Recensioni per
Lo strano caso del cane giallo
di slice

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
06/06/17, ore 18:56

Wao ♥ Questa storia è Bellissima! Non ho avuto affatto l'impressione che fosse un "pappone montato all'ultimo minuto" (geniale, di per sé, questo paragone) anzi, mi ha dato modo di scoprire un punto di vista speciale. Non pensare minimamente che faccia schifo, a maggior ragione per tutta la bravura ed i termini perfetti che hai utilizzato. Mi spiace per quando accaduto al tuo cane...E' terribile perdere il proprio animale domestico. So cosa si prova e questa tua esperienza mi ha ricordato quanto è forte il legame tra essere umano ed animale. Bravissima! Sono contenta di aver trovato questa tua storia e di averla letta :") Complimenti! Grazie per averla scritta e pubblicata.

Recensore Master
27/01/15, ore 12:05

Seconda recensione premio per il primo posto al contest "La Nicchia" indetto da Meryl watase, Blueorchid31, manga e doubleskin sul forum di Efp.

Eccomi a lasciarti la seconda recensione. Stavolta ho scelto un originale che mi è piaciuta tantissimo perché mi ha strappato qualche sorriso e molte lacrime.
Devi sapere che ho due cani, un pastore maremmano di due anni di nome Dante e un terrier di tre anni di nome Whisky e quello che racconti riguardo il fatto che i cani sanno chi li ama di più, chi gli rivolge più attenzioni, chi si fa più coinvolgere da loro ( nel mio caso la palla di pelo bianco, ossia Dante).
Perdere un cane è come perdere un componente della famiglia, io lo so bene visto che un anno fa è morto il mio vecchio cane, un meticcio di 13 anni. I primi mesi preparavo da mangiare anche per lui per poi ricordarmi che non c` era più e non era necessario.
Mi hai emozionata moltissimo con questa storia, mi hai ricordato quei momenti tristi, ma importanti.
Scrivi davvero bene e noto che anche qui hai usato la prima persona, credo che sia per questo che mi sento ancor più coinvolta.
Un bacione, passo a lasciarti l` ultima recensione premio.

Recensore Veterano
24/01/15, ore 00:42

Recensione premio per il contest "La nicchia"

Ciao Slice,
Inizio io le danze! 😁
Per le recensioni premio, quando mi viene lasciata libertà di scelta, sono solita andare a spulciare - e in questo caso il termine mi sembra più che appropriato - accuratamente il profilo in questione alla ricerca di qualcosa che mi colpisca. Inoltre ho il brutto/bel vizio di puntare sulle originali perché sono, solitamente, le storie con meno recensioni e quelle in cui l'autore, a mio parere, si mette più a nudo. Si tende inevitabilmente a essere autobiografici perché nel fandom alla fine per come la giri o la volti, la storia é quella. Nelle originali c'è uno sforzo creativo maggiore e, a mio modesto parere, andrebbero seguite maggiormente.
Detto ciò... - l'attenzione dopo questa prefazione è sicuramente calata vorticosamente - questa os mi è piaciuta da matti per due motivi: 1) ho anch'io un cane che è con me da sempre ed è in pratica la mia nemesi 2) per lo stile. La sottilissima vena di cinismo che pervade questa fan volta a sdrammatizzare un accadimento che è devastante(parlo per esperienza diretta) è l'aspetto che ho amato di più. L'elaborazione di un lutto è una questione molto soggettiva: c'è chi si dispera, chi vorrebbe essere da un'altra parte e chi invece razionalizza. Nella tua os ce n'è per tutti i gusti, ma la protagonista, colei che narra, secondo me ha capito tutto: soffre, forse più degli altri, ma fa l'unica cosa sensata... lo ricorda.
Un bacione

Recensore Junior
18/04/14, ore 15:45

A parte che sto cominciando la mia recensione con un "A parte", il che è orrido ma forse parlando lo faccio sempre. O "tra l'altro", che è ancora peggio, è un miracolo che non ci si possa vedere vivere perché altrimenti non so che combinerei - già adesso non so che combinare, è tutto dire (altra orrida espressione).
A parte la mia paranoica paranoia, che come al solito mi spinge a pormi miliardi di inutili domande prima di cominciare a fare qualcosa, le elenco?
- 'Basta, sembri una stalker se recensisci di continuo, che cazzo fai?'
- 'Ohmmioddio, non fare cazzate, te l'eri promesso, prova - provaci, almeno! - a sembrare una persona giusto un pizzico normale! Non normale normale, che ti è impossibile e ti va anche bene così, ma giusto un pizzico.'
- 'Sarò un'intrusa? Sì, sarò un'intrusa. Però i lettori sono intrusi graditi, no? Sì? Nì? Boh.'
Ce ne sarebbero altre, ma le ho rimosse nel breve spazio di tempo tra il pensarle e lo scriverle - altro grosso problema, i pesieri che ti sfuggono mentre parli/scrivi e all'improvviso non sai neanche più dove volevi andare a parare.
Ad ogni modo - notare che l'esordio con "A parte" non trova un seguito coerente e non porta da nessuna parte - le parolacce ci stanno, le parolacce vanno bene perché, diamine, io impreco pure se mi si secca la minuscola pianta grassa che mi hanno fatto in regalo, figurarsi se mi muore il cane! Anche perché lo voglio, un cane, grosso e intelligentissimo e coglione come il tuo, voglio la mia fetta di amore imperituro, voglio qualcuno che mi guardi con occhi da bambino anche quando in casa non ci sono bambini - quando la mia minuscola nipote è lontana! E, sì, anche io mi faccio del male in questo modo, e sono ancora più mentecatta perché immagino come sarà il peggio anche prima di avercelo, il meglio, di avere un cane così... così, ecco. E perché immagino le medesime cose in relazione ai miei cari, la mia immaginazione è terrificante, vorrei non averci nulla a che fare.
Devo ricordarmi di segnalare le cose più importanti, perché già i pensieri stanno scivolando via, maledetto cervello, tra poco sarò tabula rasa di parole e un ingorgo confuso di sentimenti aggrovigliati.
"Dovunque sia andato non per forza sta male solo perché è lontano da me. E io son convinta che sia in un bel posto."  Ma anch'io ne sono convinta, perché non convincersi è aver perso in partenza e voglio convincermene, voglio stare di merda ma sapere che tu non ci stai, voglio maturare il dolore nel solco della felicità - è rivisitata, da Pennac - e a poco a poco fare di quel dolore una piantina, magari ci nasce anche qualcosa!
"Nonostante io faccia la figa, è tutta la vita che vedo le persone lasciarmi indietro ed è come essere legati a un palo e vederle andar via senza poterle seguire, perciò sono gelosa di chi rimane in un modo così profondo da essere istintivo."  Posso commentarla con il silenzio? Di quello denso, ma non pesante, del tipo 'io ho capito, tu hai capito, culliamoci vicendevolmente poggiando, a turno, la testa sulle gambe l'uno dell'altro'? Perché la frase dice tutto da sé. Differisce giusto la sfumatura dell'umano, del singolare.
"È davvero una cosa stupida, siamo quattro adulti e dovremmo affrontare la cosa in modo migliore. Suppongo."  Il senso nel 'suppongo'. Il senso che io vedo nel 'suppongo'! Il mio senso nel 'suppongo'. Ma chi lo dice che siamo solo adulti? Chi lo dice che c'è un modo migliore? Chi lo dice che, pertuttoquellosucuisipuòimprecare, una cosa è stupida? Suppongo, dannazione! Forse sì forse no, in ogni caso chissenefrega, piove come in uno stupido cartone animato, c'è poltiglia per terra e nel mio cuore e punto. O parentesi, aperta e forse prima o poi chiusa, ma sempre presente.
"Si faceva irretire da suoni idioti e infantili, perdeva la testa per biscotti maleodoranti, rubava calzini e fazzoletti mocciosi per strapparli, infilava la testa nelle borse in cerca di creme, si rotolava nell'erba per grattarsi la schiena, leccava il viso di gente ancora dormiente, la mattina, nascondeva le palline nuove per portarti quelle vecchie. Era un cretino e l'amavo tantissimo.
Mi mancherà chiamarlo e sentire le sue unghiette sulle mattonelle, trovarmi peli gialli anche nell'intimo, la bava sui pantaloni appena messi, virare verso la corsia con i giochini per cani ogni volta che vado in un supermercato, la sua coda che sbatte contro il divano quando ritorno a casa. Mi mancherà passare le dita in mezzo a quel pelo giallo, che all'apparenza sempre duro, denso, ma quando le dita ci finiscono dentro ti accorgi che è liquido e ci si può anche affogare.
Mi mancherà stringerlo; morbido, era così morbido, niente che sia così morbido può essere cattivo. E fargli fare giochini idioti, le nostre passeggiate in luoghi e ad orari improponibili, mandarlo avanti nelle stanze buie quando il temporale fa saltare la luce. Mi mancherà sapere che qualunque cosa succeda nelle mie giornate di merda, c'è qualcuno a casa che aspetta il mio ritorno per farmi le feste; con le orecchie indietro come i cani, la schiena curva come i gatti e gli occhi brillanti dei bambini." 
Posso dirlo, che è Amore? O sembra troppo melenso? Al diavolo, è Amore ed io sono melensa, sono anche schifosamente melensa, l'ho detto! Eh, cara mia, l'hai detto. E adesso prova ad aggiungere qualcosa, se ci riesci, prova a dirti qualcosa in più di cui poi penseresti che è come il "tantissimo", uno stupido limite ammazza-atmosfera. Forse solo che, davvero, niente di così morbido può essere cattivo.
"Non perché non ami i miei genitori, i miei nonni, mio fratello, gli amici, ma perché ogni persona ti arriva in fondo a modo suo, per ogni persona scegli inconsciamente una profondità diversa."  La scriverei su un grosso cartello e me la appenderei in camera, o al collo, tipo San Bernardo. E' che ognuno lo ami a modo tuo e a modo suo, lo ami a modo vostro che non è mio e tuo, né tuo e di qualcun'altro, né suo e di qualcun'altro, è tuo e suo. Sarò impedità io, ma non trovo altre parole che rendano meglio il concetto. Come davanti a ciò che è bello, l'unica cosa sensata che mi sembra di riuscire a dire è 'Ah' e l'ammutolimento estatico, il resto mi sembra una marmaglia di sillabe vuote e vorticanti nel nulla.
"Mi volto e comincio a pesticciare per risalire la pendenza del giardino, continuando a masticare pensieri.
Avrei dovuto comprargli più biscotti, più giochini, passare più tempo a tirargli le mille mila palline in giro per questa giungla di giardino, avrei dovuto portarlo fuori più spesso, dormigli addosso di più. Avrei dovuto. Magari non avrei dovuto, ma avrei voluto. Sicuramente. Son sempre stata di corsa, con mille cose da fare anche se piccole, poco importanti, e allora perché farle? Ma che ne so! Il cane giallo era lì e quando ce li hai vicini sembra che il per sempre sia possibile, poi se ne vanno e ti senti una cretina. Probabilmente lui lo sapeva..." 
Salto la rabbia, non perché sia poco importante - è una delle cose più importanti! - ma perché quell' "Avrei dovuto/Avrei voluto" mi spezza il cuore, mi vedo in un angolo con le braccia attorno alle ginocchia a singhiozzare "E' proprio così, è proprio così, è proprio così" fino ad esaurimento voce. E poi, cazzo, davvero, che ne so? Che diamine ne so, del perché faccio tutto lo stracazzo che faccio?!? Lo faccio e tu lo sai, tu lo sai che non lo so e che sono una frana, ma mi ami lo stesso, mi guardi e pensi "che inossidabile cretina", ma mi ami lo stesso! E sì, dovrà venire Alzheimer a portarti via di qui, a sradicarmi quella parentesi da ogni singola cellula del corpo, io non ti lascio indietro, nossignore, e non perché tu non lasciassi mai indietro me - anche, ma non è il fulcro della questione, non è questo - , proprio perché non voglio e so che tu capisci, cosa c'è dietro quel 'non voglio'. Un non voglio bambino e adulto insieme, consapevole e inconscio a un tempo, il re dei non voglio! Il bello dell'essere umani - per me, poi sono una mentacatta (l'ho già detto) e più di qualcuno potrà dissentire.
E tutte queste congiunzioni a inizio frase sono un abominio, meriterei una condanna e delle aggravanti ma fortunatamente di cognome non faccio Tasso, per quanto io mi possa volere del male.
E quindi spero, spero che valga come per i sogni, che la vita del cane giallo si allunghi oltre misura!
E me ne vado in punta di piedi, da estranea paranoica come sono arrivata.
Kisses!
 

Recensore Master
06/04/14, ore 14:12

Forse è il fatto che so che si tratta di qualcosa di autobiografico, ma...mi è salito un po' di magone. Resto sempre un po' interdetta quando qualcuno mi parla dell'amore che riceve dal proprio cane, perché io non ho un animale e mi sento di non poterlo comprendere (non fino in fondo, per lo meno). Non importa essere adulti e forti, lui è parte della famiglia, affetto incondizionato e puro. Non giudica, ma anzi, vede in te solo i lati buoni, quelli che non sai neppure di avere. Credo sia una cosa straordinaria e, devo ammetterlo, mi spaventa un po'. Forse è anche per questo che non so se riuscirei mai ad avere un cane. Io potrei dargli lo stesso amore? Discussioni mie a parte, il testo è molto sentito. L'atmosfera fredda e triste veritiera, un pugno allo stomaco. Spero solo che Zack non veda di fare scherzi e che il tuo sogno porti davvero fortuna!!!! Ma soprattutto, spero che scriverne ti abbia aiutato a esorcizzare questa paura! Un bacino e un abbraccio tessò