Recensioni per
Il Saint di Aglaia (Era scritto nelle stelle)
di Keiko

Questa storia ha ottenuto 44 recensioni.
Positive : 44
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
22/07/14, ore 14:59
Cap. 12:

Bello tutto.
Davvero.
Ogni paragrafo.
Che profuma di sangue e merda e fatica e dolore dal primo paragrafo, dall'attacco, con le mani di uno sconvolto Aiolia strette attorno al collo di Mia.
Davvero, si eprcepisce la stanchezza del sonno agitato di Mia, la sento sulla pelle e questa stanchezza (fisica e mentale) si ripercuote per tutto il capitolo, dandogli un sapore speciale. È la stenchezza di chi è arrivato alla resa dei conti, la spossatezza che ti lascia addosso l'attesa.

E vedere Shura davanti ai Silver Saint mi ha fatto male, ma solo quando ho letto di Atena che col suo vestito da torta alla panna e fragole è sbarcata ad Atene assieme ai Bronze Saint. Perché il mio sadico cervello mi ha detto "Ehi, sai che lui morirà entro questa giornata disgraziatissima?". E vai di fiumi di lacrime. E mi sono domandata - oltre al perché ci sia Aries, alla latina, e Capricorn, all'inglese - come mai lui non abbia battuto ciglio sapendo a quale destino stesse spedendo i Silver Saint, tenuto conto del fatto che tra loro c'è Marin. Mica pizza e fichi. Solo dopo ha assunto un senso diverso l'occhiata che lui le regala quando lei cheide spiegazioni (ed in effetti ero anche io lì a chiedermi perché ci volessero ventordici Silver Saint per cogliere un solo, singolo frutto. E perché non l'avesse colto Shura, 'sto benedetto pomo, una volta sconfitto Ladone. E possibile che non si fossero riorganizzati? E possibile che...).
Sa di trappola, questa misisone. E mi chiedo come faccia Shura a non vedere fino a che punto il Sacerdote consideri i suoi sottoposti delle pedine più che sacrificabili.

Sono contentissima che, alla fine, siano state le donne a risolvere la questione. E che quel mentecatto di Argor sia quello che ha mandato in vacca tutto quanto facendo quello che no, non andava fatto. Mai. Cogliere quel frutto. E mi è piaciuto come la sua cupidigia sia stata punita, visto che pensava a come poter eliminare le altre tre per ottenere le vestigia del Sagittario, il bastardo infame.

L'umanità di Atena. Le sue paure. Il fatto che Atena aspetti, da brava dea guerriera quale elle è, mentre Saori no. Saori vorrebbe mettere un intero continente tra lei e il Santuario, tra lei ed il suo destino. Ma la vita sa essere una gran bastarda ed è capace di cambiare le carte in tavola proprio mentre tu fai altro. mentre non sai cosa aspettarti, sì, ma lei ti prende in contropiede. E tira fuori dal cilindro un asso mica da ridere. Una freccia capace di uccidere un dio. Ma Tramy non lo sa. Tramy sa solo che deve usare quella freccia. E da bravo soldatino - da bravo cane pastore - esegue. Senza chiedersi null'altro. Il sacerdote dice, e lui esegue. Facile, semplice ed indolore. Per lui, ovvio.

Jabu ha vinto.
Jabu col suo dolore per Saori, Jabu che come Seiya considera Saori qualcosa in più di una dea, Jabu che vorrebbe che lei lo guardasse come guarda Seiya, Jabu che giudica Seiya il solito incosciente, irresponsabile, egoista. Jabu che forse è quello che soffre più di tutti messi assieme.

L'unica perplessità che ho (occhio, nell'ultimo paragrafo ci sono un po' di errori di battitura) è sui nomi dei colpi.
Perché Raitoningu Bolto è la traslitterazione di Lightning Bolt.
Raitoningu Purasuma = Lightning Plasma.
Quindi Reiken Raitoning = Astral Lightning.
Perché Mia non lo pronuncia all'inglese?
E che significa di preciso Metsu Raitong?
Lo so che sono una scassabballe, ma mi sto prendendo appunti.
E perché Shaina pronuncia Sanda Curo al posto del solito Thunder Claw?

Aspetto il prossimo capitolo. Dove cominceranno a volare ceffoni d'oro.

Recensore Master
22/07/14, ore 14:45
Cap. 12:

Finalmente GIUNGO a commentare questo capitolo, che nel combattimento contro le Esperidi mi è piaciuto moltissimo. ♥♥♥

Dunque... vado per punti che altrimenti mi perdo perché ho tantissimo da dire. 

*si scrocchia le dita*

1) il primo paragrafo, lo scontro con Mia e Aiolia, mi è piaciuto per quel che riguarda Mia, ma devo ammettere che sul Leone sono rimasta perplessa. 
Ho capito che l'ha fatto per una rabbia repressa e per un sentimento di tradimento che l'ha sconvolto, ma Aiolia me lo immagino sempre più aggressivo a parole, un freddezza a lui inusuale e spietata - ma questa è solo una mia idea, per cui prendila cum grano salis. 

2) la marcia dei Silver Saint, le immagini della scalinata, l'introduzione delle Esperidi mi sono piaciute moltissimo. Trovo che la struttura spezzata del combattimento abbia fornito dinamicità, laddove altrimenti sarebbe stato un muro compatto di sole botte da orbi per righe e righe. 

3) la caduta di Saori Kido. Bella. C'è molta carne al fuoco in questo capitolo, ma la scena in sè funziona, non scivola nel cliché della tragedia e nemmeno sorvola sul significato che rappresenta - Athena è stata colpita E MO' SON CAZZI DI TUTTI, ecco. XD

4) le Esperidi. A me sono piaciute moltissimo. Le ho trovate dure, sporche, bellissime e d'una forza granitica, che non arretra e che è inamovibile. 
Mi hanno veramente colpito e sono convinta che tu abbia fatto un gran lavoro su di loro. 

5) I Silver Saint. Mia si è amalgamata bene al resto della truppa e qui non sento più alcuno stacco con la trama principale, quasi Mia ne facesse parte da sempre. Per un OC, questo è il traguardo più grande. ♥♥♥

6) Jabu, Jabu mi ha convinto. Jabu ha mostrato un'incertezza e un'amarezza molto umane, paragonandosi a Seiya e riflettendo l'altro Cavaliere nelle sue parole. Jabu mi ha fatto pena, per la prima volta da SEMPRE, perché ho capito il suo amore e la sua devozione sfrenata. 

In mezzo, fuori da ogni punto, ci sono le tue riflessioni sulla guerra e sul significato del cuore, c'è la tua abilità di fanwriter e la tua passione, immagini che trasmetti agli altri con una sincerità disarmante. 
Bello. A me questo capitolo è piaciuto molto e valeva la pena - ne vale sempre - di aspettare un po' di tempo. 
Complimenti. ♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥

*aperitivo insieme?*

 
(Recensione modificata il 22/07/2014 - 02:47 pm)

Recensore Master
10/06/14, ore 14:04

Ho riletto questo capitolo tre volte.
Non perché le cose non mi tornassero, ma perché volevo essere sicura di una cosa, prima di lasciarti questa recensione.
Finalmente ci siamo. La partenza per spaccare teste e nasi è alle porte. Questione di poche ore, e in questo capitolo siamo partecipi dei sentimenti che sfracagnano (termine tecnico) i Cosmi delle persone coinvolte.
I Bronze Saint, con la loro sacrosantissima diffidenza verso Mia. Non discuto. Hyoga è da manuale quando ricorda a Seiya che sì, bello bello tutto, ma Mia gli ha fatto un fondoschiena come una capanna e se ne è tornata bel bella indietro con le vestigia dorate (Non rammento: anche qui, come nel manga, il premio messo in palio era una copia clamorosamente brutta dell'Armatura del Sagittario, oppure era quella vera?). L'unico che ha dei dubbi è Shiryu. Il quale credo si faccia venire la velleità dell'avvocato del diavolo solo per rispetto nei confronti dell'amico. Con cui si è quasi ammazzato sul ring del torneo, ma pazienza. nella mente di entrambi quei giorni sono lontani anni luce oramai, vero?
E poi c'è Ichi. Che non mi sembra di ricordare abbia scambiato con Mia due parole, se non fuori scena. Ma il discorso che fa con Jabu, se può sembrare irritante all'inizio e far pensare al lettore "Sì, ok, ma che me ne frega di Mia?", è centrale. Perché? Perché nelle parole di Ichi c'è il trovarsi disorientati di fronte a qualcosa che non si cpaisce, e di cui ci si ostina a non fornire le coordinate. Perché Mia e Marin hanno riportato indietro il Saint di Perseo (Algor di Perseo, non della Medusa) E i pezzi dell'armatura. Per quale diamine di motivo Saori si fida di lei? E dire la parola di Athena è legge, a volte può non bastare. Perché l'uomo ha bisogno di qualcosa che lo induca ad avere fede. Anche una parola a mezza bocca può bastare, ed è sicuramente preferibile del "Perché sì" di Saori (che infiniti addusse lutti agli Achei, mi vien da aggiungere).

Il capitolo fila. Ci sono personaggi che, seppur accennati, catapultano l'attenzione su di sé, e me ne perdonerai, sono curiosissima di saperne di più e sul Decumano di Tokyo (perché un nome latino per qualcosa che fa capo al mondo greco?) e sulla figura nell'ombra che sta preparando la freccia con cui trafiggere Athena. E che non ha sgozzato Marin per un soffio.
E cosa diamine sono i Cavalieri d'Ambra? Chi sono, adesso, questi tizi? ne voglio sapere molto di più, perché se è vero che il Capricorno ha aperto la strada ai Santi d'Argento (e anche qui: non dovrebbe essere il contrario? Kurumada ha fatto grossi danni), allora il Capricorno ci si è scontrato con questi signori. (Si stringe la mani con aria minacciosa). N'est-ce pas?

Le mie perplessità riguardano lo scambio tra Aiolia e Mia.
Perché non sono così scema da non sapere che Aiolia dovrà essere manipolato da Saga per scontrarsi con Seiya (rempiendo ME di gioia selvaggia alla sola idea), e che l'unica cosa che può far alzare la testa al Leone è sapere non solo che Athena è viva, vegeta e fa cao ciao con la manina dal Giappone, ma che suo fratello era innocente.
Logico che Aiolia scalpiti e frema per avere spiegazioni. sarebbe strano il contrario.
Quello che mi lascia perplessa è che non stacchi la testa a Mia quando lei gli spiattella tutta la verità, trulla trulla e garrula come un fringuello a primavera. Cioè. L'ha sparata grossa, Mia. Troppo grossa. E va bene che Aiolia non è un pazzo assassino come Mask (te lo dico qui. Lui è stato spettacolare nella sua rudezza con quel povero granchio. Pure se in biologia doveva avere tre, suppongo), ma mi sarei aspettata una reazione meno compassata e più infuriata. Più umana. Perché l'apocalisse che ha ricevuto Aiolila avrebbe dovuto colpirlo come un gancio alla mascella. Come uno schiaffo improvviso. E invece no.

Quanto a Mia, invece, non ho capito il suo andare lo stesso all'appuntamento con Marin. Non l'ho capito non tanto perché non aveva senso (ne aveva eccome, invece!), quanto perché mi lascia basita il non considerare le conseguenze di quanto fatto, da parte di Mia. Aiolia non è rientrato, ieri sera. Speriamo non si sia messo nei guai.

Tesoro caro, ma dove diamine pensi sia andato Aiolia dopo la rivelazione che gli hai dato? A cogliere margheritine? CERTO che si è andato a cacciare nei guai! E l'ha fatto ficcandovicisi (XD) di testa. Per farsi più male, ché sennò mica era contento!
Sono rimasta come una scema a dirmi "No. Non è possibile". Perché che Aiolia si sarebbe ficcato nei casini Mia avrebbe dovuto anche solo intuirlo prima di pensare di confidarsi con lui. PRIMA. Non dopo. Altro che frittata, qui. Questo è l'unico punto che mi ha lasciato basita (tranquilla, ho riletto più volte la storia perché non avevo mai tempo di commentare come si deve e temevo di perdermi dei pezzi in giro! XD), e non si può spiegare questo punto con l'avventatezza di una sedicenne. Perché è la stessa sedicenne che prima di rivelare la verità ad Aiolia si fa prendere dai dubbi. E si può spiegare solo col menefreghismo. Perché adesso c'è altro a cui pensare. E va bene. Va benissimo. Ma allora che Mia la smetta di pensare e pensare e pensare ai sentimenti altrui, e di crearsi da sé i problemi - altro che quelli che si fa Aiolia da solo! - visto che quando deve dimostrare davvero un poco di grazia passa sopra ai sentimenti del prossimo come se fosse un carrarmato. Sperando di non aver fatto danni.
È un po' poco, no?

Per il resto, voglio assolutamente sapere come va a finire e le risposte ai miei quesiti: chi diamine sono i Cavalieri d'Ambra?
La risposta nella prossima puntata?
Aspetterò. E farò il tifo per te.

P.S.: la frase corretta è "watashi wa Athena no imoto desu", se diamo per scontato che Mia sia la sorella minore di Saori. ;)

Recensore Master
17/05/14, ore 17:54

*squittisce*

Qui c'è tanto da dire: moltissimo.
Come prima cosa, ho apprezzato il taglio stilistico che gli hai dato, paragrafi brevi ma incisivi, che mutano sfondo e protagonisti ogni volta.
Saranno gusti personali, ma così ho avuto l'impressione che il testo scorresse meglio e, soprattutto, fosse più dinamico.
Per questo capitolo potrei scegliere la parola schiusa, perché l'impressione che mi ha dato è stata proprio quella: un fiore che si apre alla guerra.
Le interazioni tra i Gold Saint mi sono piaciute moltissimo e trovo che tu stia facendo un bel lavoro su di loro, nei dialoghi e nelle azioni.
Il dubbio - la parte giusta e la parte sbagliata - si evidenziano in ogni personaggio, ma un appunto di bellezza va al Sommo Sacerdote, che ho trovato davvero bello e ispirato.

Jabu si comporta sempre un po' come un bullo di periferia, ma credo sia anche quello il suo ruolo da quello che ricordo, un personaggio un po' abbozzato e creato per essere continuamente contrapposto a Seiya.
All'ingresso di Camus e Milo ho URLATO DI GGGIOIA, perché io quei due li amo (e sono bellissimi fighissimi tutto, ecco) e Mia qui ha funzionato bene, come un ingranaggio ben oliato.
Sa la verità e si trova divisa su due strade, in bilico, e questo sono riuscita a vederlo chiaramente, per cui credo che Mia stia prendendo piede e ruolo sempre meglio.

Per il resto, questo capitolo me lo sono proprio goduto, ecco: complimenti, donnaH. ♥♥♥♥♥♥♥♥

*sparge gelato e gattini pelosi da pettinare*

Recensore Veterano
05/05/14, ore 11:22

Eccomi che ricompaio, come un pallido fantasma tipo racconto di Dickens!
Sono riuscito a leggere un capitolo, quindi andiamo subito a commentarlo prima che l'Averno reclami il mio tristo ectoplasma!

Partiamo dalla fine: forse siamo ad un punto cruciale, visto che il "Cavaliere Decaduto" ha fatto la sua comparsa e sembra più arrabbiato dell'Incredibile Hulk. Saranno botte da orbi, come è giusto che sia? Shun sarà calciorotato abbestia e frustato con ghirlande fatte di cactus? Speriamo!

Ma torniamo all'inizio. Ad Atene continuano a fervere i preparativi, ognuno, a suo modo, si prepara psicologicamente all'imminente precipitare degli eventi. Bello l'approfondimento iniziale sul vecchio Aphro e ancor meglio il confronto col (scopriamo in questo capitolo) verginello Shurone. Fra l'altro la curiosità circa il suo recente passato aumenta ancora: non solo ancora non sappiamo chi l'abbia pestato come l'uva, veniamo anche a sapere che ci sono problemi con Excalibur. La lama non è più salda nella mano del Cavaliere?
Vediamo anche un Saga che parla da solo (molto IC) ed un confronto di Aiolia con (l'ormai onnipresente) Caprone. Ecco, qui magari avrei calcato un po' la mano, rendendo più marcato l'astio del Leone verso il Capricorno. Capisco che Aiolia abbia accettato la versione ufficiale di Aiolos traditore, ma ha davanti a sé colui che è stato pur sempre il carnefice del suo fratello e maestro. Lo avrei visto un po' più duro nei suoi confronti. In ogni caso, la mia è solo un'impressione. Come riportare il personaggio rimane sacrosanto diritto dell'autore.

Ma la parte principale è senza dubbio quella di Tokyo. Le parti del dialogo Mia/Miho (col pregevole cameo della futura Discordia) e dello scambio di battute fra il Papero e la misteriosa fioraia (new entry?) cedono ben presto il posto a quanto accade nel palazzo dei tornei, dove i combattimenti si susseguono uno dopo l'altro (letteralmente: nell'anime avevo avuto l'impressione che si svolgessero in diverse giornate) fino al momento AXIA, che tutti ricordiamo con grande affetto visto che è il preludio a quando Shun viene preso a palate sui denti per la prima volta.
Sei riuscita ad inserire ottimamente Mia in quei concitati momenti, sia per quanto riguarda il salvataggio in extremis di Shiryu sia per la manifestazione del Cosmo di Ikki (ero li che fremevo, aspettandomi magari un risvolto fra Hyoga e Mia e tutto quello che non sanno e, BAM, arriva l'uccellaccio di fuoco!). Ed ora che succederà? O meglio, come tutto quello che noi fan conosciamo si evolverà?

Chiudo con una parentesi su Shunrei, che sembra quasi incarnare alcune donne dei poemi omerici (Penelope in primis), che combattono una guerra logorante e silenziosa, ma non meno dura e sfibrante di quella dei più titolati eroi maschi. Bello, mi è proprio piaciuto.

Ora vado, che l'Ade mi richiama. Ancora tanti complimenti mia cara. Forse a breve riuscirò addirittura a rimettermi in pari. Bacissimi!

P.S. Minimicro appuntino: Shun era al suo primo incontro, non ne aveva avuti di precedenti! ^____^
P.P.S. Il metodo Grullosus per salvare la gente, è bene che tu lo sappia, non funziona nella realtà. Ho visto una volta un tizio stenderne un altro con un cazzotto in petto. Quando ho suggerito all'energumeno di tirargliene un altro sulla schiena per vedere se si riprendeva, poi abbiamo dovuto chiamare direttamente l'amblanza.
U_____U

Recensore Master
11/04/14, ore 19:06

Eccomi!
Ebbene, sì, non sono sparita! E si entra nel pieno dell'azione..
Piccola parentesi: non sai come ho fangirlato quando in precedenza Athena si è palesata a Mia.
Mi piace da matti la piega che sta prendendo la storia e ammiro moltissimo il modo in cui giostri i personaggi e il loro aspetto psicologico.
Unna batosta per Mia e Seiya sapere di essere figli di Mitsumasa Kido, terapia di gruppo gratuita per i povero sfortunati? Anche se a questo punto con la comparsa del diario di Kido mi chiedo se Mia non sia qualcosa di... più. E sono veramente curiosa di saperlo, quindi fai leggere presto il diario a Mia! ù_ù
Uh! Il titolo del capitolo mi ha ricordata la frase che dice la santona ne "La Grande Bellezza" *random*
Sorry per la recensione breve, ma devo scappare!
Ci sentiamo al prossimo capitolo!
By Cleo^^

Recensore Master
04/04/14, ore 12:27

Da brava dissociata quale io sono, in me albergano due entità distinte e separate che vengono fuori non tanto nei momenti della vita più impensati  – come l’angioletto ed il diavoletto dei cartoni animati americani che sussurrano come comportarsi al proprio protetto – ma quando leggo qualcosa. Allora la scribacchina (Francesca) e la lettrice (Fanny) escono fuori per dire la loro. Spesso i pareri sono contrastanti perché, come saprai bene anche tu, un conto è accostarsi ad un testo scritto come fruitore passivo (Fanny), un conto è approcciarsi con un occhio critico, facendo a pezzi quel che si legge (Francesca). Spesso, invece, i pareri sono simili, anche se formulati in maniera differente. Come in questo caso.

Sia Francesca che Fanny hanno trovato questo capitolo di corsa. Affrettato. Da un lato, era necessario che gli eventi cambiassero corso, anche perché, seguendo la cronologia dell’anime, è qui che tutto cambia e dai ragazzotti che si pestano come fabbri zoppi si passa ai santi veri e propri. Prima era solo una Tana delle Tigri in salsa tzatziki. Adesso c’è il sapore messianico di Athena e la schiera dei suoi eletti che la difenderanno dai malvagi, sconfiggeranno il malvagissimo di turno e raddrizzeranno i torti a suon di ceffoni (a due a due fino a quando non diventeranno dispari, ça va sans dire).
Però che c’è che non va, grandissima scassaballe?, starai pensando. Perché è palese ed evidente che ci sia un però. E pure grosso come una casa. Il però in questione è dato dal ritmo. Nella scorsa recensione petevo a gran voce che ti dessi una smossa – detta in maniera brutale – ed iniziassi a seguire un percorso tuo; oppure che infondessi un carattere tuo precipuo a questa storia. Per rispondere alla domanda che mi hai posto nella scorsa risposta, non esiste una risposta univoca. Come per tutto. Non c’è un bene o un male nelle scelte che si fanno sull’aderenza alla trama; se sdirazzare e seguire un altro percorso, o se evolvere quanto già mostrato è una scelta tua, personale, sacra ed inviolabile. E nessuno te la può toccare, o criticare. Ma, come disse nonna, Il faut que tu choisisses. Bisogna che tu faccia una scelta. E che tu la segua. Fino all’ultimo capitolo non si capiva se tu volessi seguire passo passo la trama dell’anime per inserire Mia come se fosse un ramo dell’albero Saint Seiya, o se, in qualche modo, volessi fare un qualche tipo di innesto da uno dei rami principali. Dalle radici, quasi. Ancora non ho capito quale strada tu voglia seguire – forse una via di mezzo, una terza opzione non preventivata? – e ti confesso che arrivati a questo punto è sconfortante non comprendere che direzione prenderanno gli eventi. Perché da un lato ti dici che qualcosa cambierà, per forza di cose, perché questo non è Saint Seiya – Il Santuario. Ma dall’altra l’attesa del cambiamento inizia a farsi sentire.

Ed è qui che casca l’asino ed entra in gioco la questione del ritmo.

Nei capitoli precedenti c’era una sorta di minaccia incombente sulle zucche di Seiya e soci e la povera Mia non sapeva come salvare la situazione e la propria, di testa, oltre a quella dell’amatissimo amico di sempre. Però, se è vero che da un lato Mia ha ricevuto un bel ceffone da Saori con la rivelazione di essere Atena – una vera e propria Apocalisse, ma senza bestie con ventordici paia di occhi, corna, arti e code, solo un sottile quanto non celato “becca, incarta e porta a casa” – dall’altro hai smorzato tu stessa la minaccia. Mia doveva essere l’infiltrata nel gruppo per osservare e poi riferire ai Silver Saint, ma se non la fai parlare coi Silver Saint, il lettore se lo scorda della loro presenza, impegnato com’è a seguire le chiacchiere tra Seiya e Miho, tra Miho e Seiya, tra Saori e Mia… Capisci? Quando petevo a gran voce l’arrivo dei Silver era perché non facendoli apparire in scena, non nominandoli se non come minaccia vaga (e una minaccia non resa reale anche al lettore è come quando la mamma ti promette di dartele e poi non te le suona mai), tu stessa smorzavi il loro potenziale. Non li rendevi più come una minaccia, quanto uno spauracchio. Che sì, prima o poi sarebbero entrati in scena. Ma più poi che prima, quando il loro ingresso non solo era già ampiamente aspettato dal lettore  - in fondo, non appaiono dopo la scazzottata con Ikki? – ma non faceva più paura. Arrivati a questo punto, che Argor si diverta a punzecchiare Mia e che Mia pensi – tra sé e sé – che sono finiti i giorni in cui farà il gradasso, cosa porta alla storia se non un arricchimento delle relazioni interpersonali?
Perché, mannaggia alla miseria, non li hai fatti entrare in scena prima?!

Che poi, paradossalmente, la parte sui Bronze è quella a cui sei più affezionata – e non tanto perché c’è Mia, quanto perché c’è Seiya. Siamo oneste, su – ma è quella più debole, rispetto agli stralci che ci dai sui Gold. Forse – ok, leviamolo quel forse e mandiamolo in vacanza alle Hawaii – questo accade perché sei troppo vicina al faro, troppo coinvolta per essere distaccata quanto basta. Le parti in cui entra in scena Shura sono favolose. E questo non lo dice Francine, la fangiiiiiiiirl del Capricorno. Lo dice Francesca, la scribacchina, e lo dice anche Fanny, la lettrice. Accadono cose tutto sommato banali – due che risalgono una scalinata – ma ci fornisci informazioni preziose sui personaggi messi in scena. Su tutti i Gold.
Ho tirato in ballo Shura perché fra gambe rotte e secchiate di fangirl che spuntano come funghi, oramai gli staranno fischiando le orecchie che è una bellezza – e siccome è vanesio da morire, pur se non lo ammetterà neppure scuoiato vivo, se lo distraggo riesco a scassargli e sistemargli una gamba maciullata che va avanti e indré dal 2006 – ma il discorso vale per tutti. Il paragrafo su Mask è meraviglioso. Me lo sono letto con due occhi spalancati, curiosissima e di sapere chi sia la figura con cui sta parlando – che sta minacciando sarebbe più corretto dire – e di sapere che ruolo giochi questa figura sulla scacchiera di Saga, che ti sta venendo fuori complessa e articolatissima.
E Aldebaran, che col cuore pesante ritira fuori lo scrigno dal fondo dell’armadio, ci mostra il lato casalingo, domestico dell’essere un Santo, quello che investe le donne che hanno scelto di legarsi ad un uomo che non sarà mai loro al cento per cento (come se poi, gli essere viventi appartengano ad un’altra persona e non a loro stessi. Ma ci fa piacere credere che l’uomo che ci ritroviamo accanto al risveglio ci appartenga totalmente, vero?), ma che apparterrà ad un’altra donna, ben più temibile di qualsiasi altra rivale. Un punto di vista umanissimo, quello della moglie di Aldebaran, che cerca di mettere assieme i pezzi, di farli incastrare. Com’è possibile che esista Athena se il prete ogni domenica dal pulpito racconta una storia diversa? Chi ha ragione? Chi torto?
E la missione di Shura? Ci sono una serie di misteri su ciò che doveva recuperare (la zucca mi suggerisce che Saga l’abbia mandato nel Giardino delle Esperidi, ma non mi sbilancio ed attendo, paziente come un ragno. E per usare io questo paragone, significa che la questione mi ha presa.), e questo è bene perché mantiene il lettore con la curiosità di saperne di più. Di attendere il prossimo capitolo per andare avanti, sicuri che ci saranno nuove carte che salteranno fuori dalla manica – o nuovi conigli che spunteranno dal cilindro, se preferisci.
Ma la parte sui Bronze, mi duole ammetterlo, è quella più debole. E mi dispiace. Moltissimo.

Su una cosa, però, mi sento di concordare con Mia quasi al cento per cento. Per quale stramaledetto motivo Saori non si palesa come Athena e non fa un fondoschiena ad organetto al caro Saga? Perché sennò la storia finisce qui, ovvio. Che domande. Però, essendosi Saori rivelata a lei, si è in un certo senso esposta. Perché la domanda che Mia si pone, mentre gli altri Silver fanno i gradassi (poveracci, loro sono pur sempre convinti di essere dalla parte del giusto, che, agendo in nome del Sacerdote, agiscano in nome di Athena stessa, non scordiamocelo e non riduciamoli a cattivi da operetta), investe anche la tua ragazza speciale. Lei tace, per una sorta di segreto del confessionale. Perché glielo ha imposto la divinità. Ma è connivente. Complice. E, temo, sarà colpevole tanto quanto Athena quando il sangue dei Silver scorrerà sulle mani dei Bronze.
 
In conclusione?
La tua penna è di quelle che illustra al lettore un percorso facile, agevole, attraverso siepi di alloro. Senza frasi troppo complesse o figure retoriche. Così è più semplice per te infilare quello che vuoi che il lettore sappia e per lui è più facile seguire anche la trama. Una lettura ariosa, che in parte mi ricorda la Yoshimoto e, in parte, Baricco. Che io odio e detesto, ma sono gusti. Non è difficile seguirti. Anzi. E questo è un bene. Perché, a differenza di Baricco, tu non mi lasci col sapore delle nuvole in bocca. Usi le parole accostandole come fossero sbuffi di panna montata o di zucchero filato, ma lasciano il gusto di ciò ce ho letto. Di umidità e stalattiti per Death Mask. Di terriccio smosso e sangue per Shura. Di freddo e sporcizia per Camus. Di vento e sera per Milo e Aiolia, con il sottile e frizzante solletico che ti regala il retsina a titillarti il naso e le papille gustative (ed è appena mezzogiorno… avvinazzata che non sono altro!!). Di sabbia e balsamo al cocco per Aldebaran.
E la cosa assurda è che loro non sono nemmeno i tuoi pupilli. Che profumano di ore ventose.
In conclusione, ma stavolta per davvero: io non so se ci sia una sorta di tentativo di correggere la rotta di volta in volta. La pubblicazione settimanale fa sì che il lettore non percepisca appieno il ritmo ed il carattere che lo scrittore ha imposto alla propria creatura. Ci sono capitoli più riflessivi, come i precedenti, e capitoli in cui accadono un sacco di cose, come questo. Forse troppe, tutte assieme. Troppe, anche per un capitolo dal respiro corto e concitato di colui che scappa inseguito dalla muta di cani feroci.
Si può essere più obbiettivi solo avendo l’opera tra le mani nella sua interezza, così da sezionarla per bene avendo sott’occhio i vari passaggi. Ma purtroppo, qui ho provato una sensazione spiacevole, quella della puntata di montaggio in cui si riassumono i fatti salienti accaduti sinora.

Recensore Master
22/03/14, ore 03:27

*decede* ♥

Vale la pena di aspettare ogni singolo giorno per poter poi leggere questi capitoli, sappilo. ♥
Il capitolo parte in medias res e la cosa funziona, funziona ALLA GRANDE, perché evita una certa noia nella prosecutio temporum che, alla lunga, appesantisce il testo.
La tua forza è una potenza concettuale che riesci a inserire in ogni tuo lavoro, un raffinato intreccio di studio, di analisi, di pancia e di cuore.
Dei personaggi apprezzo il realismo con il quale li gestisci (nel particolare ho amato il piccolo Shun perché mi è sembrato umanissimo e molto vero nelle sue reazioni e nei suoi dialoghi) e potre spendermi in altre lodi su Camus, inciso in quattro parole e altrettanti movimenti.
Saori è semplicemente Saori.
Se un momento prima (come l'inizio del capitolo) intravedi la dea che è in lei ed esulti gasato a mille, alcuni paragrafi dopo la vorresti prendere a roncolate nei denti, e qui si dimostra che questa sua ambivalenza (prettamente fornita da Kurumada) e questo suo lato forse persino un po' infantile (sono una dea ma in fondo fondo non volevo esserlo e mò me tocca) sanno essere ampiamente gestiti dalle tue capacità.

A Mia una parentesi a parte, perché in questo capitolo l'ho vista molto concentrata, molto focalizzata sull'obiettivo e, nel particolare, molto lucida, un Saint di tutto rispetto.
Sta cercando di gestire la situazione, di far virare la barca dove sa che non ci sono scogli e dove non può andare in secca, e si aggrappa alle sue abilità e al suo allenamento, a tutto ciò che ha conosciuto e che l'ha formata in questi anni.
Ho trovato davvero belli i momenti di Mia e quello di Saga l'ho AMATO senza riserve.

Punto in più per come stai gestendo i Gold Saint e nel particolare Shura, il quale si distingue sempre, brilla un pochino di più, quasi fosse il tuo preferito o, più semplicemente, più nelle tue corde.

Nella sostanza, se dovessi definire questo capitolo direi che sta rumoreggiando, ovvero il terreno sta tremando in attesa della scossa finale - di una guerra che pare inevitabile e che sarà da combattere su più fronti, non solo fisici, ma anche emotivi.

*offre pasticcino*

DonnaH, è sempre un immenso piacere leggerti, soprattutto quando ti trovo in fandom belli e pieni di potenzialità come questi! ♥♥♥♥♥

*passa l'intero vassoio di pasticcini e offre il frigorifero: serviti pure!*

Recensore Master
13/03/14, ore 12:30

Ed eccomi qui. Confesso di aver letto questo capitolo quasi subito dopo la sua pubblicazione, a spizzichi e bocconi, e di esserci ritornata più volte, perché c’era qualcosa che no, non riuscivo a mettere a fuoco. Non sapevo come chiamarla, né come esprimere al meglio quel concetto che rimbalzava nella mia testa come una palla matta, ma evanescente come il pulviscolo. Ma veniamo a noi, nella pia speranza di riuscire a mettere insieme un discorso di senso compiuto.

Aphrodite è barocco. Lui, le rose e il ricordo di sua madre con l’abito bianco e la corona di rose sulla testa (che sfiga morire durante la festa di mezza estate!). Mi piace il ribaltamento che hai fatto del personaggio, che il fandom vede come un bellissimo angelo della morte, letale, velenoso, ecc. ecc. Lui, invece, è vivo, e come tale vuol godere la vita fino in fondo, fino a quando ci saranno stille di rugiada a posarsi indolenti e timide sui petali delle sue rose.

YEAH!

Confesso che mi ha strappato una risata divertita l’immagine di Aphrodite che stramazza nel roseto alle spalle della Dodicesima Casa, ma si sa, io sono una cattiva persona, e qualcosa mi dice che mi pungerò quando dovrò cambiare l’acqua alle bellissime rose che mi guardano dal salotto. E che mi fanno sentire in colpa per quella risata, ma serei disonesta a negare che sì, c'è stata. Ma come, Aphrodite, anche tu soccombi al potere delle tue rose?!
 
Molto bella anche l’interazione tra Pesci e Capricorno. A proposito: se dici “Pisces”, alla latina, credo sia corretto concordare “Capricornus”.  No?
È stato bello vederli salire fianco a fianco discutendo dei massimi sistemi, un po’ come le massaie dei Monthy Python che discutono della filosofia di Sartre attendendo che si asciughi il bucato. Scherzi a parte, hai descritto un dialogo tra due personaggi che non potrebbero essere più dissimili l’uno dall’altro. Uno, così attaccato alla vita, con le unghie e coi denti, capace di questionare con la morte perché vorrebbe avere ancora cinque minuti in più, o che, sapendo che si approssima la fine, s’ingozzerebbe di vita fino a scoppiarne. L’altro, invece, più serio e compito e così schiacciato dal suo ruolo da assomigliare ad un morto che cammina, forse, ma che è molto più simile ad Aphrodite di quanto il bellissimo guerriero non immagini. Perché sfidando la morte, Shura cerca la vita. Shura non vuole morire a tutti i costi, o si sarebbe piantato Excalibur nel cuore da quel dì. Lui vuole scontare la sua pena, scontare l’esecuzione di Aiolos – l’omicidio – vivendo. E sentirsi vivo, di tanto in tanto. Massacrandosi in combattimenti di cui non so se il Sacerdote sappia. Perché, e questo davvero non l’ho capito, non è chiaro se Shura si sia ferito così durante una missione, o se, piuttosto, non gli prudano le mani di tanto in tanto e allora si sfoghi in risse da taverna. In questo caso, essendo risse provocate e non necessarie, non si elude bellamente il precetto di non combattere per questioni personali?
 
Lo scambio di battute tra Aiolia e Shura mi ha lasciato perplessa. Perché nella serie classica non scambiano nemmeno due battute in croce, salvo quando, nella serie di Hades Shura, portato a braccio da un inferocito Leone, lo implora: «Aiolia, ti prego! Ascoltami!», ricendo in cambio un lapidario e ringhiato :«Sta zitto!».
Sì, nell’Episodio G, in un certo senso, collaborano, ma i rapporti restano tesissimi e ristretti al necessario. Francamente, non ce lo vedo Aiolia che va a sincerarsi delle condizioni di Shura (perché non s’è affacciato quando Shura è passato per la Quinta Casa, invece che presentarsi alla Decima, allora?), proprio perché gli ha ammazzato il fratello. Ma ehi, è la tua storia, è il tuo Aiolia e quindi accetto di buon grado questo lato del suo carattere. Quello che mi suona strano è lo scambio di battute tra i due circa la spedizione punitiva dei Silver Saint a Tokyo.
Shura è quello più attaccato alle regole, dovrebbe essere lui a dire “Stanno tradendo il Tempio e il nome di Athena.”, non Aiolia, che dovrebbe ribattere, invece: “Sono ragazzini”.
Questo perché Aiolia è più umano ed incline al perdono (come quando tenta di fermare tre disertori, prima che Perseo li pietrifichi), ma, soprattutto, perché è un maestro. E, come tale, sa che sì, indossando l’armatura si perde la propria innocenza, ma che, sotto sotto, quello che crede di essere un leone adulto è solo un cucciolo con la raucedine. Per questo mi suona strano lo scambio di battute tra quei due, più dell’episodio stesso.
 
E in tutto ciò, ci hai detto che gli altri Silver Saint sono a Tokyo, ma dove diamine sono? E perché Mia se ne va bel bella in giro e fraternizza con quei Bronze che, in teoria, dovrebbe massacrare fino a che morte non sopraggiunga? La vediamo parlare con Miho, andare a Kido Manor, chiacchierare con gli altri Bronzetti, e nessun Silver dice nulla, manco mezza parola? Io spero ci sia un piano, dietro, e che lei, in qualche modo, abbia fatto carte false per essere una sorta di infiltrata, di Cavallo di Troia in mezzo ai Bronzetti per recuperare informazioni circa l’Armatura (hai visto mai che sia davvero quella di Aiolos?), e che stia facendo il doppio gioco, rischiando la pelle. Perché, in caso contrario, i Silver sarebbero ancora più fessi di quanto non appaia nella serie, tutti chiacchiere e distintivo luccicante, insomma, per permetterle di fraternizzare col nemico. No?

Mi è piaciuto l’incontro/scontro con Erii, e sì, Miho vuole che l’amica odii Mia proponendole di andare a vedere Hyoga al posto suo. Sì, Erii ha la febbre, però… però… però. Fossi in Erii me la legherei al dito, ma io sono una cattiva persona. Ringrazio il fatto che tu abbia accorpato in un unico evento le scazzottate tra Hyoga e Ichi, Seiya e Shiryu e Shun e Jabu. E l’arrivo di Ikki, o non ne saremmo usciti vivi.

E qui, dal cosmo immenso che manda a gambe all'aria un Silver Saint - un Silver Saint, mica pizza e fichi. Te lo ricordi quanto fosse sborone e micidiale Eris al suo arrivo? - iniziano le mie perplessità.
Leggendo il capitolo ho divorato gli spaccati al Santuario, mentre ho quasi sorvolato su quelli legati ai bronzetti.  Hyoga e la rosa compreso (ebbene sì). All’inizio mi sono detta che avevo letto di fretta per mancanza di tempo e che avevo puntato l’occhio di bue sui miei preferitissimi. I goldini sono il mio tallone d’Achille, si sa. Non ne faccio mistero.
Ma poi, tornando a rileggere il capitolo con più tempo, mi sono accorta che no, non si trattava di becero favoritismo, di nepotismo spinto, ma di attenzione. Di interesse.
Mi spiego meglio.
La storia la conosciamo tutti. A memoria. C’è chi cita le battute parola per parola, con tanto di intonazione, per cui non c’è fan che non conosca questo arco di storie. E non puoi nemmeno svicolare troppo, perché la trama è quella che è, e o la riscrivi di buzzo buono, con tanto di AU grosso come una casa e l'OOC a portata di mano, ché non si sa mai, oppure ti accodi e segui i binari. Però, ad un certo punto, i binari li devi lasciare e proseguire per il tuo sentiero. Tracciarlo tu. Perché, in caso contrario, potrebbero non bastare i meravigliosi spaccati che ci dai sul Santuario, e non per una questione di deficienza della tua penna, tutt’altro! Quanto, piuttosto, per una questione di freschezza delle trama. Per mantenere l'esempio dei binari e del tram, perché devono esserci due linee che fanno lo stesso, identico percorso? Perché nella tua linea c'è Mia? Potrebbe non bastare una hostess così graziosa. A meno di non inserire qualcosa di grosso, di nuovo, Di fresco.

Ad esempio, ci mostri un Silver Saint col fiato sul collo dei bronzetti, e può essere interessantissimo puntare l’aspetto sulle questioni pratiche, oltre che sui risvolti emotivi ed emozionali della vicenda. Dove alloggia Mia? Gira senza maschera per Tokyo (la risposta è sì, o l’avrebbero internata in manicomio da quel dì)? Come campa? E Shaina? Che fa la sera quando torna a casa o quando rientra dalla sua perlustrazione? Hanno dei punti d’appoggio in città, qualche alleato del Santuario? Parlano mai, tra loro, della missione? Shaina controlla che Mia non faccia stronzate e li tradisca?

Mi rendo conto che sono aspetti pratici e, forse, poco interessanti dal punto di vista emotivo – che è un po’ la chiave di lettura di questa storia. Non c’è nulla di male nel descrivere la gioia e lo sorpresa nel riabbracciare una vecchia amica creduta spacciata, o nell’invidia che si prova per un’esistenza fatta di compiti in classe di matematica, bambini pasticcioni e pane cotto nel forno di casa. Ma devi radicare Mia nel tessuto della storia. Devi mettere in scena anche quelle parti magari poco sentimentali e squisitamente pratiche, come il campare da qualche parte – fosse anche sui tetti come i gatti o sotto i ponti come i ratti – per radicare meglio il personaggio nel contesto della storia, farlo vivere come se fosse parte di essa e non un innesto. Altrimenti sembrerà sempre che sia un’aggiunta, una toppa di rinforzo all'altezza del ginocchio sui pantaloni della tuta. Invece, non sarebbe meglio se questa toppa - cosa che ogni OC, alla fin fine, è – fosse come quella che si vede sulle giacche sportive, tono su tono, seppur in contrasto, col tweed delle maniche?
Pensaci.

Il mio consiglio, oltre a quello di rivedere alcuni refusi qua e là, di mettere un po’ di virgole nei dialoghi e di accentare il povero “sì”, è di effettuare una scelta. Sei ad un bivio, e suppongo che tu questa scelta l’abbia già fatta prima di metterti a scrivere; la domanda che mi frulla nella testa è la seguente: cosa ci riserberai nei prossimi capitoli? Ti staccherai dai binari della trama e te ne andrai per i fatti tuoi, lungo un percorso che tu che traccerai e su cui farai danzare i tuoi personaggi, o continuerai a seguire i binari, radicando maggiormente Mia nella trama?
Al prossimo capitolo, l’ardua sentenza!
 

EDIT: colta da uno spiraglio di lucidità, ho ripercorso la storia a ritroso e, al capitolo 6 Udienza privata, abbiamo scoperto che Mia sarà davvero il Cavallo di Troia, prendendo il posto che nella serie classica spetta a Hyoga (un Silver Saint che fa a pizze con un Bronze. Ci piace vincere facile, al Sacerdote, né?). Ma resta la questione che se non ci mostri Mia che ha un conciliabolo con gli altri suoi pari, e basterebbe anche solo uno scambio di opinioni con Shaina che sappiamo essere a Tokyo, il lettore distratto se lo scorda che Mia è l'infiltrata. E, soprattutto, la sua presenza alla Guerra Galattica resta una minaccia a vuoto, non reale, non tangibile, non. Compris?
(Recensione modificata il 13/03/2014 - 03:27 pm)

Recensore Veterano
03/03/14, ore 12:27

Ehilà! Riesco a rifarmi vivo! Pur accorgendomi che, anche leggendo questo capitolo, resterò comunque un passo indietro! Vabbè, l'importante è poter leggere, specialmente quando si ha di fronte un'opera bella. Alle tempistiche, ahimé, bisogna adattarsi. Ma partiamo, orsù!

1) Mu - Shura.
Due interlocutori piuttosto insoliti. Non credo di averli mai visti scambiarsi due parole nelle varie serie regolari! La curiosità di cui già ti parlavo nella scorsa recensione è discretamente aumentata: chi ha ridotto Shurone così a mal partito da danneggiargli persino l'Armatura? Un'Armatura d'Oro, mica una Fiat Duna!
Al di là di questo, mi è piaciuto questo lato nascosto del Caprone che hai voluto mostrarci. Chi avrebbe mai detto che "Il Cavaliere più fedele ad Athena", quello fissato con la Giustizia più di Sante Licheri, covasse in sé velleità di vita normale? Interessante, decisamente interessante.
La parte si chiude però con un brivido di orrore che non ho potuto fare a meno di provare. Kiki futuro Cavaliere di Ariete mi fa pensare, inevitabilmente, a Omega. L'odio atavico che provo per tale serie è ormai leggenda, indi per cui volo a spararmi una flebo di Dolce Euchessina prima di proseguire con la lettura! ^____^

2) Mia.
La notte non le ha portato consiglio, evidentemente. E la nostra protagonista comincia ad essere in una posizione per nulla invidiabile, un po' come quella in cui si troverà Marin quando il turno di uccidere quella malabestia di Seiya arriverà per lei (ammesso che in questa tua versione questo particolare resterà tale). Invischiata in una missione che non si vuole fare e col sospetto addosso di essere una traditrice. Brutte cose!
Domandina pignola: Visto che stai usando tutti i nomi originali, come mai hai usato Eris e non Misty per il Cavaliere del Ramarro? Se lo hai fatto pr paura che cominciasse a lanciare Pokemon, hai la mia approvazione. U____U

3) Miho - Grullosus.
Apro con l'apprezzamento sulla scelta di mandare Miho a scuola. In fondo è... naturale. Peccato che non lo sia stato per quel cretino del Kuru, che ha preferito mostrarci una ragazza adolescente presente H24 a fare la badante in orfanotrofio. In Giappone. Dove se beccano uno che bigiato lo portano al commisariato. Logico, Kuru.
Comunque, vedo emergere la situazione di cui parlavo nella scorsa recensione. Per quanto cerchi di "resistere" Miho è gelosa di Mia. Di lei e del mondo che condivide col ronzino con le alucce, del rapporto esclusivo che li lega. Questa cosa avrà risvolti importanti? Vedremo!

4) Milo - Aiolia.
Episode G ci ha abituato a vedere questi due sogni erotici di fangirls come la classica coppia di nemici-amici, rimarcando questo rapporto anche più del canonico Milo/Camus (che dicevamo a proposito di fangirls?).
Ciò che qui invece ci appare come piacevolmente nuovo è come lo Scorpione vedeva Aiolos. Non ne vediamo traccia nelle serie ufficiali, ma nemmeno ho mai incontrato l'argomento in altre Fanfiction. Quindi devo darti atto che, almeno per ciò che riguarda le mie letture, è un'assoluta novità, nonché un gran bel punto a tuo favore, a far coppia con l'inedito Shurone di poco fa. Milo esule volontario perché non sopportava di vedere Aiolos gettato nel fango. Mi sei piaciuta, brava.
Forse lo scatto minaccioso era più da Kardia che da Milo, ma è una piccolezza trascurabile.
Ah, ha ragione: Rodi è meravigliosa, ci tornerei anche ora se potessi!

5) Shaina
Shaina guarda Venere e dice: "E' colpa tua, vero?". Per le gonadi di Zeus, come faccia il Ronzino a farle innamorare tutte non lo capirò mai. MAI. Ha la personalità di un baby marinaio di Capitan Findus! Vabbè... Donne... Mah!

6) Milo, ancora (la parte Mia - Saori la tratto per ultima).
Milo conferma le mie impressioni, e questi suoi brutti presentimenti uniti a rabbiosi ricordi sono forse il seme che, di lì a non troppo tempo, faranno sbocciare il subbio nella sua mente, durante le ultime battute della battaglia contro il Cavaliere del Papero.
Stai mettendo molto del tuo in questo personaggio. Siamo abituati ad uno Scorpione che va molto per le spicce, calciorotando la gente senza porsi troppe domande. Un buon esempio è l'ordalia a cui sottopone Kanon all'inizio della serie di Hades. Però è anche vero che lì Milo agiva con un fine nascosto, e cioè redimere il gemello di Saga. Forse questo Cavaliere è più cerebrale di quanto dia a vedere di primo acchitto, e tu stai ben sfruttando la cosa.

7) Saori - Mia.
Confesso che non mi aspettavo che Saori rivelasse di colpo a Mia la verità. La nostra protagonista è stata ammessa in una cerchia di pochissimi, che può vantare gente del calibro del Maestro Yoda e Mu. Però!
Ed ora cosa farà? Cercherà di distogliere i Silver? Ma come potrà, visto che, in originale, la storia procede con la distruzione del colosseo ed il tentato rapimento di Saori? Senza contare che deve ancora entrare in scena Ikki... Quanto la storia resterà sui binari che conosciamo e quanto tu la devierai?
Confesso che sto cominciando anche a chiedermi quando finirà. Nel senso: più andrai avanti, più Mia entrerà nella trama originale, più temo ti troverai a dover cambiare delle cose. E più la tua trama si compenetrerà con quella originale, più la mole del tuo lavoro aumenterà.
Bada, non lo dico per spaventarti, sono più che certo che tu abbia le carte in regola per fare tutto bene, o non starei qui a leggerti. Ma ti confesso che sono curioso. Molto curioso.

Ora ti saluto, rinnovandoti ancora complimenti meritatissimi. Spero di poter tornare a leggerti presto, visto che sono ancora indietro di uno. Ma presto o tardi riapparirò sempre, promesso. ^____^
Un bacio cara, a presto!

Recensore Master
20/02/14, ore 02:04

*si lancia addosso a Keiko e la uccide di spupazzamenti*

Sono insonne, per cui non ho resistito e mi sono letta il tuo capitolo tutto d'un fiato. ♥♥
In realtà c'è tantissima roba in questo capitolo, moltissima azione emotiva.
Già l'apertura ci mostra un lavoro notevole sul Cavaliere dei Pesci, un'interpretazione classica della rosa eppure non abusata, gestita in modo tale che non risulti un cliché, anzi, riesce persino a strappare delle sensazioni nuove, più dinamiche, meno da cioccolatino, se mi passi il termine.

L'incontro tra Shura e Leo ha qualcosa di epico.
Sono due giganti che si scontrano sulle scale del tempio - in salita, in discesa, in bilico come lo sono stati per tutta la loro vita - rimorso colpa assoluzione, TUTTO in un unico gioco di sguardi e di parole.
Ho apprezzato ogni singola caratterizzazione, perché il Leone appare come tale e il Capricorno fedele al suo segno e a se stesso.

Apro una parentesi generale sul ruolo delle donne in questo capitolo, perché il discorso "A modo nostro, anche noi che aspettiamo combattiamo.
La nostra è una guerra di posizione, che ti logora giorno dopo giorno. Ma è guerra, sempre. Forse aveva ragione Mia: la vita è un eterno campo di battaglia e ognuno combatte la propria." VINCE.
Chiude in poche parole il conflitto interiore e non solo che vivono queste ragazze, costrette dal loro stesso ruolo e dal destino ad aspettare, in una guerra di logoramento che uccide.
Aspettano e sostengono, facendosi scudo di guerrieri che, forse, senza non sarebbero certo gli stessi.

Mi sono esaltata nello scontro di Hyoga e in quello di Shun, rapidi e liquidi nelle sensazioni, movimento movimento e movimento.

Mia funziona, lo ribadisco.
Umana, fragile, indecisa in alcuni momenti, si vede che è un personaggio che ha il suo posto e che, in una certa maniera, lo sta ancora cercando, accomodandosi nella saga di Kurumada con una certa grazia.
Si vede il duro lavoro che stai facendo su Mia, la concentrazione e il realismo che applichi a ogni dialogo, e questo mi piace. ♥♥♥

Ti segnalo solo un piccolo - piccolissimo - refuso che ho trovato: "Al Sommo Sacerdote non da problemi," dovrebbe essere "dà".

Per il resto, trovo che questo lavoro stia crescendo piano piano, gonfiandosi sempre di più, crescendo e prendendo forma: sono sicura che il risultato finale sarà una meraviglia. ♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥

*sparge gggioia e amore*

Recensore Veterano
31/01/14, ore 12:10
Cap. 7:

Finalmente sono riuscito ad accorciare il gap che mi separa dal mettermi in pari. E lo dico con grande soddisfazione perché questo, se mi passi il termine, è un capitolo della madonna. Pur non accadendo praticamente nulla sul piano dell'azione, nel leggerlo si viene pervasi da un senso di attesa snervante, opprimente. Mi ha ricordato quel bellissimo racconto di Edgar Allan Poe (di cui il mio cervello bacato non ricorda al momento il nome) in cui il poveraccio di turno è immobilizzato e costretto a guardare una lama oscillante che, centimetro dopo centimetro, si avvicina a lui. Cazzarola, questa è la vigilia della battaglia al Fosso di Helm in chiave Saintseiyana.
Le carrellate sui pensieri dei vari personaggi sono tutte azzeccatissime, dai bronze ai gold. Molto canoniche quelle dei bronzini, a partire da Shiryu, passando per il cerebralmente natomorto Shun (io sarei rimasto a spassarmela con June, e a Ikki avrei scritto a Natale), fino al ronzino col corno.
Fa eccezione Hyoga, che non essendo più il sicario del Tempio (ruolo affidato "in teoria" a Mia") mostra un insolito interesse per il Gold Cloth.
Ma è la panoramica sui Goldacci a stravincere. Pur essendo in un certo senso tutte IC, in ognuna hai messo qualcosa di tuo che si è rivelato azzeccatissimo. Dalla ricerca di Camus sulla famiglia del suo allievo al motivo per cui il vecchio Aphro si circonda di battone, da uno Shaka che si mostra assai più illuminato della sua controparte originale al Milo esule a Rodi, da un DeathMask che la sa decisamente lunga fino al trionfo di un Aldebaran SPOSATO.
Bello, bello, bello. Mi è piaciuto tutto, persino un Aiolia che non riuscirebbe a farsi estrarre la scopa dal deretano nemmeno se arrivasse re Artù a tirarla fuori tipo Excalibur (a proposito, chi avrà gonfiato di botte Shurone?).
Nota a parte per la povera Mia, che ha a che fare con uno che fa sembrare Renzo Bossi un novello Stephen Hawking.
"Forse Mia non è qui solo per dirmi di tornare..." Ma no?!? Sei proprio una tappa nella storia dell'umanità, Seiya! Complimentoni! Marin ti ha cresciuto a latte di volpe?!?
Mi chiedo dove diavolo sia la Yakuza quando serve.
Ora chiudo, rinnovandoti ancora una volta i miei complimenti, e con la speranza di riuscire presto a mettermi in pari.
Un bacione e continua così!
A presto!

Recensore Veterano
30/01/14, ore 22:47
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Una storia talmente fedele allo spirito di Kurumada che ho faticato non poco a razionalizzare che no: era una saga che traeva solo parzialmente spunto dal manga. Una perfetta mimesi sia scenica che linguistica fonde alla ripresa di tutti quei temi che un fan conosce elementi di novità che incidono direttamente sulla linea temporale già nota. Non solo: costringono a rileggere quest’ultima in un caleidoscopio di volti e situazioni che appaiono al contempo vecchi ed inediti alla memoria. La famiglia Kido, i suoi segreti, le sue crudeltà a tratti finanche brutali, gli orfani e la cronaca del loro addestramento sfilano sotto lo sguardo di un personaggio che è al contempo controparte di una Saori fedelissima a se stessa e dei saints già noti. A leggere di Mia, della sua purezza contrapposta ad una storia ormai prossima al suo stesso collasso, è innegabile si percepisca a tratti la sensazione respingente d’aver trovato l’ennesima Mary Sue narrativa, eppure non sono del tutto certa sia possibile parlare in questi termini di qualcosa che è invece incredibilmente in linea con lo stile e l’estetica di Kurumada, che ammette spesso unicamente un bianco e nero implacabile. Note di merito sono senz’altro lo stile aulico ed elegante dei dialoghi, gli splendidi ritratti dei personaggi comprimari ed una riflessione profonda ed originale sulla vita ed il ruolo delle sacerdotesse guerriere del tempio di Atena. Ne risulta un intrigante effetto sliding-doors ed una lettura molto autonoma e personale di un’epopea amatissima.

Recensore Junior
28/01/14, ore 16:48

Dai, addirittura. Addirittura la Fondazione in mano a lei. E poi dici che non devo farmela stare sugli zebedei. Regalale un mantello rosso con la M davanti e abbiamo fatto Super Mia. No, suls erio. Spiega meglio questa cosa perché DEVE esserci un motivo per cui Mitsumasa veda in una ragazzina quella cosa-che-non-si-sa-cos'è e decida di affidarle il suo impero.
Ok, lo confesso, ho goduto quendo Saori le ha tolto le parole di bocca rivelandole in quel modo sfolgorante di essere Atena. L'ha rimessa a cuccia e io ci godo. Certo, adesso c'è da ridere. Volgio vedere come se la caverà la ragazza con gli altri Silver.
Altra cosa che mi è piaciuta molto: il fegato di Miho. Lo vedo, gonfio, ingrossato, bilioso, ma lei è pur sempre un pezzo di pane e anziché dire a Seiya "Trovatela da sola, la tua Splendida", sta lì, si prende il suo gelato dall'abbinamento improbabaile e se lo fa pure andare bene.
Sì, sto dibventando una fan di Miho ed è solo colpa tua.
Sui Gold nulla da dire. Li tratti in modo molto accurato, più di quanto non faccia la serie, in cui hanno lo stesso spessore  (esclusi Mu, Aiolia e il vecchietto) di un lampadario.
Comunque sono finalmente in paro. Mi metto comoda e sapetto i capitoli seguenti.

Recensore Junior
26/01/14, ore 12:04
Cap. 7:

Bella carrellata sui Gold e quiete prima della tempesta (suvvia, povero Jabu; lui è davvero convinto, eh...).
In tutto questo... Aldebaran sposato???
Questo è davvero un colpo di scena. Spero che tornerai sull'argomento e approfondirai la questione perché è davvero una scelta che merita di essere scandagliata.
Comunque disegni da dio, anche se mi sembrava di avere letto in uno dei primi capitoli che Mia avesse i capelli corti. L'ho sognato?

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