Recensioni per
Una favola triste - Storia di un cigno bianco e di un cigno nero
di Aching heart

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano

Una metafora carica di pathos, scritta egregiamente, anche se io, personalmente, avrei usato un poco più di virgole, perché certi periodi erano davvero lunghi. A livello tecnico, mi pare che l'unica imprecisione sia l'apertura di un inciso che poi non viene chiuso successivamente. Ma magari è solo la mia impressione. Ti segnalo il pezzo, così puoi eventualmente controllare:
– vedere, ma non vivere, perché la sua vita era legata a quel lago che l’incantesimo non le avrebbe mai permesso di abbandonare e a quelle sembianze di cigno che l’avrebbero costretta per sempre a rimanere una spettatrice delle vite altrui e mai una vera partecipante della propria. Solo l’amore l’avrebbe fatta vivere davvero, l’avrebbe resa per sempre agli occhi di tutti la principessa meravigliosa che era, ma per spezzare l’incantesimo, perché qualcuno l’amasse davvero, egli avrebbe dovuto vedere oltre le apparenze. Avrebbe dovuto vedere il cigno ma scorgere la principessa, e lei avrebbe dovuto avere il coraggio di mostrare la sua vera sé.
Difficile, quando il mondo era pieno di cacciatori pronti a colpire il primo volatile che fosse passato sotto i loro occhi e che avrebbero aperto una grandiosa battuta di caccia appositamente per un cigno incantevole come lei –

cioè se dovessi prendere come inizio inciso il primo trattino... diventerebbe molto, molto lungo e, soprattutto, non mi pare che il resto sia inerente con l'inciso stesso. Poi, ripeto, magari impressione mia!
Comunque complimenti per lo stile: è curato, così come il lavoro che è esente da refusi. Brava.

Recensore Master

LadyAndromeda, sono commossa!!! E felicissima di aver ispirato questa bellissima shot, non ci credevo quando l'ho vista! Paragonare la vita alle favole è sempre stata una mia fissazione, e tu poi sei riuscita a farlo con poesia e sentimento...in particolare ho adorato la figura del Cigno Bianco, Giulia, che nasconde un universo di sensazioni e di fantasia dietro alle sue sembianze di cigno, confinata in un lago dai cacciatori che la braccano e la discriminano per la sua diversità - troppo stupidi per capire che è il migliore dei pregi - e che riversa le sue speranze sul principe, il quale però, come tutti i principi (e Derek in particolare, è sempre stato un idiota!) preferisce il fascino seducente del Cigno Nero, un fascino vuoto come quello di una bambola, e si nega per l'eternità un futuro felice...troppo cieco, troppo pieno di pregiudizi per capire che Odile non potrà offrirgli niente a parte qualche notte di passione falsa, mentre Odette avrebbe potuto dargli dell'amore vero...
L'ho trovata anche una bella metafora dell'amore ai giorni d'oggi, diventato praticamente inutile e disprezzato. Nessuno ha più il coraggio di innamorarsi, la gente si fa storie idiote che spesso non chiama nemmeno storie con persone che conosce appena e che lascia subito, e fugge terrorizzata da qualsiasi cosa che sia profonda...il Cigno Bianco invece ha il coraggio di innamorarsi, e magari soffrirà, ma alla fine proverà cose indimenticabili...amo il messaggio di speranza alla fine, è come una nota dolce in una sinfonia amara, che ti lascia la commozione ma te la addolcisce, regalandoti fiducia nel futuro :)
Va dritta nelle preferite, e ti ringrazio tantissimo per avermi citata, è bello avere le proprie favole tristi, forse non soddisfano quanto il "per sempre felici e contenti" ma aiutano a crescere, ci rendono noi stessi, ci temprano.
Un bacione, continua a scrivere di questi gioielli! Per me la scrittura è sempre stata una salvezza!
Sylphs