Recensioni per
L'Esperienza Insegna
di Melinda Pressywig

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
19/12/15, ore 15:53

Molto profonda come storia.

Ad una prima e veloce lettura sembra quasi una banale conversazione tra un vecchio malinconico e un giovane apatico, mentre ,se lo si rilegge una seconda volta, si notano tanti ammonimenti e insegnamenti sottointesi ( e credo anche di non averli colti tutti ).

La storia è veramente ben scritta, sia grammaticalmente parlando che come tipo di narrazione che contiene, secondo me, il giusto equilibrio fra descrizioni e dialoghi.

Piccolo appunto: descrivi meglio le sensazioni e emozioni provate dal ragazzo

Alla prossima,
nonmifametterenessunnome

[Recensione partecipante all'iniziativa "Babbo Natale Segreto 5.0" del gruppo facebook 'HPeace&Love]

Recensore Junior
28/09/14, ore 13:34

Originale. Interessante. Innovativa. Mai letto nulla di simile nella sezione introspettivo.
Prima di tutto, i personaggi. Mi è piaciuto molto il contrasto tra il giovane ed "inesperto" Stefano e l'anziano(preferisco dire anziano piuttosto che vecchio. Non chiedermi il perché) e saggio Gianni. Quest'ultimo è quello che mi ha colpito di più. L'hai reso benissimo, con quella mentalità dei "bei tempi andati". La storia è così realistica che non mi stupirei se mi dicessi che è un fatto realmente avvenuto.
Mi viene naturale paragonare questo racconto ad una favola. Lo stile è quello e c'è anche una morale.
Scritta non bene, benissimo, con due personaggi ottimamente rappresentati e dialoghi realistici. Brava, brava, brava.
Ho solo un dubbio: nei generi principali tu hai messo anche "Drammatico". Potrei chiederti il motivo? Non mi sembra una storia particolarmente drammatica.
A presto.

The Sorrow.

Nuovo recensore
19/07/14, ore 11:05

4° classificata al contest «Shopping di Prompt e di Bonus».

Grammatica e punteggiatura: 9.8/10
« Ma quando gli capitava di passare da quelle parti, si voltava sempre a guardare l’anziano signore » ci sono diverse scuole di pensiero, ma io evito sempre di iniziare una frase con una congiunzione, quindi lo considero errore. (-0.1)
« Appoggiò i bicchieri sul tavolino e si sedette; aspettando che l’uomo si accorgesse della sua presenza » il punto e virgola in questo caso non serve e va sostituito con una virgola. (-0.1)
A parte questi piccoli errori non ho trovato nient’altro, perciò complimenti!

Stile e lessico: 9.8/10
Il tuo stile e il tuo lessico mi sono piaciuti molto. Ho avuto l’impressione che ogni parola fosse stata ricercata con cura e che tu ti fossi molto impegnata, nello scriverla. Ho notato che usi frasi molto brevi e concise e molti punti fermi, anche quando potrebbero essere sostituiti da virgole o altri segni di punteggiatura. Ho deciso di non penalizzarti, perché è una caratteristica che fa parte del tuo stile e sarebbe stato poco oggettivo toglierti dei punti.
Ho trovato questa piccola ripetizione nelle prime righe:
« Portava un paio di occhiali da vista e un berretto […] di solito portava » ripetizione di “portava”. (-0.2)

Originalità: 10/10
Per quanto mi riguarda, trovo che la storia sia molto originale. Non ho mai letto nulla di simile, perciò devo farti i miei complimenti!

Utilizzo del pacchetto: 6/6
1° = Pioggia: Mentre Gianni e Stefano parlano, inizia a piovere.
2° = Timore: È il sentimento che prova Stefano.
3° = “Non importa chi sei, da dove vieni o quanti soldi hai in tasca. Tu hai il tuo destino e la tua vita davanti a te” (Lady Gaga): La frase è stata inserita nella storia e adattata al contesto.

Punti bonus: 6/7
La storia non ha un pairing perciò non riceve 1 punto bonus. Tutti gli elementi del pacchetto sono stati utilizzati correttamente, perciò la storia riceve 6 punti bonus (1 per l’elemento, 2 per lo stato d’animo e 3 per la frase).

Gradimento personale: 5/5
La storia mi è piaciuta moltissimo! La vicenda che hai deciso di narrare è molto originale, così come il personaggio di Gianni. La sua storia è stata molto toccante, così come l’idea di contrapporlo a Stefano, ancora giovane e con tutta la vita davanti. Complimenti!

Recensore Master
20/02/14, ore 13:53

Ciao, Mel. Mi mancava questa storia da leggere, e indovina quando l'ho letta? Ieri notte, dopo la nostra chiacchierata. Mi era passata la voglia di andare a letto e prima volevo leggere qualcosina, hi hi! ^_^
Devi esserne molto soddisfatta, in effetti. A me è piaciuta, e diciamo che la storia del vecchio è stata una sorta di "racconto nel racconto" che ha arricchito ancora di più la trama. I vecchi in effetti hanno tanto da insegnare, cercano di combattere la solitudine rifugiandosi in luoghi affollati, ma soprattutto, se c'è una cosa che adorano fare, è parlare con i giovani. E raccontare i loro vecchi episodi del passato, sentendosi un po' dei maestri che possono offrire tanti buoni consigli. Sì, per me è così, io la penso proprio così su questi anziani simpaticoni, hanno tanto da insegnare, loro.
Quindi direi che l'episodio che hai scritto tu ha rappresentato a meraviglia  un po' la realtà. Credo sia un racconto abbastanza realistico, è una storia che sembra vera, insomma, proprio perchè questo accade sempre, nel mondo, e noi giovani possiamo trascurare un po' gli insegnamenti dei vecchi e le loro storie sulla vita passata, ma dovremmo capire quanto invece loro ci tengano e si sentano bene sfogandosi. Sì, a loro fa bene parlare, per loro secondo me vuol dire tutto.
Insomma, tutte questa parole per farti capire quanto con questa storia tu abbia centrato l'argomento. E' una storia viva e realistica, insomma.
L'esperienza insegna. Eccome se insegna!
La storia della vita del signore è a tratti triste, se ci rifletto su. Lui si è ribellato all'ultimo alla vita che gli avevano prescritto e l'ha pagata cara, è stato sbattuto fuori di casa e non si è più riconciliato con il padre. E' tristissimo, che razza di padre, però in effetti una volta non erano tanto sentimentali, erano piuttosto rigidi e si sentivano delusi con ogni scusa. Però intanto lui si è rimboccato le maniche e diciamo pure che ha avuto fortuna.
Ha trovato la donna della sua vita e ha avuto due figli, e, da vedovo, da anziano, racconta la sua storia al giovane Stefano. Ce lo vedo, come racconto, sicura che non sia una storia vera? E' verissima, realistica al cento per cento, insomma! :)
Lascia un pochino una vena di malinconia. Quando i vecchi ricordano il passato sono per forza malinconici, per loro ormai è finito tutto. Lui poi che è anche vedovo... mi è dispiaciuto, certo.
Rimane una bellissima storia, malinconica ma estremamente realistica, complimenti, Mel!
Scritta bene, si fa leggere scorrevolmente e... beh, anch'io ti dico sempre le stesse cose! ;) Complimenti, è molto bella, sì che devi esserne fiera! ;)
Kiss! :*

Recensore Junior
26/01/14, ore 12:02

Ciao Melinda,
ho letto questa storia e ciò che più mi ha impressionato è la sua autenticità e naturalezza. Potrebbe veramente essere un fatto reale!
Gianni mi ha ricordato certe figure che effettivamente popolano i bar: anziane, di buona compagnia, pronte a condividere le loro esperienze con le altre persone, di qualsiasi età esse siano. Personalmente di persone così ne ho conosciute due, di cui una è mio nonno.
Anche Stefano è una figura paradigmatica del nostro tempo, in cui devo dire di essermi riconosciuto sotto diversi aspetti.
Poi è un racconto che ispira speranza e fiducia: speranza che i giovani, incoraggiati dagli anziani, trovino la loro strada e abbino fiducia nelle loro capacità. Speranza anche in un dialogo positivo tra vecchi e giovani, che spesso non c'è.
Insomma, ottimo racconto :)
Ciao e alla prossima!
(Recensione modificata il 26/01/2014 - 12:04 pm)

Recensore Veterano
24/01/14, ore 15:02

Ciao Melinda! Eccomi qui, era un po' che non passavo dalle tue parti :)
Ho letto questa strana storia e devo dire che mi ha toccata molto. All'inizio quando descrivevi l'anziano signore il pensiero è volato a mio nonno, devo dire che hai fatto il ritratto perfetto di lui e la cosa mi ha fatta sorridere, ma la cosa ancora più divertente è che hai deciso di chiamare il personaggio proprio come lui Gianni! XD a parte questa cosa che mi è sembrata molto carina. La storia come dicevo mi piace molto, il racconto di Gianni ti fa riflettere su tante cose, Stefano non è un ragazzo poi così assurdo. Rispecchia la realtà, molte persone, compresa me, tante volte si sentono ferme; insicure sul da farsi. Nonostante il racconto sia povero di descrizione e ambientazione, il dialogo fra i due riempie il testo di pura emozione. Mi è piaciuto il fatto che tu abbia scelto di non guidare il lettore, ma di lasciarlo libero di provare le emozioni che le parole che hai scritto suscitano. Insomma brava, bravissima ;)

A presto..

Baci Baci
Jogio

Recensore Junior
23/01/14, ore 14:52

Il solito bellissimo racconto :)
questa volta sembra esser stato ideato davvero lentamente: i personaggi non sono per nulla tascabili, sono entità in carne ed ossa la cui caratterizzazione dona uno spessore profondissimo al testo! I percorsi secondari lasciano che la storia si dirami verso il mondo che si nasconde oltre alle parole.
Il racconto è davvero bello e il suo significato non è poi così banale come potrebbe apparire a parole pronunciate.
:) complimenti carissima(tanto per ripetermi)

Recensore Junior
20/01/14, ore 12:02

Hai affrontato un tema che mi sta particolarmente a cuore, tanto che non ho potuto fare a meno di immedesimarmi in Stefano: la sua incertezza riguardo al futuro, il desiderio di essere come Gianni, "già arrivato", vaccinato contro le difficoltà della vita. Le verità che emergono da questa conversazione (anche se io la vedo più come un monologo) sono amare e concise, ma anche piene di speranza, e di cos'ha bisogno la nostra generazione se non di speranza?
Il discorso che hai affrontato, la brillante retorica "discepolo-allievo", credo si estenda oltre il contesto ivi descritto. Io lo vedo come il tentativo di gettare un ponte tra due mondi apparentemente inconciliabili, un augurio, un invito a guardare oltre la propria alcova. E questo invito, ovviamente, non può essere raccolto da tutti: sono pochi i ragazzi come Stefano, e di anziani come Gianni se ne trovano sempre meno. Fortunati i ragazzi che hanno voglia e tempo di ascoltare, fortunati gli anziani che hanno qualcuno che li ascolti. E un giorno, forse, quegli stessi ragazzi avranno qualcosa da dire.

Recensore Veterano
19/01/14, ore 19:35

Complimenti.
Davvero un bel racconto, è un piacere leggerlo, è un piacere lasciarsi scorrere addosso i ricordi di Gianni così come le atmosfere semplici ma tangibili con cui hai decorato la vicenda.
Devo dire che hai reso tutto molto bene, nel senso che ci si immerge subito nella scena, ed i dialoghi anche suonano molto naturali e verosimili. Insomma, hai fatto un buon lavoro, ottenendone una storia scorrevole ed interessante.
Penso di aver capito il messaggio di fondo (non che fosse poi nascosto...) anche se a parole, non riesco a decifrarlo, se non magari citando il titolo. Comunque sono contento che Stefano abbia trovato un po' di motivazione per andare avanti, anche se, alla fine, ci penserà la vita ad insegnargli a vivere (aforismi random per darmi un tono, perdonami).
Tirando le somme, il racconto è buono, e forse qualcosa in più. Sono contento di averlo letto, ma non ho potuto fare a meno di notare qualche imprecisione stilistica; o meglio, cose che io correggerei, ma nessuna sbagliata di per sé! Ti faccio il solito elenco, e poi decidi tu ;)
- "Era perennemente frequentato da un buon numero di persone, a tutte le ore." sai come la penso sugli avverbi! Quel perennemente è superfluo, soprattutto se dopo dici "a tutte le ore".
- " Nel pomeriggio, invece, era frequentato" ripetizione di "frequentato" con la riga sopra.
- " lavoratori che staccavano da una dura giornata di lavoro." lavoratori-lavoro
- "sull'ottantina d'anni" d'anni è superfluo
- "Era un ragazzo" togli "un ragazzo", tanto l'hai già detto poco prima
- " guardavo la vita scorrermi inerte" scorrermi inerte...non mi convince come espressione! Servirebbe una specificazione spaziale, tipo "scorrere via" o "scorrermi addosso", oppure mettere "guardavo la vita scorrere inerte".
- " Accettai di buon grado" ma non era sconvolto e affranto? O quello era per la morte del maestro?

E nonostante questi suggerimenti pignoli ribadisco che il racconto m'è garbato. È elegante, fluido, eppure naturale. Complimenti, e alla prossima!