Recensioni per
Against the Odds
di andromedashepard

Questa storia ha ottenuto 94 recensioni.
Positive : 94
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
26/11/13, ore 01:00

No, allora, io sono sull'impazienza andante.
Impazienza andante perché troncare in questo modo il capitolo è stato deleterio.
Ma partiamo dal principio e bando alle ciance!
Mindoir. Mindoir è un argomento che ho sempre avuto paura di leggere, o di affrontare. Penso che, da parte tua, non avresti potuto scegliere di narrare i fatti in modo migliore. Hai delineato l'evento rendendolo protagonista, senza sminuirlo in nessun modo, né amplificando troppo la tragicità del momento. La narrazione ha assunto una qualità visiva molto efficace riga dopo riga, su questo meriti un applauso, perché le sequenze erano disposte ottimamente.
Spero troppo di ritrovare il soldatino <3 magari in un altro flashback, perché i personaggi bruschi e dal piglio deciso mi sono sempre piaciuti. Uffa, il fascino della divisa... *sospiro sognante*
Ho avuto il classico attimo di smarrimento durante la sua prima visita ad Ann, quasi quasi gli avrei tirato il monitor dell'ECG. Altro che esplosione biotica! Ma è il modo? Ma è il caso? Però quell'excursus di frecciatine ha sortito i suoi effetti, è stato un bell'avversario da affrontare, tra le righe.
Penso che tu abbia dato moltissimo, nelle scene successive, perché appare tutto molto reale, dalla ricerca su un sistema operativo vecchissimo alle brochure delle diverse soluzioni future che Ann avrebbe potuto prendere in considerazione. L'ho vista come una situazione che è il frutto di una reazione istintiva, dettata più dalla curiosità di ricercare, piuttosto che voler prendere in mano una situazione volontariamente, ma ciò che ne sussegue ha preso tutt'altra connotazione. Ho visto una Ann che diventa lentamente padrona di sé stessa, finché non avviene il miracolo definitivo: lei che si sveglia, già fatta e vissuta, con ben altre battaglie da affrontare.
No, allora, questo capitolo mi lascia con una discreta quantità di domande visive, lo ammetto, sono curiosa, penso che nemmeno I'll Be Gone (che a mio avviso è la perfezione, l'ideale di ansia da seguito) mi abbia lasciata così con il fiato sospeso. Maledetta tu sia!
Mi sono piaciuti i dettagli relativi all'acquario, è stato tutto di una naturalezza piacevole e rilassante. Ci voleva una panoramica sui dettagli di quella piccola porzione di stanza, ci volevano delle riflessioni "normali", ci volevano quelle (povere) carpe. Oddio, le vedo nuotare nel testo e poi mi ricordo della foto che hai postato qualche giorno fa e BOH ahuha sono morta malissimo!
cit: "ricordatevi di me quando io non ci sarò più. E raccontate alla vostra prole di come abbiate vissuto nell'acquario del leggendario Comandante Shepard e, soprattutto, di come non vi abbia lasciati morire di fame", aggiunse, premendo il pulsante per l'alimentazione automatica."
ah...ahah...ahahaAHUAHAHAHNOPLSBASTAH no, sto morendo, sto morendo in una maniera assurda e scomposta. MALE.
Male perché dopo questa parte, sono morta in tutt'altra maniera.
Ne parlavamo prima, di stereotipi, di personaggi riusciti o meno, eccetera. Qui, davvero, ce ne sarebbe da dire a valanghe, perché per me Miranda è stata perfetta, perfetta in tutte le sue sfumature. Mi ricordo la sua sfuriata a Joker, in gioco, quando la Normandy viene abbordata, e qui ce l'ho ritrovata, in tutta la sua smagliante coerenza. Non ama i fallimenti, non ama che qualcosa vada storto e quando succede, Miranda assume nel tono di voce una vena di sarcasmo che adoro. Non avresti potuto tratteggiarla in maniera più efficace di così, soprattutto in un'interazione che in gioco non abbiamo mai avuto il piacere di vedere. Ecco, quando mi hai detto "Thane e Miranda..." ieri, stavo già pensando alle varie dinamiche che avresti potuto inserire in un dialogo dai toni bruschi, o dai contrasti netti. Thane... beh, l'abbiamo visto crescere, mi sarei sorpresa se avesse agito diversamente. All'inizio, mi sarei aspettata che lui comprendesse un minimo quello che era il punto di vista di Miranda, ma così... diamine, è efficace, è giusto! Sarebbe riduttivo definirlo "perfetto", perché ho quotato ogni singola frase che ha buttato addosso alla Lawson.
Mi è piaciuta enormemente l'interruzione di Joker, ho adorato l'intervento finale di Garrus (oddio, una sola battuta, ma che battuta... tesoro, continua a fissare i terminali, sei perfetto anche se sbatti gli occhioni <3) e boh, sono davvero impaziente di capire come diavolo avverrà il ritorno di Shepard e come riuscirà a definire la situazione in maniera efficace. Perché ho la stranissima sensazione che quei quattro personaggi tu non li abbia scelti a caso.
Tornando al discorso di base: l'Avvento è un enorme punto di domanda. Fondamentalmente, sono convinta che ognuno di noi debba per forza avere almeno una sua linea narrativa in relazione a ciò che è successo. Troppi buchi, troppe incongruenze, troppe cose lasciate al caso... insomma, ho una grande aspettativa per il prossimo capitolo e non vedo l'ora di poter leggere come realmente disporrai i fatti in modo da darci una tua lettura personale. Chissà che io non la ritenga così credibile da farla mia, perché, davvero, quel DLC continua a rimanermi malissimo sullo stomaco.
Diamine, questa recensione è troppo di parte, me ne rendo conto, cerco sempre di essere oggettiva, ma ormai Ann e Thane sono entrati con prepotenza nel mio ideale di personaggi completi e perfetti. Ogni loro mossa è studiata, accurata, coerente con le descrizioni che dai in precedenza. Crescono ma restano fedeli a loro stessi. Rispettano la tua storia e la storia li rispetta.
Carpe. Carpe Koi. Non saprei cos'altro dire se non che quel verde della bandierina dovrebbe trascendere e assumere sfumature arcobaleno.
Un ottimo lavoro e -davvero- TROPPA impazienza.
Un abbraccio
...Garry continua a non approvare o_O

Recensore Junior
20/11/13, ore 14:32

Eccomi di ritorno. Scusa per il ritardo, sono stati quindici giorni piuttosto impegnativi, ho letto questo capitolo in un piccolo ritaglio di tempo che mi sono tenuta per leggere un po' in questa sezione, ma solo ora ho trovato il tempo necessario per rileggerlo e recensirlo.
Non posso fare altro che farti i complimenti, ogni capitolo è sempre un crescendo di emozioni:positive, negative, ma pur sempre emozioni che attraverso il tuo stile di scrittura riesci a far arrivare a chi legge e a coinvolgerli nella storia. Insieme alle soundtrack che leghi a ciascun paragrafo.
L'immagine di Thane che si prodiga nel fare mille regali ad Andromeda è un qualcosa di molto dolce, e allo stesso tempo fa sorgere un nodo alla gola tremendo, sapendo ciò che accadrà in futuro non troppo lontano.
Il Drell ce lo vedo molto, anche se non fosse stato nelle condizioni di salute in cui è, a ricoprire di regali Shepard, a renderle confortevoli e rilassati quei pochi minuti disponibili al di fuori delle missioni. Come avevo già detto tempo fa, è uno di quei gentiluomini dei vecchi tempi andati, di cui si rimpiange tanto la presenza ai giorni nostri.
vedere poi Shepard in totale relax, è stato qualcosa di eccezionale, alla fine è sempre in azione, in giro per pianeti ad aiutare il suo equipaggio e la Galassia, un momento di pausa ci vuole anche per lei. In fondo è un essere umano.
Concludo facendoti i complimenti per l'incipit di questo capitolo, ti posso dire che è la mia parte preferita con assoluta certezza.
Un grosso abbraccio e a presto. Sono curiosa di vedere come si svolgerà il prossimo capitolo, visto che tra le righe c'è la premessa per un qualcosa su cui non ho un buon presentimento.
Nad.

Recensore Junior
17/11/13, ore 11:12

Eccomi finalmente, chiedo scusa per l'imperdonabile ritardo.

Per prima cosa ti assicuro che non sei andata assolutamente OOC, i personaggi sono tutti estremamente fedeli, Thane, Garrus, l'ammiraglio, persino il lieve accenno a Zaeed. Non ho citato Shepard perché lei è una cosa a parte.
Mi spiego: ha le caratteristiche fondamentali del comandante, ma è Ann. Non è uno Shepard qualsiasi, è la tua Shepard e devo dire che si tratta di un personaggio dannatamente bello.
Posso immaginare quanto sia stato difficile staccarsi dalla linea generale della storia e creare un capitolo assolutamente nuovo che ha solo pochi agganci con la trama che conosciamo, eppure s'inserisce perfettamente nel contesto. E' una piccola parentesi di normalità all'interno del caos che li circonda. Penso che episodi come questo siano la più grave mancanza di ME2, nel 3 ce ne sono parecchi, ma il 2 è tutto un susseguirsi di battaglie e missioni, e non c'è un attimo in cui Shepard possa riprendere fiato e ricordarsi i motivi che lo/a spingano a combattere. Tu ce li stai mostrando, invece, quei motivi.
Ma quando si parla di Thane non è mai facile. Hai fatto trascorrere loro un pomeriggio allegro, spensierato, normale … però alla fine la realtà torna sempre a galla e le illusioni svaniscono.
La riflessione di Shepard sui motivi che spingono Thane ad agire così "impulsivamente", è tremendamente perfetta e se all'inizio della storia avevo sulle labbra un sorriso adesso ho le lacrime agli occhi …
Mi dispiace per loro, infinitamente.

Davvero un bel capitolo, complimenti, come sempre!
Alla prossima!

Recensore Junior
15/11/13, ore 22:55

Mi metto a recensire ora, è decisamente il caso…
Amo tantissimo l’esperienza del sogno e del dormiveglia, come già è noto, e avevo davvero voglia di ritrovare quel bellissimo pezzetto iniziale e tornare insieme ad Ann e Thane. Mi sono mancati moltissimo, questa storia ha un ruolo davvero importante per me, mi ha fatto appassionare ancora di più a Thane e a tutto il mondo di ME e tante volte mi sono ritrovata a rileggere pezzi per tirarmi su di morale.
Vorrei poter ricreare tutto senza tralasciare nemmeno un dettaglio che mi è piaciuto in un disegno… e lì allora verrebbe un lavoro infinito XD
Mi è piaciuto tantissimo vedere come una guerriera come Ann abbia trovato un momento per riposare. Spesso capita di dimenticare che anche lei ne ha bisogno, si tende a darle sempre troppo carico sulle spalle. E’ bello vedere come sia lui ad offrirle questa pace, a rappresentare per lei, finalmente, qualcosa per cui vale la pena sperare. Sento di poter descrivere tutti i paragrafi con degli aggettivi o sensazioni nel primo probabilmente sceglierei soffice. E’ tutto incredibilmente ovattato, intimo e lento. Non c’è nient’altro a parte loro, non c’è più niente che li possa dividere. Tra tutti i punti che hanno vissuto in questo percorso ognuno di essi è stato fondamentale ed insostituibile, ma qui si raggiunge una nuova vetta, le barriere scompaiono, l’ottica cambia. Prima c’era sempre qualcos’altro che impediva loro di avvicinarsi troppo in fretta, un vento forte che li respingeva indietro e li costringeva a rivalutare la situazione e con fatica ripercorrere i passi già fatti. E qui invece no, esattamente si arriva ad una sorta di… non mi viene altro termine, checkpoint, direi.
In quel paragrafo c’è una sola parola, un sussurro, che si mescola alla visione onirica e cedevole del momento.
Poi, nel risveglio ho provato una sorta di delusione nel non trovarlo lì, assieme a lei. Non me lo sarei aspettato, ma poi ecco che appare quell’elemento che mi ha fatto sciogliere dalla tenerezza. Le carpe… oddio, questi momenti, questi tasselli piccini sono meravigliosi. Creano una visione che d’insieme è eccezionale, fa riflettere e fa pensare a Thane, di come abbia preso quelle decisioni, a cosa abbia pensato. E’ così strano e difficile mettersi nei panni di questi due, loro hanno corso fin ora e sono caduti spesso, e continuano così. Ma è una corsa che non si può evitare, considerando la situazione. Lo dicevi anche tu, di come loro non hanno tempo per uscire, per conoscersi. Sono costretti a bruciare delle tappe e rischiare, ma forse è proprio in questo che si vede il loro legame.
Sheppa con gli occhiali da sole… devo troppo abituarmi all’idea huahauah
Elcor. Elcor. Chi non li ama? Mi sto chiedendo in che modo il signor Forta abbia fatto le sue famose sculture, o il perché davanti a loro possono trovarsi dei computer… forse schiacciano tasti con il muso. Che dolci <3 Dovrei appendere un poster di un elcor di fronte a quello di Thane sulla parete opposta, così si fronteggiano.
In questo capitolo di prende respiro, una pausa doverosa. E’ tutto così meraviglioso e così spontaneo, però ho notato in sottofondo una tristezza costante e velata… però lo so bene, come si fa a prendere loro due e riuscire a tirarne fuori solo la parte felice? Mi ha tanto intenerito e rattristato quel “in fondo so così poco di te”, detto con l’innocenza e gli occhi di un bambino, e invece portava tutta la malinconia che doveva portare.
Sono due persone che hanno convissuto costantemente con il dolore e i rimpianti, e sicuramente non sparirà nessuna delle due cose da qui in avanti. Avranno solo l’opportunità di curarsi a vicenda, di trovare la forza che manca nell’altro. Ecco, provo rabbia ora, e ti capisco benissimo a proposito di quello che mi dicevi oggi. E’ semplicemente ingiusto, ma lo accettiamo per com’è.
C’è stato un punto che mi ha colpito, perché mi ha lasciato dei dubbi. E lo apprezzo, sia chiaro. Quando c’è quel bellissimo frammento di ricordo dal punto di vista di Thane… non so, a parte che resto sempre affascinata da questa capacità dei drell e mi piace moltissimo quando succede, che sia nel gioco o in una fanfiction. Ma poi mi è anche sembrato un momento molto vivido, in quanto ci sono contrapposizioni forti, ho visto Ann deludersi e poi rivalutare il tutto per finire col sentirsi sollevata, forse. Ed è veramente reale, quel piccolo sospiro di sollievo che ho visto trarre ad Ann, con un po’ di disappunto e amarezza. Perché le emozioni non camminano mai da sole, e qui c’è proprio una costruzione più complessa. Un pensiero che vive, poi si guarda indietro e rivaluta le opzioni per mutare.
E poi vabbè. Maledetta Asari.
E no, lo sapevo che l’idillio sarebbe finito portando con sé tutto quello che si era lasciato indietro. La riflessione sul suo tempo, sul loro tempo. Allora ecco che tutto assume una nuova sfumatura e il significato che mancava, quella piccola chiave di lettura che ci serve per capire i suoi gesti, i suoi pensieri, i suoi regali.
Avrebbero meritato di più. Avremmo meritato di più. Più rispetto, almeno, ora mi sento proprio calpestata stando alle ultime ‘notizie’, e credo tu anche più di me. Che poi non capisco, sembrava che a Thane puntassero talmente tanto nel 2… e poi è finita così, lasciato lì.
Grazie per questa storia. Ogni capitolo è una meraviglia… ho fatto poche cose giuste nella vita ma entrare nel fandom di ME su EFP dev’essere proprio una di quelle XD Grazie a te per Lucca, tanta gioia e tante cose verdi.
Alla prossima, non vedo l’ora! <3

Recensore Veterano
14/11/13, ore 08:19

Per una volta andrò per paragrafi, forse perché il primo è talmente dolce e intenso, accompagnato da una musica che si intona alla meraviglia con l'emozione che nasce nel leggerti, che non voglio mischiarlo agli altri pezzi. Sei riuscita a descrivere l'emozione della felicità pura, la sua essenza. Quei minuti in cui siamo avvolti da un senso di perfezione, di completezza, di armonia. In quegli istanti c'è solo il desiderio di vivere all'infinito quella sensazione, senza provare alcun desiderio. E' la completezza. E via via che scrivo mi viene da ridere perché mi sto rendendo conto che era esattamente lo stesso sentimento che avrei voluto comunicare io, parlando di Garrus nel mio ultimo capitolo, anche se per motivi completamente diversi.
Anche il modo in cui mi sono espressa è molto differente, eppure stavo cercando di catturare la tua stessa sensazione: ammetto senza alcuna difficoltà che la tua versione è decisamente più intensa e struggente. Di una dolcezza infinita, ma non esasperata o melensa. I miei più vivi complimenti, mi hai stregato.

Anche il paragrafo successivo è bello e dolcissimo, ma è diverso. Mi viene in mente un pensiero strano, che non sono certa sia corretto o condivisibile: la sensazione di una felicità assoluta si prova nel silenzio, svanisce con le parole per trasformarsi in altro. Si può condividere con la persona che si ama, ma solo se si sta estremamente attenti a non turbarla, come se fosse una bolla di sapone che svanisce se appena cerchiamo di sfiorarla. Immagino che ti stia chiedendo dove voglio andare a parare. Onestamente non lo so ancora, sto solo scrivendo mentre ragiono. Quel risveglio di Ann è il risveglio che le auguro per ognuna delle mattine che avrà di fronte a sé, perché è perfetto. Ma è svanita la magia, come accade necessariamente quando la vita di ogni giorno si intrufola nei sogni e li dissolve.
Ma non solo è ovvio che ciò accada, è addirittura necessario affinché la magia resti magia, senza confondersi con la realtà.
C'è una felicità terrena e una eterea: se si dovesse descrivere la propria idea del Paradiso ci si riferirebbe alla seconda, nonostante la prima sia ugualmente intensa. Spero di essere riuscita a spiegare perché questi due paragrafi successivi mi hanno tanto colpito, perché di meglio non so fare.

Un paio di osservazioni brevi sugli Elcor e su Garrus.
No, davvero, come si può pensare di avercela con quei bestioni dall'aspetto placido e la voce monocorde e pacata? Si fa davvero fatica a immaginarli capaci di far del male o di avere pensieri meschini.
E sul turian del mio cuore, cosa posso dire? Mi ha fatto sorridere: imbranato e incapace di reagire alla sorpresa. Se fosse stato il mio, sarebbe arrossito di sicuro (se non avesse avuto una romance con il comandante, intendo). Sì, riesco a immaginarlo perfettamente. E visto che mi si offre l'opportunità di commentare la tua nota sui timori di andare OOC, ti assicuro che non ne hai alcun motivo. Non mi è mai capitato di leggere nulla scritto da te che fosse OOC e sono sicura che non accadrà neppure in futuro, perché ormai hai ben chiare le tue riflessioni sui diversi personaggi e non riusciresti, neppure volendo, a scrivere di loro in modo non coerente con le loro caratteristiche fondamentali e irrinunciabili.

Mi è piaciuto molto quel brevissimo brano sull'infanzia di Thane: mette in evidenza le differenze con l'educazione umana. Alla fine vedo una maggiore somiglianza con l'educazione impartita ai krogan e ai turian, ma potrebbe essere un'idea solo mia: non è che si sappia molto di nessuno di loro. Ed è anche questo il motivo per cui apprezzo tanto questi piccoli accenni a modi di vivere che ci sono ignoti. Ci si potrebbero scrivere intere storie a riguardo.

Mi sono immaginata l'espressione di Ann di fronte a quel "tesoro". Sto ridacchiando ininterrottamente dalla prima volta in cui a Thane è venuto in mente di usare questo appellativo. Lo scambio di messaggi è stato da piegarsi in due e ridere ad alta voce, sperando di non svegliare i miei figli che ancora dormono...

E il cambio di rotta finale. Inevitabile, immagino. Perché la consapevolezza di quanta sofferenza arriverà non può essere dimenticata impunemente per un lungo periodo di tempo.
Il tentativo di compensare quel dolore futuro con le attenzioni ed i regali non è efficace, anzi... eppure è spontaneo, è istintivo. E' stupido, ma inevitabile. E' un meccanismo che penso sia comune un po' a tutte le razze, anche a un drell. Lascia un amaro in bocca la parte finale, ma non credo sarebbe stato credibile finire il paragrafo a tarallucci e vino (è un'espressione che si usa a Roma, ma suppongo sia chiara un po' a tutti).
Non c'è alcun possibile finale "e vissero felici e contenti" e non si può dimenticare questa verità.

Un capitolo intenso e bellissimo, con una musica che lo è altrettanto.
Un abbraccio colmo di affetto e comprensione.

Recensore Veterano
13/11/13, ore 19:15

Lodicoloripetoloribadisco: AMO la quotidianità.
Ci sarebbero tante cose da dire a proposito di questo capitolo, a partire dall'ambientazione (una delle mie preferite) fino alla perfetta coerenza nella quale disponi gli eventi narrati e le interazioni tra i personaggi.
Penso che un personaggio riesca a vivere di vita propria non solo grazie ad un metaplot e ad un background credibili, ma anche grazie a piccoli dettagli che vengono sparsi nel corso della sua personale vicenda. Le fic sono belle anche per questo, si può spaziare e prendere decisioni al di fuori della storyline nella più completa libertà. Il dramma è che, come hai scritto nella nota, quando si tratta di fuoriuscire da un ambiente già descritto, è molto difficile restare in linea con il carattere di un personaggio. Bene, ad andare OOC non ci sei riuscita nemmeno stavolta, mettiti l'animo in pace e -per Krysae!- aggiorna. ORA.
Impazienza a parte...
(ho sovrapposto per un millesimo di secondo la faccia di Ale sopra la tutina di Varn, sappi che mi hanno sentita in Svezia)
L'incipit è stato delizioso, a partire dalle nuvole di zucchero fino alle carpe. Oh, cosa non è quel Drell ç-ç si completano, si completanomalissimo *piangetroppo*
Penso che nessuno potrebbe trovare una descrizione più calzante, per un "dopo". Mi piace come hai definito gli spazi, circondandoli con particelle di credibilità eccezionale. Ho rivisto per un attimo i drammi interiori di Len, quando nel chappy Ann si specchia e vede finalmente che non c'è motivo che le spossatezze derivate dal lavoro assorbano anche le piccole conquiste nella vita quotidiana... al contrario di come la vivrebbe una persona che si affida al lavoro per definire sé stessa, come Len, Ann nota finalmente che c'è bisogno di definire una specie di linea di demarcazione. Non so se ho colto questa cosa in maniera precisa, oppure è un viaggio mentale mio... ma è pur sempre un dettaglio che ho apprezzato, l'ho apprezzato tanto, perché spesso leggo di Shepard che vivono la loro vita personale inserendola in ambito lavorativo, o che fanno addirittura l'operazione contraria (ed ecco a voi *rullo di tamburi turian* Lee Shepard!). Diciamo che hai colto la vera essenza di una Shepard credibile, che impara sulla sua pelle dove finisce il Comandante e dove inizia la Donna.
Veniamo a Garrus...
Nah, troppo comodo *si fustiga*
Veniamo al fatto che i Turian...
Nah, troppo scontato *porge frusta a Garrus*
Veniamo al fatto che... OUCH ...okay, la smetto e torno nell'ambito della storia.
Parliamo degli Elcor. Ma non di loro nello specifico, sia chiaro, ma di ciò che c'è dietro alla conversazione nel capitolo che li riguarda: Ann e Thane erano perfetti, perfetti perché nonostante la gravità del fatto che OMG COME PUOI COME PUOI uccidere un pachidermico ammasso di dolcezza come un Elcor? O anche solo pensarlo!!! Monelli, proprio. Ma monelli con criterio, perché, diamine, cosa mai avranno in comune due individui del genere quando si ritrovano ad avere pochi scampoli di tempo per conoscersi? Beh, l'esperienza. Di esperienze ne hanno maturate parecchie e condividerle è anche un modo per confermare che la persona che ti sta davanti e alla quale hai dedicato molte energie (psicologicamente parlando AHEM) non è un estraneo. Insomma, non capita mai di fare una cosa, con qualcuno che conosci appena, il giorno prima e il giorno successivo dire: ma ero in me? ma era in lui? che cacchio è successo? Imbarazzo a palate! L'unico modo per uscirne è partire da una base e costruire delle nuove esperienze, condividerle. Spero di essere stata chiara, davvero, perché mi ritrovo a ridere come una scema, pensando al doppio senso insito in questo discorso *muoremale*
Ora, c'è una cosa che mi preme dire più di altre, e spero di non diventare troppo pesante nell'analisi, o di scadere malissimo di fronte alla gravità che spinge dolorosamente l'ultima parte del capitolo. Ho avuto un patema assurdo, a metà capitolo, perché lo sapevo, lo sapevo -diamine- che alla fine la stangata sui denti mi sarebbe arrivata in maniera completamente improvvisa. La stangata è quel penultimo paragrafo a proposito del tempo rimasto. Tutto l'intero capitolo viaggia in un periodo di tempo "morto", una specie di cella di stasi dove i problemi gravitano intoccabili all'esterno, senza penetrare le pareti di quel limbo in nessun modo... era inevitabile tornare sull'argomento, era doveroso, ma diamine se mi ha fatto male leggerlo.
Non è una critica, non è una considerazione, è proprio che mi sono sentita come se qualcuno mi avesse tirato una sberla in pieno viso, facendomi riprendere conoscenza, proiettandomi di nuovo nella realtà della storia.
Ecco, io sono convinta che la vera realtà stia nelle parentesi, quella che si vive e non si subisce, semplicemente perché bilancia ciò che di più brutto può dare la vita. Loro hanno vissuto quello che la realtà potrebbe dargli, e questo, se possibile, mi fa un male cane, è davvero insopportabile.
Non saprei come descriverlo, ma è come se tu sapessi fin dall'inizio che qualcosa che non stai affrontando è destinato comunque a non affacciarsi mai alla tua realtà, è come se prevedessi il gusto di un kiwi quando il fottuto kiwi non l'hai mai assaggiato...
Hai regalato ai tuoi personaggi una parentesi meravigliosa, giusta e corretta nei loro confronti, dandogli il tempo di respirare prima di tornare in apnea nella storia.
Ti ringrazio per le riflessioni, ti ringrazio per aver dettagliato il mio adorato Zakera, per il Krogan, per la Paladin, per Varn (omg è carinissimo, posso adottarlo?) per il viaggio in autobus (LOL spuntoni selvaggi), per qualsiasi cosa tu abbia inserito in questo capitolo. Un gran bel lavoro, un ottimo lavoro, anzi!
Un abbraccio

Recensore Veterano
13/11/13, ore 14:16

Eccomi qua, di nuovo tra le pagine di questa bellissima storia e in un ritardo mostruoso. :D
Un capitolo dolce e amaro allo stesso tempo e leggendolo una parola mi è balzata alla mente,  una sola e continuamente "Ricordi".
Tutto sembra legato a questa parola; quelli di Thane appena sentì il suo nome alla televisione, quelli di Kasumi nel chiedere a Shepard di andare su Bekenstein per riprendersi ciò che le appartiene di diritto.
E in  questa parola Kasumi si perde; si perde in quella che era la sua vita con Keiji, se lo immagina li con lei lasciandosi, poi,  trasportare da quella che era la loro felicità, perché solo così Kasumi è riuscita a sopravvivere fino ad ora.
Non ho mai amato particolarmente l’uomo misterioso, anche se l’ho sempre ritenuto un ottimo motivatore (sarebbe stato un ottimo politico) poiché nelle sue azioni c’è sempre il suo risvolto della medaglia che ovviamente deve essere sempre a suo favore; inoltre è una persona che sa manipolare chi è alle sue ‘dipendenze’ , anche se con Ann deve faticare molto, ma spesso arriva al suo scopo (come in questo caso).
Curioso e molto azzeccato il parallelo tra Andromeda e Perseo; ad essere sincera sono andata a rileggermi la loro storia, perché non me la ricordavo bene, ma sembra proprio perfetto soprattutto a questo punto della storia.
Thane che libera Andromeda dalle catene della ragione e lascia al suo cuore il compito di tenerli uniti. Mi è piaciuto molto.
 “Inferno e paradiso” proprio quello che sta vivendo la tua Ann ma spero che lasci l’inferno fuori dal suo cuore e viva quel paradiso che Thane riesce a farle assaporare.
Come sempre un capitolo delicato e dolcissimo, pieno di spunti e nuove sensazioni.
Continuo la mia lettura, ho molto da recuperare.
Ti abbraccio forte
K.

Recensore Junior
20/10/13, ore 21:03

Uhm, sinceramente...non so cosa dire.
Ma non perchè non mi sia piaciuto, ma perchè al contrario l'ho adorato. In ogni frase, in ogni parola, mi sono soffermata a lungo prima di proseguire nella lettura, assaporando ogni immagine che ci hai regalato. La "colonna sonora" di questo tuo nuovo capitolo è stata poi la classica ciliegina sulla torta( il primo brano in particolare modo.)
Davvero, perdonami per queste poche righe che ti lascio, ma davvero sono senza parole. E soprattutto scusa per il ritardo con cui recensisco.
Un grosso abbraccio e a presto.
Nad.
(Recensione modificata il 22/10/2013 - 03:25 pm)

Recensore Junior
14/10/13, ore 10:36

Io penso che tu debba prendere le tue paranoie e buttarle fuori dalla finestra, immediatamente … non ci si può fare paranoie su questo capitolo, assolutamente!
Però penso anche che avessi tutti i diritti di fartele, capisco l'imbarazzo che si possa provare nel descrivere un momento così intimo, se poi ci aggiungi anche il fattore alieno, beh il rischio di scivolare nel grottesco o ridicolo è molto elevato, ma non è questo il caso, affatto.
Questo capitolo è … mannaggia alle parole che quando servono non arrivano mai, mi viene da dire perfetto, magnifico o bello, ma sarebbe assolutamente banale e riduttivo … forse l'aggettivo che più si addice è: emozionante.
Ti è mai capitato con un film o un libro di farti coinvolgere così tanto da averne la pelle d'oca? Beh a me è successo adesso, alla fine di questo capitolo.
Aspettavo da tempo questo momento, ma queste righe hanno superato di gran lunga la mia immaginazione. Ho adorato i colori, quelli di Ann e di Thane, ho adorato i loro respiri, il modo in cui si sfioravano e, soprattutto, le cose che si sono detti.
Non c'è bisogno di discorsi altisonanti o complicate riflessioni, sono bastate poche parole per abbattere ogni barriera, come doveva essere.
Hai preso una storia difficile e a tratti trattata con superficialità facendone un piccolo capolavoro dai colori tenui e gentili … non smetterò mai di complimentarmi con te e di ammirare il tuo coraggio, perché per gettarsi in questo fandom ce ne vuole molto, oltre che ad una bella dose di masochismo.

Alla prossima!

Recensore Junior
13/10/13, ore 20:37

E alla fine arrivo pure io. Giorni intensi.
Non so dirti quante volte l'ho letta nel giro di due giorni, appena mi connettevo col cellulare. Hai presente quando apri un fumetto o leggi una storia, e appena vai a capo senti... non lo so, qualcosa all'altezza della gola e ti manca il fiato? Qualcosa di unico, che magari alla seconda rilettura non riesci già più a provare? È una sensazione che vorrei provare spesso, perchè è bellissima, è come se fosse la materializzazione della tua passione per qualcosa. È uno stupore misto a soddisfazione e gioia, è semplicemente la felicità che, in chissà quale modo, ti blocca la gola.
Ecco, in questo capitolo l'ho provata a ripetizione, a ogni rilettura... sono affascinata dalla meraviglia che sei riuscita ad inserire in tutto questo, come hai fatto a descrivere un momento come questo in un modo così perfetto.
Parliamo prima di Thane e di come in questo capitolo tu gli abbia fatto compiere determinati gesti. Ho un'ossessione per la grazia, è qualcosa che forse mi fa apparire troppo esigente, con molta probabilità. Ecco che tu, eppure, lo descrivi sempre come lo vedrei io, in una circostanza del genere. Thane è un personaggio maledettamente complesso. Quando penso a lui, ogni volta, non riesco mai a vederlo nello stesso modo. Dipende tutto dal mio umore e anche da fattori esterni, come può essere essersi fermati ad un determinato punto della trama o dopo aver letto una fanfiction che lo riguardava. Se dovessi quindi pensare a lui in un momento felice, lo vedrei ritto, in piedi, mento in su e magari anche un lieve sorriso che si fa strada sulle sue labbra, oppure simile all'action figure di lui, come quella che ho qui accanto a me, a farmi compagnia ogni volta vengo in camera. Qualcuno sicuro di sé e delle sue capacità. In un altro momento, in cui mi sento uno straccio, se penso a lui potrei vederlo solo, immerso nel grigiore di una città che lui non conosce, mentre aspetta il giorno successivo per sventare uno dei suoi colpi, mentre s'immerge in uno dei suoi ricordi che possono aiutarlo a stare in superficie senza farlo affogare. Dopo questo capitolo, ho immagini molteplici di lui. Vedo le lacrime che gli illuminano gli angoli degli occhi, ma che oltre al sale, dentro di loro hanno anche la speranza, la gioia, e tutto l'amore che vuole regalare e che per dieci anni ha cercato di reprimere come se fosse qualcosa di totalmente inutile.
Lo vedo così, che finalmente si concede un momento per sorridere, che capisce che lui è lì non solo per svolgere un compito, lui può ancora amare, ma soprattutto farsi amare... e dev'essere una cosa troppo grande da accettare tutta in una volta, tanta può essere l'emozione e il carico di sentimenti a cui è legata.
Maledetta me che piango anche a scrivere una recensione...
Mi piace come tu abbia deciso di farlo muovere così, so di ripetermi. Sono rimasta entusiasta nel vedere come lui non si sia lasciato sfuggire un momento per dirle quanto ci tenesse a lei, quanto l'avrebbe voluta ripagare di avergli fatto credere di nuovo di poter anche semplicemente vivere, e provare ancora della felicità... e lasciare indietro quell'involucro che lo aveva sostituito per dieci anni.
Non ha esitato a dirle con le parole più sincere che aveva a disposizione quanto fosse bella, quella sera e la sera del loro primo incontro.
"Io ti voglio con tutto me stesso." E qui, davvero, l'aria se n'è andata. Non è una frase fatta, non è qualcosa che si è sentito e risentito mille volte. Qui nasce, spontanea, fresca come una sorgente. È una confessione a cuore aperto, non implica una battuta di risposta, è se stessa e vive in quel momento preciso, e permette a noi, in quel momento di vuoto, di silenzio, di spazio bianco, di cogliere ogni riverbero che ne scaturisce. Ti giuro che scrivendoti queste cose sento un nodo alla gola indescrivibile, e non posso fare altro che complimentarmi con te nel modo più sincero. Immagino la fatica che tu abbia potuto fare, è orribile quando qualcosa che si è creato si vede inappropriato, oppure si evita addirittura di guardare per non sentirsi male con se stessi. Ti capisco benissimo, ma qui c'è qualcosa di davvero unico, non sono solo parole, sono emozioni, e io credo di averle colte tutte, con tutta l'intensità possibile. Mi manca Thane, e lo dico, nonostante io so che posso trovarlo ogni volta rigiocando ME2, so cosa gli succederà, cosa gli è già successo in una partita precedente, e non lo vedo più allo stesso modo. Ecco, sapere di poter vedere altre parti di lui, altri suoi gesti totalmente nuovi è una delle cose che mi spinge a leggere, e che mi lascia ogni volta stupefatta... non è una semplice fanfiction ma è un'espansione. Sono noiosa e ripetitiva ma te lo dico con sincerità dalla prima Siha.
Le sequenze che ho amato sono decisamente troppe, le immagini anche.
"una cascata del colore del mare in tempesta che si raccoglie ai suoi piedi", bellissima. Amo il suono di questa frase. Amo come solo grazie a delle parole io abbia percepito il suono della stoffa morbida che cade a terra, così dolcemente da sembrare fatta di acqua.
Un nuovo colore. Sì, è incredibile come una parola, come il concetto di colore li descriva. Si parte dalla superficie, dalla loro pelle così diversa, poi si arriva a scavare dentro di loro e si scoprono le loro speranze, i loro sogni, le loro emozioni... è bellissimo il modo in cui lui, grazie a lei, sia riuscito a smettere di guardare il mondo con una tinta monocroma e spenta, noiosa, e finalmente possa vedere le sfumature che variano di superficie in superficie.
"Per rispetto dei morti, bisogna amare la vita" Mi sto asciugando le lacrime, e continuando a stupirmi di come una storia come questa, di Ann e Thane, possa portare indietro cose personali, metterti nella condizione di trovare rimandi alla tua vita di ora, e una lontana del passato. Mi fa sentire tutto l'amore che lui prova ora, tutto quello che ha provato, è insieme a quello di Ann può sembrare la cosa più bella e con il potere più grande di tutta la galassia.
È stato bello e strano trovare i rimandi a Siha, messi in un contesto simile ma così diverso. Non è passato tantissimo tempo ma io ora mi sento diversa, mi sembrano anni, eppure solo solo mesi. È stato un cammino bellissimo, non ci avevo mai ragionato in questi termini. Un viaggio che però non è ancora finito, e chissà quando succederà.
Non so dirti quante volte mi ritroverò qui, a leggere, a piangere, cercando questo Thane che mi manca in continuazione.
Grazie, davvero, grazie.


"È stata una bella battaglia"

Recensore Veterano
12/10/13, ore 07:49

Va bene, ho capito perché dovevi raccogliere un po' di coraggio per pubblicare questo capitolo. E' terribilmente intenso e avvolgente. Ci sono solo loro due, che ti attirano nel loro mondo e nelle loro sensazioni. All'inizio divisi, ognuno barricato in se stesso, forte di certezze che sono condivisibili e "umane", anche se risulta chiaro (almeno a me) come sia Thane ad essere in "torto". Lo metto fra virgolette e ci torno dopo.
Poi finalmente le spiegazioni dovute e lo scioglimento di un nodo. A dire il vero l'immagine più adeguata non sta in uno scioglimento vero e proprio: quel nodo viene stato tagliato via, nettamente, con un bel paio di forbici affilate. E non potrà riformarsi, di questo sono assolutamente certa.
L'unica strada che avrebbe consentito il ricongiungimento di Ann e Thane e il superamento di tutte le incomprensioni doveva necessariamente stare nella sincerità. Thane si mette a nudo e confessa cosa vuole e cosa lo trattiene. La stessa sincerità che ha consentito la sua riappacificazione con il figlio.
Il "torto" nel suo ragionamento, condivisibile almeno fino a un certo punto, è nel voler proteggere Ann, costringendola ad accettare le sue decisioni, negandole la possibilità di effettuare lei stessa la scelta. Uhm, cosa posso dire su questo? Credo molto, anche se non tutto quello che si potrebbe o dovrebbe.
La decisione di tenere a distanza il comandante è certamente un gesto di amore ed è dettato da affetto sincero. Se lo consideri dalla parte di Thane sembra anche un gesto di estrema generosità, di annichilamento dei propri desideri per evitare di fare del male all'altro. Quindi appare un gesto "positivo", "giusto", "corretto". Tutto fra virgolette perché... se lo consideri dalla parte di Ann è un gesto che mi fa letteralmente incazzare.
Io voglio scegliere la mia vita (sto parlando per Ann, non per me, anche se poi... mi rendo conto, con un sorriso, che è lo stesso). Non mi interessa che tu possa sentirti in colpa, devi darmi la possibilità di scegliere perché questa è la mia vita e non può dipendere dalle tue decisioni. Il libero arbitrio è il bene più grande che abbiamo. Se mi chiedessero a cosa non potrei mai rinunciare, risponderei che è la libertà. Libertà di scelta delle mie azioni. Accettare di aver fatto uno sbaglio perché si è presa una decisione errata è possibile, ma è molto più duro quando l'errore deriva dalla decisione di un altro. Allora si può veramente andare fuori di testa. Allora si può continuare a sbattere la testa contro un muro per anni, pensando che forse, se si fosse seguito il proprio cuore, l'errore si sarebbe evitato. Invece se sbagli tu, per le tue scelte, puoi accettarlo senza troppi problemi. Diamine, se uno tornasse indietro, con le medesime conoscenze e i medesimi sentimenti di allora, rifarebbe all'infinito lo stesso errore. Sbaglia chi pensa che, tornando indietro, si farebbe una scelta diversa. La scelta sarebbe diversa solo se le condizioni fossero diverse: se avessi potuto imparare dall'esperienza, se provassi sentimenti diversi. Nelle medesime condizioni ciascuno di noi rifarebbe i medesimi errori. Non è un pensiero negativo, io lo trovo confortante.
Sono lontanissima da quanto ci si aspetta di leggere in una recensione. Lo so benissimo. Eppure io credo che la forza e il valore di uno scritto sia proprio in quello che ti suscita come riflessioni. Tu mi hai fatto nascere questi pensieri e solo uno scritto che mi avesse coinvolto ed entusiasmato poteva mettermi in questo stato d'animo. Quindi accontentati della bandierina verde e di queste parole, perché credo tu sappia benissimo quanto mi piaccia come scrivi. Dalla mia confessione di quanto sia rimasta coinvolta dalle parole che ho appena letto, devi anche capire quanto mi abbiano colpito nel profondo.
Un abbraccio forte forte.

Recensore Veterano
12/10/13, ore 01:35

Boh, se continui a buttarti giù ti mando a quel paese perdavvero e sedutastante!
Allora, il discorso è che non è facile, non è facile cercare di staccarsi dalle aspettative personali che si hanno nei confronti di un certo sviluppo per buttarsi in quello che realmente il personaggio dovrebbe fare in una determinata situazione.
Cavolo, è un argomento tosto, mi ricordo che prima della pubblicazione del "6" (oggi è il 12, che è il doppio di 6-vedi il destino?) avevo una paura fottuta di scrivere reggiseno. Oddio, ricordo che guardavo lo schermo e il cuore mi batteva a mille perché mi erano prese delle paranoie terrificanti, una peggio dell'altra, a partire dall'inadeguatezza fino al desiderio profondo di sprofondare sottoterra dalla vergogna.
Partirei dicendo che, diamine, voglio troppo aprire una bisca clandestina, posso assoldare Thane come buttafuori? Posso? (cit.)
Ma forse è meglio soffermarsi sul testo, sennò davvero divento Rosita la maga della Pista (?).
L'elemento cardine, ancora una volta, sono i colori. I colori che mutano e scivolano in un flusso continuo, quasi fossero l'unico modo per tradurre questo genere di situazione in lettere. Mi sembra di aver scritto una recensione ad un'altra autrice, poco tempo fa, dicendo che le sue parole sembravano vibrare e distinguersi nel testo...
Penso che "sentire il testo" sia proprio dato dal fatto di manovrare i fili di un Drell, che è prevalentemente un essere che assorbe meglio di chiunque altro la controparte sensoriale dei ricordi. Si parlava di Salarian ieri, di memoria, eccetera, e mi sono ricordata giusto ora quello che volevo dire: ricordarsi perfettamente una cosa non è paragonabile a riviverla. Il carico emotivo viene accentuato grazie ai suoni, agli odori, al contatto con le cose... non saprei, secondo me è questo che mi frega, che sono troppo abituata a personaggi che si soffermano i dettagli essenziali delle cose, non possono riassaporarli. Boh, una scopre l'acqua calda. Il punto è che, diamine, bisognerebbe che lo rileggessi un'altra volta cercando ogni rimando sensoriale alle situazioni... oddio, sentire i colori è qualcosa di meraviglioso, ora devo aprire un barattolo di tempera e tocchicciarlo stile Doblone d'Oro (il Pongo è troppo mainstream).
Vorrei copincollare ogni singola immagine che ci hai proposto per studiarla nel dettaglio, ma sarebbe sminuire il carico di emozione che si porta appresso, visto il lavoraccio che hai fatto per cercare delle soluzioni originali (e personalizzate) per contrapporle a delle azioni che, solitamente, non sono nemmeno viste da chi partecipa alla vicenda.
Non so, penso che la paura peggiore per un autore sia quella di rileggere la propria storia dopo un po' di tempo e sentire dei suoni scontati e ripetitivi. Beh, penso che qui dentro non ci sia assolutamente niente di già visto. C'è la rilettura di una situazione che probabilmente in molti conoscono con diecimila significati differenti, ma che la storia impone di leggere con gli occhi di due persone completamente distanti dal mondo come lo vediamo noi.
Hai da una parte l'eroe della Galassia, dall'altra l'assassino più letale dello Spazio conosciuto. Come cavolo fai? Come diavolo li puoi mettere davanti ad un tavolo a parlare di sentimenti? E ti credo che non si reffano!
Purtroppo per il nostro (?) Turian, Thane si è finalmente deciso e ha scelto di cogliere l'attimo. Ahimé Garry, devi accontentarti di calibrare degli altri fucili (no, sto morendo, l'ho scritto davvero? Davvero, Vakarian?).
"La morte, il più atroce dunque di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti. Per i vivi non c'è, i morti non sono più."
Nel mio vecchio appartamento di Venezia, quando ancora vivevo con due pazzi, avevamo preso la prima parte di questo aforisma e l'avevamo dipinta sul muro, io davvero, penso che lascerò per un attimo da parte il karma e mi metterò a rileggere qualche concetto di "destino" o "fato", più tardi.
Penso che la più bella storia d'amore sia quella delineata dalla chimica, dall'intesa fornita dalla natura degli individui, più che dai gusti in comune. Per formare quelli, diamine, c'è tempo, ma creare una simpatia partendo dal nulla mi risulta qualcosa di abominevole, incomprensibile.
Se la situazione tra i nostri due eroi non si fosse sbloccata ora, si sarebbe sbloccata prima e più avanti. Non è possibile che vivano separati, riuscirebbero sempre a trovare un punto d'incontro... oddio, me la ridevo come un'imbecille durante il capitolo scorso perché, diamine, la chimica non sbaglia MAI, puoi ucciderli in qualsiasi modo, imporgli di stare lontani, caro raziocinio, ma arriveremo sempre al punto dove Thane si girerà verso Ann, lei si volterà verso di lui e si manderebbero affancuore. Perché è impossibile comunicare tra due metà esatte di un cerchio, bisogna accettarsi e avvolgersi in un abbraccio completo.
Scontatezze sdolcinate a parte... ahem... dove ho messo le creste?
Eccole!
Dunque... questi cuccioli sono due individui che ragionano in base ai fatti, all'esperienza, alle prove. Capirsi quando si ragiona esattamente allo stesso modo, seppure in due ambiti opposti, è difficile. Non so se riuscirò mai ad esprimermi chiaramente, questo capitolo è stato talmente pregno che boh, vorrei *palancone* e basta.
Davvero, sono contenta di leggere qui, ero contenta di leggere là, sono contenta di leggere e basta.
Questa storia è meravigliosa e io sono dannatamente felice di vergognarmi come una ladra a commentare che, porcamiseria, ci sono riusciti!
Ci sono riusciti ad andare oltre al loro blocco caratteriale, cos'hai capito? u.u tzè, autrici...
Ho adorato Thane, davvero tantissimo, perché sono assolutamente convinta che questa epifania che lui ha avuto sarà uno spunto meraviglioso per i prossimi capitoli. Si chiude una porta, si apre un portone.
Ho davvero troppe cose da dire in questa recensione, donna, ma non sarebbe giusto, perché hai fatto un ottimo lavoro e analizzare in modo ancora più approfondito il tutto risulterebbe davvero pesante.
Davvero, la voglio stampata, con un disegno nella quinta di copertina e l'immagine a fronte dev'essere una cascata <3 carta lucida, of course
Ancora complimenti per questo capitolo, davvero un ottimo lavoro
A presto
Rosy
(Recensione modificata il 12/10/2013 - 01:40 am)

Recensore Junior
10/10/13, ore 21:45

"E' una specie di idioti" … Kolyat, Kolyat, hai proprio capito tutto … è così lampante? Cavolo pensavo riuscissimo a mimetizzarci meglio, ma con Udina al consiglio in effetti c'è poco da nascondere …
Mi è piaciuto questo capitolo, molto delicato e a tratti malinconico. Il duetto tra Kolyat e Thane è stato armonioso e realistico, hai gestito perfettamente una situazione assai delicata. Non oso immaginare cos'ha dovuto passare Kolyat in questi anni, i fantasmi contro cui ha dovuto combattere, ammiro la sua forza di volontà, sarebbe stato molto più semplice rifugiarsi in ricordi felici, ma, nonostante tutti i suoi "sbagli", non ha compiuto questo. Riesco a capire Thane, una parte di me lo giustifica, ma un'altra continua a ripetermi che è stato estremamente vigliacco. Avrebbe dovuto essere forte per Kolyat dopo la morte di Irikah invece, semplicemente, se ne è andato; lo ha abbandonato lasciandogli affrontare il dolore della perdita, di una doppia perdita, da solo. Amo molto Thane, ma ciò non toglie che mi abbia delusa. Mi aspettavo di più da lui, ma forse è proprio questa debolezza a renderlo ancora più reale. Dovrà lottare per riavere suo figlio, questo è certo, alla fine riavrà un po' del suo affetto, ma non credo che, se la morte non si fosse intromessa, il loro rapporto si sarebbe ricucito. Si sarebbero frequentati per un po' per poi perdersi, irrimediabilmente, di nuovo … ma forse sono io ad essere pessimista.

Ho riso immaginandomi Thane e Garrus seduti al lume di candela in un ristorantino romantico, perdonami ma la scena è esilarante ah ah ah … muoio!
Ok torniamo seri, diciamo che la situazione sfiora la congiura: prima Kasumi, poi Tali e Garrus, tutti hanno capito l'ovvio tranne quei due testoni. Beh in realtà l'hanno capito anche loro … fin troppo bene.
Spero che questa cenetta ottenga i risultati sperati :)

Rimarrò in attesa di sviluppi ;) complimenti, bellissimo capitolo!

Alla prossima!

Recensore Veterano
07/10/13, ore 17:58

Innanzitutto premetto che adesso sono tesa come una corda di violino. Prima c'è voluto lo zampino di Kasumi, ora ci si mettono in due addirittura. Non ho idea di come andrà avanti questa storia, te lo confesso, perché tutte le strade restano aperte. E dato che non sono così ottimista caratterialmente, penso che potrebbe risolversi tutto in una clamorosa debacle.
Ho solo una piccola speranza, che Thane abbia tratto le debite conclusioni dal suo colloquio con il figlio e che abbia imparato qualcosa di estremamente importante. Perché secondo me è tutta lì la soluzione. Poi ovviamente mi sto sentendo a disagio, quasi ti volessi spingere a scrivere il seguito della tua storia a modo mio. Figurati se ho questa intenzione... faccio una fatica bestia a scrivere la mia, figurati se voglio interferire nella tua!
Però non riesco a non pensare all'importanza che il colloquio con Kolyat ha avuto. E non parlo solo del risultato ottenuto, che pure è estremamente importante, parlo del coraggio di esporsi, mettendosi a nudo e confessando le proprie paure, gli errori commessi, i propri sentimenti. Non è facile farlo perché si ha come l'impressione di mettere un'arma nella mani di qualcuno, mentre ci si spoglia di ogni difesa. Si deve avere una fiducia cieca nell'altro per compiere un gesto del genere oppure bisogna essere completamente disperati.
Poi mi chiedo... ma se Thane può avere imparato qualcosa di utile recentemente, Ann non ha avuto la stessa possibilità. Ammesso che io abbia ragione su Thane, riuscirà a farcela contro un osso duro come Ann? No, perché... bisogna ammettere che pure lei è un gran casino, nei rapporti con il povero Drell. Non so mai chi dei due mi appare più vicino, nei loro comportamenti così scombinati. Forse, nelle loro condizioni, agirei esattamente come sta agendo Thane se fossi lui ed esattamente come Ann se fossi lei.
Ovviamente è difficile ragionare in questi termini, non vivendo davvero quella situazione, però appare tutto terribilmente realistico.
Ora mi è anche venuta una voglia sconsiderata di andare a sbirciare "di là" per vedere cosa accade, supponendo che tu sia più avanti. Ma no, forse mi astengo e aspetto impazientemente... boh, non so, devo ancora decidere.
Per ora ti lascio i miei più vivi complimenti per questo splendido capitolo. E mi scuso perché ho fatto ancora un'altra non-recensione :P
Però aggiungo che ho trovato bellissimo il colloquio fra padre e figlio. Veramente splendido, con tutti e due i drell che mantengono il loro carattere, le loro pulsioni e i propri sentimenti e sensazioni. Mi si è stretto più di una volta il cuore, per entrambi. Perché anche in questo caso, come per il duetto Ann-Thane, non ci si può identificare più con Kolyat o con il padre. Entrambi sono stati sottoposti a prove durissime che necessariamente hanno lasciato delle ferite che non potranno mai rimarginarsi completamente. E parlando di drell non ha neppure senso dire che quelle prove lasceranno delle cicatrici, perché il destino dei drell è proprio quello di rivivere all'infinito (o meglio per tutta la loro esistenza) le sensazioni provate nei tempi passati.
Al prossimo capitolo, che spero vedrò presto qui (e se no andrò a cercarlo... :D)

Recensore Junior
07/10/13, ore 16:27

Sono senza parole. Il dialogo tra Thane e Kolyat è un qualcosa di perfetto, di puro, di realistico.
Un dialogo in cui padre e figlio si confrontano, su ciò che è stato. Il ricordo della moglie e di Irikah con il pancione, che dipinge il figlio che ancora deve nascere, è un'immagine potente, con cui iniziare il capitolo.
Che continua con quel dialogo tra Kolyat e Thane, dove entrambi si parlano imbarazzati, ciascuno per il proprio motivo, è un dialogo molto realistico(scusa la ripetizione, ma non riesco a trovare altri aggettivi), così come la rabbia di Kolyat verso quel padre che non c'era mai e non c'era nemmeno nel momento in cui hanno ucciso sua madre, senza capire il motivo di quelle assenze.
Io non so se riuscirò ad esprimere in pieno ciò che hai smosso con questo dialogo, semplicemente perchè rispetto a Kolyat ho avuto tutt'altra esperienza con i miei genitori. Però...comprendo la sua rabbia giovanile, è un comportamento tipico degli adolescenti che tesardamente rifiutano di avere spiegazioni su alcuni comportamenti dei genitori, e non so se possa aver ragione o meno. In questo caso, non mi sarei schierata nemmeno dalla parte di Thane, pur comprendendo le sue motivazioni.
Piccolo excursus su Garrus e Tali che manovrano dietro l'angolo per far sì che Thane e Shepard finalmente la smettano con questo tira e molla, con la complicità di kasumi(che ci mette lo zampino come al solito...la adoro). Ero tipo nell'angolino a guardare Tali mentre parlava con Shepard nella sua cabina, a sorridere sorniona, fissando lo sguardo sui modellini, per dar man forte alla Quarian.
Riassunto....a costo di ripetermi, capitolo stupendo, per tutte le ragioni e le motivazioni che ti ho descritto sopra.
Un grosso abbraccio. E aspetto con ansia un tuo prossimo aggiornamento.
A presto.
Nad.