Recensioni per
Biglietto di Sola Andata
di Manto

Questa storia ha ottenuto 22 recensioni.
Positive : 22
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
12/05/18, ore 08:38

Ciao.
Questa flash mi ha completamente devastato. L'ho trovata per caso, sull'elenco dei recensori, e ho pensato di passare a vedere qualcosa di scritto da te.
Sapevo della strage di Bologna, nonostante, rispetto a me, faccia parte del passato. Ho visto documentari, film, ma il racconto che ne hai fatto è veramente umano, riprende ogni sfaccettatura della vita e te la sbatte in faccia, ti fa capire che ci si può salvare per caso, o che per il caso non si sopravvive. Il titolo poi, biglietto di sola andata, quello di 85 persone che non sono mai partite nè tornate. Veramente complimenti, sei riuscita a trasmetterci delle fortissime emozioni nonostante questo racconto sia abbastanza datato, davvero bravissima!
Alla prossima,
mystery_koopa

Recensore Veterano
25/01/18, ore 17:56

Bella. Parli della strage senza parlarne, ma affidando tutto al sogno del viaggio che viene stroncato da una grama realtà. Da bolognese mi sale sempre il cuore in gola di fronte all'orologio fermo sull'ora della strage, è una cosa che ci portiamo dentro anche se io manco ero nata al tempo dei fatti. Sono felice che anche qui, su EFP, qualcuno ricordi e ne parli così, leggera su parole che lasciano un macigno sul cuore.
Brava! E grazie...

Recensore Junior
25/10/17, ore 13:48

recensione premio per aver vinto il primo posto - contest Situazioni XY

Con poche parole hai saputo tenermi attaccata allo schermo: aspettavo con ansia di arrivare al finale per capire.
La spiegazione mi ha davvero sconvolta: mi sono venuti i brividi.
Non sapevo di questa tragedia che colpì Bologna nel 1980.
L'hai davvero sviscerata e hai dato un nome a tutte le persone che hanno sofferto per questa terribile tragedia.
Le tre righe finali sono l'apoteosi di ciò che volevi comunicare.
Non posso che dirti che aver parlato di questo accadimento non può che farti onore e dare memoria ad una tragedia così triste.

Recensore Master
15/06/17, ore 20:13

Ciao, ho messo la tua storia principale tra le seguite perché il fantasy è la mia passione e prima o poi mi metterò sotto a leggerla e recensirla, ma volevo comunque partire dall'inizio, dalla prima cosa che avevi scritto, quindi ho ripescato questa dal fondo del tuo account.
Credo di aver ben chiaro il momento che stai narrando, e non c'è bisogno di commentarlo: il suo orrore parla ancora adesso da solo, colpendo persino chi, quel giorno, non era nato. Sui libri di scuola è un accenno, eppure non c'è persona o mente in cui quella data e quel giorno non rimangano impressi.
Io invece voglio commentare la parte umana, quella che sta dietro alla tragedia, all'atto in sé; voglio commentare questo passaggio, un lampo che profuma di una vita distrutta proprio nel suo divenire. Antonio è un nome fittizio, forse ha un significato più importante per te, ma è come una maschera che nasconde l'intero universo. Dietro di essa si nasconde il volto di chiunque di noi, che ha un sogno e una vita davanti per realizzarlo; e davanti a essa c'è l'ignoto e l'imprevedibile. Quante cose lasciate a metà si spezzano per sempre? E come onorarle senza poter più contare sulla propria voce? Restano segni del suo passaggio, oggetti, ma sono muti; e il vento che fischia tra loro parla una lingua incomprensibile. Eppure l'anima è fatta di una materia sconosciuta a cui tutti, con la giusta concentrazione, possiamo avvicinarci. Se ascoltiamo bene si sente sussurrare.
Ed è quello che ho sentito leggendo la tua storia: hai sussurrato delle speranze, dei desideri silenziosi, dei "un giorno ti dirò", dei sorrisi e dei legami indistruttibili che vincono la morte. E poi hai gridato, con un mutismo indignato, attraverso una lista di oggetti che hanno colpito, ferito come lame. E sopra tutto c'è l'amore, l'imprescindibile, ciò che non può essere fermato da nessuna barriera; c'è l'orrore, è vero, ma c'è anche una dolcezza infinita che sa far più male della rabbia per un atto così orrendo.
Nel tuo protagonista c'è la voce di chi la guerra l'ha vista e se la lascia alle spalle, che torna a vivere, un unico istante, lungo un addio. Sogni distrutti per sempre proprio da ciò che sembrava esser stato sconfitto. E poi, cosa resta? Voglia di vendetta? Riscatto? Rancore per quel crimine inaspettato e ingiusto, ormai non più atteso? No, c'è amore. Ed è questa innocenza malinconica, questo "peccato, ho perso il treno della mia vita", quasi che la colpa fosse un caso - che caso non è - che indigna più di tutto. Troppa bontà immeritata rende più vigliacco e sporco l'orrore perpetuato.
Sei stata bravissima e delicata a creare questo contrasto, questa contorsione degli eventi, dove l'atto diventa sfortuna, l'opera voluta una casualità; e allo stesso tempo comprendi che non è così, perché in realtà il lettore sa cosa è veramente successo quel giorno, e che il caso non c'entra proprio niente; forse il caso ha scelto chi portarsi dietro e chi salvare, ma non è stato il caso a creare le circostanze.
Complimenti.
A presto!
(Recensione modificata il 15/06/2017 - 08:16 pm)

Recensore Master
25/09/16, ore 13:47

Ciao, carissima: Sono qui per lo scambio recensioni e ti chiedo subito scusa in partenza, per averci messo così tanto! (La stupida vita reale, sfortunatamente, mi leva il tempo di fare ogni cosa).
Ho scelto di leggere questo racconto perché sono sempre stata molto colpita da questo pezzetto di storia italiana (anche io ho scritto un umile omaggio alla strage) e rendermi conto, a fine lettura, di quanto ti abbia toccato da vicino mi ha commosso ancora di più, nonostante già i primi versi avessero contribuito ad emozionarmi profondamente.
Credo, in effetti, che non ci siano parole per esprimere la bellezza di ciò che hai scritto, tenendo anche conto della drammaticità degli eventi cui fanno riferimento; credo che tu abbia espresso alla perfezione che cosa significa perdere la vita in una situazione così assurda, in così poche righe hai ridato voce a tutte le vittime della strage ed è stata un'immagine davvero forte, senza dubbio un'emozione che le parole di questa misera recensione non possono spiegare.
Complimenti, davvero, per la bellezza di questa opera e per la sua profondità.

Ti abbraccio forte <3

Nuovo recensore
22/07/16, ore 18:40

Sdegnosamente, leggo poco su Efp. Forse perché le poche cose che ho lessi a suo tempo mi hanno lasciato con un "meh" stampato sulla faccia. E quando leggo, non lascio mai ricordi(questa è infatti la mia prima recensione), forse perché non mi piace l'insincerità del sistema, o forse semplicemente per non volermi esporre.
Tutto questa noiosa premessa per sottolineare quanto rara sia questa occorrenza e per, a maggior ragione, spiegare quanto onori questa piccola storia, che mi ha mosso a tanto.
Perché? Perché anche una ragazzina che doveva andare al mare ha fortunatamente(o provvidenzialmente?) perso una coincidenza quel giorno... mia madre.
E perché con le tue parole hai evocato un turbillon di pensieri ed emozioni che non pensavo, ormai, di essere in grado di scorgere. Con molta umiltà quindi, ti ringrazio!
P.s: ho visto che ti diletti in mitologia, fantasy(alla Tolkien... Quello vero, non quello alla Jackson, sia ringraziato Dio) e storia... Non ho la pazienza per leggere storie lunghe, ma chissà, visto che mi diletto molto anche io in tali argomenti(e credo modestamente di saperne un pochino), forse lascerò alcuni miei pensieri anche in quelle, prima o poi...
C'ya later!

Recensore Veterano
19/04/16, ore 19:37

Sono approdata in questa flash grazie allo scambio di recensioni su fb.
Breve ma intensa, e potrei concludere qui la recensione.
Confesso di non sapere a quale tragedia ti stia riferendo, ma in ogni caso , le tue parole mi hanno colpita.
Con una semplicità disarmante hai dipinto una scena dolce, tenera di vita quotidiana per poi stravolgerla e mostrarci il dopo, quello che è avvenuto in seguito.
Davvero, non so cosa dire.. Storie così intense mi lasciano senza parole perché si commentano da sole.
Parole studiate, semplici e forti, che colpiscono subito al cuore.
Alla prossima.

Recensore Master
30/03/16, ore 19:41

Buonasera!
Sono sempre molto affascinata dalle storie di genere storico, anche se spesso le evito perchè ho il terrore di non conoscere il contesto sufficientemente bene da poterne apprezzare il contenuto. La tua flash, tuttavia, mi ha attirata sin dal titolo e dall'introduzione e sono davvero contenta di averla letta. Sono contenta anche se mi ha un po' stracciato il cuore e mi ha fatto sentire un po' di quel peso che avverto ogni volta che sento/leggo/capto frammenti di tragedie qua e là. Storie tristi che hanno come protagonisti persone più o meno distanti da me, ma che avrebbero potuto toccare a me e proprio per questo mi fanno stare così male.
Nella flash si sente tanto che questo dramma ha schivato per un pelo la tua storia, la storia della tua famiglia e, credimi, rende il tutto ancora più intenso e commovente.
Avevo i brividi nel visualizzare nella mia testa la prima scena: un ritratto così gioioso, così pieno di speranza, di una famiglia che vede un viaggio in treno come qualcosa in grado di offrire al protagonista tante nuove opportunità.
Invece, il treno, il loro figlio,marito e padre se lo porta via e basta. E la parte finale, con ilpensiero dell'uomo rivolto alla figlia, strugge ancora di più perchè è meravigliosamente doloroso e malinconico immaginare quest'ultimo barlume di speranza fuoriuscire dai pensieri di questa vita spezzata.
Davvero una flash fiction bellissima, complimenti

Un abbraccio 

Laura

Recensore Veterano
14/01/16, ore 19:56

Nell'attesa del prossimo aggiornamento di "Potnia", mi sono voluta regalare questa tua flash, a cui mi sono accostata con un timore e un rispetto che direi quasi reverenziali.
Non ero ancora nata nell'anno della strage di agosto, ma ne ho sentito parlare, ed è un evento che mi ha sempre sconvolta - come sempre mi accade, di fronte a questi scoppi di violenza codarda e insensata, che bruciano come ferite aperte anche dopo molti anni.

Mi hai commossa, e non lo dico per dire: ho un groppo in gola, e faccio fatica a trovare le parole per commentarti degnamente. Vedi, è sempre molto difficile scrivere racconti/saggi/poesie/resoconti/whatever su eventi di questa portata, perché il rischio di scivolare nella retorica vuota è altissimo. Tu veleggi altissima, andando ben oltre qualsiasi frase fatta, per riportare l'evento alla nuda umanità delle anime che in quel giorno sono state falciate via - ognuna con una sua storia, delle persone care ad attenderne il ritorno, dei sogni - e un biglietto in mano che ne ha segnato il destino, come chi pesca la paglietta corta nel mazzo.

Mi sono straziata nel leggere quel breve, semplice dialogo tra il figlio e i genitori - biglietto di sola andata, perché chissà quando tornerai - e l'arrivederci all'amata e alla creatura che porta in grembo, e che si rivelerà invece un addio.
E' come se tu avessi acceso un riflettore su una di quelle vittime - non importa il nome, il suo è il nome di tutte - per far scorgere il volto e il cuore, e non solo la fredda cronaca fatta di nomi indistinti, di cui ci si dimentica subito.

Nella seconda parte, arriva il carico della tragedia, ma anche qua non lo fai presentando i fatti in modo vuoto e cronicistico - ma mostrando i piccoli oggetti quotidiani, i segni tangibili e terribili di ciò che è andato perso per sempre. Mi ha fatto sanguinare il cuore.

Lo stile è semplice ma profondamente poetico - ha il ritmo di una canzone, ed è una canzone dolce e malinconica, che accarezza e lenisce, ma non per questo ferma le lacrime.

E insomma, è tutto bellissimo - e struggente - e il racconto va tra i preferiti, perché voglio che rimanga con me.

Recensore Master
13/12/15, ore 15:40

Ciao!
Allora, non so esattamente come iniziare questa recensione, se devo dirti la verità.
Ho visto il tuo profilo l'altro giorno e di conseguenza ho ripensato alla risposta che mi hai dato all'altra fic che hai scritto, dove parlavi di quell'evento abbastanza tragico e drammatico che è successo a Bologna e che ha segnato qualcosa di forte in te.
Poi ho trovato questa fic e sinceramente non me la sono sentita di leggere e basta, anche perché è veramente genuina e nel contesto della storia, quella attuale e che ferisce, ci sta tutta.
Quello che ho riscontrato, oltre all'emozione e all'alta angoscia palpabile per un evento come questo, è la narrazione, che tramite parole semplici e una prosa che si affaccia molto alla poetica, non solo sentimentale ma anche stilistica.
C'è anche una ridondanza di termini però utili per rimarcare il concetto espresso, in modo tale da comprendere a pieno com'è strutturata la storia in sé: da una parte abbiamo un (teorico) arrivederci di una famiglia, che conserva le speranze del nuovo incontro e di un nuovo abbraccio caloroso, dall'altra il dopo l'esplosione della bomba, un apocalisse moderno che infrange i sogni e i desideri di una distanza che poteva essere colmata con il tempo.
Le vittime sono assolute protagoniste e tramite i loro gesti e successivamente tramite i loro effetti riescono a manifestare la crudeltà appena accaduta, la durezza e l'anormalità del tutto, con fare molto sentito ma genuino al tempo stesso, in quanto tutta questa vicenda è un attacco, un giardino straripante per la paura e il panico.
E quello che vogliono dire gli sfortunati (che tu hai bellamente esplicitato con le ultime righe, anche staccate da tutto il resto) è di continuare a vivere, a sviluppare una personalità e un sogno, in quanto nonostante la vita abbia questi momenti difficili, dietro l'angolo ci può essere qualcosa di fantastico e piacevole per cui credere, non solo in se stessi ma anche negli altri, conoscendo ancora di più bene e male, fantastico ed orrore.
C'è crudeltà ma al tempo stesso vuole trasparire la volontà nel credere e nell'essere speranzosi, vivere la giornata, mantenere vivo il ricordo ed essere delle persone migliori, intensamente e conoscendo tutto quanto accaduto, per filo e per segno.
È un linguaggio assolutamente puro ma si mischia magnificamente al sangue e ai corpi disintegrati, con un'idea di base che vorrebbe emozionare e colpire, riuscendoci con molta versatilità e realtà di fondo da parte tua.
Per non dimenticare niente e crescere, sempre più forti e rispettosi della vita, che è un dono da vivere e gestire al meglio.
Complimenti vivissimi e sinceri.

Un abbraccio,

Watashiwa

Recensore Junior
12/12/15, ore 15:13

Potrei dire: morte per crepacuore causato da flashfic. Scherzi a parte, complimenti. Ben scritta, toccante, incisiva.

Recensore Junior
02/12/15, ore 15:33

Sto piangendo. Non sono di Bologna, ma la strage di agosto è un argomento che mi ha sempre toccata molto. Mia madre era lì giusto il giorno prima, e sarebbe dovuta partire il due ma per un'emergenza anticiparono il viaggio.
Mi hai commossa: non un solo errore, niente fuori tema. Hai trattato con sensibilità quest'argomento, il frutto del regime del terrore, una strage terribile che non andrebbe mai dimenticata. Purtroppo gli esseri umani sono stupidi e tendono a rifare sempre gli stessi errori, anche se più che la stupidità il più grande problema è l'egoismo.
Sono felice di aver trovato questa ff. Complimenti sinceri.
Natalie

Recensore Master
02/12/15, ore 13:08

Non so bene come iniziare a recensire... Quando ho realizzato ciò che stavi cercando di esprimere, mi sono ritrovata con le lacrime agli occhi.
Un racconto breve, ma di un'intensità incredibile! Hai utilizzato uno stile semplice, discorsivo, che per certi versi si avvina molto alla poesia. La narrazione in prima persona fa sì che il lettore si senta più vicino e partecipe. La scelta delle frasi è magistrale e carica il racconto di una drammaticità disarmante che fa inevitabilmente pensare al destino.
La narrazione è divisa in due parti: la prima, che dipinge quello che è il momento dell'ultimo saluto ai famigliari. La seconda, che ritrae l'istante immediatamente successivo all'esplosione. Entrambe sono scritte in modo perfetto: dare parola alle vittime attraverso il vento e gli oggetti quotidiani abbandonati attorno al luogo del disastro mette una malinconia indescrivibile.
"Sola andata. Perché chissà quando tornerai a casa!"
Vien voglia di impedire a ogni costo che questa ingiustizia si compia, tornando indietro nel tempo e trattenendo le persone che moriranno dal prendere quel treno!
"Eppure... eppure io sono ancora qui, qui con voi.
Nella drammaticità inserisci un frammento di speranza: l'esistenza non finisce con la morte.
Bravissima! Ti faccio i miei complimenti più sinceri! ♥

Recensore Junior
12/11/15, ore 16:47

Emozionante e ben scritta!
Ma cosa potrei dire di più?
*Bandierina Verde in azione*

Recensore Veterano
01/11/15, ore 11:19

Ho scelto di leggere questa storia perché ho trovato particolare il tema. Non avevo mai letto nulla che parlasse di questo delittuoso fatto della nostra storia...
Ti confesso che mi ha dato emozioni molto forti, anche perché, forse, mi è parsa una canzone o una poesia, più che un pezzo di prosa e questo ha aumentato la carica emotiva del pezzo.
Hai descritto benissimo, con poche immagini, il finale tragico e anche l'inizio, casuale, una storia come tante stroncata da una fatalità.
Mi ha colpita molto, davvero, anche perché - qui condivido con te una cosa molto personale - quell'anno, quel giorno, per una coincidenza casuale, mio padre non si trovò alla stazione di Bologna a quell'ora, ma ci passò poco prima. Forse per questo la strage di Bologna ha sempre avuto per me un significato particolare.
Insomma, questa storia mi è piaciuta moltissimo. Appena riuscirò, leggerò qualche altra tua storia.
Alla prossima!

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