Ciao Roxar,
ti volevo fare i complimenti per questa bellissima storia, decisamente intensa e dai contenuti disturbanti, splendidamente scritta.
Cominciamo a leggere una lettera di Riccardo, che parla a un Nicolò. dal tono della missiva capiamo perfettamente il rapporto fra i due, e capiamo anche il motivo della detenzione di Riccardo.
Subito dopo un flashback ci porta direttamente in contatto con l'orrore. L'orrore dell'abuso su un inerme, appesantito dalla giustificazione che ne viene data (avrai un posto in paradiso). Ipocrisia, manipolazione, parole di chi approfitta del proprio ruolo per prevaricare chi non ha gli strumenti per difendersi.
I due rumori che ripeti, 'Clack, ziiiiiip', sono veramente terribili, perchè ti danno l'idea dell'atto ripetitivo, crudo, impersonale, meccanico. Non c'è nemmeno una forma malata di affetto o desiderio, è soltanto uno sfogarsi distaccato, un infilarlo in un buco per avere una sorta di godimento neurovegetativo, puramente parasimpatico, che nulla ha a che vedere con un rapporto o una relazione.
Dopo questo scorcio torniamo al carcere, e di nuovo ai pensieri di Riccardo. Lo intuiamo una persona sensibile, addirittura dolce, e questo ci dà una misura del suo dolore, se è stato tale da spingerlo a quello che ha fatto.
L'incontro con Nicolò è struggente. È molto bella l'immagine di loro due che si guardano senza potersi toccare, che però nonostante tutto si spiegano, si comprendono e rinsaldano comunque il legame che non ha mai smesso di esistere fra loro.
È un racconto bellissimo, forse ancora più bello proprio perchè riesce ad alternare momenti di crudezza spietata a momenti di dolcezza struggente. |