Recensioni per
Ragazzo Sorriso e Lenticchia: la triste storia di un vicolo cieco
di Shomer

Questa storia ha ottenuto 39 recensioni.
Positive : 39
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
07/01/16, ore 05:48

Non puoi capire quanto io stia male, quanto non riesca a farmene una ragione, quanto cerchi disperatamente di trovare una soluzione, un rimedio, una fine, non per forza in grande stile, semplicemente quello che si meritavano Janis e Mara. Una fine diversa. Come quella che si meritavano Febri. Mi sono arrabiata così spesso con Mara, perché non si è accorta nulla, perché ha dato per scontato il suo amico, perché è stata egoista, non riuscendo a concentrarsi su nient'altro che Janis. E alla fine? Alla fine gli è scivolato dalle mani, e il loro dolore è diventato il mio. Ho odiato così tanto Janis, ho sentito le viscere contorcersi a sapere del bacio con Gaia e di tutto il resto. Ho odiato il fatto che ha dato una speranza a Mara, sapendo che alla fine sarebbe stata delusa. Questa storia è logorante e ti lascia l'amore in bocca e un buco nel petto. Ma io mi chiedo.. Se dei personaggi possono diventare così reali, se il dolore dei protagonisti riesce a toccarti il cuore e a farti immedesimare, se ciò che scrivi riesce a far commuovere e a smuovere le emozioni di un lettore, cosa conta la grammatica? Non serve a nulla la perfezione. L'importante è trasmettere qualcosa. E tu a me hai trasmesso fin troppo. Grazie. Nella mia mente continuerò a immaginare che Mara sia tornata l'anno successivo e che Jenis l'abbia aspettata sul muretto davanti casa, con un bimbo che ha i suoi stessi capelli e lo stesso modo di sorridere. Che si siano abbracciati, con la consapevolezza che il loro legame è più forte di qualsiasi cosa e che avranno il loro spazio per viverlo, nonostante tutto.

Recensore Junior
04/07/15, ore 23:22

La tua storia mi ha colpita molto, tant'è che va dritta dritta nelle preferite. Mi piace moltissimo il tuo stile, scorrevole e coinvolgente. I personaggi di Mara e Janis sono veri, sono persone, con i loro difetti e le stranezze, tutte le sfumature che ha un'animo umano. Così come quelli degli amici e delle persone che li circondano, tutti con uno spessore, non semplici macchiette di contorno. Il viaggio di Lenticchia e Ragazzo Sorriso è iniziato male e finito peggio, perché per un amore come il loro, in questa situazione, non poteva avere un lieto fine. Non è un film, è la vita vera, tangibile. Insomma, i capitoli sono una coltellata dietro l'altra e l'epilogo rigira la lama nella piaga. Mi hai fatto molto commuovere ed emozionare.
Lyris

Recensore Master
23/01/15, ore 18:41

Ciao!
Ti avevo detto che ci avrei messo un po' a passare, ma alla fine ce l'ho fatta.
Premetto che non sono una fan delle storie drammatiche, tuttavia devo ammettere che questa mi è proprio piaciuta. In effetti, il finale mi sembra molto naturale e reale, come hai detto tu stessa, non cedo che sarebbe potuta finire in maniera diversa da questa.
La storia non è affatto confusionaria, anzi, sembra un film che si giostra su due piani diversi, il passato ed il presente. Forse, la cosa che mi è piaciuta più di tutte è che il tuo dramma è stato misurato, ma non per questo poco credibile.
Ho apprezzato molto il taglio di transizione che hai adorperato, mi spiego meglio.
I tuoi personaggi sono nella fascia dei venti, non sono più adolescenti, ma non sono nemmeno adulti. Quindi non vivono quell'amore dannato e che è estremamente egoistico, seppur ancora non siano capaci di vedere solo il bene dell'altro. Sono insicuri, pieni di dubbi e paure, chi più chi meno. Stanno camminando verso l'età più matura ed approvo il fatto che alla fine della storia abbiano preso più consapevolezza di sé, seppur non totalmente.
Nella fattispecie, mi sono piaciuti molto i due protagonisti, che si completano a vicenda. Janis e Mara sono capaci di compensarsi ed il fatto che siano vissuti insieme si da piccoli li ha resi necessari l'uno all'altro. In una delle considerazioni di Mara, ho ritrovato anche il perché di questo attaccamento verso il cugino, quando parla della difficoltà di aprirsi verso persone nuove. Ha paura di perdere qualcuno e non solo, ha paura di ampliare il suo mondo, in un certo senso.
Non è da escludere che conoscerà qualcun altro, in futuro, senza pregiudicare i sentimenti che ha nutrito (e che forse continuerà a nutrire verso Janis). Probabilmente, nessuno potrà mai prendere il posto del cugino, ma non è detto che non possa trovare anche lei una sorta di equilibrio spirituale. Ripeto, è proprio questo che mi è piaciuto della tua storia, questo dramma così reale, ma non esagerato. Le ferite dell'animo si sentono e sono tangibili, quindi, quando dico "non esagerato", non voglio dire "all'acqua di rose", bensì "reale". è qualcosa che tutti noi abbiamo provato, crescendo. Si scopre la verità e si vorrebbe tornare indietro, anche se non è più possibile. Si cambia durante la crescita, si muta. Si acquisiscono consapevolezze diverse, si fanno esperienze che confluiscono in quella che viene definita "saggezza".
Janis è un personaggio inquieto, che ha movimentato tutta la storia, anche se il personaggio maschile che ho preferito più di tutti è Rob, seguito da Febri. Rob è un uomo che può permettersi di parlare, perché ha l'esperienza che dicevo prima, mentre Febri rappresenta un po' quel lato "debole" (lo metto tra virgolette perché non è proprio il termine adatto, ma non me ne viene uno migliore) che risiede in tutti noi.
A dire il vero, ho riscontrato una buona dose di apatia in tutti i personaggi giovani che ci hai presentato, questa completa incapacità di cambiare. Questo è un tema che adoro, giacché è il tema portante di "Eveline" del mio adorato Joyce.
Riassumendo questo sproloquio (spero di essere stata chiara, a volte sono davvero confusionaria), posso dirti che hai meritato appieno di vincere il contest. Ammetto che se ci fosse stato da leggere di più nei sarei stata contenta. Sono un'amante delle storie lunghe e quando una mi piace parecchio vorrei finisse il più tardi possibile.
I miei complimenti te li meriti tutti, dato che, come dicevo in apertura, non amo troppo questo genere di storie, eppure la tua ha saputo coinvogermi e sorprendermi.
Un ultimo appunto te lo faccio su Gaia: sinceramente, credo che se la sia presa troppo, d'altra parte credo che la colpa maggiore ce l'avesse Janis, seppur devo dire che le ragazze sanno essere piuttosto vendicative e sanno legarsi le cose al dito. Mi viene da chiedermi se Gaia fosse davvero amica di Mara o se non vi fosse legata più per il fatto che fosse cugina di Janis e parte integrante della compagnia. Non voglio denigrarla, però si è visto come è andata a finire. Alla fine, si può dire che abbia -quasi- ottenuto quello che voleva.
Ovviamente, credo che qui giochi un ruolo fondamentale l'età dei personaggi che (lo ripeto per l'ennesima volta) non sono ancora adulti. Anche se è vero che certe persone restano immature anche a settant'anni, quindi è tutto relativo.
Il tuo stile è stato molto fluido e attinente alla tematiche trattate. Etereo. Ottimo anche il fatto che abbia inserito dettagli musicali e canzoni inerenti al periodo storico.
Dal punto di vista grammaticale e sintattico, non ho nulla da obiettare. La storia è molto corretta e ti faccio i complimenti anche per questo. L'unico neo che ho rilevato è un passato remoto impreciso: hai scritto insistei anziché insistetti (non mi ricordo il capitolo, forse il terzo). Ti consiglio di andarlo a correggere, giacché è un peccato che ci sia un'imperfezione verbale in questa bella storia.
Bene, ora credo di averti detto tutto.
Scusami se sono stata eccessivamente prolissa nella recensione, ma adoro scrivere pareri corposi e quando trovo materiale che lo permette (belle storie), mi lascio prendere la mano.
Saluti,
*Halley*
PS ho letto che ci sono due spin-off di questo racconto. Spero di avere tempo ed occasione per passarle a leggere in futuro! :)

Recensore Veterano
21/01/15, ore 20:07
Cap. 1:

Inizio dicendo che sono contentissima di avere 'mipiacciato' la tua storia sul gruppo delle recensioni, e che non riesco ancora a capacitarmi di non averla trovata prima. Da questo dedurrai che mi è piaciuta. SBAGLI. Mi è piaciuta ENORMEMENTE ahaha, dico davvero, e so che si tratta di un giudizio un po' affrettato, che avrò modo di approfondire proseguendo nella lettura, tuttavia ci tenevo a farti sapere che come primo capitolo l'ho davvero apprezzato.
Non l'ho trovato di 'rodaggio', o incompleto come a volte i capitoli d'introduzione di una storia possono essere, l'ho trovato completo in tutto e per tutto, e l'impressione che ho avuto per tutto il tempo è che tu volessi disseminare ogni frase di dettagli e indizi, come se volessi stuzzicarci senza dire troppo. 
Mi piace il fatto che tu abbia deciso di raccontare i personaggi 'senza raccontarli', ovvero partendo in medias res, senza sapere chi siano Lenticchia e Janis (peraltro, Janis è un nome un po' insolito per un ragazzo ma mi piace un sacco!), senza spiegare perché lei si trovi lì e soprattutto senza dirci subito che Janis è suo cugino - infatti, inizialmente ero convinta fosse il ragazzo di cui è invaghita, che poi in effetti è anche quello, mi pare di aver capito -, che cosa li ha allontanati per tanto tempo e che rapporto c'è/c'era tra di loro. 
"Non gli chiesi come stava lui, che cosa aveva fatto durante l'inverno e come si era sentito durante tutto quel tempo. Mi interessava, ovviamente, ma pensavo che una sua risposta avrebbe fatto stare male sia me che lui. Non volevo sapere niente di ciò che aveva fatto in mia assenza. E sicuramente neanche lui voleva sapere della mia vita lontano da casa. Non eravamo pronti per questo." 
Ecco che qui s'inizia a intuire che c'è qualcosa che non va, qualcosa che va oltre l'essere stati semplicemente lontani per tanto tempo, come se qualcosa si fosse incrinato, rotto, come se ci fossero troppe parole da dire e nessuno dei due avesse il coraggio di tirarle fuori. Poi, nella parte, per così dire, in flashback, è stata fatta chiarezza - o, meglio, hai lasciato intuire - su quello che era accaduto, su quello che aveva spinto  Lenticchia a non tornare per tutto l'inverno. Credo di avere intuito - correggimi se sbaglio - che Febri, il migliore amico di Janis, sia caduto in brutti giri - eroina, forse? -, che qualcosa abbia sconvolto per sempre l'equilibrio e la pace di quella cittadina e del loro gruppo di amici, e che sicuramente con il ritorno di Lenticchia questo equilibrio riprenderà a vacillare - il perché di questo, però devo ancora capirlo; immagino si saprà più avanti, quando approfondirai ciò che effettivamente è successo a Febri e in che modo ha coinvolto i due protagonisti.
E niente, anche l'ambientazione mi piace, soprattutto il fatto che si svolga a fine degli anni '80, un periodo di cui non ho propriamente nostalgia, non avendolo vissuto, ma che mi affascina un sacco. Una nota di merito va anche al tuo stile, scorrevole e coinvolgente, corretto nella costruzione delle frasi, con un ritmo ben regolare, scandito, che mi ha incollato allo schermo dalla prima e ultima riga. Non mi capita spesso di leggere cose di questo calibro sul sito e, ripeto, sono contenta di averti trovata! 
Ti lascerò sicuramente altre recensioni più complete nei prossimi capitoli, ora vado avanti nella lettura c: 

Recensore Veterano
21/01/15, ore 10:11
Cap. 1:

Buonsalve :3
Balzo ogni tipo di presentazione perché tanto sai chi sono xD
Sarà forse la centomillesima volta che provo a leggere questa storia, e finalmente ce la posso fare! Yeah!
Allora, lasciando perdere il fatto che scrivi bene e blablabla, tanto ormai lo sai (anche se lo ripeterò continuamente perché scrivi DAVVERO bene u.u) direi che o io sono tarda o non hai voluto lasciar intendere cosa abbia distrutto, per così dire, la vita del gruppo.
Propendo per la seconda opzione (ma anche la prima potrebbe essere u.u) e temo che la madre di Mara (Adoro questo nome, tra l'altro *-*) potesse aver ragione parlando di tossicodipendenza... D: anche perché di Febri, nella parte iniziale, non si parla già più e... no, no, non voglio neanche pensarlo T_T no, no ti prego ç.ç...
Lasciando da perdere le mie farneticazioni (sappi che se ho ragione ti odierò TRP!11!111!) devo ammette che mi piacciono molto i personaggi, e soprattutto il rapporto tra i due cugini (che secondo me a tratti, almeno da parte di lei, può aver corso il rischio di divenire incestuoso).
La gioventù della fine degli anni ottanta non è poi così diversa da quella di oggi, credo, anche se si fa molta differenza tra giovani ricchi e giovani di classi più subalterne (e qui si torna al discorso della madre di Mara).
Nulla da ridire sull'ambientazione, a vivere vent'anni a Torino si brama il mare in ogni modo, dunque l'adoro.
Bene, spero di poter continuare presto la lettura (anche se già stramaledico il tuo amore per l'angst che so sarà presenterrimo anche qui :( )
Un bacione e alla prossima!! <3

Recensore Master
04/10/14, ore 18:15

Ciao!
La tua storia mi è piaciuta, ma, purtroppo, ho trovato la trama poco innovativa e, in alcuni punti, addirittura scontata, apparte la parentela dei due protagonisti (mi riferisco alla loro relazione, ovviamente). La forma, inoltre, per quanto non presenti errori gravi, né evidenti, ha tante piccole imprecisioni che danno un’idea di “poco curato”, cosa che considero un vero peccato, visto che promette bene, a partire dal titolo. Certo, questi ragazzi (e, anche se marginalmente, anche gli adulti che li circondano) sono “anime salve”, ragazzi alla deriva, che per non affrontare la verità scappano, come la protagonista, oppure si rifugiano in mondi artificiali, finendo per cadere in un circolo vizioso destinato a non spezzarsi mai. Anche la tragedia, che avrebbe potuto unirli e portarli a una maggiore consapevolezza di loro stessi e del mondo, non fa aumentare il loro isolamento, facendoli cadere in una sorta di limbo di irresponsabilità, nel quale nessuno vuole ammettere il ruolo avuto nel tragico epilogo di quella meravigliosa estate (che poi, tanto meravigliosa non era, visto che era piena di angoli oscuri che non volevano vedere).
Una nota di merito ce l’ha Freddie, un personaggio secondario che riesce a lasciare il segno e che, per questo, ti ha permesso di aggiudicarti il premio.
Lady Viviana – Giudice sostitutivo

[Questa recensione fa parte del giudizio per il contest “L’amore ai tempi di Efp”, indetto da viktoria e giudicato da Lady Viviana]

Recensore Junior
11/09/14, ore 00:44

Recensione per storia partecipante al contest "Il meglio di me", con tabella di valutazione.

-Correttezza grammaticale: 9,5/10 
-Lessico: 5/5 
-Stile: 5/5 
-Originalità: 10/10 
-Caratterizzazione dei personaggi: 5/5 
-Coinvolgimento: 5/5 
-Gradimento personale: 10/10
-Totale: 49.5/50

Che dire per introdurre questa recensione? Ho semplicemente adorato questa storia e posso capire perché tu vi sia affezionata. È praticamente perfetta sotto quasi tutti i punti di vista e tratta argomenti delicati e controversi in maniera matura e profonda, con uno stile coinvolgente e piuttosto raffinato. Ma andiamo con ordine e passiamo ad analizzare la tabella di valutazione.


1) Correttezza grammaticale: dal punto di vista grammaticale e sintattico la storia non presenta problemi e la lettura scorre fluida e quasi priva di sbavature. “Quasi” perché qui e là è presente qualche errore di battitura e qualche svista, ma a dir la verità sono veramente pochissimi (si contano letteralmente sulle dita di una mano) e in una long credo sia normale che se ne possa trovare qualcuno, soprattutto se non betata da un’altra persona. Insomma, complimenti per l’attenzione e la cura dedicate a questa storia.

2) Lessico: ho trovato il lessico di questa storia molto pertinente, sia per quanto riguarda i dialoghi e il modo di parlare dei singoli personaggi, che per le parti narrative e descrittive. È un lessico semplice e senza pretese, ma non perché l’autrice non possa vantare un vocabolario personale particolarmente variegato, ma piuttosto per una evidente scelta stilistica che da a questa storia un tocco di “umiltà” e la avvicina anche dal punto di vista formale alla sensibilità giovanile dei suoi protagonisti.

3) Stile: una delle cose che maggiormente ho apprezzato di questa storia è lo stile narrativo. Nel mio documento word occupa poco meno di 50 pagine nelle quali l’azione vera e propria occupa uno spazio alquanto ridotto, mentre ci si concentra maggiormente sulle parti descrittive, ma soprattutto sull’introspezione della protagonista. Eppure la narrazione non risulta mai tediosa o ripetitiva, probabilmente grazie anche al continuo slittare dal 1988 al 1989 e alla curiosità che viene suscitata nel lettore fin dall’inizio, che desidera scoprire cosa è accaduto a questo gruppo di amici per portarli al punto in cui sono arrivati.

4) Originalità: come ho già accennato nell’introduzione, questa storia è caratterizzata da una certa maturità nel trattare tematiche controverse. Mi riferisco, ad esempio, al problema della droga, qui trattato in maniera sincera e dignitosa, senza paternalismi e falsa retorica, o a quello dell’amore non corrisposto, trattato in modo semplice ma profondo, o ancora soprattutto alla tematica dell’incesto. Tutti questi argomenti che ho appena elencato (ma anche altri volendo) molte volte su EFP sono analizzati poco e male dalle storie che ne parlano, trattandosi spesso di storielle romantiche che utilizzano superficialmente questi elementi al solo scopo di creare una cornice “accattivante” al racconto vero e proprio. Qui invece sono proprio queste tematiche ad essere le vere protagoniste, anche più dei personaggi stessi, e come ho detto sono trattate in modo maturo e profondo, realizzando un ritratto di alcune problematiche giovanili che erano attuali negli anni ottanta, e che ancora oggi lo sono, alcune maggiormente di altre.

5) Caratterizzazione dei personaggi: che dire, questi sono personaggi che si definiscono da sé, attraverso le proprie parole e le proprie azioni, e sempre in maniera coerente con la presentazione che ne era stata fatta. Ognuno dei personaggi (persino quelli che compaiono per pochi istanti, come la sorella di Janis) è ben caratterizzato e ha una sua personale impronta particolare all’interno dei dialoghi.

6) Coinvolgimento: anche questo credo di averlo accennato nell’introduzione o da qualche altra parte: questa storia è davvero molto coinvolgente, o almeno per me lo è stata, e mi ha tenuta incollata alla lettura dall’inizio alla fine e non ho altro da aggiungere.

7) Gradimento personale: in sintesi, la tua storia mi ha davvero colpita ed è stata molto gradita. A partire dallo stile, per finire con i personaggi. Per non parlare poi del finale, che sembra quasi sancire il passaggio definitivo e totale dai sogni, dalle speranze e dalle insicurezze dell’adolescenza alla lucidità, alla maturità e alla realtà dell’età adulta. E quel che è fatto è fatto. Che dire di più? Complimenti davvero per questa storia così raffinata e matura e auguri per i tuoi futuri lavori! Alla prossima,

Lilith

STORIA CLASSIFICATA PRIMA
(Recensione modificata il 11/09/2014 - 10:00 am)

Recensore Master
10/09/14, ore 16:05
Cap. 3:

Ciao, eccomi qui!
Con un enorme ritardo, lo ammetto, però sono sempre viva D:
Allora, la trama comincia ad infittirsi: di primo acchito non pensavo che questa storia fosse così complessa, davvero.
Eppure sono al terzo capitolo e ancora ho la mente confusa da ciò che può essere accaduto a questa banda di poveri disgraziati.
Sappiamo che è morto Febri, probabilmente per una disgrazia, causata da loro e che ci sono delle divergenze fra Gaia e Lenticchia (mi piace il soprannome!) dovute a causa di Janis, presumibilmente.
Dio mio, devo fare mente locale @.@" Che storia complessa, bella ma complessa :c (non prendere tutto questo come una critica D: la complessità per me è un pregio!)
Per il resto non ho altro da aggiungere, solo che la grammatica è a posto e la storia fila liscia di frase in frase C:

Auros Mercer

Recensore Master
02/09/14, ore 14:12
Cap. 2:

Salve, con enoooorme ritardo mi ritrovo qui a recensire questo capitolo che finalmente apre uno squarcio sul passato di questi due cugini (che sono così carini insieme!)
I personaggi sono veramente ben strutturati: ora che ho avuto modo di conoscerli meglio posso dire di apprezzarli tutti quanti (in particolare Freddy, è carinissimo, non so, mi sa di fratellone*^*) e di apprezzare soprattutto le scelte della protagonista e il suo modo di pensare.
"è sbagliato, ma se cede lui, cedo anche io": una filosofia che spesso mi ritrovo a condividere :D
Il capitolo è ben scritto, non ho trovato errori se non alcune sviste (giusto due a inizio e fine capitolo).
Complimenti, è una storia che promette bene dal mio punto di vista e si legge in poco tempo, scivola come l'olio ^^

Auros

Recensore Junior
30/08/14, ore 20:25

Ciao ^^
Partecipo anch'io al contest "Il meglio di me" e, tra le altre cose, oggi mi sono ritrovata a leggere la tua storia. Inizialmente il titolo e il genere non mi avevano affatto attratto (diciamo che sono molto pro il "vissero tutti felici e contenti", le storie tristi mi deprimono troppo), ma appena l'ho iniziata a leggere me ne sono letteralmente innamorata.
La storia è trascinante: ho seguito le vicende di Lenticchia e della sua compagnia col fiato sospeso, spesso col magone e, in certi punti, odiandoli per la loro incapacità di vivere e migliorarsi. Soprattuto Lenticchia e Janis... non credo che riuscirò mai a capire perché lui si sia letteralmente buttato tra le braccia di Gaia, rovinando la sua vita (soprattutto dopo... sì, ho letto anche l'epilogo, trovandolo ugualmente bello!) e quella di Lenticchia, l'unica che però poi riuscirà a superare tutto.
Un'altra cosa che mi è davvero piaciuta è l'idea di aver raccontato in parallelo gli avvenimenti "presenti" e quelli dell'anno prima. La morte di Febri era abbastanza ovvia, ma il fatto che nessuno abbia fatto niente per aiutarlo mi ha lasciato veramente di sasso... e quando finalmente Freddie decide di agire si viene a scoprire che ormai Febri era morto! Mi stavo mangiando le mani, accidenti!
Il finale è comunque perfetto: se ci fosse stato qui l'happy ending tutta la storia avrebbe perso il suo senso.
L'unica pecca sono stati un paio di errori di battitura (che non ho fatto in tempo a segnarmi, tanto ero presa dalla lettura) e il fatto un po' fastidioso che il terzo capitolo è pubblicato al posto del secondo (cioè, l'ordine sul mio computer è: capitolo 1,3,2...); adesso sto cercando di capire se è impazzito il mio pc o il sito.
In ogni caso, tanti, tantissimi complimenti. È una delle storie più belle che abbia avuto il piacere di leggere in questi tempi :D
Detto questo ti saluto e ti auguro buona fortuna per il contest :)

Recensore Master
29/08/14, ore 15:04
Cap. 1:

'Giorno, eccomi qui a recensire il primo capitolo :)
Premetto subito che sarò un po' lenta nel leggere e recensire, a causa di vari miei problemi personali.
Comunque, entrando nella recensione vera e propria, diciamo che non ho mai letto una storia del genere.
Mi butto sempre su cose psicologiche, malate eccetera e quindi entrare in questo campo inesplorato è come guardare la luce del mattino dopo ore di buio, ci devo fare l'abitudine.
E dopo averla fatta, sarà di sicuro una sensazione piacevole.
Dal mio punto di vista trovo che il plot iniziale sia abbastanza originale, una ragazza di buona famiglia, timida e pacata con un gruppo di amici un po' più scalmanato che alla fine degli anni '80 nonostante i voti mediocri del liceo vorrebbe fare l'Università.
Quel "Be', non tornai" alla fine mi fa pensare che sia successo qualcosa di abbastanza grave fra lei e il gruppo di amici o fra lei e Janis e trovo che quest'ultimo abbia una specie di attaccamento morboso per lei, e viceversa.
Non so che pensare, perché tutto questo mi sa di complesso e ancora è troppo presto per fare supposizioni, ci devo ragionare su.
Comunque, se non te l'ho già detto, credo di aver scelto bene fra le tue storie: per il momento mi ha fatto una buona impressione (sia a livello narrativo e di contenuti che grammaticale) ed entro stasera dovrei leggere altri due/tre capitoli :)


Auros

Recensore Veterano
13/05/14, ore 17:22

Ciao! (la banalità di questo esordio è sconvolgente)

Ho letto la tua storia in poco meno di due ore ed è stata un'esperienza fuori dal comune che consiglierei a chiunque. 
hai uno stile particolare, il che mi piace molto. I tuoi personaggi, dal primo all'ultimo, sono complicati. Sono uomini e donne dalle vite spezzate o che non sanno che farsene del tempo che gli è stato donato dalla Natura. 
La scelta, particolare, del periodo storico mi ha completamente catturata. Adoro i riferimenti continui a Guccini, De Gregori, Battisti e le citazioni, letterarie e non, che hai sparso per la storia solo per gli occhi, e per il piacere, dei lettori più attenti e vigili. 
Hai colto, magistralmente, la varietà delle sfumature dell'animo umano. Hai descritto, magnificamente, il rapporto d'amore- a tratti malato- tra quelle due anime affini e perfettamente combacianti. Mara, la protagonista, e Janis sono dei peronaggi così meravigliosamente complessi, poliedrici, caleidoscopici...c'è una sorta di cacofonica melodia tra loro che permette, a chi legge, di ritrovarsi immerso in quello che poteva essere il rapporto più bello e completo dai tempi di Mr. Darcy ed Elizabeth. 
Rob è una sorta di Padre Universale. Potrebbe essere il genitore mancato di ognuno di loro perché, dopotutto, non hanno una vera e propria famiglia. Sono nati da una generazione che ha subito fin troppo: vecchie "sessantottine", ragazzi medio-borghesi che non hanno mai vissuto la Grande Città che corrompe gli animi. 
Freddie- devo dirtelo- è il mio preferito. Non so, esattamente, cosa potrebbe avere in più degli altri. E' l'unico che, a modo suo, riesce a discostarsi da queso strano vortice che ha coinvolto, uno ad uno, tutta la combriccola di amici. Semba che niente potrebbe distoglierlo dal continuare a vivere tranne, forse, la morte di un fidato amico. 
Ferbi è l'essenza stessa dell'anima spezzata. Ferbi non ha corpo ed il nome è un fatto puramente narrativo. Potrebbe essere chiunque perché tutti abbiamo avuto l'occasione di conoscere un'anima spezzata. 

Spero di non essere stata troppo prolissa o fastidiosa ma volevo provare a trasmetterti tutto quello che ho provato leggendo la tua storia. Ho amato- sappilo- ogni singola parola di ogni singolo capitolo. Non c'è niente che potrei dirti di cambiare perché primo: non è compito mio e perché, secondo: è semplicemente perfetta. 
Amo i finali di queste storie perché anche se, in superficie, ti senti insoddisfatta sono le conclusioni che non cambieresti mai perché sono perfette così. 

Grazie per aver scritto una storia così.

A presto, 
Feynman

Recensore Veterano
28/12/13, ore 18:45

PRIMA CLASSIFICATA AL CONTEST "QUADRI E PICCHE", di Gaea, S.Slappy e phoenix_esmeralda

Valutazione di phoenix_esmeralda:


Grammatica: 8.5/10
 
Allora... Per quanto riguarda la grammatica, devo dire che la storia non è pulita pulita; ho trovato un po’ di errori, anche se nessuno particolarmente grave. Più che altro, le imprecisioni che ho trovato riguardano alcune concordanze, alcune scelte verbali e un po’ di paroline inesatte. Naturalmente, considerata la lunghezza della tua storia, non sono stata lì a sottrarre punti per ogni minimo errore, ma mi sono limitata a levare un “forfait” che mi sembrasse equilibrato.
Passo a elencarti le imprecisioni che ho trovato.
1)Pag. 2 : “Io appoggiai la testa sul suo petto e incrociai le braccia, accorgendomi che un brivido mi stava percorrendo il corpo e cominciando a sentire la pelle d’oca nonostante il gran caldo che si respirava in quel paese di mare.” Vicino a quel “cominciando” manca “che stavo”, oppure doveva essere “che cominciavo”.
2)Pag. 2: “Era una casa che aveva costruito mio nonno e che aveva deciso di lasciare a mia madre e a mia zia”. C’è confusione di soggetto: il soggetto è la casa, quindi sembra che sia lei ad aver deciso di lasciare alla madre se stessa... Dovresti metterci qualcosa che rimarchi il cambio di soggetto, ad esempio: “era una casa che aveva costruito mio nonno e che lui aveva deciso...”
3)Pag. 3 : “mi stupii sentire”:  “mi stupì sentire” o “mi stupii di sentire”
4)Pag. 4: “Scesi velocemente le scale rischiando di inciampare e mi precipitai aldilà” :  – al di là, con grafia separata, si usa con valore di locuzione avverbiale o preposizionale  (al di là del confine)  – aldilà, con grafia univerbata, si usa in funzione di sostantivo maschile (con il valore di ‘oltretomba’, ‘vita dopo la morte’)
5)Pag. 7: “Io stavo affianco :  “a fianco” (“affianco” è la prima persona del verbo affiancare)
6)Pag. 9 e 45: “volevo rimanere per sempre una ragazza di ventun’anni.” Senza apostrofo, poiché “ventun” è troncamento, non elisione
7)Pag. 13: “Janis e Freddie, però, avevano dovuto sopportare mesi e mesi di false dicerie, venendo presi di mira e tartassati, ritrovandosi davanti agli occhi qualcosa che avrebbero solo voluto dimenticare. Questo non era giusto. Avrei dovuto stargli vicino.”: A chi? “Stargli” è singolare, ma poco fa stava parlando sia di Janis che di Freddie.
8)Pag. 16: “Ridemmo tutti, anche Marco, nonostante quell’anno non si fosse dato molto da fare con lo studio e doveva  subire”: dovesse subire
9)Pag. 17: “riuscii a scorgere il ragazzo pieno di vita e di speranza che era un tempo, esattamente un anno prima.”: che era stato un tempo.
10)Pag. 20 e a 22: “me e andò in contro”: incontro
11)Pag. 21: “per qualcosa che infondo”:  in fondo
12)Pag. 22-29: “tutt’ora” : tuttora 
13)Pag. 27: “Uno degli errori più grandi che commise mio cugino quell’estate, fu credere che sarebbe andato tutto bene.” Virgola tra soggetto e verbo
14)Pag. 30: “mi sentii come quando un anno prima scoprii”: avevo scoperto
15)Pag. 34: “. I due ragazzi continuarono a picchiarsi selvaggiamente mentre io piangevo e insieme a Gaia gli gridavo”: gridavo loro
16)Pag. 35: “aveva partecipato a più risse lui che qualsiasi altra”: “di” al posto di “che”
17)Pag. 36: “Che poi, sarebbe stata  la voce costante che avrebbe invaso le mie orecchie non appena mi fossi decisa di parlare”:  decidere di, decidersi a
18)Pag. 37: “anzi, quindi non mi stupì il fatto che non mi cercò.”: Cercasse (o “avesse cercata” a seconda di quello che si vuole comunicare)
19)Pag. 42: “Le persone come lui, quelle che godono di un animo solare e pacifico, quando si fanno prendere dall’ira danno il peggio di sé”: “di loro” (le persone)
20)Pag. 41: “Sentivo il sangue affluire sul mio volto” : al
21)Pag. 43: “Mio cugino mi abbracciò e mi strinse forte a sé, accarezzandomi i capelli. Con questo gesto ottenne solo che i miei singhiozzi aumentarono.” : aumentassero
22)Pag. 46: “e notai che strinse”:  stringeva
 
Sviste (che non influiscono sul punteggio):
1)Pag. 11 “a fare finta che neanche Janis se ne fosse accorto, avrei a visto altri ragazzi di tanto in tanto”: c’è una “a” di troppo
2)Pag. 14: “dove mio cugino aveva preso Gaia sulle spalle le faceva fare i tuffi” : manca una “e” tra spalle e le faceva.
3)Pag. 15: “rendendomi conto che quanto era vicino a me”: quando
4)Pag. 20: “All’epoca liberarmi delle mie paura”: paure
5)Pag. 24: “troppo stanca per potare”: portare
6)Pag. 26: “. Il gesto di mio mio cugino mi rese felice.” Doppio “mio”
7)Pag. 30 “«Vorrei che fossi qui» mormorai, guardando Febri che mi sorrideva radioso dalla foto e i suoi occhi di un azzurro chiarissimo brillavano”: manca  un “che”?
8)Pag. 43: “Ricordo che che la mia mente”: doppio “che”

Stile: 7/10  
 
In questo tuo racconto, ho trovato che lo stile fosse l’elemento più scricchiolante, quello che ha penalizzato maggiormente il risultato finale.
Ti sei scelta una cornice verbale difficile da gestire e questo ha finito per incasinare parecchio, sia rendendo le frasi spesso poco fluide, sia portandoti a fare delle scelte temporali un po’ in bilico. I tempi verbali spesso risultano traballanti, non nel senso di errati, ma di vagamente stonati, come se non fossero del tutto esatti e a proprio agio nella frase. Si potrebbero cercare soluzioni migliori, soprattutto riguardo certi condizionali.
Ho fatto un elenco delle frasi che a livello stilistico mi convincevano meno:
 
1)Pag. 2 “ci saremmo inoltrati in luoghi della nostra mente che era meglio non visitare, sapevamo che eravamo”:  starebbe meglio “di essere”, perché “sapevamo” ed “eravamo”, vicini suonano troppo simili.
2)Pag. 8 “«Come sta il vecchio?» chiesi, pensando che una sera di quelle avrei dovuto salutarlo, altrimenti non mi avrebbe più rivolto la parola, considerando il suo alto grado di permalosità” : starebbe meglio, tempisticamente parlando, “considerato”
3)Pag. 9 “Mi voltai verso di lei distrattamente, sfilando una sigaretta dal pacchetto che avevo appoggiato sulla sabbia e accendendola noiosamente”  Ehm... Cosa significa “accendere una sigaretta noiosamente?” Intendevi dire “annoiata”? o_O.
4)Pag. 9 “Gaia non era solita negarsi, si concedeva con molta facilità – cosa che io e i ragazzi incitavamo sempre tra le risate, esultando stupidamente ogni volta ne aggiungesse  un altro alla lista”: starebbe meglio “aggiungeva”
5)Pag. 10: “Janis si avvicinò il mio viso”  nel senso che ce l’ha fra le mani e se lo avvicina? Oppure è lui che si avvicina al suo viso? Non è molto chiaro, scritto in questo modo.
6)Pag. 11: “mi sforzai di scacciare dalla mia mente le immagini di tutti noi”: ti suggerirei di togliere quel “mia”: è comunque scontato e appesantisce la frase.
7)Pag. 23: “i motivi per cui un anno prima avevo rovinato quello che avevo Janis mi tornavano alla mente”  o_O  Questa frase, proprio non ho capito cosa significasse!
8)Pag.24: «Parlami di quello che hai fatto quest'anno» mi disse, mantenendo un passo lento e rilassante” Mi sembra meglio “rilassato”.
9)Pag. 31: “alla volta in cui non sapevo come dire a mia madre di aver investito con la sua macchina.”  Investito chi? È un verbo che vuole un complemento oggetto, perché così non sta in piedi. 
10)Pag. 35: “Mi guardai intorno e notai che Freddie e Marco facevano spostare lo sguardo”:  molto brutto da sentire questo “facevano spostare lo sguardo”...
11)Pag. 38 “Non potevo sapere che da un paio di giorni era riuscito a fare due  più due come io e Janis non avevamo fatto per quattro mesi.”: “un paio di giorni prima”, stilisticamente starebbe meglio
12)Pag. 40: “Era dubbioso”  in che senso dubbioso? O_o Ci starebbe magari “confuso” (o dubitante, però è assai obsoleto)... ma dubbioso è dura, lo si mette in genere dopo che si dice qualcosa... non a priori...
13)Pag. 40: “Quel silenzio cominciava a diventare un po' imbarazzante, specialmente perché erano finiti i tempi in cui ci cercavamo l'un l'altra senza motivo, e l'insistenza con cui mio cugino mi stava fissando non contribuì ad abbassare il mio livello di agitazione.”  Ci sono troppi cambi verbali: imperfetto, trapassato, passato remoto... Tutti insieme non tornano. Potresti mettere “contribuiva”, che già rende più omogenea la frase.
14)Pag. 42: “e ogni sua parola era come ricevere un’ulteriore coltellata.”: “ad ogni” Oppure “ogni sua parola era un’ulteriore coltellata”
 
15)Pag. 43: “Janis si voltò verso di me, facendo scomparire l’espressione rabbiosa e frustrata dal volto per far spazio ad una decisamente impotente e abbattuta”  anche cose come questa suonano brutte: far sparire un’espressione. ..
16)Pag. 43: “Era mia perché avevo aspettato così tanto prima di mettere luce”: “fare luce” suonerebbe meglio.
17)Pag. 44: “quindi ipotizzò che quel giorno Febri si fece trascinare, complice anche il periodaccio che stava passando per via di alcuni problemi a casa, e per la prima volta fece uso di qualche sostanza; Freddie non sapeva di preciso quale. Da quel giorno in poi, anche senza quel suo amico, Febri cominciò a vedere più spesso tutti quei ragazzi, finché loro non cominciarono addirittura a venire in paese qualche volta. La cosa che più mi stupì fu che però Febri era stato bravo a nascondere i segni fisici. Quelli comportamentali c'erano tutti: era diventato scostante, bugiardo e menefreghista. E nessuno di noi se ne era accorto. Febri era morto e nessuno aveva fatto niente per impedirlo.”
Essendo una narrazione che parte al passato remoto “ipotizzò”, il racconto dovrebbe essere fatto tutto al trapassato prossimo: “Ipotizzo che quel giorno Febri si era fatto trascinare... per la prima volta aveva fatto uso... aveva cominciato a vedere...” ecc...  Oppure al congiuntivo: “si fosse fatto trascinare, avesse fatto uso di sostanze... ecc...”
 
Ho trovato anche parecchie ripetizioni che potrebbero essere aggiustate con l’utilizzo di qualche sinonimo in più:
1)Pag. 10: “seppur minimamente, dentro di me avevo solo una vaga idea di quello che stava succedendo e per una volta nella mia vita non mi importava delle conseguenze.” “me”, “mia” e “mi” è troppo ridondante; io toglierei quel “mia”
2)Pag. 11 “fece scorrere le mani dalle mie spalle ai miei fianchi”:  per non essere ridondante, metterei “mi fece scorrere le mani dalle spalle ai fianchi”
3)Pag.13: “Rimanemmo lì per ore, stretti, con le nostre spalle che si toccavano e attenti a non fare un qualsiasi movimento che avrebbe potuto far scivolare qualcuno per terra.” (fare e far)
4) Pag. 16: “disse mia madre, appoggiando i miei vestiti sulla sedia e guardandomi con le braccia conserte. Io presi la sigaretta che avevo appoggiato perfettamente in equilibrio sul comodino e le voltai le spalle, uscendo dalla mia camera.” (Appoggiando, appoggiato)
5) Pag. 19: “e ci faceva paternali più o meno credibili che ci facevano sorridere” (faceva, facevano)
6)Pag. 29 “Rimasi in silenzio non sapendo cosa dire, dato che le parole di mio cugino erano vere. A mia discolpa posso dire che nonostante fossi terribilmente egoista” (dire, dire)
7)Pag. 30: “sapevo che avrei avuto ancora la bruttissima sensazione che avevo avuto la volta precedente, ma amplificata.” (avrei avuto, avevo avuto)
8)Pag. 31: “Dentro di me pensavo a tutto ciò che avevo perso e che non sarebbe mai più ritornato: avevo perso il mio migliore amico, mio fratello, la mia spalla. Ripensai ai momenti che più di ogni altri mi facevano pensare a Febri” (pensavo, ripensai, pensare)
9)Pag. 32 “Ero un po' arrabbiata con lui, perché l'avevo chiamato più volte e avevo chiesto ai suoi di dirgli di richiamarmi ma non mi aveva mai richiamato.”  (chiamato, richiamarmi, richiamato)
10)Pag. 32: “. Mi chiesi che cosa aveva combinato durante quei giorni che io avevo passato a letto da sola e perché non era subito corso da me non appena aveva ricevuto notizia delle mie chiamate. Mi chiesi come mai” (mi chiesi, mi chiesi) Non so se l’effetto fosse voluto, per sottolineare il dubbio di Mara con questa ridondanza, però mi sembra che più che altro stoni...
11)Pag. 35: “, pensai che era irriconoscibile. Non pensavo” (pensai, pensavo)
12)Pag. 37: “Janis era l'unico a vederla e al cimitero, appena l'aveva vista,” (vederla, vista)
13)Pag. 37: “Dopotutto, solo io sapevo che quando Janis l'aveva baciata era stata solo una vendetta” (solo, solo)
14)Pag. 37: “La cosa che mi stupì di più fu la totale assenza di Febri. Come in quei giorni che mi ero chiusa in casa, troppo angosciata e triste per uscire, Febri semplicemente sparì.
15)«Hai visto Febri in questi giorni?»”  (Febri, Febri, Febri)
16)Pag. 42: “ma quella volta optò per la prima opzione.” (optò, opzione)
17)Pag. 44: “Febri una sera era uscito con il figlio di alcuni suoi cari amici di famiglia ed era andato in città con questo ragazzo, dove aveva conosciuto i suoi amici.” (amici, amici)
 
Altra cosa: molte frasi hanno una formulazione un po’ in bilico, non sai dire cosa ci sia che non va, perché non è che siano errate... Eppure hai la sensazione che potrebbero essere formulate meglio, in modo più efficace. Per dire:
 
1)Pag. 39 “Gli uomini stavano continuando a parlare, ma io ormai non li ascoltavo più. Stavo osservando attentamente il viso di Janis e contemporaneamente pensavo a qualcosa che potesse giustificare il fatto che quelle persone stavano dicendo il falso.” A leggerla mi sembra che suoni male.
 
2)Pag. 40: “il brevissimo tragitto mi guardavo” starebbe meglio “mi guardai”
 
3)Pag. 40: “Mi sentivo ancora colpevole come se fossi una ladra, nonostante ore di riflessioni incessanti mi avessero convinto che tutte le mie paure erano in parte stupide e infondate, mentre per quanto riguarda quelle giustificabili, avevo deciso che le avrei accantonate.”  “Riguardava”. Ma la frase suona maluccio soprattutto dal “mentre” in poi, perché fai un cambio di soggetto (prima il soggetto sono le riflessioni incessanti, e quel “mentre” lascia pensare che continuino a essere loro il soggetto, quando invece torna ad essere Mara)
 
4)Pag. 41: “mi spostai dal centro della stanza e andai a sedermi su una sedia, chinando di poco la testa e cominciando a fissarmi le ginocchia, nella speranza che da un momento all’altro avrei cominciato a pensare lucidamente e mi sarei resa conto di qualche particolare che avrebbe reso tutta quella situazione impossibile.”  Suona come... se potesse suonare meglio. Non so, si potrebbe mettere “potessi cominciare a pensare lucidamente e rendermi conto di qualche particolare che...”
 
5)Pag. 42: “Janis camminava velocemente per la cucina, con le mani nei capelli e l’espressione peggiore che gli avessi mai visto, come se proprio in quel momento anche lui si stesse rendendo conto che ormai era tutto finito e che da quel momento in poi nella sua vita ci sarebbero dovute essere priorità differenti da quelle che aveva avuto fino a quel momento.”:  Il problema stilistico risiede soprattutto in questa abbondanza di verbi che appesantisce e rende le frasi infinite, poco fluide. Bisognerebbe sfoltire i verbi, o usare più modi infiniti, oppure spezzettare le frasi con qualche punto.
 
6)Pag. 43:  “Quella era l’ennesima prova che quello che avevo perso l’avevo sempre avuto talmente vicino da poterlo toccare, se solo avessi voluto, e lì sarebbe sempre stato, anche se non più mio.”  Anche questa frase è un labirinto di verbi che va interpretato attentamente prima di riuscire a comprenderne il significato e rallenta il ritmo e la fluidità
 
7)Pag. 43: “Mi ero sempre comportata come se lui per me ci sarebbe stato sempre”  stona molto, può essere formulata meglio. Tipo: “Mi ero sempre comportata, dando per scontata la sua presenza”
 
8)Pag. 43: “Pensai che non avevo mai visto mio cugino piangere e che non era quello il momento per vederlo, quindi non alzai lo sguardo.”: Anche introdurre la frase con “pensai” allunga il brodo. Eliminarlo renderebbe tutta la frase più immediata: “Non avevo mai visto mio cugino piangere e non era quello il momento in cui volevo farlo, quindi non alzai lo sguardo”
 
Ecco, spero di essere stata chiara e, soprattutto, di non averti offesa.
Volevo dirti poi che ho apprezzato molto l’impostazione dell’alternanza “anno prima/anno dopo”: è servita a mantenere un buon ritmo e soprattutto l’hai gestita davvero bene, rendendola funzionale alla trama e usandola per aumentare il coinvolgimento.
 

Originalità: 9/10
 
Credo che tu abbia una grande abilità (e te l’ho già detto!) di rendere le storie più ordinarie assolutamente uniche, nuove, e per questo il tuo punteggio in originalità risulta alto, anche senza chissà quali trama estrose o effetti speciali! ^^ L’originalità delle tue narrazioni trae forza dall’introspezione psicologica in cui eccelli, che trasforma ogni capitolo in un mondo a sé.
Devo dire che la tua storia, soprattutto all’inizio, mi ha ricordato da morire il manga “Blue”, non so se ti sia capitato di leggerlo. Anche se poi l’effetto si è sfumato.
Non ti ho dato il punteggio massimo, perché, rispetto all’altra volta, ho avuto la sensazione che tu potessi dare un filo di più; tuttavia ho trovato tanti aspetti interessanti e piacevoli e la trama mi ha coinvolta incuriosendomi.

Caratterizzazione: 10/10
 
Encomio estremo alla caratterizzazione che, come sempre, è il tuo cavallo di battaglia. Sai costruire dei personaggi estremamente realistici, variegati e profondamente umani, che vivono, respirano e trascinano avanti le tue storie con la forza della loro presenza.
Hai dato spazio a ciascuno dei tuoi personaggi, creando per loro “un posto nel mondo”; nessuna delle tue creature risulta banale, stereotipata o sterile, ognuna di loro è particolare, unica... è se stessa.
Ho amato in particolare alcune parti:
 
“Febri mi scoccò un’occhiataccia. «Ti dico io cosa succederà: Janis da te vorrà qualcosa di concreto che tu non sarai in grado di dargli, perché è tuo cugino e hai paura di quello che potrebbe succedere. Questa cosa lo farà star male, molto male, lo ucciderà dentro, perché non è il tipo che si accontenta, lui è il tipo che vuole tutto e lo vuole subito, infatti con te ha aspettato fin troppo. Le cose a metà lo logorano, quindi a questo punto probabilmente ti odierà e troverà il modo di vendicarsi, perché lui è fatto così.»”
Ho trovato molto affascinante questa previsione circa la reazione di Janis: in poche righe ha delineato la caratterizzazione approfondita di un personaggio.
 
E ancora, questa riflessione di Mara:
“Mio cugino, l'impulsivo sognatore, colui che non conosceva il significato della parola “conseguenza” aveva deliberatamente deciso di smettere di baciarmi per non soffrire di nuovo.”  È una splendida questa evoluzione caratteriale: si sente molto il cambiamento di Janis da un anno all’altro, soprattutto grazie alla narrazione in parallelo. Tanto è focoso, vivido e brillante lo Janis precedente, tanto è mite, pacato, rassegnato quello attuale. Credo che questa sia stata una delle cose che ho apprezzato di più in assoluto. (La tua abilità nel far sentire il cambiamento, intendo).
 
 
E poi quest’altra frase, mi è piaciuta: “Non volevo deludere i miei genitori e non volevo abbandonare Janis. Dovevo fare una scelta e, come sempre, feci quella sbagliata.” Trovo che sia la sintesi emblematica del carattere di Mara: colei che esita, rimugina, rallenta, frena... Resta indietro e, alla fine, arriva troppo troppo in ritardo.
 
Quindi insomma... ovviamente ti sei beccata il massimo in caratterizzazione... e c’è altro da aggiungere? ^^

Adesione alle regole della squadra: 10/10
 
Direi che il massimo è pienamente meritato anche qui:
 

  1. La storia è decisamente romantica, ma senza risultare melensa, banale, assurda o “solita menata”.
    L’introspezione psicologica è estrema, come da sezione precedente
    Il colpo di scena che ribalta tutto c’è stato eccome. Mi è piaciuto un sacco e quando Janis ha – finalmente – confessato la verità a Mara ci sono rimasta secca. Quindi... punteggius maximus! (espressione da me coniata)
 
 
Pacchetti Punti : 5/5
 
Ti ho dato il massimo per l’utilizzo di entrambi i pacchetti.
Per quanto riguarda il pacchetto intollerante, ovvero il finale tragico, ho voluto darti tutti i 2 punti, perché questo finale mi ha davvero straziata. Non sono amantissima dei finali tragici... cioè, quando ci vogliono ci vogliono, ma se ci può essere un faro nel buio, apprezzo di più! J Questo per dire che ho trovato il tuo finale assai deprimente; poi magari le amanti della tragedia perenne (leggi le mie giudici colleghe) lo troveranno poco sanguinario e ti daranno meno... chissà... ^^’
Per quanto riguarda invece l’utilizzo del tuo pacchetto, il massimo arriva perché ho trovato davvero carucce le tue citazioni, e poi ce n’erano un sacco di Supernatural!! *.*  Tra l’altro, leggendo la storia, ho pensato per tutto il tempo che Rob ricordasse da morire Bobby e, scema che sono, non mi era venuto in mente che potesse essere  una delle citazioni!!! -_-  Quando poi ho letto le tue note finali, mi sono data dell’idiota da sola, perché era evidentissimo!!!
Comunque... bel lavoro!
 
Gradimento personale: 8.5/10 
 
Beh, penso si siano capiti i punti che hanno fatto alzare il tuo punteggio nel gradimento! J  Dal colpo di scena, alla cura dei personaggi, all’alternanza narrativa dei due anni, fino al finale che, nella sua tragicità, ho comunque trovato adeguato e che acquisisce, se vogliamo, anche una sua morale... O una sorta di monito per Mara che, in futuro, magari proverà a essere un po’ più... tempestiva. Ho apprezzato anche quell’accenno di positività che hai dato al finale, una speranza per il futuro che sempre ci vuole nella vita e che io amo tanto! ^^
Ho apprezzato anche il fatto che tu ti sia messa in gioco, inserendo nella storia un momento difficile che hai vissuto, quale la morte del tuo amico. Posso solo provare a immaginare lo stato d’animo di chi rimane attonito scoprendo una realtà inimmaginabile... e si accorge che in fondo tutti gli indizi per capire quello che stava accadendo c’erano, eppure nessuno li aveva colti. Dev’essere un guazzabuglio emozionale complesso e difficile da digerire, in cui sospetto che entri in gioco una buona parte di senso di colpa...
Ti segnalo alcuni pezzi che ho particolarmente amato:
“Aveva un barattolo di latta gigante che si ostinava a chiamare macchina e a cui ogni tanto dava dei soprannomi ridicoli;  l'aveva comprato dopo il primo anno di lavoro di seconda o terza mano, ma era talmente vecchio e talmente arrugginito che ormai era diventato una specie di trappola mortale.”
L’esordio della storia con questa chicca iniziale mi ha fatto morire!! Non so come ho fatto a non capire che era un riferimento a Dean, perché rileggendolo è praticamente evidente! xD
 
“Janis alzò un sopracciglio, cominciando ad accarezzare la testa di Lenticchia Due che dormiva appollaiato al suo fianco. «Non provocarmi, Lenticchia» si lamentò. «In che rapporti sei con questo tizio?»
«Litighiamo sempre» confessai, vedendo un lampo di sollievo passare sul suo viso. «Ha qualche problema con il rispetto della privacy e soprattutto non ha nessun senso del pudore.»
«Che cosa vuoi dire?» si informò, guardingo.
«Gira sempre per casa mezzo nudo ed entra in camera mia senza bussare» dissi. «Ma sto imparando a gestirlo.»
«Che cafone!» esclamò Janis, arrabbiato, con una punta di gelosia. «Non ci si comporta così con una ragazza!»
«E come ci si comporta?» chiesi, con una punta di acidità che non passò inosservata. Mi morsi la lingua, vedendo l'espressione di Janis mutare da arrabbiata a mortificata, capendo perfettamente che mi stavo riferendo a ciò che era successo un anno prima con Gaia. «Scusami» mi affrettai ad aggiungere. «Sono l'ultima persona che può farti un appunto del genere...»
«Tranquilla, tanto hai ragione» disse, chinando la testa. «Non mi piace che un tizio qualunque si metta a girare nudo davanti a te, comunque.»
«Non gira nudo!» esclamai. «Solo senza maglietta.»
«E' la stessa cosa.»”
 
 Carina tutta questa parte del coinquilino, mi è piaciuta da morire!!! *_* Ha fatto emergere sia il carattere che la gelosia di Janis, ravvivandolo dalla sua “passività”!
 
E poi: «Sono stato molto male quest'anno» mi disse, facendo trapelare dal suo tono un'infinita tristezza. «Risparmiamoci un'ulteriore sofferenza.» Che shock! Bellissimo pezzo, che rende da morire il cambiamento di Janis... e, avendo letto la parte sull’anno prima, giunge totalmente inaspettata.
 
Infine questo: “Riuscivo a vedere i muscoli del suo collo che si contraevano mentre piegava piano la testa e aggrottava la fronte.
Quando la sigaretta fu accesa mi scoccò un'altra occhiata, mi diede le spalle e se ne andò.
Proprio mentre le prime lacrime cominciavano a rigarmi le guance, mi ricordai le parole che Febri mi aveva detto qualche settimana prima: le cose a metà lo logorano, quindi a questo punto probabilmente ti odierà e troverà il modo di vendicarsi, perché lui è fatto così.
Lo fece. E lo fece anche bene.
Esattamente cinque giorni dopo Gaia venne da me, elettrizzata, per raccontarmi che Janis l'aveva baciata.”  °O° à Questa è stata la mia reazione quando sono arrivata qui.
 
 
E ancora: “Rimasi accucciata sul suo petto tenendomi le mani sul volto, continuando a chiedergli una spiegazione che naturalmente non esisteva, continuando ad incolparlo per qualcosa a cui non avrebbe potuto rimediare anche se avesse voluto.”  Bella questa riflessione e anche il fatto che non esista una scusa, una giustificazione che Janis abbia voglia di dare ( o senta la necessità di dare)
 
E infine: “«Immagino di sì» disse, con un tono alto e sicuro. «Facciamo come l’anno scorso.»
«E cioè?» chiesi, alzando lo sguardo su di lui.
«Non ci sentiamo mai. Nemmeno una volta.»”
Ho trovato questa parte molto emozionante, perché dà l’idea del taglio definitivo che Janis vuole dare e del fatto che ormai lui ha rinunciato del tutto a qualcosa per cui in passato avrebbe combattuto fino alla morte... Ora è un uomo ferito, meno appassionato, meno infantile, più rassegnato.
 
 
Ecco, insomma, queste parti mi son proprio piaciute tantissimo!!!!
 
E allora... perché non ti ho dato il massimo, ti starai chiedendo?
 
In parte il gradimento è sceso a causa di quegli intoppi di stile di cui ti dicevo sopra, che hanno reso la lettura meno fluida, più... faticosa.
Inoltre, a tratti, ho trovato la storia molto verbosa.... La protagonista racconta passo passo ogni pensiero e contro pensiero e questo, nel tempo, rende la trama lenta; del tipo: hai voglia di andare avanti e sapere cosa succede e lei non smette mai di farsi le pare! xD
Ma soprattutto, il fatto di scrivere la storia come se oggi Mara raccontasse tutto ciò che è successo, dà l’effetto di far sembrare il tutto molto narrato e poco vissuto, poco immediato.
Ad esempio:
 
Pag. 43: “andai da lui e cominciai ad urlare e a piangere con una tale violenza da rendermi probabilmente irriconoscibile ai suoi occhi.”:   Questo eccesso di verbalizzazioni appesantisce: siamo nel mezzo dell’azione e Mara non ha certo il tempo di pensare che il suo modo di fare la rende irriconoscibile agli occhi di Janis. Lo so  che il punto di vista del  narrante è in questo caso onnisciente e può condire il racconto con considerazioni a posteriori, però fa l’effetto di un di più che rallenta l’azione.
 
E così come qui, ho trovato questo effetto un po’ ovunque... ed è qualcosa che impedisce di entrare del tutto nella trama e di lasciarsi trascinare, perché crea sempre un po’ di distanza, di distacco.
Per mio gusto personale, amo le storie che invece mi tirano dentro del tutto e non mi danno il tempo di respirare! ^^ Ma è, appunto, solo gusto personale.
Per il resto, ti rinnovo i miei complimenti, perché sai che sono sempre una tua grande fan!!
 
Tot: 58/65
 
 

Recensore Veterano
20/12/13, ore 17:12

Con un piccolo tuffo al cuore sono arrivata alla fine di questo capitolo, di questa storia, alla fine di Mara e Janis.

Sei stata meravigliosa, per quel che mi riguarda: forse più in là vorrai modificare questa storia, ma per me è perfetta così com'è. E' malinconica, dolce, a tratti triste da far male, ma bellissima.
 
Ora, so che qualcuno guarderà male la mia recensione, ma: AMO QUESTO FINALE. Perchè mi ha commossa, perchè mi ha fatto incazzare e mi ha fatto pensare che fosse ingiusto, quindi automaticamente è divenuto il perfetto ultimo atto di una storia meravigliosa. (Lo so il mio cervello è malato, sono drogata di angst, probabilmente).
 
E... non lo so, Fede: mi hai toccata veramente. Non solo la storia, non solo queste parole, non solo Janis e Mara, ma tu con la tua scrittura in genere, con il tuo miracoloso tocco malinconico ma mai stucchevole o forzato. Non c'è stata una volta che mi sia sentita annoiata o troppo depressa per continuare.
 
E' una delle recensioni meno belle e utili che si possano trovare e tu ti meriteresti molto di meglio, ma io spero davvero che ti arrivi tutta la mia ammirazione (anche se non faccio altro che ripeterti complimenti a raffica quindi non vedo come tu possa fraintendere! Sono così ridondante!)
 
Ale

Recensore Master
20/12/13, ore 17:12

Allora, andiamo con ordine. Innanzitutto, mi dispiace da morire che sia finita così, ma, come dicevi anche tu, non vedo altro finale possibile. Purtroppo le cose dovevano andare in questo modo fin dall'inizio, anche se, prima del capitolo precedente, un po' speravo in un happy ending ç___ç Potresti sempre far cadere Gaia giù dalle scale, ma... sarebbe crudele e poi Gaia mi è simpatica, tutto sommato.
Insomma, quello tra Mara e Janis ha proprio il sapore di un addio e anche io, al loro posto, preferirei un rapporto distaccato. Per come sono fatta, probabilmente preferirei non vedere proprio più Janis per qualche anno, giusto per essere sicuri di lasciarsi alle spalle tutti i sentimenti.
Detto ciò, mi piace molto l'idea del seguito *___* Però fallo solo se puoi darci qualche speranza! XD Ahahah, scherzo, ovviamente fallo come più preferisci ^^
Che dire? Ti faccio i miei più sentiti complimenti, se stata davvero brava, la tua storia mi ha coinvolto dall'inizio alla fine! Sono riuscita a percepire le emozioni di tutti i personaggi e in tutte le occasioni, brava. Ti faccio un mega-applauso :)
Purtroppo il sovrannaturale non è esattamente il mio genere, ma proverò lo stesso a darci una sbirciata :)
Alla prossima!

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