Dallo scritto traspare la tensione legata alla scelta tra ciò che si potrebbe essere e ciò che si sceglie di essere. Mi piace il modo in cui sono descritti la necessità di scegliere e l’incertezza che accompagna ogni scelta. La necessità di scegliere, gli occhi che si materializzano, genera timore, incertezza e indietreggiamento (forse perché non ci si ritiene mai pronti a fare una scelta) e il sottrarsi alla scelta, seppure inconscio o accidentale, non serve a sfuggire all’ineluttabilità della scelta che si ripresenta immutata in tutta la sua gravità.
Trovo appropriato il modo scelto per descrivere la materializzazione delle possibilità di essere: la comparsa degli occhi suona come la richiesta, da parte di ciascuna delle possibilità, di essere guardata dentro nel profondo della sua essenza (gli occhi sembrano dire: guarda bene dentro te stesso e scopri perché potresti essere così e se così vorrai essere).
Ben descritti anche il recupero dell’autocontrollo e la dominazione della paura dopo il riconoscimento delle possibilità di essere come parti diverse di sè, quasi a sottolineare la mancanza di paura verso sé stessi dal momento che ci si conosce.
Molto ben descritta la presentazione che ciascuna possibilità di essere fa di sé attraverso la fisicità dell’animale scelto per rappresentarla, a voler significare, forse, che ciò che si sceglie di essere non è soltanto frutto di una scelta asettica o il risultato di un mero calcolo, ma discende anche dal fascino che ciascuna delle possibilità è in grado di trasmettere.
L’analisi delle singole possibilità è veloce, asciutta (quasi a lasciar trapelare che chi sceglie conosce bene tra cosa sceglie), incentrata sui punti cruciali di ciascuna e porta con sé il risultato di una introspezione che richiama alla mente alcuni degli aspetti di ciascuna a testimoniare anche la coscienza della simultanea presenza delle diverse possibilità di essere all’interno di ciascuno.
Ma la ricerca di sé stessi non sempre e piacevole e a volte lascia sconsolati. Soltanto la tenacia è la determinazione a scoprire se stessi, a scoprire cosa si vuole essere, permette di perseverare fino a scegliere la possibilità che meglio sposa il nostro sogno di essere. E quando la scelta è giusta, anche se accompagnati dalla paura dell'ignoto, diventiamo, in modo quasi indolore, un tutt’uno con essa, le paure legate alla scelta svaniscono, e come la penombra del sogno svanisce per lasciare il posto alla luce, tutto diventa chiaro. |