— Cara Aura buonasera,
Perché sì, perché per la mia quattrocentesima recensione volevo qualcosa che mi avesse toccato nel profondo, che mi avesse fatto piangere il cuore.
Spero che non ti dispiaccia il tuo nuovo nickname, sai, a me non piace chiamare le persone con il solito pseudonimo, per cui ho preso la fine di Sakura e aggiunto una a all'inizio, ed ecco Aura. Un nome semplicemente dolce, notturno e solitario, se non ti piace te lo cambio, tranquilla.
Inizio dicendo che amo il fatto che scrivi il titolo anche in giapponese, è semplicemente sublime, e poi questo titolo mi ha semplicemente colpito: 'I cannot laugh', preceduto da quel 'Waraenai', mi eccita. Sono scema, ma mi eccita, come Jack - quasi quanto lui.
Questa flash fiction è un insieme di emozioni, descrizioni e tristezza... immensamente triste, ma inevitabile. È davvero toccante il fatto che Kasumi (ormai mi sono abituata a chiamare i personaggi con i loro nomi giapponesi) si passi una mano tra la zazzera arancione pensando che sia Satoshi a farlo - io mi sono immaginata lui.
Quelle due semplici frase dette dalla protagonista sono dirette e uniche. Un fiore che è stato calpestato e maneggiato senza cura che cerca di rimanere - nonostante tutto - ancora legato al terreno... eppure, secondo me Kasumi era già morta quel giorno, quando Satoshi l'ha abbandonata, insieme al suo cuore; questa volta solamente il suo corpo si è abbandonato alla depressione, e alla fine è appassito. Senza dubbio con una morte felice, felice e tra l'euforia provocata da quelle pillole che le hanno fatto vedere cose non vere, una bellissima allucinazione. Se questo è un sogno, perfavore non svegliatemi.
Non riesco a ridere nemmeno io, sono una mezza PearlShipper e mezza PokéShipper, ma anche se fosse stata Haruka (personaggio che odio) la protagonista della fiction, io l'avrei comunque apprezzata e messa tra le ricordate. Sensazionale, indimenticabile.
Aura, il mio cuore si è crepato.
Rebecca Arya Baratheon. |