Recensioni per
Islanda
di Hayley Black

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
27/02/14, ore 18:51
Cap. 1:

Ciao tesoro! ♥
Ti ricordi ancora di me? È da così tanto tempo che non passo dalla tua pagina che non faticherei a crederlo! Ci sono cosi tante tue storie che non ho né letto né recensito, e mi sento in colpissima. Ma oggi ti ho vista in cima alla mia lista di autori preferiti e il mio cuoricino sensibile ha fatto un balzo. Tra il titolo che mi ha incuriosita un sacco (l’Islanda ♥ Spero di riuscire ad andarci, prima o poi nella vita) e il fatto che leggerti era qualcosa che mi mancava davvero tanto, ho deciso di farti una visitina :”3
Questa storia è bellissima (non avevo dubbi che lo sarebbe stata.)
Io vorrei essere come Sara. Ricevere un segno, fare un incontro fortuito, incappare in qualsiasi cosa che dia finalmente una svolta alla mia vita, che mi dia il coraggio per fare dei cambiamenti, prendere delle decisioni, archiviare finalmente il mio inverno e aprire le porte a una primavera di fiducia. Tutto questo per dirti che capisco perfettamente Sara e di conseguenza la trovo un personaggio credibile e con cui il lettore stabilisce d’istinto un sentimento di empatia.
E poi, beh, io amo il tuo stile. Sempre e per sempre. Hai quel talento per i dettagli che mi fa emozionare ogni dannata voglia. Le poltroncine di pelle gialla e il riso con le patate del venerdì (tra l’altro, mi trovo d’accordo con Sara anche nell’odio per questo piatto ù-ù), per citare due dei mille esempi. Possono sembrare particolari inutili e anche stupidi, ma io li amo anche più di me stessa. Perché è ciò che dà quotidianità alla storia; sono quei dettagli che fanno parte delle nostre vite in modo così abitudinario che nemmeno gli diamo più la dovuta importanza. E invece tu sì. E i profumi: la lavanda, il caffè, la vernice fresca, l’acqua di colonia... trasportano il lettore in un’atmosfera poetica e quasi onirica.
<< Sul tavolo c’era un bigliettino, forse un appuntamento; Sara l’aveva stropicciato appena prima di leggerlo perché sapeva già cosa c’era scritto, in quella grafia pulita e ordinata, tracciata con una matita dalla punta scheggiata giacché le parole erano segnate da un leggero tratto più scuro nel mezzo, come un nastrino che si srotolava sulle lettere. >> Credimi se ti dico che ho VISTO il bigliettino, e la grafia ordinata, e quel tratto un po’ più spesso rispetto a quello delle altre lettere. Tu hai letto Inkheart, quindi posso paragonarti a una lingua di fata senza rischiare di esser presa per pazza. Anzi, già che ci sono conio un nuovo termine per te, più appropriato: penna di fata. Perché ti servi delle parole anziché delle tua voce, ma il risultato è lo stesso: dai vita a immagini così vivide che al lettore sembra di averle nella sua stessa dimensione, e di poterle toccare. Sono serissima, guardami ù-ù
Quindi grazie, per condividere questo tuo dono con noi, con me. Ogni volta torno a stupirmi della tua bravura come se fosse la prima volta che ti leggo.
Ti auguro tutto il bene, e una primavera piena di fiori belli e profumati.
Love you always,
tua Frida

♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥

Recensore Veterano
27/02/14, ore 16:48
Cap. 1:

Ciao! 

Avrei tantissime altre cose da fare quest'oggi, ma sono stata tanto ammaliata da questa storia da decidere che il resto poteva aspettare, e che valeva la pena di spendere qualche minuto della mia vita per commentare "Islanda", per te un nuovo lavoro che va ad aggiungersi ad un repertorio magnifico di tante altre storie, per me una delle one-shot più romantiche e ben scritte che abbia letto di recente. 
Non credo di averti mai lasciato un commento a qualche altro tuo scritto, prima d'ora, e me ne pento, perché ricordo bene quante motivazioni mi avessero indotto ad aggiungerti, senza esitazione, alla lista dei miei autori preferiti, qui su Efp, non appena avevo finito di perlustrare la tua pagina d'autore. Amo veramente il tuo modo di scrivere, gli intrecci che sviluppi in ogni storia... e questa nuova shot, in particolare, mi ha proprio conquistato. 

Oltre a farti i complimenti per il titolo, suggestivo e davvero originale, e per la dedica, che, anche se non mi riguarda, sprizza dolcezza da tutti i pori, parto col dirti che ho amato il modo in cui hai sviluppato la trama: sei riuscita a fondere, all'interno di un unico scritto, introspezione e malinconia, ricordi passati e speranze future, condendo il tutto con una serie di metafore che mi hanno stregato e hanno accresciuto ancora di più la mia ammirazione per te. Ho adorato la descrizione dell'inverno 'strano' che vive la protagonista, Sara, reso tale dal dettaglio sulla 'trasformazione' anomala delle sue mani, vere e proprie vittime del freddo dell'inverno, "spaccate" e scheletriche a causa delle basse temperature di dicembre. 
Quando hai cominciato a parlare del bistrot dove la ragazza attendeva, invano, l'arrivo del suo fidanzato, sono riuscita ad immaginarmi perfettamente il locale, come se lo stessi osservando, come se ce l'avessi qui, di fronte a me: soltanto la maestria che hai dimostrato nell'accurata delle parole, nei loro accostamenti sapienti ed efficaci, ha reso possibile questo miracolo della scrittura.
L'episodio con lo sconosciuto che imprime una svolta nella vita di Sara è "semplice", perché ruota attorno a pochi scambi di battute, ma racchiude, dentro sé, molto di più: potrebbe apparire come un incontro irrilevante, destinato a non lasciare alcuna traccia nella vita della ragazza, ma, invece, si rivelerà il sole che entrerà nel cuore di Sara, il caffè bollente che le riscalderà l'anima, la svolta che le restituirà quella bellezza che aveva creduto persa per sempre. 
Ho apprezzato il fatto che non ci hai svelato quasi nulla sul nuovo e enigmatico personaggio, permettendo che la fantasia di ogni lettore vagasse alla ricerca di un volto da attribuire a quest'uomo misterioso: non gli hai dato nome, non gli hai riservato nessuna descrizione fisica e tanto meno caratteriale, ma solo una bellissima frase, che, personalmente, trovo valga più di mille altre parole: "Aveva un accento strano, un accento di altri tempi che le ricordava lo scrosciare della pioggia sul tetto del suo appartamento quando desiderava avere qualcuno nel letto accanto a se." (ti faccio soltanto notare l'accento mancato nel "se" finale ;) ) L'ho trovato un periodo davvero suggestivo, che ben rende l'alone di mistero di cui sembra nutrirsi questo personaggio... tuttavia, ammetto che la frase che più di tutte mi ha colpito, nella tua storia, facendo breccia nel mio cuore, è quella che l'uomo rivolge a Sara, dal pregnante significato simbolico: “Un caffè non va mai bevuto freddo. Si dice che sia l’unica cosa che possa realmente scaldarci dentro.” Ho amato come queste apparentemente semplici parole siano capaci di far scattare la rivoluzione nella vita di Sara, rappresentando la scintilla che fa divampare un incendio - di rinascita, non di distruzione. Davvero bravissima :) 
Anche la conclusione della prima scena mi sembra perfetta, e già lascia intuire al lettore come questo episodio apra davvero un nuovo capitolo nella vita della protagonista... Intuizione confermata, poi, dal racconto della telefonata che sancisce la fine dell'inverno, suggellata da quella frase che, come ha fatto con me, aveva colpito anche la nostra protagonista. 
La vera fine della storia è magnifica. Di solito, vengo catturata di più dalle conclusioni ad effetto, dalle frasi enfatiche che lasciano un'impronta duratura nella mente del lettore, tuttavia, in questo caso, il paragrafo finale della tua shot è riuscito ugualmente a coronare in modo splendido un altrettanto splendido racconto. 
Non so veramente che aggiungere ancora, se non che spero di leggere presto altre tue creazioni qui su Efp... :) Hai uno stile unico ed inconfondibile, capace di instillare nel lettore un insaziabile desiderio di leggerne ancora ed ancora... Ti devo fare i miei più sinceri complimenti, perché li meriti tutti, e ringraziare, per averci regalato questo racconto così memorabile :) 
A presto, spero!
Un abbraccio, 

Sunflowerbud