Recensioni per
Venezia, hotel Cipriani
di evenstar
Storia straordinaria! Davvero bellissima. Hai riempito benissimo il vuoto di quel ricordo del Cipriani. La storia è scritta molto bene, si legge piacevolmente e dà una nuova prospettiva nella quale leggere il personaggio di Pepper. E Tony è sempre Tony! Ti rinnovo i miei complimenti per il tuo lavoro. |
E' la prima volta che entro nel fandom di Iron man e ho trovato questa meravigliosa storia! |
Ciao! Mi è piaciuta molto questa tua versione dei fatti, nel fandom ci sono diverse storie al riguardo ed è bello vedere come ognuno ha immaginato differentemente la vicenda. L'idea di continuare la scena sull'aereo l'ho trovata molto originale, cosí come la scelta di narrare in prima persona. In questo modo le emozioni e i sentimenti risaltano subito al lettore. I personaggi come sempre li ho trovati molto IC, anche nel momento confidenziale fra i due per le vie di Venezia. Personalmente non sono mai riuscita a immaginare Tony che racconta della sua infanzia, nè a Pepper né a nessun altro, peró mi è piaciuto molto come hai gestito la situazione in un contesto, almeno per me, un po' atipico. L'idea delle maschere infatti la trovo molto originale e azzeccata, in quanto quando si è in qualche modo "coperti" è piú semplice mostrarci agli altri e far emergere un'altra parte di noi. Non so se l'hai fatto di proposito, oppure è semplicemente una cosa che ti è venuta in mente, ma riguardo a quest'ultimo aspetto mi hai fatto pensare a Tim Burton. In genere nei suoi film si riprende molto questo tema e le maschere, pur facendoci diventare altre persone in realtá ci aiutano a svelare un'altra parte di noi. In ogni caso ti faccio tanti complimenti e lascia perdere i miei vaneggiamenti, anche perchè credo che Tim Burton con l'universo Marvel c'entri ben poco :P A presto :D |
Il “quel che accadde a Venezia” è uno spunto narrativo, secondo me, magnifico (forse perché mi piace immaginare Tony e Pepper assieme in quella città. Non ci sono mai stata, ma lo trovo, per loro, un contesto splendido) e sono sempre contenta di poter leggere la versione dei fatti altrui (soprattutto quando si tratta di autori capaci di maneggiare bene la coppia e creare degli scenari plausibili e tu rientri senza dubbio nella categoria). Inoltre, come ben sai, adoro le storie che indagano il “pre” (che non sono tante come si potrebbe pensare o almeno, per il mio desiderio di leggerne, non sono mai abbastanza) e che riescono a mostrare con efficacia lo stato potenziale di un legame, lasciando intuire quel che diverrà in atto. Questa lunga premessa non ha lo scopo di annoiarti, ma di farti capire con quanto interesse ed entusiasmo mi sia apprestata a leggere questo lavoro. Ora che l’ho concluso, posso dire che le aspettative che nutrivo non sono state affatto tradite, anzi. Quel che più mi è piaciuto di questa storia è sicuramente il modo in cui hai raccontato Tony e Pepper: senza filtri, a pelle nuda, andando oltre le apparenze (ed i ruoli). Ho trovato l’utilizzo della prima persona azzeccatissimo proprio per questo motivo: il racconto di Pepper è estremamente intimo, è una sorta di confessione. Le hai dato doppiamente voce: scandagliandone i sentimenti ed i pensieri e facendola parlare in prima persona. Un’impostazione coerente e molto ben riuscita. Un altro espediente che, a mio avviso, ha valorizzato la storia è quello delle maschere. Non le hai tirate in ballo a caso, ma gli hai conferito una valenza simbolica (o meglio, più valenze simboliche) che rappresenta il filo conduttore del racconto (per come l’ho interpretato io): la maschera serve a dissimulare e mutare, è uno strumento mediante il quale nascondersi e diventare qualcos’altro. Tu hai tenuto presenti entrambi gli aspetti e li hai sfruttati benissimo, ma quello che più mi ha colpita (e che dona alla trama grandissima originalità) è il capovolgimento che avviene nel finale: la maschera è quello che i due personaggi sono in realtà. Non cela, ma rivela. È un paradosso bellissimo, per il quale ti rivolgo i miei più sentiti complimenti. |