GIUDIZIO SOSTITUTIVO PER AVER PARTECIPATO AL CONTEST «L'ARTE DI DAR VITA A COSE SENZA ANIMA»
«CADUTA NELLA DANNAZIONE DI UN BACIO» DI _BLACK10
Cogli l'attimo della mia felicità, perché non mi rivedrai mai più così. Cogli l'attimo del mio silenzio, perché quando aprirò bocca inizierò a ferire. Ormai il male mi circonda, fattene una ragione. Perché, se sono così, il merito è solamente tuo.
- Sviluppo della trama e dei personaggi
Di trama vera e propria non ne posso parlare, purtroppo, e mi duole dirlo. Si hanno qui tre poesie su cui basarsi, ma nessuna di esse - a parte forse la seconda, che ho trovato quella un po' più curata, pur avendo a propria volta bisogno di una revisione - porta in sé quella che potrebbe essere considerata in qualche modo trama o immagine evocativa. Andiamo comunque con ordine.
Durante la prima poesia si parla di un angelo che viene risucchiato dalle tenebre e si macchia dunque di peccati quali falsità e cattiveria, senza però che venga in qualche modo data una ragione; cliché a parte - ovvero l'angelo che ha in sé una parte malvagia e che viene dunque portato alla perdizione -, avresti in qualche modo potuto descrivere perché, cosa fosse successo, dando così spessore sia alla tua protagonista sia alla base stessa della poesia, rendendola creativa e originale. Descrivi rapidamente un'ambientazione, o quanto meno si comprende che sta piovendo a dirotto - e grandina pure? Deciditi: o piove, o grandina - e che il vento sferza le ali di quel povero angelo dannato, ma ci sono passaggi, durante la seconda strofa, di cui non riesco seriamente a comprendere la presenza: passi il non riuscire a distinguere la strada del bene da quella del male - ci sta, un angelo caduto può effettivamente fare di questi pensieri, e lo scenario è coerente con quel senso di confusione e perdita -, ma perché, poi, dovresti parlare del non riuscire a distinguere una rosa bianca da una nera, decretando che la rosa in origine era rossa? L'ho trovato un po' un pensiero staccato da tutto il resto, quasi tu volessi allungare il brodo, anche perché la poesia avrebbe retto tranquillamente anche senza che tu avessi inserito una cosa del genere. In un momento come quello, avresti potuto dire che l'angelo non riusciva più a capire qual era il sopra e qual era il sotto, e l'effetto sarebbe stato coerente col resto.
La seconda poesia ha già più senso e sembra, come detto, molto più curata della precedente, per quanto anch'essa rechi in sé un bel paio di cliché: l'amore proibito tra angeli e demoni, il timore di non rivedersi più, il pensare all'esser cambiati per determinati motivi e al cogliere l'attimo finché possibile, ma almeno c'è qualcosina che riesce a farla risaltare nel contesto, dando un'immagine mentale di ciò che accade. Ci immergiamo nei pensieri di questo angelo che, finito per innamorarsi di un demone pur sapendo che quell'amore non era giusto, dice al suo amore di godere di quegli istanti finché può, poiché tutto potrebbe cambiare non appena aprirà bocca. Ciò che non ho capito, in realtà, è perché dice che non vuole lasciarlo se poi parla al passato del loro amore. Si tratta di un amore finito? Un amore che non ha più la stessa passione di prima? Sono cose che vanno scritte, poiché il lettore non si trova nella testa dello scrittore e non può dunque sapere cose che, magari, a lui sembrano pure fin troppo chiare.
L'ultima è quella che mi è piaciuta di meno. A parte il fatto di aver richiamato in modo un po' troppo marcato le prime due, quasi si fosse trattato di una sorta di missing moment delle stesse, è proprio quella che non brillava per niente di originalità, presentando un tema banale che, a parer mio, non è stato delineato nemmeno molto bene come avrebbe potuto invece essere. Cosa vediamo qui, in fondo? Un angelo caduto a causa di un bacio, ma non ci è dato sapere avuto da chi. Trovo in fondo un po' esagerato condannare un angelo alla dannazione soltanto per un bacio, senza dare una spiegazione almeno comprensibile del perché; Dio non è forse amore? Perché punire uno dei suoi angeli per una dimostrazione d'amore? Magari sono io che pretendo troppo, ma una breve spiegazione su quanto accaduto sarebbe stata quanto meno plausibile e avrebbe dato un tocco in più alla poesia.
C'è inoltre da dire che tutte e tre le poesie sono ridondanti. Comprendo che il tema centrale fosse la dannazione di un angelo - difatti nulla da dire su questo punto -, ma tutte e tre sembrano in qualche modo ripetersi in un loop continuo che lascia ben poco spazio all'immaginazione e all'originalità, stancando proprio a causa di questo modo di narrare tutto uguale.
Persino gli angeli di cui si parla non hanno una vera e propria introspezione, tanto più che appaiono come personaggi piatti e non delineati del tutto, senza così riuscire a colmare il vuoto che l'ambientazione descritta crea. Avresti potuto dare a loro un tocco in più, una certa classe, far comprendere quanto quello sfiorare la dannazione sia stato incredibilmente opprimente e la sofferenza che ne derivava da ciò, dando risalto anche alla forma di bizzarro amore che sembra trasparire fra le righe e che viene spesso e volentieri richiamato nelle tre poesie. Ora, tu potresti ribattere che sono in fin dei conti poesie e che non avresti potuto inserire chissà quante cose, ma io ribatterei che il Cinque Maggio è una poesia di pagine e pagine che da' una chiara impronta di sé, dunque come scusante potrebbe rivelarsi un po' scarna.
Darei dunque una maggior introspezione a tutte le storie e cercherei in qualche modo di rivederle per dare immagini molto più evocative di quanto non siano presenti, inserendo anche una spiegazione maggiore per quel che riguarda l'immagine dalla quale bisognava prendere spunto. Si aveva difatti la visione di un angelo con le ali ferite, ma nelle tue storie si parla solo di angeli caduti e che sono stati condotti alla perdizione dall'amore con un demone, senza minimamente fare un richiamo alla fan art che avevi scelto. Da questo punto di vista, dunque, la storia non rispecchia pienamente la traccia data dal contest.
- Stile, sintassi & grammatica
Ho faticato non poco a comprendere che stile di poesia tu avessi usato, giacché non ne ho vista una vera e propria metrica. Premesso che la mia conoscenza di poesie si ferma a quelle famose, ovvero quelle che ho studiato ai tempi di medie e superiori, e che dunque non mi sono mai ritrovata a leggere vere e proprie poesie amatoriali, qui non sono comunque riuscita a capire la musicalità di quelle da te proposte; non ci sono rime, non ci sono metriche, non c'è assonanza né tantomeno allitterazione, non si tratta di sonetti né sestine, ma sono solo parole che vanno a capo per dare un vago senso di poesia e riprendere anche solo velatamente quello schema.
Le parole da te scelte non hanno una bella musicalità né sembrano voler richiamare qualcosa di specifico, dando invece immagini molto vaghe che non riescono ad entrare del tutto nell'animo del lettore. Ci si ritrova dunque così davanti a qualcosa che manca un po' d'anima, che andrebbe interiorizzato maggiormente e reso più profondo, e il tutto viene reso ancor più ostile dall'utilizzo della punteggiatura. Trattandosi di poesie o presunte tali, almeno la punteggiatura dovrebbe venire incontro al lettore e rendergli la lettura in qualche modo piacevole, ancor più se si tratta appena di una manciata di parole e non di frasi lunghe e complesse strutturate in un determinato modo. In alcuni casi, invece, essa è errata e obbliga a pause che non dovrebbero esserci, almeno per la continuità dei pensieri che vogliono essere espressi nella frase presa in quel momento in considerazione. Tutte insieme, difatti, le tue tre poesie rappresentano una trabble - tre drabble da trecento parole -, e sbagliare nell'inserimento di punti e virgole con una così breve manciata di parole fa cadere parecchio il gradimento di chi si ritrova a leggere anche solo per sbaglio e si figura davanti pause che scocciano ed annoiano.
Per quel che riguarda lo stile, è molto scarno: le immagini non sono molto evocative, giusto in qualche passaggio si riesce a comprendere bene dove tu voglia andare a parare, ma di questo ne ho già ampiamente parlato nella voce sovrastante, quindi trovo pressoché inutile tornare a ripetermi. Avrei solo dato molta più importanza ad ogni storia, seguendo una metrica e rendendole molto più interiorizzate, così da non dare semplicemente l'impressione di qualcosa di freddo. Qui di seguito ti segno i passaggi errati trovati nelle tre poesie:
❒ Non riesco a distinguere: → Non riesco a distinguere
❒ Il vortice dei pensieri mi avvolge talmente tanto che, → Il vortice dei pensieri mi avvolge talmente tanto che
❒ Forse perché, la rosa → Forse perché la rosa
❒ macchiato → macchiata
❒ Tienimi stretta, → Tienimi stretta
❒ Perché se sono così, → “Perché se sono così” oppure “Perché, se sono così,”
❒ Forse, perché entrambi siamo deboli: di cuore... → Forse perché entrambi siamo deboli di cuore
❒ E poi ti fermerai a pensare, → E poi ti fermerai a pensare
❒ Senza che tu, → Senza che tu
❒ Nel peccato di quel bacio; → Nel peccato di quel bacio,
❒ Sapevo, che sarebbe stato → Sapevo che sarebbe stato
❒ Ma...ormai, il danno → Ma... ormai il danno
❒ Non è colpa nostra, → Non è colpa nostra
❒ Forse, abbiamo sbagliato → Forse abbiamo sbagliato
❒ Si, sbagliare → Sì, sbagliare
- Parere personale
Mi spiace dirti che le tue poesie non mi sono piaciute, a parte forse un pochino la seconda che si salva più delle altre due. Non hanno riscontrato per niente i miei gusti, sia a causa dell'argomento reso banale sia per il modo in cui esse sono state espresse, e non sono nemmeno riuscite a farmi immedesimare del tutto nella protagonista - o protagoniste, se si trattava di angeli diversi - delle tre poesie.
Le parole scorrono davanti agli occhi senza dare una vera e propria empatia, ci si ritrova alla fine giusto perché si deve completare la lettura e non perché sembrino interessare del tutto, e forse, cercando in qualche modo di descrivere maggiormente o di rendere più belle e leggibili le poesie, anche il gradimento personale sarebbe in questo modo stato incrementato, attribuendo ai tuoi personaggi uno spessore che andasse al di là di semplici parole che lasciano davvero il tempo che trovano.
Introspezione, ambientazione e buona dose delle parole avrebbero reso queste poesie davvero meravigliose nonostante l'argomento infarcito di cliché - inutile girarci intorno, l'angelo caduto che si innamora del demone non è un argomento originale -, ma la poca cura in cui ho trovato in esse ha fatto sì che non riuscissi a gradirle davvero come avrei voluto. |
