Mi piace.
Descrizioni ben fatte, così come i dialoghi. La descrizione della città dal punto di vista "umano", passami il termine, è bella e non mi neanche totalmente nuova, non sto affatto dicendo che è un plagio, ma che non sei l'unico a vederla in questa maniera :).
Mi ha abbastanza inquietato la signora sul finale, il contrasto tra le dita insanguinate e i suoi abiti è stato costruito molto, molto bene, da lasciare il lettore con diverse domande, che a questo punto credo, non troveranno mai risposta xD.
Complimenti ancora :D.

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Chiedo innanzitutto venia del ritardo, avrei dovuto recensire l'altro giorno, ma dal cellulare non mi trovo affatto bene a scrivere.
Bé, che dire, magari sarò un po' di parte, ma trovo ottimo questo prologo. L'atmosfera che gli hai dato è abbastanza pesante, soffocante forse, e lascia trasparire ottimamente l'aria scura e inquinata che probabilmente si respira fuori dal corner. La donna che appare la fine mi fa venire in mente Jessica Rabbit (magari con un rosso meno acceso nei capelli) e la scia di sangue che si alscia dietro la rende, secondo il mio deviato parere, ancora più sensuale.
Il modo in cui il personaggio di Grant è stato delineato rende impossibile non prendelro in simpatia, o quantomeno compatire la sfortuna, anche perché la sfortuna è qualcosa che si attacca un po' a tutti, chi più chi meno.
Ad ogni modo, non ho trovato errori, il testo scorre in modo fluido e come detto lascia ben trasparire la situazione, permettendo di immergervisi. Non potevo aspettarmi niente di meno dal mio socio ;)
Non vedo l'ora di poter leggere il primo effettivo capitolo, buona fortuna sia a te che a Jago.

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Wow, non pensavo che avessi scritto anche storie al di fuori del fandom Pokémon. Anche qui vedo che ti sei avvalso della compagnia di un altro autore. Si riconosce la tua mano nella narrazione e nei dialoghi, che parlano di tutto e di niente allo stesso tempo. Mi fa piacere aver letto questa storia, la seguirò =)

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Il titolo è intrigante, così come l'atmosfera/cappa nera che raschia tutto il brano, soffocante come il tabacco. La descrizione della vita al margine, poi, è approfondita e molto verosimile, chiunque può ritrovarsi, nei momenti di depressione/rassegnazione, in Grant, "masticato" da una città rude e menefreghista: si rappresenta benissimo come Grant non veda i propri sforzi riconosciuti e fluttui nella mediocrità.
Non so se è voluta, ma la metafora del sassofonista troppo ubriaco e depresso per suonare - la musica come sensibilità, come pensiero, come emozione si arrende in New York - è veramente bella. E boh, il colpo di scena finale, la donna descritta metavigliosamente con le mani coperte di sangue, è il colpo di grazia. Bravi!

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Sono rimasto piacevolmente colpito dal primo capitolo di questa narrazione dai tratti squisitmanete noir. Amo l'ambientezione, una New York ricca e sfavillante che graffia e morde senza porsi tanti quesiti. Le descrizioni sono accurate e fanno si che la scena si inquadri al primo colpo d'occhio. Mi stupisce come possa essere stato scritto così bene un capitolo di lancio essendo un romanzo a quattro mani. Mettere insieme  le idee di due persone e non farne notare la differenza, dal punto di vista stilistico/metrico è davvero notevole. E'geniale il paragone fra la città e la gomma da masticare, e come viene descritta Dianna ( secondo me una donna di alta borghesia...potrebbe fare l'avvocato).
Per adesso il mio personaggio preferito è il sassofonista. Un egocentrico uomo che " era con la testa riversa sul bancone ad elemosinare alcool e pietà". Una curiosità,penso più che dovuta, che sorge dal mondo maschile: "A chi vi siete ispirati per Dianna?"
Ribadisco la mia assuefazione a questo raconto, spero che il continuo sia imminente. Lo aspetterò. Intanto non posso che augurarvi in bocca al lupo per quesa avventura intrapresa !
(Recensione modificata il 06/01/2014 - 06:09 pm)

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