Ciao!
Ebbene sì, io sono colei che disse “io ti troverò e ti leggerò”, pertanto eccomi qui a ricerca completata (?)
Devo ammettere che dopo aver spulciato il tuo profilo sono stata letteralmente incuriosita dal tema di una long che certamente leggerò prossimamente e che a breve inserirò tra le seguite per non perderla di vista, ma per il momento mi sono lasciata attirare dalla sezione introspettiva per un piccolo approccio – e devo dire che non sono per nulla insoddisfatta dalla scelta.
Credo che questa sezione, di per sé, sia piena d’inesatti momenti in cui spesso ci si lascia trascinare senza il minimo preavviso e per quanto riguarda la tua flash-fic, il discorso non cambia: l’ho trovata affascinante sin dalla presentazione grafica del banner iniziale, caotica e puntata a colpire per la sua interezza, davvero un esempio d’introspezione.
Mi è molto piaciuto lo scorrere lento che si è prodigato verso il basso, perché inizialmente ho pensato che si affiancasse proprio alla definizione iniziale: acqua. Quello che ho letto, infatti, stanzia bene proprio in questo punto e sembra stillarsi, sembra scorrere e scrosciare in ogni punto, dalla scelta delle parole adottate alla concentrazione di flusso di coscienza che tanto adoro.
Per trascendere fino al dettaglio del mio modesto punto di vista – e dico questo perché, essendo un singolo che s’appropinqua a leggere un’introspezione non propria, non posso pretendere davvero di coglierla come avrebbe voluto lo scrittore – posso dire che ho percepito una sorta di malinconia, una nostalgia tale da essere quasi dolorosa.
L’immagine schietta che mi si presenta davanti è anche dettata da quella del banner, ma potrei anche pensare di vederla sotto un’ottica completamente diversa, perché si può annaspare senz’aria anche nel mondo terreno e non solo nelle profondità di un lago o di un oceano; dopo tutto non è forse la mente stessa a prendere certe sembianze, spesso e volentieri?
È un po’ come se mi figurassi due mondi completamente diversi: da un lato una trasfigurazione di Ophelia, per dirsi, mentre dall’altra una persona più comune, più vicina, che nel suo non poter urlare è ben ferma in una concentrazione di potere e non potere per le congetture dei processi psicologici.
Credo che finirò col considerare un mondo a sé stante, me ne rendo conto da sola se rileggo queste parole, ma chi può dirlo (?) forse non c’è davvero un posto sicuro in cui simili sensazioni non sappiano arrivare.
Spero di non aver letteralmente sproloquiato inutilmente, ecco, e che le mie parole ti raggiungano con qualche senso intrinseco tra le stesse, ma ad ogni modo preferisco anche suggerire dei semplici complimenti per le sensazioni che sono nate in me, coincidenti o meno nella duplice visione che mi sono fatta di questa flash-fic.
Alla prossima,
xoxo |