Recensioni per
Il fiorista
di Son of a preacher man

Questa storia ha ottenuto 22 recensioni.
Positive : 22
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
22/02/14, ore 14:00
Cap. 3:

Eccomi alla fine. Un pò triste, povera donna. Quello che dice é verissimo però non c é niente di più superficiale e banale di un tutto bene? O un come stai? Soprattutto perché é solo una domanda di circostanza. Scrivi davvero bene metterò la storia fra le ricordate e spero di avere il tempo per leggere altre tue storie.
alla prossima
irial

Recensore Junior
22/02/14, ore 13:53
Cap. 2:

Un altro bel capitolo, la sofferenza era davvero ben descritta e viva, alla,fine é risorto dalle ceneri cm la fenice :) mi é piaciuto molto cone hai descritto la parte finale. Ho adorato anche l immaggine, é bellissima, l hai fatto tu il disegno? Bello davvero, vado all ultimo capitolo allora, ancora conplimenti per la storia, é scritta benissimo

Recensore Junior
22/02/14, ore 13:42

Ciao questa storia mi piace molto, il protagonista é un simpatico e comprendo benissimo la meraviglia di stare a piedi scalzi, anche io lo faccio sempre. Sono molto curiosa quindi contnuo subito a leggere. A presto
Irial

Recensore Veterano
19/02/14, ore 18:33
Cap. 2:

Recensione per il contest "A ciascuno il suo" indetto sul forum di EFP
Grammatica e sintassi: 8.5/10

Per quanto riguarda questo punto, non ho molto da dire. La grammatica è molto buona nella maggior parte dei casi, purtroppo però non posso darti punteggio pieno a causa di alcune piccole sbavature. Due volte hai iniziato la frase con “E’”, mentre la forma corretta è “È”. È una sciocchezza, ma per il futuro ti consiglio di adottare questa piccola accortezza: per inserirla all’interno del testo, è sufficiente premere i tasti Alt +0200. Un altro errore, un poco più grave, è “Non sapeva cosa gli era preso”: la frase, infatti, necessita del congiuntivo “fosse”. Inoltre non condivido la scelta del presente in “Una metafora simile, però, ha una parte di verità”; dato che, in tutta la storia, i tempi verbali sono al passato, anche qui la frase necessita dell’imperfetto “aveva”. Ti segnalo anche un piccolo errore di battitura, l’unico che ho riscontrato: “dimostra tata” al posto di “dimostrata”. Il resto degli appunti lo rimando al prossimo punto, dato che non si tratta di errori, ma solo di imprecisioni stilistiche.
Lessico e Stile: 7/10
Inizio con il dirti che lo stile adottato per questo testo mi è piaciuto molto, e l’ho trovato adatto al tipo di trama che hai scelto di narrare. Durante lo sviluppo del racconto si avverte un’atmosfera sognante, quasi sospesa nell’aria, e questa percezione è acuita dalla scelta – molto azzeccata, a parer mio – di non dare indicazioni sul cronotopo: l’intera vicenda pare svolgersi in un universo a parte, senza spazio né tempo, e l’attenzione del lettore può focalizzarsi interamente sul protagonista. Quest’atmosfera sognante è intervallata da picchi di realismo crudo, dato anche dalle metafore utilizzate per descrivere la condizione di Roberto; può sembrare un controsenso, ma in opposizione al presente e alle considerazioni avanzate dal ragazzo, che non sa nemmeno cosa stia facendo lì e cosa stia esattamente accadendo, le similitudini con il mondo caduto in pezzi sono quanto di più concreto possiamo toccare. Ho apprezzato molto questo espediente narrativo, compresi molti dei termini impiegati, come “fluttuare”, o il riferimento iniziale al termometro, ad indicare quanto è sbagliata una situazione del genere per un ragazzo che non dovrebbe nemmeno fumare, figuriamoci prostituirsi. Alcuni termini, invece, non mi sono piaciuti molto e li avrei sostituiti con altri, forse più appropriati. Innanzitutto, il termine “poggiava” [“Poggiava comunque lì, sulla parete vicino alla strada”]; questo mi ha messo un po’ in crisi, lo ammetto, perché da una parte esprime molto bene quell’atmosfera sognante che ti accennavo prima, perché fa apparire Roberto come un qualcosa di etereo, delicato, che sta, appunto, poggiato contro il muro (e, a proposito, ti consiglio di sostituire parete con muro, in quanto per parete di solito si intende una parete interna di un edificio) e non appoggiato. D’altra parte, però, il verbo poggiare indica propriamente l’azione di posare, appoggiare qualcosa, nella diatesi attiva; si intuisce comunque il senso della frase, tuttavia non è molto elegante. Potrei consigliare di sostituire la frase con qualcosa come “Se ne stava comunque lì, poggiato contro il muro vicino alla strada”, ad esempio. Poco più sotto, invece, troviamo “Nessuno sembrava in grado di avvicinarsi e dirgli “Torna a casa”. La verità era che Roberto non ci sarebbe più andato, a casa.” In questo caso avrei adottato la scelta di continuare ad usare il verbo tornare anche nella seconda frase: “non ci sarebbe più tornato, a casa”. In effetti ci sarebbe una ripetizione, ma si tratterebbe di una ripetizione voluta, che enfatizzerebbe il concetto, intenzione che si evince dal modo in cui hai separato, tramite la virgola, “a casa” dal resto della frase. Dato che hai ripreso dalla prima questo dettaglio, perché non riprendere anche il primo, riportando l’espressione per intero? Penso che sarebbe più d’effetto. Alcune righe più in basso, ho notato “una volta dopo averlo perso per sempre”; non me la sono sentita di inserirlo nella voce della Grammatica, perché a conti fatti non ci sono errori grammaticali, però trovo l’espressione un po’ ridondante, e risulterebbe molto più leggera eliminando “una volta” (che compare nella frase successiva in “questa volta” ed è a tutti gli effetti una ripetizione). La frase suonerebbe quindi come “dopo averlo perso per sempre”, e la trovo molto più adatta. Per quanto riguarda le preposizioni, non ho trovato nulla di particolarmente fastidioso, ma in un paio di casi alcuni elementi si trovano ad essere troppo frequenti. Ad esempio qui “Forse nemmeno lui/forse perfino a sé stesso”, io eliminerei da una delle due frasi “forse”, dato che è un avverbio molto forte e va usato a dovere. È una scelta stilistica importante inserirlo, perché da ad intendere al lettore che nemmeno il narratore sa con certezza cosa accade nella mente di Roberto: può essere un risvolto interessante, ma proprio per questo bisogna essere parsimoniosi, un suo uso troppo frequente finirebbe per inficiare lo stesso intento iniziale. Inoltre, in un ristretto spazio del testo hai usato per tre volte parole appartenenti allo stesso ceppo semantico: “tremolio/tremava/tremante”; per quanto riguarda il filo logico della narrazione questo ripetersi del particolare che Roberto trema è un punto a favore, però sarebbe meglio utilizzare vocaboli che di volta in volta aggiungono qualcosa; l’italiano è una lingua dove, a conti fatti, non esistono sinonimi, ma solo termini molto somiglianti che tuttavia hanno ognuno le proprie sfumature peculiari. Invece di usare sempre il solito tremare, sarebbe interessante scegliere aggettivi, sostantivi e verbi che rimandino tutti alla stessa azione, ma non siano propriamente uguali, ad esempio puoi variare queste tre forme mantenendo tremava, che come verbo dà molto bene l’idea di quello che vuoi trasmettere, ma sostituendo tremolio e tremante con brivido e scosso. Sono solo consigli, ovviamente, puoi scegliere i termini che più ti piacciono. Ultimo appunto che ho da fare in questo contesto, è la ripetizione di “però” che ho trovato qui: “però, ha una parte di verità. [...] Sotto quelle macerie appuntite, però, non poteva muoversi.” Sebbene siano separati da una breve frase, leggendo si nota comunque la vicinanza di questi avverbi e ciò inficia un po’ l’andamento della frase (a proposito, il primo però va racchiuso tra due virgole, dato che è un inciso). Invece, quasi alla fine del testo, ho trovato un’espressione che ti consiglio di cambiare: “Era nudo, sull’asfalto in mezzo alla strada, così come la macchina dei due stupratori, in fiamme.”; da come è formulata la frase, infatti, sembra che la macchina degli stupratori sia nuda, non in mezzo alla strada come invece evidentemente intendevi; basta inserire un verbo, come “steso”, o “abbandonato”, prima di “in mezzo alla strada”, cosicché l’attenzione del lettore si concentri sulla nuova informazione, e cioè che Roberto si trova in mezzo alla strada, e abbandoni quella vecchia, e cioè che Roberto è nudo; in questo modo, il paragone con la macchina può essere riferito al giusto termine. Parlando del lessico, ho già accennato qualcosa prima, ma ora approfondisco il discorso. In questa frase [L’ultima cosa che Roberto percepì era un senso di unto accarezzargli l’interno coscia, mentre un bulbo oculare si stava letteralmente oscurando prima di far perdere i sensi al giovane.] non trovo che il termine “bulbo oculare” sia veramente azzeccato, sarebbe meglio sostituirlo. Hai già usato occhi poco più sopra, potresti optare per “vista”, ad esempio. Qui, invece, [Stava piangendo, accarezzando quei capelli diventati biondi con quelle braccia, piene di lividi violacei ed enormi, quasi color melma.] l’uso ripetuto dell’avverbio quello (quei capelli/quelle braccia), sebbene differentemente declinato, appesantisce molto la frase e ti consiglierei di eliminarne uno. Inoltre, non ho sinceramente compreso un dettaglio: prima dici che i lividi sono violacei, poi che sono color melma. A me sembra che ci sia una contraddizione, il viola e il colore della melma non sono nemmeno simili. Ultimo dettaglio, poi giuro che ho finito: “Provò ad usare una mano, per alzarsi”. La virgola dopo mano non serve.
Caratterizzazione dei personaggi: 8/10
L’unico personaggio “di spicco” che appare è Roberto. Mi è piaciuto molto l’incipit in medias res che ce lo presente già sul marciapiede, pronto a vendersi per riuscire a scappare, e i dettagli lasciati qua e là che contribuiscono a dare un background al protagonista (di questo punto parlerò anche nella parte dello sviluppo della trama). Non lo vediamo mai veramente convinto delle sue azioni, ma quando si ferma la macchina davanti a lui anche quel poco di sicurezza che aveva viene meno e lo vediamo impaurito, tremante tra le mani dei suoi aggressori. Mi è piaciuta molto l’idea di fargli uccidere i tre uomini, l’ho trovata suggestiva, almeno quanto l’ultima frase che è davvero stupenda. Roberto sorride dopo aver ucciso: sembra un gesto spietato, ma noi sappiamo che il suo omicidio rappresenta una sorta di “giustizia divina”, considerato che razza di persone siano le sue vittime, e questa ipotesi è avvalorata dal fatto che lui sia diventato un angelo. Questa sua trasformazione finale la vedo come una sorta di liberazione; quando ancora le ali non erano spuntate, gli provocavano dolore e accrescevano la sensazione di occlusione che gli dava la sua situazione; una volta toccato il fondo – e cioè la prostituzione – riesce a far spuntare quelle ali che tanto a lungo lo avevano tormentato, e in queste ali che simboleggiano di per loro la libertà, io voglio vederci anche un’allusione al fatto che il nostro Roberto possa trovare una via d’uscita e, finalmente, risalire dal baratro in cui si trova. Avendo le ali, può spiccare il volo anche metaforicamente. I personaggi secondari, invece, li ho trovati un po’ deboli. Certo, sono di nicchia rispetto al protagonista, però mi sono sembrati molto stereotipati dalle poche righe in cui compaiono e agiscono, e sebbene alcuni dettagli mi avessero fatto sperare in un accenno un po’ più convinto di caratterizzazione, le mie aspettative sono state deluse. È una scelta discrezionale dell’autore, ovviamente, però penso che con qualche elemento descrittivo in più non avrebbero oscurato la presenza centrale di Roberto, ma solo dato un’atmosfera più suggestiva all’intera storia.
Sviluppo della trama: 7/10
La storia si presenta come uno spaccato della vita di Roberto poco prima che completi la sua trasformazione in angelo, ed è chiaramente autoconclusiva, quindi ha un inizio, uno sviluppo ed un finale, ma cercherò di spiegarti perché ti ho tolto qualche punto. Innanzitutto tu dissemini particolari della vita passata del protagonista all’interno del testo, ma poi non ce li spieghi; il tentativo di dare un alone di mistero, incuriosendo senza dare spiegazioni complete, non è del tutto riuscito perché le allusioni che inserisci il lettore non le può capire. Ad esempio, la frase: “[…] non lasciavano altro che il segno di un qualcosa che lui aveva fatto. Di nuovo.” Di nuovo vuol dire che aveva già ucciso qualcuno? Quando? E perché? È discrezione dell’autore se dare risposta a tutte queste domande o meno, ovviamente, ma la frase perde nel testo di incisività perché quel di nuovo non rimanda a nulla, nella mente del lettore. Se avessi inserito qualche piccolo particolare in più, ad esempio un suggerimento al fatto che Roberto in passato abbia commesso qualcosa di simile, senza cadere nei particolari, ma dandone solo avvisaglie, sarebbe stato perfetto; avendo letto di un precedente simile, infatti, all’inizio della storia, quel di nuovo avrebbe risvegliato la consapevolezza facendo scattare un meccanismo in chi legge.
La trama della storia di per sé è molto semplice, ma lascia interrogativi che denotano più una confusione generale che una curiosità nel saperne di più: sono veramente troppe le domande a fine lettura per considerare il tuo un espediente letterario. Diciamo che, per lasciare il famoso alone di mistero, a parer mio hai un po’ esagerato con le questioni lasciate in sospeso.
Bonus: 3/4
Su questo punto ho ben poco da dire, la morte degli aggressori è a tutti gli effetti un avvenimento cruciale all’interno della storia, in quando è l’elemento scatenante della trasformazione di Roberto. Le vittime sono personaggi secondari ed è il protagonista ad ucciderle, quindi il punteggio è 3.
Gradimento personale: 0.5/1
Non ti do punteggio pieno non perché la storia non mi sia piaciuta, ma perché, come ti ho detto, il finale lascia fin troppi interrogativi. Non perché sia un finale aperto, anzi, l’ho trovata una scelta molto azzeccata quella di concludere in questo modo, ben si adatta all’atmosfera sognante che permea l’intera fan fiction, ma perché non risponde a nessuna delle domande che mi ero fatta mentre leggevo. Per il resto, mi è piaciuta molto la caratterizzazione di Roberto e ho apprezzato la correttezza generale dello scritto, quindi ho optato per un punteggio “medio”: mi sono piaciute alcune parti, altre non le ho apprezzate del tutto, ma resta comunque un testo molto valido.
Totale: 34/45

Recensore Master
17/02/14, ore 20:37
Cap. 2:

Recensione-valutazione valida per il contest "Contest basato sull'idea di fanfiction di fanfiction " indetto sul forum di EFP:
Grammatica e ortografia: 10/10
Mi pare di non aver visto nulla di rimarchevole che valesse la pena di essere segnato in questo aspetto della valutazione.
Stile: 10/10
Piano e asettico, particolarmente adatto ai contenuti foschi della vicenda, sembra si stia parlando di cose, non di persone e infatti il protagonista si sente poco meno di un oggetto,questo stile apparentemente così freddo si concilia molto bene con lo sconvolgente finale..
Originalità: 8/10
Non male come storia di riscatto da una condizione di paria, anche se qui c’è stato un caso che può essere definito (è proprio il caso di dirlo…) un Deus ex machina, anzi il “Deus” è stato proprio lui, la “machina” (dei malcapitati “clienti”) l’ha distrutta, ma trattasi di un meccanismo narrativo che per forza di cose non brilla per originalità.
Gradimento personale: 8/10
Lo ammetto, sarà un mio limite, ma non credo di averla capita, o almeno non del tutto, ribadisco che sarà stato un mio limite (probabilmente non mi piacciono molto questo tipo di storie, o forse mi è sfuggita la ratio di fondo della vicenda; insomma il protagonista da “ragazzo di vita” pasoliniano diventa un’entità sovrannaturale, il problema è che non riesco a capire il procedimento che porta a questa “metamorfosi” (a meno che non il protagonista sia una specie di versione maschile delle haibane…), inoltre, se si suppone che sia diventato un “angelo” o entità a esso assimilabile, c’è da notare che si comporta nel suo ruolo di “sterminatore”, evidentemente quei tangheri che volevano far del suo corpo il loro sollazzo avevano da tempo smarrito la “diritta via”, ma quella scena degna di un mattatoio comunale dà un aspetto dell’angelo piuttosto diverso da quello che l’immaginario popolare gli attribuisce (specialmente alla luce della nuova angelologia che si è diffusa sull’onda dello spiritualismo new/next age), insomma, dovrebbe essere una guida per gli erranti, in questa storia mostra invece che quelli hanno davvero capito i loro errori, ma in maniera troppo drastica.
A meno che quello che si vede non sia un angelo nel senso comune del termine, ma una sorta di organismo che dalla forma lo richiama, ma che non c’entra nulla con la tradizione loro attribuita, se non per una coincidenza esteriore e per certi versi fortuita.
Altro opportunità su cui ho riflettuto prima di scrivere questa parte della valutazione è che il tapino potesse essere un “angelo” già prima, ma che per qualche motivo è stato costretto a incarnarsi in un essere mortale, ma non ci sono appigli per sostenerla.
In questo scenario e con questi dubbi, non ho potuto dare un voto più alto di quello visibile in alto.
Caratterizzazione dei personaggi: 4/5
Ho letto la ff da cui è stata tratta la presente, ma devo dire che il personaggio presente colà non mi sembra del tutto simile a quello che compare in questa, là mi sembrava molto più ingenuo, per non dire un pivello, qui invece appare più maturo, certo si può spiegare con il quadro temporale spostato in avanti di una x unità di tempo rispetto all’altra storia, che può portare a dei cambiamenti, necessari data l’ambientazione da legge della giungla (metropolitana) ove si muovono i personaggi.
Anche se non eticamente corretto, un po’ mi dispiace per quei tangheri, credevano di trascorrere una serata diversa, in effetti è stato così, peccato che sia stata anche l’ultima, se il contesto non fosse drammatico, si potrebbe dire che erano andati per suonare….
Attinenza al tema: 5/5
Anche da questo punto di vista direi che l’idea iniziale del contest è stata pienamente rispettata, ergo bisogna attribuire e attribuisco il voto massimo per questo aspetto del giudizio.
Totale: 45/50

Recensore Veterano
10/12/13, ore 16:48
Cap. 3:

Son of a preacher man: 27/30

Grammatica: 5/5
Non ho notato alcun errore di grammatica in questo capitolo! Ottimo!

Stile: 4,5/5
Di stile ho notato un paio di imperfezioni: per prima cosa i bulbi oculari. Quest'espressione deve piacerti proprio, la metti quasi sempre! In ogni caso era meglio mettere "perdersi nei tuoi occhi" o qualcosa del genere. Non mi sembra che tu l'abbia messo prima nè dopo, potevi approfittarne. E l'altro piccolo errore è stato "una rosa rossa, affrettata". Le rose non si affrettano, quindi forse "comprano frettolosamente una rosa rossa", o qualcosa del genere.

Originalità: 5/5
Ecco, questa storia mi ha colpita molto. All'inizio mi sono immaginata questa misteriosa voce parlante come una donna che osserva il nostro fiorista, lo osserva e basta. E niente, parla del suo amore per lui, di ciò che ha provato parlandogli la prima volta, che è felice e tutto quanto. È stata la fine a colpirmi molto, quando accenni alla povertà della donna. Mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa di più su di lei, la sua voce rimane vaga e il lettore ha molte domande. Da un lato va bene, è giusto così. In fondo non stiamo parlando di lei, ma sempre di lui.

Ambientazione e atmosfera: 4,5/5
Devo ammettere di essere rimasta molto colpita da come hai trattato i sentimenti della nostra donna misteriosa. Hai espresso l'amore che lei prova nei confronti del fiorista con frasi che sono un po' cliché e un po' grandi verità. Penso che una persona che non abbia mai amato non saprebbe descrivere bene certe sensazioni, a meno che non abbia una grande immaginazione e sensibilità. Mi è molto piaciuto il clima di tranquillità dell'autobus, delle luci fredde e soffuse, del buio fuori che scorre indistintamente.

Vicenda: 4/5
In realtà non succede molto in questo capitolo. C'è semplicemente lei che parla del suo amore, e l'ho trovato davvero bello e poetico, anche se in realtà l'unica azione vera e propria è il gesto di dare le monetine. Comunque mi è piaciuto tanto.

Gradimento personale: 4/5
So che sembra bassino ma ammetto la verità: lo scorso capitolo mi era piaciuto molto di più e mi aspettavo che restassi su quel tenore, perché mi aveva appassionata e coinvolta molto. Qui torniamo al ragazzo tranquillo col cappello di paglia, sempre all'ombra, che maneggia fiori e sembra innocuo. Non fraintendere, mi è davvero piaciuto come hai trattato i sentimenti della donna nei suoi confronti, però è anche un po' statico.

Nuovo recensore
23/11/13, ore 21:07
Cap. 3:

Ho scoperto la tua storia su facebook e leggendola me ne sono subito innamorata.
Adoro il tuo modo di scrivere e vorrei essere brava come te. Non vedo l'ora che pubblichi il nuovo capitolo, vorrei sapere chi è questa ragazza innamorata del fioraio e chi è veramente l'uomo.
A presto.
Liz.

Recensore Master
23/11/13, ore 15:40
Cap. 3:

ma che capitolo triste...triste è la parola giusta?
non lo so,
comunque sia, chi è questa persona che racconta?
a quanto pare è innamorata del nostro fiorista o forse ossessionata?
lui invece non sembra essersi accorto di nulla...chissà :/
vabbé la pianto con le mie domande, al prossimo capitolo!

Recensore Master
23/11/13, ore 15:36
Cap. 2:

rieccomi
mmmm
quindi, è un angelo che non sa gestire i suoi poteri e diventa una specie di demone perché uccide esseri umani?
vabbè,
questo flash è interessante, adoro le cose che fanno capire meglio un personaggio.
La frase finale mi ha messo un pochino i brividi così come l'immagine!!

Recensore Master
23/11/13, ore 15:31

ciao compagno di contest!
arrivo in ritardo, lo so, ma il tempo è il mio nemico giurato!
bè certo vedere un fioraio a piedi nudi non dovrebbe sconvolgere, non quando hai visto un ciclista andare in bicicletta in mutande nel mese di novembre...ma perché sto dicendo questo?
ah si, perché io non so fare recensioni serie u.u
mmmmm
piedi nudi e sole
mmm
sole
vampiro? demone?
lo scopriremo solo leggendo vero?
e bene io vado a leggere!

Recensore Master
25/10/13, ore 12:18
Cap. 2:

Eccomi!!
Ed ecco un triste scorci del passato del nostro protagonista, un ricordo che ci hai mostrato in modo molto intenso, dire, nonostante la tematica un po' delicata. Mi viene da supporre che il ragazzo (?) si sia ritrovato da solo a causa dei suoi poteri e che sia sia ritrovato costretto a prostituirsi... oppure meditava già vendetta per qualche motivo contro quei due uomini ed era tutto premeditato. Mi hai messa un po' in crisi XD però sono curiosa di leggere il resto. Lo stile è impeccabile, davvero scorrevole da leggere e l'argomento mi intriga parecchio.
A presto!

Recensore Master
21/10/13, ore 22:15
Cap. 2:

Direi che questo rappresenta angelo e il precedente il demone. Ancora non conosco i personaggi.
Non ho capito chi ha salvato. Il concetto salvarsi da solo non è nella parola salvataggio, ma nella parola salvarsi e fosse questo secondo caso quello che intendevi ti devo dire che il prompt non è rispettato. Era meglio se usavi demone.
Correzioni:
La sigaretta sostava tra quelle sottili labbra come un termometro [io lo metto sotto il braccio, in bocca va ai cavalli], oggetto molto più consono all’età e all’esile statura del ragazzo moro.
fare è maledirsi per la stupidità e ingenuità che si è dimostra tata [?] in precedenza.
Non riusciva a capacitarsi dell’accaduto.
[;] Ma i cadaveri poco distanti dei suoi due clienti, privi di testa e arti, non
(Recensione modificata il 21/10/2013 - 10:17 pm)

Recensore Master
21/10/13, ore 22:04

Prompt rispettato a metà, sarebbe meglio cambiare in prompt luce visto che è il vero punto fermo.
Il personaggio finora mi è parso piatto, la scena è più uno stereotipo che attacca la società.
Correzioni:
- Devo prendere dei semi di margherita. [-]
Io annuisco, indicando con l'indice il distributore di bustine alla mia sinistra

Recensore Junior
15/10/13, ore 22:50
Cap. 2:

Ed eccomi di nuovo quì compagno do contest!

Si, sono io,  quella svitata della Sorella Grimm.
Che dire, scrivi sempre benissimo e questa stupenda immagine iniziale trascina molto bene all'interno del capitolo.
Cavolo, con questa storia partecipi addirittura a 3 contest, cavolicchio di bruxelles!! Sei proprio un instancabile contestomane!
Parlando della trama, mi piace molto questo tuo modo di porre ogni capitolo come un cammeo a se, vero, non c'è molta continuità nella trama in apparenza, ma è come uno scoprire pian piano qualcosa... qualcosa di indefinibile ancora ma che esiste.
Spero di non dire castronerie ma il personaggio del primo capitolo e questo sono diversi? O forse sono lo stesso? Però non mi sembrava devo dire, anche per quel fatto della luce che lo ''rivelava'' e invece quì esplode la sua energia diversamente. 
Correggimi se sbaglio ti prego, voglio davvero chiarirmi questo dubbio.
Devo dire che in alcuni punti mi sono un pochino persa ma ho comunque apprezzato molto il brano.
La tematica delicata che hai sfiorato è resa benissimo, tangibile, e questo lato sovrannaturale è molto presente anche nella ''normalità'' che ci hai posto davanti.
Ti chiedo però un altra cosa. Non prenderla come una domanda critica o altro ma davvero non ho pienamente afferrato.
Il capitolo parla di ricordi, ma, almeno per quanto mi sembra, cita solo il ricordo ( ed anche non specificato ) di un evento traumatico, probabilmente simile a quello che poi accade, inerente i suoi genitori. Era così? Oppure quello che avviene è il passato? O_O Questa è una delle cose che mi sono persa.
Ma buchi neri a parte mi è comunque piaciuto molto questo capitolo.
Al prossimo!!
 
Sorellina Grimm

Recensore Junior
03/10/13, ore 17:08

recensione n°2
Guarda, la storia mi è piaciuta, solo che sono un po' confusa... Qual è il vero senso del racconto? Di cosa volevi scrivere?
Mi sembra solo una slice of life che non dice nulla. Non che sia scritta male, la tua bravura resta e rimarrà sempre, ma non ho capito il fine di questa storia D:
Poi avrei un'altra domanda: come mai hai messo come avvertimenti "tematiche delicate" e "violenza"? (giusto per curiosità)
Ovviamente la bandierina resta verde perchè il tuo stile è troppo adatto per ogni tipologia di scritto ahaha
a presto,

_Sebba

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