Sono in ritardo, I KNOW! * fa puppy eyes * Ma questo capitolo l'ho cosi aspettato che ho dovuto rileggerlo più di una volta per fare una recensione degna di questo nome. Non posso prometterti che non ci saranno versi confusi e senza senso perché è veramente impossibile ma posso provarci * wink * * recupera la bava dal pavimento * La conversazione iniziale tra Alec e Jack è la cosa più erotica che potrebbe capitarti di leggere.. Ho amato il tuo Jack anche quando aveva solo questo: un nome. Diciamo che ero andata in paranoia addirittura e ora che l'ho visto e assaggiato è anche meglio di come lo avevo immaginato. Di questo ne ero certa, perché te lo ripeterò fino all'infinito: questi personaggi sono tuoi, sono in tuo possesso, li manovri a tuo piacimento e nulla che esce dalla tua mente e dalle tue dita può essere meno che meravigliosa. Ok, sarò di parte ma sono anche sincera: non credevo che qualcosa potesse piacermi cosi tanto, che potesse emozionarmi e farmi andare su di giri. I tuoi James e Q mi ci hanno fatta andare, i tuoi Jalec, i tuoi Jack e Alec, tutto il pacchetto insomma. Sai quanto amo Alec, ma ora voglio dirti quanto amo anche il tuo Jack. Cosi sfuggente ma anche totalmente caldo. Il paragone con Q viene spontaneo ma secondo me non si avvicinano nemmeno al paragone e non solo perché sono due personaggi conosciuti in circostanze diverse ma perché hanno due modi di approcciarsi al loro partner completamente diversi. Se Q ha una faccia da schiaffi, Jack è più subdolo, più penetrante. Mi piace la sua maniera di rispondere ad Alec ma di dargli quello che vuole. Non lo sta ' rifiutando ' come qualcuno potrebbe pensare ma lo sta 'accettando '. Ecco, questa sua maniera cosi diversa e graffiante di dire si mi eccita moltissimo.
Alec.. ALEC! Ok, sto già iniziando a dare segni di cedimento.. Ricomponiamoci! ehm.. * coff coff * Alec è meraviglioso e mi si è impiantato nel cervello proprio vicino a James, e ci resterà per moolto tempo. Alec in genere è meraviglioso ma in questa tua fic e specialmente in questo tuo capitolo, mi scava dentro. Non solo perché un Alec perverso e dominante è la cosa più bella e più eccitante che abbia mai letto - you know that .- ma anche perché vedo attraverso i suoi occhi, viaggio nella sua mente. Sai come la penso su Alec, sai cosa la penso nel lasciare che lui sia sempre l'outsider, sai quanto ti ho incitata verso questa direzione, nel regalare anche a lui un piccolo angolo di felicità, qualcosa che fosse solo suo anche se non perfetto, anche se fatto di buchi e stranezze, ma suo e di nessun'altro. Ador all'ennesima potenza il fatto che lui faccia parte della famiglia di James e Q, io li vedo come una famiglia unita e particolare ma per quanto riguarda i sentimenti, ha bisogno di crearsi una sua strada, un suo percorso, una sua indipendenza perché l'amore che ti può dare un fratello, non è l'amore che ti può dare la tua anima gemella.
Alec e James molte volte sono cosi simili da star male. Il loro pellegrinaggio nel mondo, il loro sentirsi parte integrante della morte, il loro mascherare e mascherarsi agli occhi del mondo. Però James per me è molto più vecchio in questo gioco, in questo duello della sofferenza, di Alec. Se James non riesce a perdonare se stesso, se crede di non poter più tornare indietro, se è schiacciato dai sensi di colpa, beh Alec non è schiacciato. Non che non abbia sofferto per la sua perdita ma non si crogiola in quello che è e in quello che fa. Lui è quello che ha deciso di essere, quello che sa fare meglio. Le sue mani odorano di fumo e morte ma è un destino a cui non vuole sfuggire, un destino che lo scherma agli occhi del mondo e da qui c'è la mia considerazione che nei sentimenti, Alec sia più giovane di James perché non si sarebbe mai immaginato l'effetto che un singolo uomo, ancor più se sottomesso potesse fare al suo destino, alla sua mente. Non fraintendermi, Alec non è nuovo a questo gioco, ma è nuovo se il gioco è applicato a se stesso. Non si tira indietro nello spingere James nelle braccia desiderate di Q e sa benissimo di cosa il suo migliore amico ha bisogno ma in quanto a quello che le sue braccia desiderano, beh questo è un altro paio di maniche!
Nessuno dei sottomessi presenti riesce ad attirare la sua attenzione semplicemente perché nessuno di loro è Jack. Ciò che temeva si sta realizzando sotto i suoi occhi e Alec non può farci un cazzo di niente. Non si è mai sentito così impotente in tutta la sua vita.
Me lo immagino sullo sgabello, a gambe aperte, con la postura da dominante, i suoi occhi azzurrissimi che viaggiano attraverso la sala, tra corpi e menti diversi cercando di non vederlo, di non sentirlo nella pelle, di non ascoltare il proprio cervello che come un calamita lo lega a Jack. Ecco, un'altra cosa in cui lui e James sono simili, è questa: l'essere attratti come un calamita verso la loro anima gemella e ancora una volta, neanche Alec quando se ne rende conto può fare, cito, " un cazzo di niente "
C'è qualcosa di poetico nel rendersi conto di essere impotente e allo stesso tempo rimanere in quello sgabello, con le gambe ferme e i pugni stretti.
Ricorda lo sguardo di Jack addosso mentre gli legava mani e piedi e quello sguardo bruciava sulla sua pelle nuda, coperta di lividi e cicatrici di ogni tipo. Bruciava come un laser che taglia i tessuti e arriva fino in profondità, cauterizzando e purificando. Bruciava come se Jack stesse cercando di capire chi è e cosa fa semplicemente studiando la mappa di cicatrici offerta dal suo corpo. Ma quello sguardo è stato accompagnato dal silenzio e dalla discrezione e Alec ha provato gratitudine per questo. Nessuna domanda implica nessuna menzogna e mentire a Jack gli sarebbe costato troppo. Ricorda il desiderio - improvviso ed inquietante- di marchiare e reclamare come proprio ogni singolo centrimetro di quella pelle morbida ma non con le corde. Con i propri denti e le proprie dita per dare vita a segni che fossero solo suoi. Ricorda ogni morso, ogni graffio, ogni abrasione che ha lasciato sul petto e sull’addome di Jack, fino a coprire con le proprie impronte buona parte dei segni di corda sul suo corpo. Cancellare l’appartenza ad altri e rivendicarlo solo e soltanto per sé. Mio. Mio. Mio.
Ricorda ogni gemito e mugolio di dolore che ha strappato a Jack, soprattutto quando gli ha sollevato di forza il bacino facendogli tendere le gambe fino allo spasmo e l’ha scopato ripetutamente ai limiti della violenza. La prima volta senza neanche toccarlo ma facendolo venire lo stesso solo colpendogli la prostata.
E' qualcosa di cosi eccitante e famelico da far fare la samba alle mie ovaie, non so se te ne rendi conto.. xDD E' qualcosa di destabilizzante, di famelico, di perverso, di passionale, di sconvolgente vedere Jack e Alec insieme in questo modo. E' questo che mi piace di come scrivi, di come riesci a collegare due coppie pur essendo cosi diverse. Il rapporto di Jack e Alec è diverso rispetto a quello di James e Q. Tutto cambia: la frenesia, il modo in cui si conoscono, in cui parlano, in cui le loro menti entrano in contatto e in cui si baciano. Se l'immagine di un Jack steso a letto e con mani e piedi legati fa uscire fuori di testa, beh quella di un Alec che morde, lecca e bacia senza controllo, fa letteralmente svenire. La cosa che più mi piace è la maniera totale in cui Jack è nella mente di Alec, in cui lo possiede, in cui lo controlla. Alec è dominante, sa dove vuole essere e sa benissimo come ottenerlo ma Jack sa quando è ora di offrirsi e quando è ora per Alec di sottostare a un suo ordine. E' un sottomesso dominante ed è la cosa più bella del mondo. Alec non ha mai avuto qualcuno che lo impegnasse cosi tanto a livello umano e a livello inconscio. L'appartenenza che sente nel cuore quando tocca la pelle bianca di Jack è pari all'euforia che sente quando è sul campo di battaglia, quando l'adrenalina muove il suo corpo e le sue braccia. Jack è il suo campo di battaglia, ma riesce a diventare anche la sua arma, i proiettili della sua pistola. Non gli offre solo un posto per essere quello che è sempre stato, ma lo fa esplodere nella sua essenza, gli da un posto nuovo dove reinventarsi e dove può non nascondersi, dove Alec non è un nemico, non è qualcosa di inumano, dove è libero. Jack oltre questo è anche altro, è anche l'infermieria, le bende, la patria e la casa. Jack gli offre la dannazione ma lo salva quando Alec è al limite, quando è a pochi passi dallo svenire, quando è fine giornata ed è tempo di rimettere a posto il fucile, di buttare i bossoli e di stendersi sul divano per tornare a vivere. Jack diventa in poco la sua anima gemella perché non solo gli dà l'euforia di manovrarlo come vuole ma sa imporsi nella sua mente, sa farlo tornare. E' questo che lo rende il primo tra i sottomessi e primo nel cuore di Alec: perché sa quando può osare e quando deve aspettare che sia Alec a venire da lui. Fammelo dire, tutti questi sentmenti, questo sconvolgimento è da capogiro, sul serio.
E poi arriva Megan. Megan è un po' il grillo parlante della situazione. Dominante che chiama dominante e che, si posa sulla sua spalla per farlo muovere perché Alec sa già che Jack è quello giusto, ma c'è qualcosa, una scintilla di cui ha bisogno per muoversi, per reclamare ciò che è suo di diritto. Inizialmente, credevo mi avrebbe dato fastidio questa new entry ma non mi sono posta limiti, ho imparato a fidarmi di te a riguardo. Se tu dici che mi piacerà, allora mi piacerà, punto.
La presa sul bicchiere di whisky si stringe così tanto che le nocche dell’agente iniziano a sbiancare, di pari passo con la rabbia che gli pulsa sempre più forte nelle giugulari. Giocare col fuoco può essere molto pericoloso e prima o poi si finisce sempre per restare scottati. La prospettiva che una cosa del genere accada a Jack è abbastanza per fargli inondare la gola di acido. “Beh dovrebbe stare attento a chi sceglie, allora. Le persone pericolose spesso sono capaci di fare male per il puro gusto di farlo.” Megan scuote appena il capo bevendo un altro sorso di Long Island. “Pericoloso non è sinonimo di cattivo, anche se in un mondo come il nostro è vero che spesso la differenza sfuma fino a diventare molto sottile. Un dominante pericoloso sa fare molto male e trae piacere nel farlo, però sa che esiste una linea oltre la quale non può e non deve andare. Un dominante cattivo, invece, varca questa linea di proposito e non si cura di ciò che si lascia alle spalle.” Se Megan gli avesse assestato una ginocchiata nel basso ventre probabilmente Alec avrebbe sentito meno dolore di quanto ne prova adesso il suo orgoglio. Ha passato così tanti anni ad uccidere e creare caos che non si è mai posto il problema di distinguere tra quei due concetti. Perché distinguere quando hai sulle mani il sangue di innumerevoli vite? Ha sempre dato per scontato che si fossero sovrapposti ormai, posandosi sulla sua schiena come una lastra di marmo con incisa a caratteri cubitali la scritta cattivo. E ora, davanti a quella ragazza con almeno dieci anni meno di lui, Alec non può fare a meno di sentirsi un idiota perché Megan ha ragione e lui ha sbagliato tutto. Forse è esattamente questo che Jack ha visto in lui, qualcosa che neanche lui stesso aveva visto: un uomo pericoloso, certo, ma non cattivo.
E' questo il pezzo che mi ha fatto girare la testa più di tutti, la parte che ho sottolineato e su cui mi voglio soffermare perché quel concetto mi è entrato in testa e non è andato più via.
" Pericoloso non è sintomo di cattivo " ed è vero, sopratutto in un mondo come il loro, dove la morte è il cuscino sopra cui poggiano le loro teste. Ed è qui che vedo delle differenze tra James e Alec perché secondo me James è sempre stato a conoscenza della distinzione. Non fraintendermi, James ha un sacco di senso di colpa dietro, ha creduto per un sacco di tempo di non essere una compagnia rispettabile, di non poter aspirare niente a parte morte, ferite e distruzione ma sa comunque di non essere ' cattivo ', sa di non fare male perché vuole ma perché deve. James non ucciderebbe mai qualcuno a sangue freddo e con l'odio neglio occhi, non senza una dovuta e valida motivazione. James sa di essere pericoloso, di essere dannato, di essersi sporcato cosi tanto le mani da non riuscire più a vedere il bianco sui palmi ma sa di non essere cattivo e né spietato. Lo abbiamo visto nei film, in ogni scena, in ogni sguardo fugace, in ogni ghigno, in ogni movimento del corpo. Mentre Alec non lo sa, o meglio sa quello che non è: una persona viva, che può respirare la stessa aria degli altri, che può avere una vita al di fuori di quella che fa. Lo ha detto anche a James e la sicurezza nella sua voce fa capire che Alec non lo sa, non si rende ancora conto che, per quanto la sua anima sia sempre più sporca andando avanti con gli anni, non è spacciato, non ha superato il limite che designa 'pericoloso ' da 'cattivo'. Perché è qualcosa che semplicemente non puoi fare, qualcosa che non puoi diventare dal giorno alla notte e non importa quante vite ti prendi, con quanto terreno la tua faccia si sporchi, cosa ti entra nel cuore insieme alle schegge e ai proiettili. C'è sempre qualcosa, una scintilla, un pezzo più duro degli altri, una frase, una storia, una scena, a renderti cattivo, a farti superare il limite e a lasciarti dietro la tua anima, per sempre. Alec non è mai diventato cattivo, in parte perché la vita gli ha dato James e tu lo sai cosa penso e non finirò mai di ripeterlo in ogni cosa che scriverai. James è stata l'ancora di salvezza di Alec, qualcosa a cui appigliarsi nei momenti difficili, quando la vita era più pesante e quando non gli importava niente tra essere ' pericoloso ' e 'cattivo ', dove era solo un miscuglio di aggettivi, di roba, nel calderone della loro vita, del loro sangue. Ma, secondo me, non è stato solo quello. E' stata anche la sua altra anima gemella, perduta per il suo lavoro tra l'altro * inserire singhiozzo qui *. Quelle che per qualcuno potrebbero essere motivazioni per perdersi, per Alec sono perle per non superare mai quella linea.
Alec non è diventato cattivo anche perché non è mai stato una carne portata al macello, un essere che distrugge tutto quello che incontra. Forse Alec, nel fare quello che fa, si diverte più di James, può esserci anche più adrenalina in circolo ma sa fermarsi e è proprio perché riesce a farlo che non diventerà mai cattivo.
E stessa cosa nella sua parte dominante. Alec sa di cosa ha bisogno, sa che a volte ha bisogno di spingersi oltre, sa che a volte ha bisogno di fare male, di farsi male, di sentire la cinghia che gli stringe il collo, più leggera. Sa che ha bisogno di esercitare quel potere che rendere la sua natura cosi dominante ma proprio perché lo sa, proprio perché non lo è in battaglia, non sarà mai cattivo. Le due cose vanno a braccetto: un agente segreto pericoloso ma non cattivo, non potrà mai tramutarsi in un dominante cattivo. Quello che lui sfoga sono cappi al collo della battaglia ma Alec non diventerà cattivo, non solo perché non vuole nutrirsi della cattiveria e non sa cosa farsene ma perché ama troppo la vita, anche quando dovrebbe odiarla, perché proprio attraverso la vita può liberarsi, perché se avere visto per cosi tanto tempo la morte, non ha fatto uscire la sua cattiveria, nient'altro potrà più farlo.
L’attesa finisce all’improvviso, prima di quanto si aspettasse.
E’ una frazione di secondo, così rapida che potrebbe perderla se il suo sguardo non fosse incollato addosso a Jack senza spostarsi di un millimetro.
Ma Alec non distoglie mai lo sguardo dalla sua preda, in nessun caso, e questo gli permettere di cogliere l’istante in cui gli occhi gli Jack lo raggiungono.
La gioia che illumina quegli occhi è così acuta e profonda che gli stomaco gli si attorciglia in una morsa.
E non importa che il lampo duri pochissimi secondi prima di sparire dietro una maschera di controllo, perché Alec l’ha visto ed è la sensazione più bella che abbia mai provato da tanto tempo a questa parte.
Jack è felice di rivederlo e la consapevolezza lo colpisce come una sprangata sulla nuca.
Non si tratta della semplice soddisfazione di poter passare di nuovo la notte con il partner sessuale perfetto.
Non si tratta di desiderio.
E’ qualcosa di molto più brillante e luminoso: un baratro di pura emozione in cui Alec ha paura di guardare perché potrebbe perdersi senza possibilità di ritorno.
Tutto ciò che accade dopo è come se fosse una proiezione a rallentatore e lui la guardasse da fuori.
Jack che beve l’ultimo sorso di drink lasciando il bicchiere vuoto sul tavolino.
Jack che si volta verso l’uomo seduto accanto a lui e gli parla per un paio di minuti prima di alzarsi.
Jack che punta verso la tenda e si ferma lì davanti guardandolo ancora una volta ed invitandolo a seguirlo con un gesto della mano e un sorriso, prima di sparire all’interno.
Nulla di tutto ciò lo colpisce davvero perché la sua mente è dominata da altro.
Jack è felice di rivederlo.
Non solo lo vuole ma è felice di poterlo avere di nuovo.
Mentre percorre il locale con passi rapidi, la bestia dentro di lui non smette di fare le fusa.
E Jack è il figlio di puttana più adorabile del mondo. E' sempre Jack ad azionare il mondo di Alec, ad abbassare le sue difese e farlo partire all'attacco. E' lui a far capire ad Alec che è facile alzarsi e raggiungerlo, che ha tutto quello che desidera e che quello che deve fare è solo allungare le mani e prenderselo. La psicologia è cosi bella da farmi trattenere il respiro perché Jack è cosi equilibrato, parla con i gesti, parla con gli occhi, con i movimenti, parla con lo spazio attorno a lui. E' capace di azionare l'aria di una sala per rizzare i capelli sulla nuca di Alec con il solo scopo di farlo accorrere da lui. Ed è questo che mi fa amare questi due e il tuo Jack, la sua maniera di girare intorno ad Alec, il suo equilibrio che si trasforma nel ' loro ' equilibrio.
Credo che tu abbia messo i mie migliori kink dritti nel personaggio di Alec. Dominante va a pari passo con ' la bestia che è dentro di lui '. E' qualcosa che fa andare fuori di testa, avere una vera presenza istintiva dentro di sè, non qualcosa che si unisce ma qualcosa a parte, che tieni in gabbia e che sai gestire, sai come liberare. Un altro segno di come Alec non diventerà mai cattivo.
Rumore metallico alle tue spalle.
Cardini che cigolano.
Privacy violata.
Intrusione.
Pericolo.
Agisci.
Subito.
In una frazione di secondo Alec è già voltato verso la porta, con la mano sinistra che istintivamente si muove verso la sua schiena per tenere Jack al sicuro.
Nascondilo.
Proteggilo.
E’ tuo, devi preservarlo.
L’adrenalina cattiva si sostituisce all’adrenalina buona e gli fa schizzare i battiti del cuore nelle carotidi.
L’istinto del killer -pronto ad eliminare sistematicamente ogni minaccia- urla e gli fa formicolare le mani, ma lui sa come controllarlo.
Almeno per il momento.
Il tizio che era con Jack fino a pochi minuti prima lo sta fissando dal fondo della stanza, con gli occhi lucidi per l’alcol e l’orgoglio evidentemente ferito.
Ma non è lui che sta puntando e Alec lo capisce con un secondo di ritardo, quando l’uomo fa un passo avanti con un braccio teso.
“Jack vieni qui immediatamente..”
L’addestramento fa il suo corso automaticamente e tocca a lui, ora, avanzare di un passo.
Ciò che Alec non si aspetta è la mano, piccola ma decisa, che va a posarsi sul suo petto e lo accarezza piano, bloccandolo esattamente dove si trova.
Jack è sgusciato via dal bozzolo di protezione che gli aveva offerto con il suo corpo e ora è davanti a lui, con un sorriso rassicurante che si unisce al tocco lieve delle dita.
“Ci penso io, rilassati..”
L’unica cosa che Alec può fare è rimettere in gabbia la bestia e osservare.
Lasciar fare.
E si, hai capito benissimo. E' questa è una delle parti di Alec che preferisco, che mi infiamma alla stessa maniera in cui infiamma lui. Il fatto che ci sia un'altra presenza dentro di lui, il cuore che batte è uno solo, ma la voce istintiva, animalesca, è un'altra, quella irrazionale, quella che vuole comandare ma che non può, quella tutta unghiate, possesso e istinto.
Il fatto che non ci sia solo Alec a volere Jack ma anche la ' bestia. Ben due essenze che sono nello stesso corpo, vogliono Alec. Ed è questo che gli fa capire che Jack non è un amante di qualche sera, non è solo senso ma è istinto, amore, pelle, cuore, e eternità. Ho sempre visto in Alec questa seconda essenza tanto che mi è sempre piaciuto esplorare in una futura fic la sua anima animalesca ma questo va al di là delle mie previsioni. C'è Alec e la bestia, in tutti i suoi rapporti è stato bravo ad incatenarlo e a dividere le due cose ma non in questo, perché Alec vuole Jack cosi disperatamente da farlo accettare anche dalla sua parte pericolosa, anche da quella che silente vive in lui, anche da quella che vuole morsi e pelle ed è la cosa più erotica che potrebbe capitarti di leggere.
E oltre a questo, c'è forse qualcosa di migliore, nel rendersi conto che Jack è il degno compagno della sua parte animalesca? Se è già un dono per Alec, poter avere uno come Jack al suo fianco, cosa deve essere vedere qualcuno come lui che non solo accetta il demone, la bestia ma che addirittura la ama. Jack non solo viene accettato da quella parte ma la ama e la venera come nessuno ha mai fatto prima e non solo, ha i trucchi per calmarla, per farle le fusa e per dirle che, è compito suo, dimostrarle che se lo merita.
Dita che si chiudono.
Mano che si solleva.
Pugno in arrivo.
REAGISCI.
La bestia ulula e si agita quando il pugno impatta sulla sua mascella.
Alec fatica a tenerla sotto controllo stavolta, ma sa che non dovrà farlo ancora a lungo e l’idea gli torce le labbra in un ghigno che il sangue rende ancora più grottesco.
Gli sarebbe bastato alzare una mano, afferrare quel pugno e torcere il braccio: un movimento banalissimo, che potrebbe fare anche bendato.
Ma questo lo avrebbe messo nella condizione di arrecare dolore per primo e non è ciò che vuole.
La bestia lo vuole. Lui no.
Lui preferisce assaporare il sangue in bocca e sentire due gocce che gli scendono lungo il mento dalla spaccatura sul labbro inferiore.
Lui preferisce alimentare la bestia con l’odore della violenza e costruirsi un alibi per poter aggredire impunemente.
Attacca.
Puoi farlo.
Jack non penserà che sia stata colpa tua.
La bestia è comprensibilmente compiaciuta per quel programma.
Afferra il polso.
Gira all’indietro il braccio.
Colpisci le ginocchia.
Sbatti il volto a terra.
Pericolo eliminato.
Il crack della fronte che si infrange sul pavimento e le urla dell’uomo suonano come musica alle orecchie della bestia e Alec le accompagna con una risata gutturale.
“Chi è adesso l’idiota? Amo quando mi mettono nelle condizioni di poter reagire.”
Il sangue esce copioso e imbratta il viso dell’uomo ancora distorto dal dolore.
La bestia ne vuole ancora e Alec lo sa, ma sa anche come ricacciarla indietro e metterla a tacere.
Non è la bestia che deve vincere.
Soprattutto in serate come quella.
Pericoloso e cattivo non sono sinonimi.
E sembrerà strano ma, io posso quasi vedere davanti a me, Alec che allenta le manette della bestia, togliendole la museruola e permettondele di sbavare, anche solo un po'. C'è un momento dove la voglia della bestia e il desiderio dell'uomo vanno a braccetto, dove le parole di uno servono solo per alimentare la vendetta e il sangue dell'altra.
Alec desidera cosi tanto non essere un danno per Jack, non vuole che quello che lui è, lo spaventi, che lo porti lontano, che gli faccia credere di non essere abbastanza, di essere troppo pericoloso anche per uno come lui.
E' questa la forza di Alec, quella cosa che te lo fa amare, che ti fa stringere il cuore e ti fa entrare nella sua mente, a fondo di se stesso.
Le parole di Megan che rimbombano nella sua mente e che gli fanno trovare quella briciola di autocontrollo, che gli fanno ripetere che deve solo giocarsela bene, per far si che Jack non scappi, che stia lì con lui, per sempre.
“Sono un po’ deluso, sai?”
Qualsiasi reazione Alec si aspettasse, di certo non era questa.
Aveva messo in conto qualsiasi cosa: paura, terrore, orrore, compresa una fuga il più veloce possibile e il più lontano possibile da lui.
Era preparato al peggio e avrebbe accettato qualsiasi cosa nonostante tutto, perché avere a che fare con la sua natura è spaventoso e lo sa.
Tutto ciò che può fare è cercare di tenerla a bada ma non può cambiarla, e non avrebbe senso nascondere ciò che è e che sarà sempre.
Era già pronto a vedere Jack fare qualche passo indietro, puntare verso la porta e uscire dalla sua vita definitivamente.
Sarebbe stato giusto e comprensibile, dopo tutto.
I ragazzini non dovrebbero avere a che fare con le bestie come lui.
Gestire un coglione che si diverte a fare più male del dovuto è un conto.
Gestire un assassino tenuto insieme solo dall’adrenalina e dalla voglia di sangue è un altro paio di maniche.
E Jack è sveglio abbastanza da intuire la differenza pur senza sapere, senza conoscerlo.
Per questo motivo Alec si è voltato con la convinzione che quello sarebbe stato l’ultimo momento in cui avrebbe visto quel piccolo, grande, ragazzino, impegnato a fare i conti con qualcosa molto più immenso di lui.
Non era pronto a trovarsi davanti uno sguardo divertito, un sorriso appena accennato e un’erezione crescente nel cavallo dei pantaloni.
Non era pronto a trovarsi davanti qualcuno capace di restare controllato e tranquillo davanti al suo vero volto.
Come se fosse normale assistere a cose del genere.
Non era pronto a trovarsi davanti qualcuno in realtà eccitato dalla sua parte animale e selvaggia.
Aveva dato per scontato di essere lui l’anima più oscura in quella stanza ma ora non ne è più del tutto sicuro, perché Jack sembra venire dallo stesso posto da cui provengono lui e James: le ombre. [5]
La bestia risponde immediatamente facendo le fusa.
Mio. Mio. Mio.
“Cos’è che ti ha deluso?”
“Mi aspettavo che il braccio glielo rompessi.. O quanto meno un polso. Se lo meritava.”
“Se lo meritava?”
“Sì, se lo meritava.. Non si interrompono le persone in quel modo. Lo avrei fatto io ma non ho le capacità fisiche e tecniche per farlo..”
“Stai scherzando, vero?”
“Ti pare che abbia la faccia di uno che sta scherzando?”
“In effetti no.. Tu sei completamente folle, lo sai sì?”
“Lo so, ma detto da te suona come un complimento.”
La risata fluisce spontanea dal petto di Alec ed è la cosa più liberatoria che abbia provato nel corso delle ultime due settimane.
Ancora più catartica di sbattere la faccia di un uomo a terra fino a ridurlo ad una maschera di sangue.
Probabilmente non era di quello che aveva bisogno per iniziare a lasciar fluire via la tensione, ma lui non l’aveva capito.
Lui no. Jack sì.
Il sorriso luminoso e soddisfatto che gli illumina il viso mentre lo guarda ridere è la conferma che le cose stanno andando esattamente dove Jack voleva che andassero, e Alec non può fare a meno di chiedersi quanto in profondità quel ragazzino gli abbia letto.
E’ il suo lavoro studiare gli altri come se fossero un libro aperto ma non ha trovato mai nessuno, a parte James, che sapesse analizzare lui e la sua anima con la stessa disinvoltura.
Una persona capace di captare i suoi bisogni più intimi prima ancora che li capisca lui stesso.
E tutto ciò è prezioso.
Prezioso e pericoloso allo stesso tempo.
Perché se hai qualcosa, vuol dire che hai qualcosa da perdere.
Jack è la cosa più spaventosa che la vita gli abbia mai messo tra le mani ma non ha alcuna intenzione di lasciarsela scappare.
Non può lasciarsela scappare ormai.
Perché è intossicante la sensazione di sentirsi capiti ed accettati nel profondo e Alec non crede che riuscirà più a farne a meno.
“Ammettilo: ti piaccio anche per questo.”
“Sì.. Dio mi aiuti, sì.. Vieni qui.”
L’istinto del killer è completamente sparito quando Alec afferra di nuovo Jack per i capelli e lo attira a sé, riprendendo il discorso esattamente da dove l’avevano interrotto.
Ed è questo quello di cui parlavo prima: della maniera di Jack di essere dovunque nella testa e nel cuore di Alec. Jack non parla ma agisce, anche quando Alec non sa come reagire e cosa fare, anche quando Alec si ripete che nessun ragazzo può stare eretto e tranquillo accanto a lui, senza il minimo segno di disturbo. Jack annienta le sue difese, le sue reazioni, le annienta e le ricostruisce dicendogli che non c'è niente di male al mondo ad essere come lui, a fare le cose che fa lui, che chi la vuole la normalità, chi vuole qualcuno che non è un po' bestia dentro, che non ringhia appena toccano qualcuno che sente suo, che non si incazza, che non attacca per non essere attaccato. Jack lo capisce non solo perché in parte anche lui è cosi ma perché lo comprende, perché dal momento in cui ha sentito i denti di Alec mordergli la pelle, ha saputo qual'era il suo posto. E' un test per Alec, per se stesso, per la loro bizzarra sensazione, per sapere se erano pronti a quello, a vivere e a entrare l'uno nei panni dell'altro.
E credo che neanche lo stesso Alec se ne rende conto, intendo dell'aver bisogno di qualcuno che non sia il suo migliore amico, di qualcuno che sia di più della spalla su cui piangere o delle battute in russo, o dello spallarsi in missione. Ha bisogno di qualcuno da baciare, capelli dove le sue dita possano rifugiarsi, qualcuno che emani la stessa pace e comprensione di James ma con qualcosa di diverso.
Qualcuno che sia il suo angolo di inferno e paradiso personale. Ne ha bisogno come l'aria, qualcuno che non sia la famiglia che gli regala James, ma neanche l'amicizia di Q, qualcuno che sia solo per lui, qualcuno che non lo faccia sentire straniero nella sua pelle, nei suoi sentimenti, che non lo faccia sentire solo e Jack, è tutto quello che non hai mai detto ad alta voce, per paura, per titubanza, perché non era ancora pronto, non cosi. Qualcuno che fosse spaventoso cosi come lo è il campo di battaglia, qualcuno che lo facesse rigare dritto ma anche che lo lasciasse affondare in lui senza negarglielo, dicendogli solo " Sono qui, devi solo allungare le mani e prendermi " e fa commuovere. E' come vedere il tuo bambino che cresce, vederlo migliorarsi, vedere il suo coraggio che esce fuori da lui, capire che se lo merita, dei, eccome se se lo merita.. * si commuove*
I pantaloni scivolano alle caviglie e i boxer li seguono a ruota l’istante successivo.
Le labbra di Jack sono già pericolosamente vicine alla sua erezione quando gli afferra i capelli corti con una mano e tira all’indietro con forza.
Non ha la pazienza né la voglia quella sera di fare giochetti o prendere le cose con calma e Jack deve saperlo.
Ma forse Jack ci è già arrivato da solo, a giudicare dalla luce torbida che gli illumina le iridi azzurre.
“Alec..”
C’è tutto in quella singola parola, pronunciata con un tono così intimo da fargli affondare il cuore nella gabbia toracica.
C’è essenzialmente una richiesta di fiducia che Alec è ben deciso a concedere.
L’unica cosa che può fare è lasciare la presa sul capelli di Jack e affidarsi a lui completamente.
Jack ha capito.
Non c’è esitazione mentre chiude deciso le labbra sulla sua erezione, succhiando con vigore la punta e passando la lingua esattamente sul punto che lo manda fuori di testa.
Nessuna provocazione, nessun temporeggiamento.
Attimo dopo attimo la bocca di Jack scende sempre più giù, inglobando una porzione sempre maggiore della sua erezione fino a raggiungere quasi la base.
Il mugolio che gli esce dalle labbra può essere definito solo come estatico.
E' questo quello di cui parlavo prima: della maniera in cui Jack capisce. Sa che è il momento di prenderlo e basta, che è quello di cui Alec ha bisogno, che non vuole fare giochetti, ma che ha bisogno di annullare i sensi, di sentirsi divorato, non di calma, di tentazioni, ma solo di puro e estremo piacere. C'è amore e dedizione nelle cure di Jack ma non rifiuto ed è per questo che è la sua anima gemella. Perché riconosce i segnali, perché anche nel rifiuto per gioco, c'è la più totale e estrema accettazione dell'altro.
Lo schema va in frantumi senza che Alec se ne renda conto e quando lo capisce è già troppo tardi perché Jack ha allungato il braccio sinistro libero e lo ha stretto intorno ai suoi fianchi, affondando le dita all’altezza del suo bacino.
Non è così che funziona in quel mondo ma ormai le regole non contano più.
Anzi è quasi naturale che Jack raggiunga l’orgasmo in quel modo, abbarbicato alle sue gambe e col mento posato sulla sua coscia.
Perché quella cosa che sta nascendo tra lui e Jack ha già travalicato ogni tipo di confine e l’unica cosa che possono fare è lasciarla libera di esplodere.
Quando Jack viene, stringendosi ancora di più alle sue gambe e affondando i denti sopra l’osso del suo bacino in un bacio violento, Alec non sta più guardando la sua erezione ma lo sta guardando negli occhi.
C’è adorazione in quelle iridi azzurre; la stessa adorazione che sa colorare le sue iridi verdi.
Non c’è più spazio per tornare indietro, ormai.
Per nessuno dei due.
Ed è la cosa più giusta del mondo.
Jack lo vuole tanto quanto lo vuole Alec e l'immagine del ' bacio violento ' è totalizzante e inebriante. E' come se lo marchiasse, se gli facesse una cicatrice di appartenenza, come un allarme di sorveglianza.
Jack è pace e libertà su Alec, su quello che gli dà, sul piace condiviso e ricambiato. Sono nello stesso spazio, si cercano come anime affamate, come bellezza diverse ma complementari. C'è la cosa più bella: sapere di non essere più soli perché l'altro è nella stanza.
Non so che dirti, se potessi farti capire quanto e come mi è piaciuto, lo farei ma più di questo non riesco. Vado a letto con l'emozione che mi hai lasciato, ancora e ancora. Di questi due e della tua capacità di manovrarli, con l'amore che la tua storia mi regala.
Mi evochi una miriade di immagine e io posso solo ricompensarti con quella delle parole, sperando di lasciarti un minimo delle sensazioni che tu lascia a me.
Ti abbraccio allo stesso modo in cui un James abbraccia il suo Alec.
Love you.
Captain <3
* se la slinguazza a dovere *
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