Recensioni per
Thoughts of a goldfish
di ermete
Ciao! |
OH MIO DIO!!!! Ma è fantastica!!! Totalmente diversi loro, ma sono comunque loro. Sherlock innamorato e bisognoso, John pacato e pronto a dare a Sherlock esattamente ciò che ha bisogno. Bellissima veramente! |
Ciao! |
Ciao! Questa storia è...non ho parole, dolcissima! Dolcissima, tenerissima, e adoro il tuo Sherlock impacciato! E beh, spesso John diciamolo, fa un po' il cretino! Ma lo amiamo lo stesso, perché poi si rende conto del casino che combina! E quel cucciolo è trooooppo tenero!!! Mi piacciono tanto le tue storie! A presto |
"...ha visto Sherlock soffrire in molti modi diversi...": tenero Mycroft, nonostante il suo inespugnabile equilibrio. "...trova Sherlock sdraiato sul divano, supino, con il cucciolo adagiato tra torace e addome...": il quadretto è soffice come una carezza, e mette in risalto la disarmante umanità di Holmes e l'incapacità di Watson di voltare pagina nella sua vita. Hai avuto un'idea molto interessante nell'individuare in un buffo cagnolino il catalizzatore che riuscirà a riparare il ponte attraverso cui i due "amici" riusciranno a ritrovarsi. Sappiamo bene tutte le difficoltà di arrivare ad una comprensione di quanto li unisce, superando tutti gli ostacoli che il resto del mondo ha frapposto tra loro. "..Sherlock sospira...": la scena si chiude con quel soffio che esce dalla bocca di Sh ed è qualcosa che prima non era immaginabile, prima di avere attraversato un mare di sofferenze e di solitudine per poi ritrovare il sorriso sicuro del suo John. |
Hai raccontato bene quella liberazione che ha caratterizzato Sh nel post-Reichenbach. L'abbiamo detto e ridetto tante volte, è uno Sh umano, più vicino alla normale esigenza di amare e di essere amato. Affettuoso l'approccio con l'algido mondo del fratello che, però, sente anche lui sciogliersi qualcosa che lo teneva distante dal vivere i sentimenti più semplici ("...aveva semplicemente allargato le braccia..."). Ci hai regalato una bellissima immagine di quei due abbracciati in un unico desiderio di tenerezza. E poi il cammino, lungo e tortuoso, che il consulting fa per approdare al porto tanto desiderato: John. E' un silenzioso e discreto avvicinarsi senza mai invadere la coscienza e il territorio umano dell'altro. La paura di perderlo l'hai descritta con perizia ("..continua a sfiorarlo quando può..."): quasi ci commuove quello Sh che reprime il suo orgoglio perchè è come abbagliato da questa nuova luce che è il suo desiderio totale dell' amico. Bella l'ultima frase, liberatoria: "..possedendo le chiavi per aprire tutte le porte...". |
Ed eccomi anche qui, per fortuna mi ero segnata che c'erano due capitoli, perchè sarebbe stato un peccato perdermelo. Di Sherlock e John paragonati/associati ad animali è pieno il fandom (soprattutto la storia del riccio e dell'altro animale che ora non ricordo), ma è la prima volta che, grazie a uno stratagemma (la magia), tutto questo diventa realtà. Davvero complimenti! |
Una parola per descrivere questi due? Tenerezza. Davvero, non me ne vengono in mente di migliori o più appropriate. Poi, capisco molto bene Sherlock, perchè neanche io sono particolarmente apprensiva, anzi. |
Bellissima.. mi ha lasciato senza fiato, l ho letta due volte per immaginarmeli meglio. È molto dolce ed è proprio quello che cercavo..rendi benissimo il sentimento del maggiore verso il minore e viceversa e vederli, o meglio immaginarli così vicini è stato stupendo .. grazie i miei complimenti |
Wow! WOW! Wow!! È fantastica! Sul serio, non riesco a trovare le parole. È dolcissima, nostalgica e senti il bisogno del contatto fisico, lo avverti nella tua carne. Wow! Mi piace veramente tantissimo!! |
Bellissima! Direi che l'esperimento ti è riuscito alla grande. :D |
Come fare commuovere una povera donna sino alle lacrime, con questo finale così bello! |
"...si appoggia sul suo petto con entrambe le zampe anteriori per guardare verso l’alto, verso il viso di Sherlock...": non avevo mai letto niente di così originale e bellissimo, la trasformazione di un John che, anche da riccio, conserva la sua amabilità e la sua grande umanità. Splendida fiaba, scritta con leggerezza, mi hai fatto commuovere, tanta è la tenerezza che esprimi con le immagini di quei due... |
Piacevolissima scena, questa, a proposito dei tetti, con un John sempre più legato a Sh e quest'ultimo che, ormai, l'ha ammesso nel proprio mondo. "...lo fa sedere a terra, piedi a martello, ginocchia piegate e testa nascosta tra di esse...": nel leggere la descrizione di Watson, che comunica anche con il corpo il suo dissentire dalla spericolata incoscienza di chi ama, mi sono chiesta come fai a fotografare in modo così efficace persino gli atteggiamenti delle persone. Ciò che rende, anche stilisticamente, prezioso il tuo raccontare, poi, è quell'ironia elegante che mi fa sorridere più volte durante la lettura. Come nell'ultima immagine dei due che si dicono di amarsi, usando quella frase che dà il titolo alla flash e che, effettivamente, è parsa così significativa di "altro" nella puntata BBC. "...Sherlock è un nome da femmina...Anche io..". |
La "flashina", come la chiami tu, inizia con quella definizione dell'amore che più sherlockiana non si può in quanto racchiude tutta la razionale diffidenza di Holmes nei confronti di ciò che non può dominare ("...quella difettosa, e un tempo aberrante, attitudine chiamata amore..."). La costruzione, poi, della dichiarazione di John, mi ha intenerito in quanto è emozionante, senza sentimentalismi sdolcinati. Passo poi alle frasi che mi hanno colpito (non andarmi in iperglicemia per i troppi complimenti, ma sono sinceri...): |