Recensioni per
Granello di sabbia
di petitecherie

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
03/02/14, ore 12:15

Bricconcella di una Piccola Cara, ma che mi combini? Mi scrivi una storia su Doko e Sion (fra l'altro una storia in cui, deo gratias, i due non fanno pucci pucci e con la quale hai anche vinto un contest) e non mi dici nulla? La devo scoprire così, per caso, bighellonando nella sezione? Guarda, ti perdono solo perché ti voglio bene e perché leggerla è stato un piacere!
Ma veniamo a noi: certo, non è che mi aspettassi di meno da un'autrice par tuo, ma hai fatto davvero un bel lavoro. Hai gettato un ponte fra il Canvas e la serie classica, un ponte bello e, soprattutto, solido e ben costruito. Sei stata abile nel delineare la figura del maestro Yod... ehm, di Doko, mostrandoci con dovizia di particolari il percorso interiore che ha trasformato la Tigre Feroce del Canvas nella ieratica Bilancia della serie capostipite. E nota di merito nell'aver saputo sfruttare il Gaiden per darci le origini di Shunrei, uno dei tanti personaggi che quel becero del Kuru ha sbattuto lì a fare la casalinga disperata, senza dirci nulla di più su di lei.
Ci hai dato anche modo di scoprire come il Vecchio Maestro sapesse del golpe di Saga e ci hai dato una pregevole spiegazione sul perché Sion abbia accettato passivamente il suo destino, senza cercare di impedirlo o cambiarlo in nessun modo.
E proprio da questo nasce il colpo di genio che rende così bella questa tua versione: Doko sapeva. Quando Sion si è ripresentato in veste di Rinnegato al Grande Tempio, Libra era già a conoscenza di tutto. Il suo sdegno, la sua rabbia nel vedere il vecchio amico bardato di una Surplice era una messa in scena, atta né più né meno a dare ancora di più una parvenza di veridicità al finto tradimento messo in atto dai Cavalieri caduti, all'ordalia di cui si erano fatti carico. Sion aveva letto nelle stelle che quegli uomini avrebbero avuto bisogno di una guida, ed aveva accettato il marchio dell'infamia pur di ottemperare a tale mandato.
Bello. Davvero molto bello e ben congegnato, unito ad uno stile di scrittura fluido, ricco e chiaro.
Bravissima. Come sempre, del resto.
Chiudo qui e ti do appuntamento sulle vicende di Mel, mi metterò in pari appena avrò il tempo necessario per leggere & recensire come si conviene.
Un bacio, Piccola Cara. A presto!

Recensore Junior
30/01/14, ore 17:25

Ciao.
Complimenti sia per la tua vittoria sia per questa storia.
Non avevo mai letto nulla di tuo e vedro' di rimediare perche' mi hai colpito molto. Sia per il tuo stile.di scrittura molto lineare e pulito sia per la capacita' di delineare le situazione. Sono stupende le tue descrizioni e anche i dialoghi tra i vari personaggi.
Azzeccatissima la divisione nei tre periodi temporali in questo modo hai potuto sottolineare meglio la crescita di Douko e il suo passaggio da tigre a bilancia, il suo imparare a saper aspettare nonostante la voglia di combattere per la giustizia.
Ancora complimenti.
A presto.

Recensore Master
29/01/14, ore 20:52

Ma che one shot meravigliosa!
A parte il tuo modo di scrivere, che io adoro, mi hanno colpito i due protagonisti. Gradevole la scelta delle tre date, per descrivere i tre momenti cruciali nella vita dei due Saint.
Ho apprezzato molto la scelta di far sì che Shion conoscesse già il suo destino. In effetti, lasciare Saga che ammazza il Sacerdote senza che lui facesse nulla, non starebbe in piedi!
Sublimi i dialoghi fra i due tramite i cosmo ed il vento *^*
Mi è piaciuta assai! :3
Veramente complimenti!
Un bacione!

Recensore Master
29/01/14, ore 16:09

Eccomi qui a battezzare una tua storia con la mia presenza. Sei pronta a sostenere le implicazioni che questo mio “marchio” ti porterà? :P
Innanzitutto mi complimento con te per la vittoria del contest. Prompt e protagonista non sono affatto facili, ma per quel che riguarda il vecchio maestro devo dire che la lealtà che ha dimostrato nella sua lunga vita, anche solo a rimanere vigile nel suo compito, è ammirevole. Si può dunque dire che l’accoppiata è perfettamente calzante.
Nel primo scorcio di storia, stiamo già percorrendo la strada che porterà alle schermaglie interne della fazione di Atena. Dohko è seduto sullo sperone di roccia e guarda le stelle come sempre ha fatto, ma sotto di lui, c’è un bimbo che sta crescendo grazie ai suoi insegnamenti e lo riporta al suo presente. Perché nei lunghi momenti di riflessione, a sentire l’eterno scrosciare delle acque della cascata e ad osservare il mare di stelle sopra la sua testa, il vecchio può perdersi nei ricordi dolci e sereni di una giovane famiglia che lo ha adottato e lui stesso ha poi adottato loro, generazione dopo generazione, fino a quell’ultimo fiore, rimasto da solo ma non solo, perché Dohko lo cresce e se ne cura come fosse la sua nipotina.
Che coltellata al cuore ripercorrere sempre quella funesta notte, soprattutto se con gli occhi di uno spettatore che è di parte. Perché l’amicizia dei Dohko per Shion non lascia posto, in quell’attimo tanto tragico, al chiedersi: perché un santo aveva levato la sua mano su quella figura paterna che era Shion? Quali motivazioni aveva corrotto un cuore tanto generoso e leale a diventare l’opposto di quello che era sempre stato? (vedi come il mio essere di parte arriva sempre ad invadere la scena? XD) Ma è capibile che per Dohko, vecchio guerriero della guerra precedente, con schemi mentali differenti, l’attenzione è rivolta tutta a cercare di comprendere quel sacrificio che darà frutti solo in futuro. Ma dovranno trascorrere molti anni, come dice lui. Anche se, per un vetusto guerriero che da più di duecento anni veglia il sigillo, cosa mai potranno essere altri tredici anni di attesa? Resta in lui solo l’amarezza di essere rimasto davvero solo. Ora è l’ultimo sopravvissuto della sua epoca, del suo mondo. L’ultimo che serba nel suo cuore la testimonianza di una Atena guerriera.
Ed alla fine, nella notte della rivelazione a Dohko, se così la si può chiamare, quando sente che un nuovo campione è al fianco della Deà, lui capisce che il tempo è arrivato. Non si fa fatica a ritornare con la mente alle tavole dell’epilogo di LC, sono anzi chiare e immediate grazie alla rievocazione che ne hai dato. La sovrapposizione di due generazioni di Aries è molto romantica e veritiera, anche se mai nessuno potrà sostituire l’alone di grandezza che ha la figura di Shion. Dohko ha ragiona a definire i nuovo Gold come “ingenui bambini”.
Ho sempre pensato alla guerra intestina dei gold come una prova di maturità da superare, sia per Atena, sia per i gold. Ho sempre pensato a Saga (nota che comunque lo difenderò sempre!) come il mezzo che gli Dèi hanno posto sul cammino di Atena e i suoi fedeli, per crescere e diventare pronta a quell’unico scopo che era la sua rinascita. Ho sempre pensato che fosse stato un tale spreco di vite umane e alcuni avessero pagato troppo per porre sull’altare degli eroi dei ragazzi che sì, avevano come pregio l’aver sempre creduto in Atena, ma che senza la sua benevolenza non avrebbero superato il primo gradino del Santuario.
Chissà se anche Dohko pensava le stesse cose. Lui che era vissuto in un’altra epoca, fatta di una fedeltà ben diversa, non cieca ma imperfetta. Una fedeltà dalle tante sfumature, così come quella che aveva guidato Saga anche quando era perso nelle tenebre.
Ora la tigre è diventata paziente. Ha impiegato il tempo necessario per essere l’esempio e l’ultimo maestro di tutto i Santi di Atena. La sua lealtà è stata quella di soffrire in silenzio, incatenato al suo dovere; di vedere il suo allievo lottare fino allo stremo, senza potergli dare sostegno; la sua lealtà è stata quella di aver avuto fede nelle parole della sua Atena, nel seguire fino in fondo, fino alla fine del suo tempo, la strada che gli era stata assegnata.

Alla fine, non so quanto della recensione sia stata attinente alla storia. Però queste riflessioni sono tutte nate spontanee dalla lettura di questa one shot.
Complimenti ancora per la storia e per la vittoria del contest!


Piccole note:
Nel primo pezzo della storia, quando parli del bastone di Dohko, più che fabbricato io avrei optato per intagliato. Fabbricato mi da l’idea di un qualcosa costruito con vari pezzi, mentre il bastone del vecchio mi da più l’idea di un pezzo unico. È solo un piccola sottigliezza che comunque da l’idea del dono che quel ragazzino ha fatto al nostro vecchio gattone XD.
Ci sono stati diversi riferimenti al gaiden di Dohko, vero? Faccio mea culpa perché ancora non ne ho toccato uno, di quelli pubblicati. Ma finché non stringerò fra le mani quello dedicato al saint dei Gemelli e poi quello a Shion (spero tanto che si vedano i piccoli Saga e Aiolos XD), tutti gli altri rimarranno lì a prendere polvere!

Recensore Master
29/01/14, ore 13:24

Complimenti per la vittoria, innanzi tutto.
Se fosse capitato Doko alla sottoscritta credo mi sarei tirata un colpo di rivoltella, e a conti fatti, una carrellata sulla sua esperienza di maestro è una gentilezza molto, molto gradita.
È bello vedere nella prugna secca il guascone scanzonato che è stato in gioventù, le cui vicende sono raccontate in Lost Canvas (Teshirogi santa subito) e che me l'hanno reso simpatico ed accattivante.
È molto poetico e tenero anche il dialogo a distanza che ha con Shion poco prima della fine del Sacerdote. Che aveva capito tutto, ma che non è riuscito a fermare Polluce, aka Saga, perché non lo voleva fermare. Perché i suoi piani erano quelli di creare una Resistenza che colpisse le schiere di Ade dall'interno.
Una buona idea ed una gran bella pezza ai disegni di Kurumada, che rende più fatale il cammino di questi due compagni d'arme.
Sì, l'attesa di Doko dalla morte di Shion sarà anche stata lunga quanto un granello di sabbi, ma quanto brucia la sabbia negli occhi o sulle ferite aperte?

Bellissima OS, che si è meritata il primo posto. E quella battuta su Pegaso che è di nuovo accanto ad Athena (ripresa dal manga, sì, ma sarebbe stato un peccato non richiamarla!) quadra il cerchio in maniera elegantissima.

Due cose: a parte la formattazione impazzita nel dialogo tra Shion e Doko, nel 1984 Shiryu dovrebbe avere 12 anni, non poco più di otto. Un abbraccio.


P.S: se la linea ADSL non mi abbandona come cinque secondi fa, aggiungerei che nella mia arterioscelrosi galoppante ho dimenticato di puntare i riflettori sul registro lessicale. Pulito, netto, ma anche con un sapore anticato che lo rende tridimensionale. Quando, all'inizio della storia, definisci la Guerra Sacra di Lost Canvas come "mattanza" riesci a condensare in otto lettere tutto il dolore, il sangue, la lotta e la vita di quell'episodio. Complimenti vivissimi.
(Recensione modificata il 29/01/2014 - 01:43 pm)