Recensioni per
La fine è il mio inizio
di Nymeria90

Questa storia ha ottenuto 50 recensioni.
Positive : 50
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
19/05/15, ore 07:13

Le tue considerazioni iniziali sulla squadra perduta e mai più ritrovata si sposano alla perfezione con il clima e le avventure che si vivranno a bordo della Normandy. E' il cerchio che si chiude, offrendo al lettore la possibilità di dare un'interpretazione ancora più profonda degli avvenimenti narrati dalla trilogia. Sta soprattutto in questo la magia delle tue storie, capaci di insinuarsi nel subconscio e di diventare parte dell'avventura che vivremo più avanti, a bordo della Normandy. Dopo averti letto diventa possibile capire meglio il comandante, perché adesso le sue reazioni sono "spiegate" dal suo passato. E' una bellissima figura questa tua Sasha, che il destino ha spinto a diventare il nostro comandante. O questo o l'autodistruzione, perché non si può passare indenni attraverso le vicende che hai narrato. Quelle vicende hanno fatto diventare mitica una figura che tutto sommato poteva ritenersi "normale", almeno agli inizi.
Mi piace molto anche il Kaidan che hai tratteggiato, donandogli un'aura malinconica e sofferta che ben gli si addice e che ce lo fa sentire vicino e familiare.
E adesso inizia l'avventura che segna la fine del passato e l'inizio del futuro. Sasha lo affronterà con coraggio, senza scordare nulla, carica di tutte quelle "lezioni" che la vita ha voluto insegnarle in modo tanto rude e distruttivo.
E' stata una bellissima storia, questa. La reputo la migliore che tu abbia scritto, anche se ho amato anche le tue precedenti. Ma qui hai avuto la possibilità di costruire una storia originale e l'hai costruita alla perfezione, donandoci tante figure terribilmente coinvolgenti e interessanti. Ho pianto spesso e talvolta ho riso ma, come ti ho detto già in altre occasioni, ciò che mi ha affascinato più di tutto è questa tua capacità di legare inestricabilmente passato e presente, arricchendo la realtà e donandole una profondità ed un "realismo" che non aveva di per sé.
Ti ringrazio ancora una volta per questa bellissima storia e spero di tutto cuore che troverai una nuova ispirazione che ti permetterà di scrivere ancora pagine così belle e intense.

Recensore Junior
10/05/15, ore 15:15

Sarò breve, perché hai veramente già detto tutto. Qui si assiste alla trasformazione di Sasha Red in Sasha Shepard, della teppista che correva per le strade della Grecia nel nostro amato comandante. Shepard infatti conosce il dolore della perdita, la desolazione della morte, proprio come viene enfatizzato dal paesaggio desertico di Akuze. Infine commovente è l'addio ai caduti di quella spaventosa carneficina. Interessante è il riferimento al cavaliere inesistente, rinchiuso nella sua a armatura vuota, che costituisce tutto ciò che è. Ma ciò che mi ha colpito di più è stato il confronto tra i due Shepard. Condivido appieno la tua filosofia e penso che questo ultimo dialogo, anzi monologo, sintetizzi bene questo concetto. L'ultima frase poi mi ha proprio colpito come una freccia al cuore, hai concluso splendidamente il capitolo.
Ok, non so quanto sia stata breve, ma non importa. Adoro immergermi nelle tue storie e anche a me Sasha ha lasciato qualcosa di particolare, diverso rispetto ai precedenti.
Ammetto con tristezza che sono impaziente di leggere il prossimo, conclusivo capitolo.
Con affetto,
meme_97

Recensore Veterano
06/05/15, ore 12:00

Che questa tua storia si avvii ormai alla conclusione è un dato di fatto, così come concordo pienamente con la tua affermazione di avere sfruttato l'universo propostoci dalla Bioware per scrivere una storia originale sul comandante. L'hai fatto nel migliore dei modi, a mio parere, offrendoci un'avventura che si integra splendidamente con le storie successive del comandante Shepard e la arricchisce, svelandoci i motivi per cui l'eroe che abbiamo amato per tanti anni abbia quella personalità così forte e originale. E' una delle tante interpretazioni possibili, ovviamente, ma personalmente le sono molto affezionata.
Condivido la tristezza per la fine imminente delle avventure di Sasha e condivido anche il tuo senso di perdita per non vedere la possibilità di scrivere qualcosa di nuovo.
Tuttavia vorrei dirti che anche io ho provato le tue stesse sensazioni (che credo siano state identiche in tutto e per tutto) alla fine della mia trilogia, ma la storia nuova che sto scrivendo ora è nata dalla lettura della tua storia precedente. Perché l'universo di ME è talmente ricco e variegato che si presta a ispirare ancora moltissime storie e basta un attimo perché nasca un'idea nuova, tutta da inventare.
So che adesso non la vedi (così come in realtà neppure io al momento vedo una mia storia futura in questa sezione), ma forse fra pochi giorni ti sveglierai con una nuova idea, tutta da sviluppare, o magari leggerai un brano che ti darà l'ispirazione.
Mi dispiacerebbe moltissimo non trovare più nulla di tuo in futuro, perché adoro le tue storie e la tua capacità di introspezione. Ho amato ogni tuo personaggio e ogni vicenda che hai narrato.
So che questa non è una vera e propria recensione, ma so anche che ormai sei abituata ai miei commenti in libera. D'altronde la visita di Sasha sul pianeta che ha determinato la fine di un'epoca e l'inizio del comandante, così come lo conosceremo in seguito, era una tappa obbligata, anche se hai saputo renderla estremamente commovente e coinvolgente. Sottolinei quanto avevi lasciato intendere nei capitoli precedenti e fai capire a tutti i tuoi lettori come la strada che la tua eroina sta percorrendo è una strada obbligata. Se fosse riuscita a sopravvivere a tutte le esperienze che aveva vissuto sarebbe stata costretta a diventare il comandante Shepard della Normandy. Io la vedo in questo modo: non esisteva alcuna scelta.
La ribellione di Sasha che rifiuta di ammettere che Alex aveva avuto ragione evidenzia quanto ho appena scritto. Se avesse ammesso di aver avuto torto non le sarebbe restato nulla, se non il dolore devastante di una resa incondizionata che presto o tardi l'avrebbe portata a una qualche forma di suicidio. La ribellione, il desiderio di voler trovare una giustificazione a tutto il dolore sofferto, la renderanno il notro Comandante.
Un abbraccio forte e partecipe,
S.

Recensore Veterano
03/04/15, ore 09:18

Le sliding doors, uno dei temi che mi è più caro fra i tanti che si possono affrontare scrivendo una storia. La giustificazione che ne dai nella nota è talmente semplice e ovvia che fa sorridere, ma come si sorride quando ci viene raccontato l'aneddoto (vero o inventato che sia) sull'uovo di Colombo. Perché è ovvio che sia così, ma bisogna che qualcuno lo affermi a chiare lettere. Allora ci si dà una manata sulla fronte dandosi dell'idiota...
Questo capitolo dice tutto e spiega tutto. Non solo la storia, ma il comandante così come lo conosciamo. Perché sarà pur vero che ogni Shepard è diverso dall'altro, ma alcuni tratti devono rimanere costanti o la storia di ME non avrebbe senso. L'anteporre il bene della galassia al proprio bene personale è senz'altro una delle caratteristiche di ogni comandante, probabilmente l'unica a cui non si può rinunciare in nessun caso, quale che sia il suo carattere.
La motivazione che ne dai tu, in questa tua storia, è perfetta, coerente ed esplicativa.
L'intero capitolo è stupendo, dal mio punto di vista, denso di introspezioni e di emozioni. Brutalmente e poeticamente realistico, perché la realtà è entrambe le cose. Va da un eccesso all'altro senza soluzione di continuità e la sua pienezza sta proprio nella complessità dei sentimenti e delle situazioni. Nulla di ciò che racconti è banale o scontato e nulla è sopra le righe, ma si segue la narrazione come seguendo i sentieri di un giardino incantato, in cui ogni sentiero genera un'emozione che sfuma rapidamente in un'altra quando si incrocia un nuovo sentiero.
I miei più vivi complimenti, amica cara, per questa tua bellissima storia, così complessa e così intensa di emozioni.

Recensore Veterano
21/03/15, ore 07:34

Mi spiace che nei tre bottoncini sottostanti le recensioni ci siano solo tre bandierine, di cui quella più a sinistra corrisponde semplicemente ad una critica positiva. Dov'è quella adatta a confessare che sto saltellando tutta piena di entusiasmo?
Hai fatto un vero capolavoro, qui. Con Cross, Anderson, Sasha e Hannah. Quattro figure splendide, descritte in modo splendido, rese con tutta l'intensità possibile. Esseri umani complessi eppure semplici, mossi da motivazioni comprensibili e condivisibili, ma tutti superiori alle persone "normali" per la loro purezza, tanto diversa eppure così uguale.
Per questo mi viene spontaneo accomunarle, anche se si tratta di caratteri diversi che possono ispirare più o meno simpatia, a seconda dell'immedesimazione che si prova nel leggere le loro vicende. In ogni caso, però, non si rimane estranei. Si perde la capacità di giudicarli freddamente, come se si facesse parte di una giuria, per partecipare alle loro emozioni con rabbia vera o lacrime sincere.
Qui è Hannah la figura più interessante, quella che sa esattamente come stanno le cose, ma non ce le svela chiaramente. Il suo datapad, perduto nelle acque della Senna, saprebbe dare il cognome giusto a Sasha e raccontarci molte e molte cose su di lei. Ma non verrà mai usato, per amore di un figlio che si è perso, ma non del tutto. Credo che Hannah sappia che l'uso del datapad avrebbe definitivamente cancellato Alex ed è questo il motivo per cui quel congegno ora giace sul fondo del fiume parigino.
Hannah non può amare Sasha in quanto tale, ma solo come riflesso,costretta a riconoscere l'amore che suo figlio provava per quella donna e costretta ad accettarlo alla fine. Perché non ha altra scelta, perché non è rimasto altro. Ma a volte basta poco agli esseri umani per trovare la forza di continuare a vivere.
La determinazione che anima Sasha è molto più potente di quella che adesso può animare Hannah, ma la madre di Alex ha meno rimproveri da rivolgere a se stessa.
Io credo di aver capito cosa Sasha abbia chiesto ad Hannah, ma forse questa mia sicurezza deriva dai pensieri che mi hanno accompagnato nel periodo di tempo che è intercorso fra la pubblicazione del tuo penultimo capitolo e di questo. Per ora mi accontento di pensare che tutto, in questa tua splendida storia, acquista un suo significato e che ogni brano si ricollega a brani già letti in passato.
Capitolo bellissimo e intenso.

Recensore Veterano
10/03/15, ore 17:50

Premetto che non leggo i gialli. Non perché non mi piacciano, ma perché ogni volta, arrivata alla fine, mi rendo conto che non avevo capito nulla dei vari indizi che l'autore aveva sparso qua e là.
Non so dove tu voglia arrivare, non ho idea di quale indizio avrei dovuto trovare nel capitolo precedente (che ovviamente ho riletto inutilmente), ma non censuro nulla.
Alzo le mani in segno di resa, pronta a seguirti ovunque tu voglia condurmi. Il capitolo è avvincente e ammetto di essermi chiesta a un certo punto se l'unico superstite fosse Alex o meno. Poi ho pensato che era lui l'ultimo sopravvissuto di Akuze e ho proseguito la lettura con una nuova certezza che, ovviamente, si è infranta quando hai chiarito i giochi. Mandibola abbassata e sguardo perduto nel vuoto. Insomma... espressione ebete.
In ogni caso complimenti vivissimi per l'attenzione che sei stata capace di catturare. Non mi sono persa assolutamente nulla (tranne gli indizi, evidentemente... mea culpa).
Maggiore chiarezza arriverà (forse) nei prossimi capitoli? Ma come forse?
Io ho una sola certezza a questo punto: che non mi deluderai. Ecco, posso affermare solo questo con estrema sicurezza. Per tutto il resto ammetto che non mi ci raccapezzo proprio, ma è anche questo il bello di leggere una tua storia. Anzi, credo che sia uno degli aspetti che più mi intrigano adesso così come è accaduto con le tue storie precedenti: non riuscire mai a immaginare dove arriverai.
Sono quasi certa che dovrei capire molto dalle ultime parole pronunciate da Alex. Quelle frasi nascondono significati profondi. Ciò che dice, o meglio accenna, non è casuale. E altrettanto mi sento attratta dalle considerazioni sulla possibilità di una vita eterna. Non esiste alcun destino peggiore di questo. Ma mi fermo qui, con l'idea di aver intuito dove devo guardare, ma senza riuscire a vedere nulla. Mi sento come una mosca che gira a vuoto in una stanza, senza raccapezzarsi.
Grazie davvero di cuore, ma ora ovviamente spero che non mi terrai troppo a lungo con queste troppe curiosità inappagate.
Un abbraccio forte.
(Recensione modificata il 10/03/2015 - 06:00 pm)

Nuovo recensore
09/03/15, ore 22:14

Non commento mai i tuoi capitoli, perché tutto ciò che scrive shadow é esattamente quello che vorrei scrivere io :D
Avevo da un po il sospetto che questa non era la storia di Alexander Shepard ,ma la conferma l'ho avuta quando spiegasti la tua "filosofia"che condivido ,non esiste un solo shepard e questo è uno dei diversi particolari che decide chi sarà il comandante della Normandy. Sasha fa la scelta più coraggiosa,ma non l'avrei biasimata se avesse scelto di uccidersi, sceglie di vivere con la consapevolezza di essere responsabile di questo inferno e questo fardello se lo porterà dietro per sempre , sceglie di vivere perché? Non gli è rimasto niente. Capitolo per niente pesante se era questo a preoccuparti ,niente melenso nessuna pesantezza prima del trapasso , mi lascia,solo, un senso di vuoto mi ero affezionata a Alexander e lasciarlo andare mi rattrista. Non vedo l'ora di vedere come reagirà Sasha e di come tutto ciò la cambierà ancora una volta , "Che tu possa vivere per sempre" una condanna peggiore di questa non riesco a pensarla.

Recensore Veterano
04/03/15, ore 17:35

Ammetto che leggerti è stato uno "strazio" anche per me, specie per quest'ultimo capitolo (più che per il precedente). Ma solo nel senso che attendevo la morte di ciascuno di quei compagni superstiti e mi chiedevo solo a chi sarebbe toccato in ciascuna delle scene.
Non posso farti nessuna critica e neppure darti consigli: a me sembra che sei riuscita a fare un ottimo lavoro con questi divoratori. Le azioni sono anche piuttosto varie, nonostante i limiti imposti dalla scena in cui si svolge l'azione. Non vedo cos'altro ci si potesse inventare.
Alcune scene sono ovviamente strazianti e la reazione di Tiger è allo stesso tempo odiosa e del tutto condivisibile. Credo sia odiosa solo perché si rivolge contro Alex, in effetti. Ma è molto umana e comprensibile e mi sono immedesimata molto in quella sua furia cieca e insensata.
Hai anche evitato di cadere in quelle scene romantico-strappalacrime che pare siano inevitabili alla fine di molti film drammatici. L'ultimo addio, le ultime parole, l'ultima lacrima. Brrrrrr. Ogni volta che leggo scene simili o che me le devo sorbire davanti allo schermo provo un impulso distruttivo e la tentazione di buttare il libro o di usare il telecomando. In queste tue pagine non c'è nulla di simile e l'ho apprezzato molto. Amo il linguaggio scarno ed essenziale quando la scena è fin troppo emozionante di per sé. Non solo non c'è motivo di sottolineare l'azione, ma si rischia di ottenere un effetto controproducente.
Quindi ti dico solo "brava".
La lunghezza del capitolo non si avverte, te lo assicuro, perché non ci sono punti noiosi. Anche questo capitolo, come il precedente, si legge di seguito, mordicchiandosi le unghie...

Recensore Veterano
18/02/15, ore 12:37

Ci sono capitoli che ti costringono a prenderti una pausa in uno o più punti prima di poter proseguire e ci sono capitoli che si leggono tutti d'un fiato, senza riuscire a smettere e provando magari un po' di fastidio per l'incapacità di scorrerlo più in fretta. Questo capitolo è del secondo tipo e sono arrivata alla fine senza aver distolto un attimo gli occhi dalle pagine.
La descrizione della morte di Dario, di Abigale e di Jake mi ha commosso fino alle lacrime, mentre ero completamente immersa nelle scene catastrofiche che si succedono una dopo l'altra, senza avere tempo per riprendere fiato. Ogni immagine che hai descritto mi è passata davanti agli occhi e mi ha commosso. Ho apprezzato anche moltissimo i pensieri strani, quasi "fuori luogo", che hai fatto formulare ai tuoi personaggi. Perché nella realtà accade che la mente dia origine a pensieri e immagini completamente fuori contesto. E non accade solo nei momenti di relativa tranquillità, anzi. Forse è la quantità abnorme di stimoli esterni che si ricevono in situazioni di crisi a stimolare la nostra immaginazione.
La parte della storia che mi ha fatto veramente rabbrividire sono gli esperimenti di Cerberus. Solo quella organizzazione avrebbe potuto concepire un orrore di quella portata. L'amore per la ricerca, portata agli estremi, può causare la perdita totale di ogni freno inibitorio. Allora la crudeltà non viene più riconosciuta tale, ma viene giustificata come mezzo necessario per raggiungere la conoscenza e il progresso.
Nonostante nella natura si verifichino frequentemente casi di efferata crudeltà apparentemente non giustificabile (basta pensare ai gatti che uccidono topi e uccellini perché è nella loro natura e non per reale bisogno), solo l'essere umano è in grado di concepire esperimenti mortali su altri esseri viventi al solo scopo di ottenere qualche ulteriore conoscenza. Forse è questo il motivo per cui non credo ci si possa "abituare" a una forma simile di violenza: perché va contro natura.
E l'ultima parte di questa breve recensione la dedico a Shepard che prende coscienza di sé e ha il coraggio di ammettere i propri limiti dettati dalla sua umanità. Ogni decisione che prendiamo risente delle conseguenze che presumiamo ne deriveranno e credo sia veramente difficile restare oggettivi. In situazioni estreme, quando le nostre decisioni hanno conseguenze estreme, è addirittura impossibile imporsi una razionalità pura. Siamo esseri viventi e non possiamo agire come macchine. Forse vorremmo essere capaci di farlo, ma non possiamo. E se anche ci riuscissimo, per pura ipotesi, non sono certa che riusciremmo ad accettare le conseguenze che deriverebbero da quella decisione tanto razionale: non so se riusciremmo a guardarci in uno specchio. Nel migliore dei casi non saremmo più la stessa persona.

Recensore Veterano
06/02/15, ore 17:23

L'intero capitolo è come un film di azione e di guerra. Preciso nelle descrizioni e nei dialoghi, con quell'atmosfera cupa che sa già di disfatta e di tragedia. Perché la fine è nota e, anche se viene spontaneo, si sa che non ci si può lasciar prendere dalla speranza dell'ultima ora.
Mi è piaciuta la parte in cui Shepard parla dei suoi uomini, degli ordini che ha dato loro infischiandosene della gerarchia militare. Così come mi sono piaciute molto le righe finali, con la descrizione di quel divoratore che metterà la parola fine alla missione su quel dannato pianeta infernale.
Ho provato però molta tristezza leggendo questo capitolo, perché mi trovo a commentare qualcosa che so che non può essere cambiato da nessuno. E questo senso di impotenza e di rassegnazione forzata mi disturba terribilmente. Non è una critica, ovviamente, ma è una sensazione della quale sono incapace di liberarmi e che mi ha spinto a prendermi del tempo per recensire. Spero tu possa capirmi. Non è una recensione dovuta, desideravo veramente scriverla, solo che mi sono dovuta far forza e rimboccarmi le maniche per riuscirci.
A presto e grazie di cuore per averci regalato questa magnifica storia.

Recensore Veterano
28/01/15, ore 11:05

La parte che ho preferito in questo capitolo è il colloquio fra Nadine e Shepard. Il comandante ammette di star rischiando le vite delle persone a lui più care solo per Sasha, così come ammette di aver preso una decisione davvero stupida. E questa presa di coscienza è importante, specie se letta alla luce di ciò che inevitabilmente accadrà dopo. Perché non so immaginare la sofferenza di Alex, né posso sapere con certezza quale molla lo spingerà ad andare avanti e a diventare il comandante della Normandy che conosceremo in futuro.
Ce la farà da solo? Non so, ho dei dubbi in proposito. E il motivo di questa mia incertezza sta proprio nelle frasi successive del colloquio con Nadine, dove emerge il riconoscimento da parte di Shepard di quello che conta veramente nella sua vita: non deludere mai le persone care e fare in modo che siano felici.
Tutta la sua carriera, tutta la sua vita sarà in qualche modo dedicata agli altri. Ai suoi amici di certo, ma anche agli individui appartenenti a ogni razza della galassia. Per quelle persone, amate o del tutto sconosciute, sarà sempre pronto a donare la propria vita. Questo è ciò che conta già adesso e quello che conterà nel futuro, così come conterà il prezzo pagato in vite per spingerlo ad andare sempre avanti: perché il sacrificio degli altri non sia stato inutile.
Ha ragione Nadine: Shepard non sa ancora cosa vuole dalla vita. Immagino che la conclusione di questa missione gli aprirà gli occhi su se stesso. Non immediatamente, forse, ma le conseguenze di Akuze saranno vitali nella crescita del nostro comandante e nel modo in cui reagirà agli eventi esterni.
"Vivi, rischia … scegli. Se il modo in cui vanno le cose non ti piace fa in modo che cambino". Questo consiglio di Nadine gli rimarrà impresso nella mente e lo farà suo.

Anche la seconda parte del capitolo mi è piaciuta molto. Ci ho visto un Alex che si sta avvicinando a diventare il comandante che conosceremo. Il modo in cui tratta Sasha, le sue preoccupazioni per i suoi sottoposti, la determinazione con cui prende decisioni difficili. Tutto questo è un'anticipazione di ciò che sarà lo Shepard di Mass Effect e, ancora di più, il tuo comandante.

E ora mi metto in serena attesa del seguito. Senza ansia, stavolta, perché non sarà un capitolo troppo piacevole.
Ti rinnovo ancora una volta i miei più vivi complimenti per tutto il lavoro che traspare in questa tua storia.

Recensore Junior
21/01/15, ore 21:22

Per tutto il tempo la mia testa urlava 'No, vi prego, non partite! Ignorate quell'anomalia!', però alla fine sarà inevitabile.
Devo dire che il discorso di Nadine è geniale e incisivo, ma soprattutto efficace. Shepard finalmente rivendica la propria libertà ed è deciso a perseguire i suoi obiettivi. Alla fine Sasha cerca un dialogo con lui, ma che si risolve con la forte presa di posizione di Shepard, per certi versi positiva per lei.
Sasha è pronta per una nuova vita, ma purtoppo immaginiamo già come si concluderà.
Anche questo capitolo mi è piaciuto molto, nonostante non ci fosse proprio dell'azione.
Scusa per la recensione non troppo lunga, ma sono in trepidazione per come finirai questa storia e l'ansia blocca le belle parole. Perciò per non dire cavolate mi fermo qui e ti mando un bacio!
Tua meme_97

Recensore Junior
17/01/15, ore 19:34
Cap. 30:

Buonsalve cara!
Finalmente dopo tanto tempo sono riuscita a partorire una recensione. Non mi sembrava giusto amare tanto una storia senza dire più di poco o niente eheh.
Vabbè torniamo al punto.
In generale la storia è sempre accattivante. Qualsiasi capitolo, di transizione o no, ha sempre qualcosa da dire e io arrivo alla fine con piacere. Abbiamo seguito il perocorso di una ragazza tormentata, che sembra aver finalmente deciso cosa vuole dalla sua vita. La rottura con Shepard probabilmente l'ha sconvolta, ma nel profondo sapeva che non sarebbe mai potuta durare.
Akuze. Quando ho letto questo nome sono rimasta interdetta, perché all'inizio non avevo collegato. Dopo una breve ricerca mi sono resa conto di cosa significasse veramente.
Ora si riesce veramente a collocare questi episodi nel tempo rispetto alla vita di Shepard. La conclusione è sconcertante, ma in fondo avevo immaginato fosse stata questa. Solo che mi avvolge un velo di tristezza, che proprio non riesco a togliere. Evito di parlare direttamente di fatti per non fare spoiler ai lettori ignari.
Bene, come sempre adoro leggere le tue storie e vedere come sono collegate tra di loro. Spero di non essere stata scontata o ripetitva!
Ad ogni modo, attendo con ansia il prossimo capitolo.
La tua rompiballe meme_97

Recensore Veterano
12/01/15, ore 18:54
Cap. 30:

E il cerchio si chiude e la storia è scritta.
Akuze significa una sola cosa e non la scrivo solo perché potrebbe essere uno spoiler per qualcuno.
Posso però farti i complimenti per come hai condotto questa storia, dall'inizio alla conclusione. E ammetto che non ci avevo pensato. Mi hai sorpreso anche se quando ho letto "Akuze" mi sono detta che sono tonta...
E' molto curata nei minimi dettagli anche la preparazione alla battaglia che si svolgerà sul pianeta, ma il sentimento dominante alla fine del capitolo è la preparazione a quello che leggerò nel prossimo...
Passando ad argomenti più soft devo dichiarare di aver adorato la figura di Joker, tratteggiato in modo esemplare, e l'accenno alla futura Normandy.
Grazie a quello che hai scritto finora mi sta tornando prepotente la voglia di tornare a giocare tutta la trilogia (anche se sto combattendo con l'impulso di farmi la terza partita a DAI). E di certo appena completerai questa storia rileggerò ancora una volta le tue storie più vecchie, perché lo potrò fare con un approccio molto diverso da quello che mi ha guidato allora.
Al prossimo capitolo. Un abbraccio.

Recensore Veterano
11/01/15, ore 15:52

Ho sempre "tifato" per Sasha. Sempre... fino a due capitoli fa. Nel precedente mi aveva fatto paura perché temevo qualcosa di simile a quello che ho letto in questo. In questo capitolo non so se voglio sbattere la sua testolina rossa semirapata contro un muro o se mi accontento di decidere che non ne vale neppure la pena.
Ammiro Shepard per l'autocontrollo e per le sue considerazioni. Non riuscirei a dargli torto in nulla in questo capitolo ed è inutile dirti che me l'hai reso caro così intimamente che riesco a giustificare tutte le sue azioni future (intendo quelle che hai descritto nelle tue altre storie... che talvolta lì per lì mi hanno anche urtato).
Non credo ci sia bisogno di spiegare meglio a te, ma lo scrivo in chiaro se mai qualcuno leggesse questa recensione: ho sempre trovato coinvolgenti ed emozionanti le tue storie e non ho mai trovato motivi per criticare le tue scelte (anche le più complesse) perché erano sempre più che giustificabili.
Però è da questa storia che trae origine il tuo Shepard. E' in questo capitolo che Alex diventa quel comandante che tu mi hai fatto conoscere. E adesso capisco meglio tutto quel che seguirà, tutte le sue scelte e giustifico perfino la sua preferenza per Ashley al posto di Jack (oh quanto l'ho odiato per quello!).
Non si riemerge da una cosa del genere, da una delusione di questa portata. Perché forse Shepard capisce (o almeno intuisce) che l'amore non è il sentimento più forte che si possa provare a questo mondo. La tua Sasha glielo ha sbattuto sul muso in modo brusco e definitivo.
Ricordi le storie sugli spiriti e i demoni di Dragon Age? I sentimenti "buoni" possono mutare in demoni e, fra questi, quelli più potenti sono quelli dell'orgoglio.
Un bellissimo capitolo che segna una svolta senza possibilità di tornare indietro. Immagino che potrebbe succedere qualcosa di brutto alla tua Sasha nel prossimo futuro. Lo immagino, ma in questo momento sono troppo arrabbiata per potermene preoccupare.
Però temo che se davvero così sarà, riuscirai a farmi piangere lo stesso e a farmi capire meglio anche Sasha perché (lo so da me) lei non è una ragazza "cattiva". Ciò che è dipende da ciò che ha vissuto.
Il passato condiziona tutti e non si può mai dimenticarlo o si finisce per vedere il mondo in bianco e nero, semplificando troppo una realtà che di per sé è sempre terribilmente complicata.

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