E' davvero interessante questa breve storia. Innanzitutto vorrei analizzare l'impaginazione, che è davvero ben strutturata - ho notato che è così in tutte le cose che pubblichi - e sicuramente invita alla lettura. Sei molto precisa con i caratteri, con la scelta delle immagini e la cura del testo. Indubbiamente questo fa di te una scrittrice molto professionale, attenta al contenuto ma anche alla forma, perché l'occhio vuole essere accontentato esattamente come la sete di lettura.
Devo ammettere di non aver pensato nemmeno per un secondo che la ragazza descritta nella storia fosse autistica. Pensavo che fosse semplicemente una ragazza definita "strana" per qualche sua particolarità che si differenzia dalla massificazione e dalla pecoraggine della gente che popola questo mondo.
C'è un significato molto più profondo in queste tue parole che ho colto solo dopo aver letto la spiegazione che hai scritto nelle note. Hai saputo racchiudere un mondo, quello di un disturbo come l'autismo, in poche parole. La protagonista vive in un mondo tutto suo, creato nella sua mente, e ciò che la circonda non la sfiora minimamente.
Sei stata come sempre delicata ma allo stesso tempo hai sbattuto in faccia di chi legge la cruda realtà delle cose. Il pregiudizio, la voglia dell'uomo di puntare il dito e giudicare "strano" ciò che non conosce, la paura di ciò che non comprende.
E' una tua qualità e non è per tutti. Non voglio sminuire nessuno ma penso che in pochi abbiano colto il significato nascosto che c'è dietro queste parole. Come nella Zebra, penso che tutto ciò che tu scriva abbia un secondo fine. Credo che tu voglia portarci a riflettere, a ragionare su qualcosa.
Volevo anche spendere due parole per il riquadro delle note - so che sembra molto stupido ma ci tenevo a dirlo: mi piace molto. Non ho mai visto nessuno inserire nelle storie un riquadro con uno sfondo un po' più scuro per spiegare la storia. E' professionale, sembra quasi di vedere un pezzo di Wikipedia. Inoltre si accosta benissimo al resto dell'impaginazione, compresa la differenza di carattere. Il Georgia lo trovo azzeccato per la narrazione, mentre il Tahoma (o Arial, non ricordo bene) si addice perfettamente alle spiegazioni.
Sapevo non mi avresti delusa.
Sei sempre una conferma.
Un bacione,
Paola. |