Recensione - giudizio per il contest "Circoli e Salotti"
Stile e lessico: 13/15
Parto con il dire che lo stile di questa storia mi è piaciuto abbastanza: non hai utilizzato uno stile che in genere mi fa impazzire, dato che sei stata molto semplice e lineare e hai utilizzato periodi brachilogici e scarni, ma ho trovato che la tua idea fosse giusta in quanto incarna il concetto di futuro “controllato” e dà un’idea della visione oggettiva e senza fronzoli di Linda, che è chiaramente condizionata dai principi del mondo in cui vive: calchi molto la mano sul concetto di “giusto secondo i canoni della Grande Patria” e le parole di Linda ricalcano la convinzione con cui crede nei principi che le sono stati imposti, anche se questa è alterata dal ricordo che ha la ragazza della sua vita precedente. Nonostante questo non si riscontri molto sul piano stilistico, ho deciso di non penalizzare questa tua scelta in quanto la ritengo coerente con l’alienazione provata da Linda: non conosce altri modi di esprimersi e quindi è giusto che non li utilizzi più di tanto, se non nella parte in cui descrive le emozioni provate nel momento della morte e della reincarnazione, che in un certo senso si stacca dal resto del racconto proprio per la presenza di un pathos lasciato molto più da parte nel resto della storia. Ho apprezzato anche l’inserimento dell’ora precisa: mi è sembrato una scelta adatta e conforme allo stile, che dà un senso di “controllo” ancora maggiore. Inoltre, il lessico semplice e immediato non può che rimandare alla Neolingua di Orwell.
Trama e originalità: 13/15
In un periodo in cui le storie distopiche sono molto in voga, sia in campo di scrittura professionale che amatoriale, devo dire che la cosa che si fa notare in modo più positivo nella tua storia è l’inserimento del concetto di metempsicosi e della particolare condizione in cui si trova Linda, ovvero la “disgrazia” di ricordare la sua tragica vita precedente, quando era una ragazza che non si sentiva apprezzata e non si voleva bene, al punto da arrivare al suicidio. Questo è un concetto che permea un po’ tutta la storia; quanto al resto, non si può dire che sia molto originale o ben organizzato: hai scelto una struttura frammentaria, essenziale, che, per quanto perfettamente adatta al genere e al tipo di storia, ti ha impedito di approfondire alcuni aspetti della società in cui vive Linda, come ad esempio il ruolo delle donne (se devo essere sincera, ad esempio, non ho proprio capito come mai lei si inginocchi davanti ad Andrea). L’idea del diario è stata utilizzata anche da Orwell, e dal momento che la tua storia mi ha ricordato davvero moltissimo 1984 - per il clima di terrore e di alienazione - mi sembra un paragone imprescindibile, ma credo che tu l’abbia inserita in modo opportuno, quindi niente da dire a riguardo. Insomma, avrei approfondito alcuni aspetti, ma credo che tu abbia fatto un bel lavoro con questa storia.
Caratterizzazione: 14/15
Questo aspetto della storia mi è piaciuto moltissimo, te lo dico con sincerità. C’è una bella descrizione dell’alienazione di Linda, della sua assuefazione ai principi della Grande Patria, che lei rispetta senza porsi troppe domande. In questo contesto, sei riuscita a rendere meravigliosamente la coscienza della sua vita precedente che affiora, sconvolgendo la sua serenità e la sua apparente perfezione. Inoltre, è stato sviscerato bene anche il rapporto con Andrea: il fatto che lei non provi nulla per lui e che faccia tutto quello che lui le dice soltanto perché deve e il fatto che senta la necessità di farsi spiegare da lui la natura dei suoi sentimenti, dato che lei stessa non è in grado di analizzarli e comprenderli.
Inoltre, mi è piaciuta molto l’idea della follia che affiora e la spinge ad uccidere l’uomo che aveva per fratello nella vita precedente: lì immagine di Linda, ragazza alienata e insensibile quasi a tutto, che viene presa da un raptus omicida all’improvviso è indubbiamente una delle parti migliori del racconto e l’hai descritta con una semplicità che l’ha resa davvero d’effetto e agghiacciante (in senso buono). Non ti ho dato il punteggio massimo soltanto perché, secondo me, avresti dovuto in qualche modo approfondire le ragioni dell’odio del fratello di Linda: non è tanto normale che un fratello odi la sorella al punto di desiderarne la morte, quindi sarebbe stato meglio approfondire un po’.
Rispetto delle regole del circolo
La storia deve avere un finale agrodolce 0,50/2
Purtroppo, su questo punto non posso sbilanciarmi: il finale è praticamente solo tragico e la positività si può vedere soltanto guardando molto in fondo. Ho visto infatti un minimo riscatto della personalità della ragazza, il che è certamente una cosa buona, però lei stessa si aspetta, dopo la morte, altre vite in cui ricorderà le sue esistenze passate e quindi di non poter essere mai felice. Non so, al tuo posto forse avrei inserito qualcosa di più evidente. Va da sé che il non rispetto di qualche regola di un contest non andrebbe, in ogni caso, a inficiare la qualità della storia, quindi questi appunti che ho fatto riguardano il contest in sé e non sono validi in generale. Ti faccio questa precisazione perché mi sembra corretto.
I protagonisti devono essere almeno in parte colpevoli della propria sventura, consapevolmente o inconsapevolmente 2/2
Linda è indubbiamente responsabile di quello che le accadrà, in quanto è stata lei stessa ad uccidere suo fratello. Anzi, guardando bene si può vedere una “duplice” colpevolezza di Linda, in quanto il fatto di ricordare la sua vita precedente la rende diversa e inadatta alla società in cui vive, oltre a scatenare l’ira nei confronti del fratello.
Rating massimo: arancione 2/2
Anche qui, molto bene: non sei andata oltre l’arancione nonostante la tematica un po’ pesante e la descrizione di un omicidio.
Giudizio personale: 8,50/10
Ho trovato la tua storia molto interessante e ben scritta: i richiami ad Orwell sono tutto sommato ben inseriti e non fanno gridare al plagio nonostante molto presenti, perché sei riuscita ad inserirli in un contesto ben strutturato e chiaramente tuo. Linda è un personaggio molto ben costruito nella sua insignificanza: insignificanza che si rivelerà soltanto superficiale e imposta dalla società nel corso della storia, e anche questo è stato un aspetto che ho apprezzato parecchio. Anche se in modo molto semplice, hai tirato in ballo temi molto seri e l’hai fatto con una delicatezza che mi ha colpita, perché non sei mai intervenuta a dare un giudizio, ma hai lasciato che i fatti (della storia, ovviamente) parlassero per te.
Grammatica: -0,75 punti
Mi dispiace tanto, ma ho notato degli errori:
Innanzitutto, è sconsigliabile scrivere i numeri in cifre in un testo del genere: in un certo senso posso dire di comprendere la scelta (per via della tematica eccetera), ma avresti dovuto precisarlo in una nota, altrimenti il lettore può pensare che si tratti di un errore invece che di qualcosa di voluto. Non volermene, ma io stessa ho il dubbio;
Frequento l’Accademia e ho un problema, ricordo la mia vita passata → meglio i due punti: stai spiegando qual è il problema;
per me è una cosa naturale convivere con queste memorie e non provocano in me alcuna emozione → da un punto di vista sintattico la frase è un po’ scorretta, anche se si capisce perfettamente cosa volessi dire. Infatti, sarebbe meglio qualcosa tipo: “convivere con queste memorie, che non provocano in me alcuna emozione” o qualcosa di simile;
dell’Academia → chiaramente una distrazione.
Totale: 52,25/62 |