Recensioni per
Primavera di bellezza
di SkyEventide

Questa storia ha ottenuto 11 recensioni.
Positive : 11
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/09/16, ore 18:24

Complimenti, un racconto veramente stupendo.
A parte che scrivi benissimo, ma mi hanno veramente colpito i mille piccoli cammei che hai messo nella storia, e che parlano inesorabilmente dei rimpianti, dell'orrore della guerra, del dolore di chi va sotto le armi e di chi resta a casa, dell'insensatezza di tutto quanto.
I momenti di cameratismo che descrivi, e il fatto che non abbiano bisogno di parole, sono di una poesia assoluta.
È bellissima nel finale la sensazione di estraneità di Vicenzo quando gira per la città.
Ma questo racconto è tutto bellissimo, davvero. Complimenti ancora.

Recensore Junior
19/03/14, ore 23:08

Oscar EFPiani 2014, questa storia si è aggiudicata il premio
Miglior documentario

Ottenuto l'anno passato da Searching for Sugar Man, quest'Oscar va a...

Sky Eventide con "Primavera di bellezza"
Per la sua estrema attenzione ai dettagli storici, la narrazione continuamente in bilico fra un romanzo ed una piacevolissima lezione di storia, la capacità di far muovere i personaggi in manieta totalmente fluida nel loro contesto e la straordinaria padronanza della cultura dell'epoca.
La totale assenza di anacronismi tanto nel parlare dei personaggi quanto in ciò che li circonda e la capacità di trasmettere chiaramente l condizione ambientale, mentale e sociale in cui ci si trova la rende un gioiellino del suo genere.
 

Recensore Master
01/01/14, ore 22:25

Ciao dal tuo Babbo Natale segreto.

Allora, ho scelto questa storia perché anche io ho partecipato al contest "Le quattro stagioni" e in parecchi mi avevano detto "devi leggerla, è bellissima", ma non l'ho mai fatto. Se devo dirti la verità, non è molto il mio genere questo: storica ambientata durante la guerra, se dovessi scegliere di leggere qualcosa, di certo non andrei su questo genere di storie XD Devo ammettere che come linguaggio è davvero notevole, molto ricercato e con termini precisi e molto specifici. La trama è ottima, e il colpo di scena finale è stato veramente inaspettato. Già pensavo che Lucio fosse morto quando Vincenzo ha ritrovato il libro, e ovviamente pensavo fosse morto dissanguato. Mi chiedo se Lucio vada poi a cercare Vincenzo, oppure se lo lascia nella convinzione che è morto, così che si possa fare una vita senza pensare a lui. D'altronde, si era affezionato a lui in una situazione estrema, quindi quello che provava non si poteva considerare amore, ma solo un attaccamento all'altro che lo portavano a baciarlo.

Ti faccio i miei complimenti per la vittoria.

Buon anno.

Baci.
SNeppy.

[Recensione partecipante all'iniziativa "Babbo Natale Segreto 3.0" del gruppo facebook 'HPeace&Love]

Recensore Master
01/12/13, ore 18:35

Hola!
(ebbene sì, sono io, ancora XD)
Sono incappata, in maniera del tutto casuale, in questa tua storia.
Davvero ben scritta, con uno stile fluido e un linguaggio pulito e sempre corretto.
Le tue atmosfere sono sempre vivide e incredibilmente evocative, sei stata perfettamente in grado di trasportarmi in trincea accanto a Lucio e a Vincenzo, mi hai fatto sentire l'odore pungente del sangue, il dolore del filo spinato... Mi hai fatto vedere le stelle primaverili sul Carso. Racconti di terre a cui io mi sento particolarmente vicina, avendo un nonno originario di Gorizia... Con questa storia mi hai anche rievocato i suoi racconti, sebbene si riferiscano alla seconda guerra mondiale piuttosto che alla prima. E mi hai riportato alla mente tante letture che credevo ormai dimenticate, libri che ora riprenderò con immenso piacere.
Come sempre, complimenti per l'accuratezza e l'attenzione ai dettagli... Magistrale utilizzo dei "dialettismi", che rendono più viva la narrazione senza appesantirla mai, anzi dandole colore.
I personaggi, poi, sono ben delineati, il rapporto tra Vincenzo e Lucio è descritto con profondità e immensa sensibilità.
Che dire? Sei volata tra i miei preferiti. Cosa che, per altro, penso che sarebbe accaduta a breve. Già mi hai stregata con Tolkien (amo il tuo Feanaro, l'ho già detto? XD) ora mi hai ammaliata una volta di più.
Brava!

Melianar

Nuovo recensore
27/07/13, ore 10:20

Voglio farti i miei complimenti, è una bellissima storia. Tra le ff lette fino a ora è la mia preferita *.*
Grazie mille per averla scritta, è un piacere leggerla, la consiglierò a tutte le mie amiche sul sito ;D

Recensore Junior
12/07/13, ore 14:24

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
A livello grammaticale, la storia è davvero molto buona: padroneggi la sintassi senza difficoltà e non ho riscontrato grossi errori ortografici, se non relativi a qualche refuso. Ma avendo tu scritto una storia piuttosto lunga, è facile che qualche refuso scappi.

Lo scritto si presenta con un ottimo stile: chiaro, lineare, pulito; senza frasi esageratamente lunghe che fanno perdere troppo il filo del discorso.
Le frasi brevi, quasi secche, compaiono nei momenti d’azione, segno che sai è un modo per rendere al meglio il pathos di quei momenti. Hai fatto uso del tempo presente in modo magistrale, tanto da coinvolgere ancora di più il lettore.
Tutto è aiutato da una eccellente padronanza lessicale, che ho ritenuto assai curata, soprattutto in relazione al tempo storico in cui è ambientata la storia. Si vede che sai di cosa parli, che hai avuto particolare attenzione nel ricercare i termini più giusti per il tempo; un encomio speciale per essere riuscita a riportare per iscritto i vari dialetti italiani, enfatizzando in tal modo la diversità tra i personaggi. La padronanza lessicale la noto anche nelle descrizioni delle scene: più poetiche e delicate nei momenti di ‘tregua’ tra un attacco e l’altro, quando i personaggi hanno un attimo di tempo per tirare un po’ il fiato, riflettere e conoscersi; aggettivi più crudi nei momenti di battaglia.
Un buon e accorato uso del lessico non può che sfociare in un’espressività degna di questo nome. Ho particolarmente apprezzato le tue descrizioni: mai banali, mai superflue ed estremamente efficaci. Efficaci perché ti pare di essere lì, insieme a Vincenzo, a Lucio e ai suoi compagni d’arme; ti sembra di avere davanti agli occhi gli orrori della guerra.
Il lavoro di ricerca nell’accuratezza storica permea in tutta il racconto e ciò rende la tua opera ancora più degna di nota.

La trama è sviluppata molto bene, resa ancora migliore da un ottimo uso del tempo al presente, non sempre di facile resa.
Della parte iniziale ho apprezzato le descrizioni paesaggistiche: mi sembrava di essere lì, nei campi ricoperti di spighe, sotto una brezza tipicamente primaverile.
Poi tutto cambia: dalla lucentezza di quei campi si passa agli orrori della guerra. Per fortuna questa non impedisce la nascita di sentimenti forti, quale l’amicizia tra compagni d’arme.
Mi è piaciuto tantissimo che i cambi di scena siano stati intercalati alle citazioni che hai sparso per il testo; un modo davvero efficace e originale, tanto più che le stesse non davano fastidio durante la lettura, ma anzi, sembravano quasi fondersi con il racconto.
La trama procede in maniera cadenzata e lineare: hai saputo ben alternare i momenti di guerra a quelli più contemplativi dei personaggi.
Il finale aperto, anche se in realtà non li amo, era molto adatto per una storia di tal genere. Un finale che non ho trovato nemmeno tanto banale, dal momento che ero convinta, a inizio lettura, che o Lucio o Vincenzo avrebbero fatto una brutta fine. Fortunatamente non è stato così e il fatto ammetto che mi ha assai rallegrato. Dopo tanta morte e disperazione, un finale un po’ più lieto e felice ci stava tutto. Allo stesso tempo, però, il dettaglio non trascurabile che i due non si rivedano, rende la chiusa della trama assai verosimile. Non è un finale da romanzetto, per intenderci: è reale, come potrebbe essere realistica la storia che hai raccontato.

Veniamo ora ad uno dei grandi punti di forza della tua storia: i personaggi.
Partendo dall’inizio, il primo che compare è Vincenzo. Ce lo presenti subito come un ragazzo semplice, di campagna; un giovane legato alla sua terra. Dalla sua reazione all’arrivo della lettera di arruolamento si comprende subito cosa ne pensi della situazione. La patria non esiste, come non esiste lo spirito patriottico. Tutto ciò che gli importa è il suo campo e suo padre. Sinceramente, come dargli torto?
Bastano poche battute, poche considerazioni per inquadrare Vincenzo.
Vincenzo il sempliciotto, Vincenzo il ragazzo che ‘c’ha solo la quinta elementare.’
A lui contrapponi Lucio, la sua nemesi. Lucio, che si presenta subito diverso da tutti i suoi compagni d’arme. Ha un libro e, invece di parlare, legge. Sembra quasi un alieno in mezzo agli altri. Lucio è un letterato e, come tale, è infarcito di ideali, di voglia di fare, di darsi a grandi gesta. Peccato che presto tutto questo suo spirito venga smorzato dalla cruda realtà della guerra. E la guerra ha questa strana capacità di unire: ragazzi tanto diversi, provenienti da regioni diverse d’Italia, creano una sorta di fratellanza. L’amicizia che lega il gruppo si percepisce e forse è l’unica nota positiva in un mare di disperazione e di morte.
Ed è la guerra ad avvicinare due personaggi tanto diversi, quali possono essere Vincenzo e Lucio.
Vincenzo, che alla fine si scopre essere un giovane pieno di coraggio, di determinazione, non è poi così stupido e ingenuo come sembrava all‘inizio. Lucio, all’apparenza tanto spavaldo e sicuro, mostra invece finalmente il suo lato più umano. Ha paura. Un sentimento tanto normale e comprensibile, soprattutto in una simile circostanza.
La discussione che hanno a proposito della paura, in uno dei pochi attimi di quiete tra un attacco e l’altro, penso sia il momento forse più toccante dell’intera storia. Sta lì, il fulcro di tutto. I due, in fondo, si capiscono.
Vorrei spendere due parole a parte per il rapporto che nasce tra i due. Ho apprezzato tantissimo il fatto che tu non abbia forzato la cosa: Vincenzo bacia Lucio sotto a un impulso del momento, dovuto alla gioia di vedere l’amico vivo. Vincenzo è uno che agisce d’istinto e quindi la sua reazione è perfettamente in linea con il suo personaggio. Lucio, a sua volta, non lo allontana, non lo scaccia; sembra che liquidi la cosa con un semplice Non farlo più. Qui, in tutta sincerità, non si capisce se agisca in tal modo per paura che altri li possano vedere o per timore di dover analizzare i propri sentimenti. Si intuisce che a Vincenzo in qualche modo tiene molto. Ci tiene tanto da lasciarsi baciare senza dire nulla anche quando sembra essere in punto di morte.
Be’, penso che tu sia stata brava a rendere il loro rapporto: un’amicizia che sfocia in quel 'qualcosa di più'; non si sa se causata dalle circostanze particolari. Il dubbio rimane.
Anche se... ammetto che alcuni particolari – come il fatto che Vincenzo riporti il libro alla famiglia di Lucio dopo anni, oppure che Lucio, quasi alla fine della storia, nel sentire la sorella nominare Vincenzo, sobbalzi – mi abbiano portata a credere che sia realmente nato il germe di un sentimento romantico tra i due; che probabilmente, senza la guerra di mezzo, non avrebbe mai preso piede.
In parole povere: davvero due ottimi personaggi. Li ho trovati reali e ben caratterizzati!

In conclusione: la storia mi è davvero piaciuta. Ne ho apprezzato la realisticità, la tua particolare attenzione alle descrizioni e la cura oculata nel riproporre in maniera fedele l’ambientazione storica. A questo, ovviamente, si deve aggiungere un buon uso sia della grammatica che del lessico, unito a uno stile che non stanca e non annoia. Tutti questi elementi, resi tanto bene nel loro complesso, non possono che creare una storia che meriti di essere letta.
Bravissima!^^

Aurora

Recensore Veterano
01/06/13, ore 16:40

Ciao!
Ci ho messo tantissimo tempo a leggerla (giorni, direi) perché di questi tempi sono molto impegnata con lo studio, e quindi fra lo scrivere e tutto il resto avevo veramente poco tempo per dedicarmi alla lettura su Efp. Anche ora ho poco tempo quindi smetterò subito di divagare e la mia recensione sarà piuttosto breve.
Abbiamo studiato la Grande Guerra poco tempo fa a scuola e credo che il tuo racconto sia storicamente corretto da tutti i punti di vista, ma non prendere il mio giudizio come una garanzia.
La figura di Vincenzo rappresenta quella di ogni contadino italiano, ignorante in quasi tutti i campi oltre quello dell'agricoltura, che viene chiamato alle armi.
Invece quella di Lucio, secondo me rappresenta gli intellettuali (questa categoria è rappresentata dal libro di Dante Alighieri che si porta appresso) che a quel tempo erano per la maggior parte "interventisti". I sentimenti di Vincenzo per Lucio mi rimandano alla poesia di Ungaretti "Veglia". In questa poesia il poeta passa la notte vicino ad un compagno morto e si ritrova a scrivere "lettere d'amore", proprio perché vuole trovare in esse una sorta di difesa mentale all'orrore e alla distruzione della guerra. Ecco, secondo me Vincenzo trova nella figura di Lucio la consolazione necessaria per sopportare la guerra: la morte del caporale nel filo spinato, l'austriaco dagli occhi sbarrati, Armando che perde una gamba, la morte di Mauro, e anche forse alla nostalgia della campagna e dell'amore famigliare.
Ora che ho fatto tutte le mie riflessioni, ti dico che questa tua one-shot mi ha colpita molto. Insomma, non deve essere facile riassumere tutti gli aspetti del conflitto come hai fatto tu. Anch'io ho provato a scrivere qualcosa sulla Prima Guerra Mondiale, ma ho lasciato perdere perché non ero proprio in grado /:
Quindi complimenti, complimenti davvero!
Valentina.

Nuovo recensore
01/06/13, ore 10:19

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Per tutto ieri e stamattina mentre mi facevo la doccia *dettaglio inutile* ho ripensato a questa oneshot e continuavo a dirmi che la mia recensione di ieri, così a caldo, era piuttosto vaga e scadente, non mi soddisfa, quindi ecco che ne scrivo un'altra.
Giusto per lanciarti altre secchiate di elogi.
Innanzi tutto ho dimenticato di dire che è priva di errori ortografici, i punti stanno tutti al posto giusto, i dialoghi sono impeccabili e ho gradito parecchio il fatto che parli ognuno col proprio accento. Te lo senti risuonare nelle orecchie mentre lo leggi. Nessuno dei due protagonisti spreca parole in discorsi troppo lunghi, ogni volta che aprono bocca è per lasciar vedere un altro lato di sé, sempre interessante da scoprire.
Ho ripensato tanto a Lucio, al fatto che si dimostri più umano e sentimentale di quel che appare all'inizio, le evoluzioni della sua personalità e quella di Vincenzo sono appena percettibili se uno legge senza pause, in quanto ci si evolve con loro, si provano le stesse sensazioni.
Più di un punto durante lo svolgimento dei fatti è commovente, davvero, in modo lodevolmente coinvolgente.
Tornando a Lucio, come dicevo, uno dei punti su cui ho più riflettuto è stato quello in cui Vincenzo lo ritrova a guardare il fiore e non a finire per la quinta volta il suo libro. E' una scena che butta addosso una malinconia insidiosa, non so se mi spiego, mi ha fatto capire che nemmeno lui per quanto blaterasse di orgoglio avrebbe voluto trovarsi lì. Da quel punto ho cominciato a credere che il suddetto non fosse totalmente scemo, come invece al principio pensavo. Uno così felice di andare in guerra o è stupido o troppo convinto di sé.
Non che non abbia amato incondizionatamente la sua persona a priori.
Parliamo un po' dell'ansia sul campo di battaglia che si respira anche attraverso lo schermo del pc. Soprattutto nei momenti in cui si corre. Sia durante un attacco, che quando Vincenzo cerca Lucio per restituirgli il libro.
Pensi vada tutto relativamente bene, poi ecco l'avvenimento che ti falcia le gambe come il filo spinato, quel piccolo dettaglio che non avevi calcolato e che ti fa volare in mille pensieri su come possa andare a finire male per il tuo personaggio favorito.
E invece si risale, ce la fanno, si rialzano, oppure si ritrovano (a parte il povero Mauro). E subito dopo tac, altro momento di caduta.
Che tuttavia non è mai così palese da far pensare ad una storiella qualsiasi, per l'appunto ci ho messo un giorno intero a maturare un commento decente.
L'estrema umanità di Vincenzo è dolce e ingenua, fa tristezza pensare sia stata rovinata da una guerra, che una volta libero e diretto verso casa pensi come un soldato e non più come un campagnolo per quanto questa parte di lui non si spenga fino all'ultima parte, prima dell'epilogo, se così vogliamo chiamarlo.
Sempre a proposito del mio amico Vincenzo apprezzo che non si sia posto domande su cosa provasse per Lucio, o cose simili troppo da 'tutti-i-giorni', altrettanto per quest'ultimo che lascia correre senza allontanare il compagno, anzi, sono fermamente convinto che in un primo momento l'abbia "respinto" solo per un attimo di confusione. Più che ad un amore vero e proprio mi verrebbe da evidenziarlo come un rapporto di viscerale fratellanza, un aggrapparsi invisibile l'uno all'altro per trovare una speranza dove non c'è.
Riguardo al finale mi è subito venuto da pensare non si sarebbero mai più incontrati e Vincenzo avrebbe passato una vita triste ed inattiva nel suo campo che farà fatica ad accudire. Invece leggendo la prima recensione mi si sono aperti gli occhi ed effettivamente perchè no? Ovviamente si incontreranno di nuovo, prima o poi, e si abbracceranno, e non parleranno che di Dante, magari Lucio glielo leggerà.

Nuovo recensore
31/05/13, ore 22:19

La fine è davvero crudele. Andiamo.
'sto poveraccio che soffre come un cane per tutto il tempo, lui manco ci voleva andare in guerra, e poi deve pure continuare a vivere credendo che Lucio sia morto.
Naturalmente il finale da quel tocco in più che rende la storia in linea con se stessa, ovvero, in un certo senso è giusto finisca così, per quanto mi susciti disappunto, o meglio, mi dispiaccia per Vincenzo.
Mi è proprio piaciuta in generale, per come descrivi tutto, non è pesante ma basta per capire le ambientazioni e gli eventi. E di solito io mi annoio a leggere le cose storiche, specie di guerra, quindi attenzione signore e signori..!
Se tra qualche tempo mi ricapiterà sotto il naso sarà una di quelle letture che ripeterò molto volentieri.
Apprezzo molto il modo in cui riesci a muovere i personaggi nel loro ambiente senza farli sembrare troppo inventati(?), non è di sicuro una di quelle fiction melodrammatiche che ogni tanto si trovano, sbaciucchiose e piene zeppe di classici scontati.
Se per qualche strana ragione dovessi aver commesso errori storici fidati, non si nota, chiunque prenderebbe per vero quel che si legge qui.
Tanti complimenti anche per la voglia di scrivere che ritrovo sempre, davvero, è bello capire attraverso le parole quando uno scrittore si impegna per far trasparire i sentimenti dei personaggi e per tenere alto il livello delle proprie opere senza perdersi d'animo
anche se magari tutto questo è un mio viaggio mentale a presto <3

Nuovo recensore
29/05/13, ore 23:58

Metto questa storia tra le preferite, perché mi ha commossa ed emozionata come ben poche altre in questo sito.
Mi ci sono affezionata molto, per la canzone scelta, le atmosfere rievocate, le descrizioni degli eventi, la caratterizzazione dei personaggi... insomma, l'insieme in generale. Poi, bisogna riconoscere il talento di coloro che scrivono con uno stile maturo ed una scrittura quasi priva d'errori.
Passiamo ai personaggi: è ben elaborata la differenza tra i due protagonisti, che non solo provengono da situazioni culturali diverse ma non hanno neanche lo stesso modo d'intendere la guerra. Personalmente il mio preferito è Lucio, perché mi trovo d'accordo con il suo pensiero e mi affascina questo suo amore per la cultura che lo accompagna anche in guerra. Mi piace come persona.
A parte questo, mi piacciono anche le descrizioni delle atmosfere, il fluire dei sentimenti e delle sensazioni, e riguardo a Vincenzo sono rimasta colpita dal suo ricordarsi della vita di campagna anche nei momenti più tragici.
Ti faccio i complimenti per il rapporto che lega i due personaggi: è ambiguo, ma non scade in nulla di più "palese", per così dire, e ciò è un bene, perché altrimenti avrebbe rovinato tutto.
Scriverai altri racconti storici?
 

 


 

Recensore Junior
27/05/13, ore 23:33

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Questa storia merita di stare fra le scelte per molti motivi. Innanzitutto per la sua lingua impeccabile, per la punteggiatura usata con dovizia, per il lessico che davvero sa trasportati all'interno della vicenda. Lo stile è delicato quando è necessario che lo sia - nelle scene di "tregua", quando Lucio e Vincenzo si scambiano sempre poche parole pregne di significato - ed è violento e incisivo nella descrizione degli scenari di guerra e di morte.
In questo scenario distruttivo la personalità di Vincenzo, la sua dolce ingenuità da campagnolo, emerge chiarissima, subito in contrasto con quella ben più forte del commilitone Lucio. E la bellezza di questa storia sta proprio nello scoprirsi delle carte, nel vedere, piano piano, lati di entrambi che all'inizio non ci sembravano essere presenti. Mi è risultato impossibile non commuovermi di fronte all'umanissima paura di Lucio, e di fronte a quanto gli costi ammetterla, così come mi sono commossa per quel compagno che non lo lascia fino all'ultimo quando è ferito e lo porta in braccio fino all'accampamento.
Il finale è bellissimo: perché fa sorridere - dopo tanta tristezza - e dà speranza. È bellissimo perché non è per nulla banale e perché non si può resistere, davvero, all'idea che quei due si rincontreranno, un giorno.
A tutto questo si aggiunge l'accuratezza della ricostruzione storica, che è uno dei molti punti forti di questa oneshot. Mentre leggevo mi chiedevo di continuo dove fossero tutti quei posti, che aspetto avessero, sentivo l'odore del fango e del sangue; dare queste sensazioni non è da tutti.
Bravissima, Gaia, adoro questa storia come poche altre!