Recensioni per
Venezia, hotel Cipriani
di evenstar

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
09/11/13, ore 23:51

Storia straordinaria! Davvero bellissima. Hai riempito benissimo il vuoto di quel ricordo del Cipriani. La storia è scritta molto bene, si legge piacevolmente e dà una nuova prospettiva nella quale leggere il personaggio di Pepper. E Tony è sempre Tony! Ti rinnovo i miei complimenti per il tuo lavoro.
Fragolina

Recensore Junior
27/10/13, ore 15:23

E' la prima volta che entro nel fandom di Iron man e ho trovato questa meravigliosa storia!
Ti faccio i miei complimenti perchè scrivi benissimo, semplice, corretto e molto fluido e poi il modo in cui descrivi questi due è fantastico! Questa coppia mi ha proprio colpita, dieci anni a lavorare insieme e questa continua complicità li rende dolcissimi, nonostante tony cerca in tutti i modi di "scioglierla". Anche io ho sempre immaginato la loro vacanza a Venezia e il tema del carnevale mi sembra più che azzeccato!
- Per questa sera… lasciamo qui il boss e l’assistente. Siamo solo… noi – mi dice.
Ho assolutamente adorato questa scena! Tony e Pepper, non più capo e assistente! I loro continui scambi di battute, le loro impressioni, il modo in cui dialogano e le barriere che riescono ad abbattere parlando della loro vita: da bambini, da adolescenti e da adulti. 
- Mi sento un po’ strano con una maschera sulla faccia, mi sembra di essere tornato bambino quando giocavo a fare il supereroe mascherato.
- Lei giocava? – chiedo senza riuscire a trattenere una risata, ma non di scherno solo perché mi sembra strano immaginare Tony Stark bambino che fa cose normali come giocare.
- Le sembrerà impossibile, Pepper, ma sono stato bambino anche io – 
Qui mi sono proprio sciolta *__* ti faccio ancora i miei complimenti, vado a leggere qualcos'altro di tuo!
​Baciii :)

Recensore Master
18/09/13, ore 13:34

Ciao! Mi è piaciuta molto questa tua versione dei fatti, nel fandom ci sono diverse storie al riguardo ed è bello vedere come ognuno ha immaginato differentemente la vicenda. L'idea di continuare la scena sull'aereo l'ho trovata molto originale, cosí come la scelta di narrare in prima persona. In questo modo le emozioni e i sentimenti risaltano subito al lettore. I personaggi come sempre li ho trovati molto IC, anche nel momento confidenziale fra i due per le vie di Venezia. Personalmente non sono mai riuscita a immaginare Tony che racconta della sua infanzia, nè a Pepper né a nessun altro, peró mi è piaciuto molto come hai gestito la situazione in un contesto, almeno per me, un po' atipico. L'idea delle maschere infatti la trovo molto originale e azzeccata, in quanto quando si è in qualche modo "coperti" è piú semplice mostrarci agli altri e far emergere un'altra parte di noi. Non so se l'hai fatto di proposito, oppure è semplicemente una cosa che ti è venuta in mente, ma riguardo a quest'ultimo aspetto mi hai fatto pensare a Tim Burton. In genere nei suoi film si riprende molto questo tema e le maschere, pur facendoci diventare altre persone in realtá ci aiutano a svelare un'altra parte di noi. In ogni caso ti faccio tanti complimenti e lascia perdere i miei vaneggiamenti, anche perchè credo che Tim Burton con l'universo Marvel c'entri ben poco :P A presto :D

Recensore Master
15/09/13, ore 16:41

Il “quel che accadde a Venezia” è uno spunto narrativo, secondo me, magnifico (forse perché mi piace immaginare Tony e Pepper assieme in quella città. Non ci sono mai stata, ma lo trovo, per loro, un contesto splendido) e sono sempre contenta di poter leggere la versione dei fatti altrui (soprattutto quando si tratta di autori capaci di maneggiare bene la coppia e creare degli scenari plausibili e tu rientri senza dubbio nella categoria). Inoltre, come ben sai, adoro le storie che indagano il “pre” (che non sono tante come si potrebbe pensare o almeno, per il mio desiderio di leggerne, non sono mai abbastanza) e che riescono a mostrare con efficacia lo stato potenziale di un legame, lasciando intuire quel che diverrà in atto. Questa lunga premessa non ha lo scopo di annoiarti, ma di farti capire con quanto interesse ed entusiasmo mi sia apprestata a leggere questo lavoro. Ora che l’ho concluso, posso dire che le aspettative che nutrivo non sono state affatto tradite, anzi. Quel che più mi è piaciuto di questa storia è sicuramente il modo in cui hai raccontato Tony e Pepper: senza filtri, a pelle nuda, andando oltre le apparenze (ed i ruoli). Ho trovato l’utilizzo della prima persona azzeccatissimo proprio per questo motivo: il racconto di Pepper è estremamente intimo, è una sorta di confessione. Le hai dato doppiamente voce: scandagliandone i sentimenti ed i pensieri e facendola parlare in prima persona. Un’impostazione coerente e molto ben riuscita. Un altro espediente che, a mio avviso, ha valorizzato la storia è quello delle maschere. Non le hai tirate in ballo a caso, ma gli hai conferito una valenza simbolica (o meglio, più valenze simboliche) che rappresenta il filo conduttore del racconto (per come l’ho interpretato io): la maschera serve a dissimulare e mutare, è uno strumento mediante il quale nascondersi e diventare qualcos’altro. Tu hai tenuto presenti entrambi gli aspetti e li hai sfruttati benissimo, ma quello che più mi ha colpita (e che dona alla trama grandissima originalità) è il capovolgimento che avviene nel finale: la maschera è quello che i due personaggi sono in realtà. Non cela, ma rivela. È un paradosso bellissimo, per il quale ti rivolgo i miei più sentiti complimenti.
Come al solito, ho trovato impeccabili i dialoghi: più seri, questa volta, com’era richiesto dalla tipologia di storia (ma gli sprazzi di sarcasmo non sono mancati e come sempre li ho apprezzati tantissimo), densi e molto intimi (ecco perché, all’inizio, ho parlato personaggi presentati a pelle nuda). Inoltre, mi son piaciuti da morire i cenni che hai fatto all’ambientazione.

“Usciamo e in breve il mio malumore viene cancellato dalla folla festante, dai colori e dalla partecipazione delle persone. Non è una sfilata di maschere, è la città stessa che si maschera, si trasforma e abbandona il grigiore delle case e dei ponti per un caleidoscopio di colori. Maschere tradizionali elaborate passeggiano accanto all’ultimo eroe di cartoni animati, uomini, donne e bambini, nessuno è più se stesso, ma si trasforma magicamente in quello che vuole essere. In breve, stranamente trascinata anche dal buon umore di Tony, mi lascio prendere da quella folla festante e mi dimentico l’efficienza e la serietà finendo persino per farmi convincere ad acquistare una maschera elaborata, azzurra e bianca, da indossare alla festa prevista per la serata”.

Mi riferisco in particolare a questo stralcio. È magnifico.
Brava, brava, brava *cuore*