Recensione/valutazione valida per il contest "La ragazza e il soldato" indetto sul forum di EFP:
Grammatica e ortografia: 10/10
Non ho trovato nulla di rimarchevole in questa sezione, se proprio devo fare una segnalazione, ci sarebbe questa frase sulla quale avrei da fare un appunto.
“A Yuuki non importava niente di chinare il capo e versare il te”
Credo che in questo caso sarebbe meglio usare la forma “tè”
Ma è decisamente troppo poco per pensare di togliere punti.
Stile: 10/10
Molto espressivo, pur nei limiti imposti dal genere scelto hai saputo esprimere in ogni capitolo un episodio legato agli altri ma allo stesso tempo indipendente, in altre parole hai saputo ottimamente evitare il rischio di scrivere un capitolo per poi dividerlo in n parti, ma è piuttosto un racconto breve diviso in vari capitoli, ognuno del qual rappresenta una tessera del più vasto mosaico della storia.
Originalità: 9/10
Il tema della moglie che aspetta il suo amato nonostante la lontananza è un tema non molto originale (risale perlomeno all’Odissea), però la scelta dell’ambientazione nipponica (quindi alquanto esotica dato che siamo in un sito italofono) ha contribuito a dare a questa parte della valutazione un voto molto altro
Gradimento personale: 10/10
Le tue conoscenze di yamatologia non sono affatto disprezzabili, almeno a mio parere, questo può essere considerato uno degli elementi che mi hanno portato a dare il massimo dei voti in questa parte del giudizio, oltre ovviamente al robusto e accurato apparato critico che hai apposto nel testo, mi sono state utilissime per capire al meglio la storia (ti ringrazio particolarmente per aver spiegato l’origine del nome della protagonista, pensavo che fosse ispirato alle parole giapponesi per “neve” e “coraggio”, che in effetti da un punto di vista squisitamente visivo, con l’uso degli ideogrammi, ha un effetto davvero molto affascinante e gradevole
Scusa la curiosità, ma in “Dovere e lealtà” Yuuki fa becco il suo consorte? Perché il testo lascia intendere proprio un gesto del genere, in tal caso è stato uno degli elementi che mi hanno portato a dare il massimo dei voti, non foss’altro perché ha dato un tocco di maggiore umanità alla protagonista, che si starà pure struggendo per l’assenza del suo amato sposo, ma non si possono rifiutare proprio tutte le offerte di aiuto.
Caratterizzazione dei personaggi: 5/5
Del compagno non si può dire molto, si nota che era una persona che meritava l’amore della moglie sinceramente e non in base al principio (molto diffuso nel pianeta e di certo non solo al Giappone dei daimyo) che le mogli devono amare i mariti perché sono i mariti, nulla vieta di pensare che la loro fosse bene o male un’unione felice; riguardo alla protagonista, mi sembra ben caratterizzata nella progressiva descensio ad inferos (o suo equivalente nipponico) di uno stato di profonda infelicità portata fino alle estreme conseguenze, si dice che la libertà sia così importante che per essa si può rifiutare la vita, lei compie lo stesso gesto perché rifiuta la libertà.
Una menzione speciale per Kojuro, servitore fedele e legato alla padrona (anzi, decisamente troppo…) e agli altri personaggi citati nella storia, che con il loro cicaleccio supponente rendono ancora più insostenibile la condizione della protagonista, sembrano la versione nipponica di un proverbio campano che tradotto suona come “il dolore è di chi ce l’ha, non di chi guarda e passa”.
Attinenza al tema: 4/5
Mi è dispiaciuto molto, credimi, ma nella storia, pur molto bella, c’è qualcosa che non mi consente di dare il massimo del voto da questo punto di vista: si parla di un soldato, si parla di una ragazza, ma la storia è in pratica esclusivamente concentrata su quest’ultima, praticamente l’altro vi fa la fine del “convitato di pietra”, non voglio dire che non sia presente nella storia, ma lo è solo attraverso la mediazione dei ricordi della protagonista alla luce del caleidoscopio delle sensazioni via via più penose che prova in sua assenza; se avessi inserito all’epoca della pubblicazione del contest forse avrei inserito l’opzione delle frazioni di voto, ma in questo caso non me la sento davvero di poter dare il voto massimo, che molto probabilmente avrei dato senza problemi se il contest si fosse chiamato “La moglie del soldato” e fosse stato incentrato su una figura del genere.
TOTALE 48/50 |