breda e Havoc sono restii a farsi ricevere da lui, ma dicendo che in pratica lo mettono alla prova dimostra come non sono del tutto riluttanti.
Falman! :D Potrebbe già essere così, ma ci sono alcune persone che a trent'anni hanno già i capelli brizzolati.
Cominciano le presentazioni!! però, l'introspezione che hai dedicato a Riza è unica. In lei si legge lo stesso inferno che hanno provato Breda e Havoc, e forse ancora peggiore, considerando che ha partecipato ad uno sterminio, e non in un normale fronte. due cose ben diverse. perciò mi è sembrata quasi che la 'sfida' rivolta a Mustang si sia espansa anche a lei.
"Abbiamo deciso che metteremo alla prova Mustang, lo faremo anche con lei anche se lei non sembra felice di quello che ha fatto. Tutt'altro, invece".
è ottimo come hai messo in paragone la bellezza di Roy con quella di Jean. Come se fossero le due facce della luna: quella luminosa e visibile e quella nascosta, occulta.
Non appena Roy si volta, hanno visto in lui un desiderio di cambiare la situazione di Amestris. Una semplice occhiata al suo sguardo dal quale si intravede estrema colpevolezza per ciò che ha combinato ad Ishval e un moto di rivalsa.
Peccato sia l'ultimo! T-T
Aspetto l'epilogo con ansia (anche se non vorrei che finisse!). :)

Recensore Master

Non ci crederai, ma stavo per chiudere quando ho visto il tuo aggiornamento e allora ho fatto salti di gioia! A quanto vedo ieri hai lavorato sodo! *-*
Di tutte quei pasti identici fra di loro, è ovvio che non ne possono più. Viene anche il rischio di rovinarsi lo stomaco, ma che possono fare se stanno bloccati. Fortuna che è arrivata la bella notizia: la fine della guerra di Ishval. Ma non si può nascondere che questo decreterà un capitolo concluso che preparerà il terreno a ciò che accadrà più tardi.
E cosa ancora più sconvolgente per Havoc e Breda, la fine della guerra è sinonimo di disfacimento della loro tanto amata squadra falco e la consapevolezza che per loro non è stata una vittoria. E in più c'è questo peso sul cuore chiamato Ishval. Sebbene non abbiano partecipato in prima persona allo sterminio grazie al loro comandante, i soldati non possono fare a meno di pensare che in fondo è anche colpa loro, in quanto piccoli punti dell'umanità.
Anche il fatto che ci si illude troppo spesso è vero. Pensiamo che la realtà sia migliore di quello che appare. Da bambini pensiamo addirittura che il mondo in cui viviamo sia un'utopia, dove tutti vivono in pace. Ma con il passare del tempo, ci rendiamo conto che il nostro è un mondo contrario, distopico, dove le guerre, gli omicidi e gli stermini sono all'ordine del giorno. E la cosa peggiore è che molti quasi non ci fanno più caso, forse per abitudine, forse perchè troppo presi da cose più piacevoli preferendole a ciò che è difficile da sopportare, ed altri invece non hanno un briciolo di pentimento in ciò che fanno, che sia qualcosa di trascurabile o di terribile.
Questo senso della famiglia all'interno di una squadra riesci a determinarlo bene. Già lo hai fatto ne 'La squadra è la famiglia', e qui, con la richiesta del ragazzo di avere per testimone Breda, hai davvero concretizzato il vero significato. Vuol dire che lo considera più di un amico, con il quale ha condiviso praticamente di tutto, sopratutto il dolore, la fame, il freddo, e che ora vorrebbe coinvolgerlo nella bellezza che può donare la vita come potrebbe esserlo un matrimonio.
Ritroviamo una serenità totale nella scena del ricevimento, dove gli orrori ed i propri fantasmi del passato vengono messi da parte. Finora ci sono stati tantissimi momenti per piangere per loro, ma ora è bene che si lasci spazio ai momenti di festa e di gioia.
Non mi aspettavo che incontrasse kate! Colpetti di scena in agguato. :) Le esperienze dure che ha provato Breda hanno fatto sì che il suo comportamento ed il suo temperamento cambiassero, rendendolo un uomo in tutto e per tutto. Non sarebbe stato bello se avessero detto che Henry voleva uccidere Jean: sebbene sia stato un figlio un po'... ribelle, non sarebbe stato giusto che la madre ne conservasse un ricordo negativo. C'erano delle ragioni di fondo per cui Henry si era schierato dalla parte sbagliata.
Che bella la scena con la madre di Breda! E anche velata di una malinconia contenuta da colei che aveva tutte le ragioni per gridare dal dolore. Credo che la fuga del padre sia più che altro dettata dalla confusione che ha provocato la guerra di per sè. è come se fosse già propenso a farlo, ed ora aveva tutte le carte in regola per poter svanire di colpo.
Le buone notizie però non si fermano un attimo: c'è la notizia che il parente del sindaco è stato risparmiato proprio per merito di Heymans e suo figlio porta il suo nome. *-*
Davanti alla tomba riemergono quei dubbi che lo avevano attanagliato durante i funerali. Non sapere che sei un amico o un nemico per la tua stessa gente ti mette in subbuglio. Non ci sprecherei parole su questo, non so nemmeno come spiegarlo.
Le battute finali mi sono piaciute. Henry, che sia per la sua ingenuità o per i lavaggi di cervello dai quali non è riuscito a liberarsi, non si è reso conto che anche se dentro una divisa militare, suo fratello voleva soltanto aiutarlo. Non come un militare ma perchè invogliato dal senso di parentela che li univa. anche se uniti davvero non abbiamo avuto occasione di vederli sul serio.
Ecco, ti ho scritto un papiro alla Tuthankhamon senza rendermene conto. Ahahah XD
Complimenti, ed alla prossima! :)

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