Recensioni per
Disamistade - Inimicizia
di umavez

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
20/09/13, ore 15:08

Storie di questo tipo, ben scritte e che ti catturano dal primo all'ultimo rigo, non sono per nulla facili da trovare nel fandom. Permettimi quindi, prima di tutto, di farti i miei sinceri complimenti. 
La fiction è ben riuscita perché presenta i due protagonisti dall'inizio alla fine: gli spaccati di vita che hai scelto di inserire valorizzano i loro momenti insieme, prima da amici, poi da nemici, e ancora da amici e di nuovo nemici, per l'ultima volta. Hai saputo ben dipanare i nodi di questa amicizia-inimicizia che li ha sempre tenuti stretti in una morsa fatale, in un destino amaro. Inoltre la canzone che hai scelto si amalgama bene con le scene narrate, sembra quasi scritta per loro due. Devo ammettere che nonostante ami alcune canzoni di De André, questa non la conoscevo. E ti ringrazio quindi anche per avermela fatta apprezzare ^^
Ciò che colpisce e che incolla alla lettura di questa shot è il fatto che hai analizzato in modo impeccabile la psicologia dei personaggi. Da un lato c'è Hashirama, puro e ingenuo, buono e altruista che da ragazzino coltiva un sogno e da adulto continua a perseguirlo con tutto il suo essere. Dall'altro c'è Madara, che invece è stato profondamente cambiato e segnato dalla perdita dei suoi amati fratelli. Lui non è rimasto lo stesso ragazzino attaccato a un sogno, ha visto e vissuto le profondità del dolore della perdita di una persona amata e queste sofferenze hanno scosso profondamente il suo essere, lo hanno reso disilluso, amareggiato e un po' folle. Dalla tua caratterizzazione emerge tutta la potenza dei sentimenti del capoclan Uchiha, nel progredire della storia, da bambino a uomo maturo. Il lettore viene accompagnato per mano attraverso tutta la storia della fondazione del villaggio, vede le luci e le ombre nei cuori dei suoi protagonisti. Devo dire che sono riuscita ad immedesimarmi molto bene in quell'atmosfera tinta di rosso della guerra, in quella cupa disperazione, in quella incertezza sul futuro. Mi sembrava di sentire i rumori della battaglia, il puzzo del sangue. Complimentissimi.
Mi è piaciuto molto anche come hai trattato Tobirama: così radicalmente diverso dal fratello, più realista, più cinico, ma anche lui mosso dal desiderio di proteggere quel futuro che i suoi fratelli non hanno potuto vivere. 
Il tuo stile è pulito e la grammatica è impeccabile. Riesci a intrattenere senza mai annoiare perché alterni una perfetta introspezione dei personaggi ai fatti e ai sentimenti che li contraddistinguono. Non usi paroloni difficili e il testo è piacevolmente scorrevole ^^
Detto questo, spero di non averti tediata con questi sproloqui superflui. Alla prossima!
thyandra

Recensore Junior
10/08/13, ore 01:38

Voglio scrivere una recensione degna di questa one-shot davvero meravigliosa. Non sto scherzando. Con tutta la roba (perché non saprei come altro chiamarla) incoerente e soprattutto inconsistente che dilaga in questo sito, questa storia è così ben ponderata, con una struttura lineare e una caratterizzazione tale da avere la sensazione di vedere gli stessi personaggi muoversi come se fossero animati da vita propria. Non sto esagerando, questa one-shot mi è rimasta dentro e mi ha lasciato piacevoli e contrastanti emozioni. L'inizio, l'analisi dell'infanzia di Hashirama e Madara è pienamente convincente: le continue sfide scherzose, la negazione dell'amarezza e la consapevolezza di una guerra imminente. Eppure, ancor prima di vedere gli orrori della guerra, entrambi i ragazzi hanno ancora la forza di sperare di poter cambiare il mondo, nonostante ideali infantili come la costruzione di parchi giochi. Persino Madara, seppur in modo meno evidente, si permette di condividere il sogno del migliore amico. 
Iniziare col descrivere il loro rapporto d'amicizia quando ancora era tranquillo è una buona tattica, fa capire al lettore quanto fosse necessario per entrambi quel legame.
Poi tutto si focalizza su un altro evento, opportunamente separato grazie ad alcune parole della canzone di De Andrè, che trovo oltremodo azzeccata.
Fa quasi male leggere del loro combattimento, così come fa tenerezza accorgersi di quanto Hashirama creda ancora nel loro legame. L'analisi sulla guerra è toccante, nonostante tu non spenda una parola su vari ragionamenti o percorsi logici attraverso i quali si possono giustificare le intenzioni di ogni individuo, ma semplicemente per bocca di Hashirama si comprende quanto sia doloroso dover assistere a tanta distruzione. Tobirama è più estremo nel giudizio, ma il fratello si assume le proprie colpe e in un discorso ovvio ma non così scontato cerca di fargli capire cosa comporti per tutti la perdita.
Si può anche notare come sia diverso il legame tra i fratelli Senju e tra quelli Uchiha: Madara si preoccupa subito per il fratello minore, teme per la sua vita, promette di vendicarlo a qualsiasi costo. La morte di Izami porta alla pazzia il capo degli Uchiha. In questa parte sono rimasta sconvolta dalle parole che dice Madara: "mi avete portato via la mia unica ragione di vita". L'amore degli Uchiha è sconfinato e tu in questa sola frase hai racchiuso un sentimento enorme (quasi ricalcando quello assoluto tra Itachi e Sasuke).
Ho apprezzato anche parecchio il fatto che tu abbia aggiunto parti da te personalizzate, che riescono ad aumentare lo spessore della storia. Ad esempio il matrimonio tra Mito e Hashirama, solitamente poco analizzato (anche perché bene o male non c'è il materiale sufficiente) eppure risulta molto IC, inerente. Fornisce quasi un attimo di respiro dal paesaggio soffocante della guerra.
Il discorso di Hashirama sui figli e sul loro destino in quella faida (nonostante il suo credo successivamente si trasformerà in quella volontà del fuoco ormai travisata) è commovente.
Come finisce la guerra, ritorna un po' di benessere e i rapporti si riallacciano: durante la firma dell'armistizio non stona affatto il carattere giulivo di Hashirama e le battute di Madara strappano un sorriso davvero divertito.
Il primo Hokage rimane se stesso pur ricoprendo un ruolo diverso:la sua amicizia cieca per Madara, la sua paura nel vedere il rosso nelle sue iridi nere e infine pure il timore di un possibile attacco: l'ultima parte rattrista, ma i loro dialoghi sono cristallini, esprimono appieno i loro rimpianti e le loro considerazioni.
Ritengo che il personaggio di Hashirama sia davvero ben riuscito, perfetto nel non essere caduto nello stereotipato primo Hokage senza macchia e senza paura. Madara invece, ancora più complicato come carattere, è descritto altrettanto bene, lasciando addirittura spazio a una psicologia più lucida.
Ci sarebbero ancora tantissime situazioni\parole\eventi che mi piacerebbe poter analizzare, ma mi accorgo che questa recensione è troppo lunga, noiosa e per niente lungimirante! Ti faccio davvero tanti complimenti. 

P.s se ci sono errori grammaticali all'interno della recensione, provvederò a modificarla, ma adesso sono troppo stanca :P
(Recensione modificata il 10/08/2013 - 01:51 am)

Recensore Master
05/08/13, ore 19:11

Sono paralizzata. Dalla tua bravura nel far vivere ogni singolo attimo di questa meraviglia. Dalle emozioni che riesci a suscitare. Dal racconto così strettamente vero da risultare suggerito direttamente da Kishimoto.
Ho adorato ogni parola, virgola o punto della storia. Mi hai strappato sorrisi e lacrime in maniera così naturale da sembrare assurda.
Che altro dovrei dire? Mi hai fatto venire ancora più voglia di leggere i prossimi capitoli di Naruto (e, fidati, ce ne vuole! XD)
E niente... Questa va nei preferiti, sì sì! :')
Alla prossima ^^