Recensioni per
Con queste dita da fantasma
di Kafkaesque

Questa storia ha ottenuto 13 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
09/07/15, ore 22:40

È un bel po' che non recensisco qualcosa sul serio e mi dispiace se ne verrà fuori qualcosa di confuso e delirante, cercherò di essere più lineare possibile. Ho letto questa storia per caso. Ieri sera (o meglio, questa notte) mi sono svegliata e non riuscendo a prendere sonno mi sono messa a vagare un po' sul sito... e mi è capitata questa storia. Non era ciò che cercavo. Nel senso, non mi sarei mai aspettata di leggere una storia così, forse mi aspettavo qualcosa di più stupido e leggero, ma quando ho visto l'introduzione alla tua storia ho deciso che avevo trovato qualcosa da leggere. E non me ne pento affatto.
Di solito snobbo le one-shot troppo lunghe perché mi angosciano. Sono pochi gli autori che mi conquistano a tal punto di farmi restare attaccata fino alla fine, senza saltare alcun passaggio, e tu ci sei riuscita benissimo. Ma andiamo con ordine.
Dal punto di vista grammaticale direi che sei semplicemente impeccabile; e nonostante la gente si ostini a dire che "conta la sostanza, non la forma", una storia scritta in italiano corretto è sacrosanta. L'italiano è una lingua meravigliosa, ricca di sfumature, con cui è facile giocare; non capisco perché rovinarla in un qualsiasi modo. Il requisito minimo per scrivere dovrebbe essere quello di conoscere la lingua, ma per molti non è una cosa così scontata. Quindi, incoraggiata dalla grammatica perfetta, ho proseguito nella lettura e mi sono resa conto di adorare il tuo stile. Ho pensato durante la giornata alle parole da utilizzare per spiegarti cosa ho provato, ma non è per nulla una cosa semplice. Era come se ogni tua parola mi si conficcasse nella carne, ogni frase era come un pugno ben assestato. Hai scelto una tematica complicata - quella della depressione e del suicidio -, eppure sei riuscita a trattarla in un modo per nulla banale, a farla sentire in ogni aggettivo, in ogni virgola, in ogni 'davvero'. Il modo in cui Harry continua a scivolare nell'abisso giorno dopo giorno (notte dopo notte), mentre nessuno dei suoi familiari se ne rende conto, è tremendo. Il suo unico appiglio alla realtà consta di fialette ripiene di ricordi altrui, ricordi del suo nemico a cui stranamente si affeziona, perché per la prima volta - forse - lo vede per ciò che realmente è, spogliato della maschera di Mangiamorte, di Mago Oscuro, di pluriomicida folle e razzista. Lo vede solo come un bambino, già insozzato dalla bruttezza della vita, già contaminato dal male; un bambino stranamente inquietante eppure affascinante, dal quale non si riesce a distogliere lo sguardo. È forse per questo che Harry si aggrappa a lui ed è questo, forse, il segreto del successo di Voldemort: il suo innato carisma, la sua tendenza ad attrarre tutti verso di sé, quel velo di dolore sempre impressa nei suoi occhi che implorano vendetta. Vendetta per quella vita che non ha saputo dargli alcuna felicità, che lo ha tagliato fuori da ogni piacere, che lo ha impregnato di odio e disprezzo. Ci sono tanti, troppi "se" nella vita di Tom; "se" fosse successo questo anziché quello, se fosse stato così anziché colà, "se" qualcuno lo avesse salvato dall'abisso.
Il correlativo oggettivo della conchiglia spezzata, dell'armadio in fiamme (Ah, Albus!) è semplicemente meraviglioso: sofferenza pura.
Ho trovato geniale anche l'idea dei ricordi che cambiano colore una volta che Harry li ha contaminati: per me ha perfettamente senso. Inizialmente avevo storto un po' il naso di fronte al fatto che potessero interagire e ho temuto che finisse con un qualche cliché come Harry che cambia il passato o cose del genere, ma fortunatamente mi sono sbagliata.
Per quanto riguarda i personaggi, non posso che togliermi tanto di cappello: hai fatto un lavoro meraviglioso. Tom è spettacolare, è esattamente il Tom dei libri, il Tom inquietante e geniale, ambizioso, senza scrupoli, velato di quella tristezza e da quel dolore che lo hanno accompagnato per tutta la vita. Harry è uno dei migliori Harry che io abbia mai visto: un uomo di mezza età bloccato con la mente ai suoi diciott'anni (ne sono la testimonianza i continui rimandi al passato, la menzione continua alle foto) che si rende conto della gravità della propria situazione solo quando si trova faccia a faccia con quel figlio così identico a lui: Albus è ciò che lui era, spogliato da tutte le responsabilità che gravavano su di lui, con un senso dell'onore e della compostezza non rovinato dalla guerra. Albus è, a parer mio, ciò che lui avrebbe potuto essere se non si fosse ritrovato a vivere con il peso di chiamarsi Harry Potter. Io credo che molte fanwriter se ne dimentichino: i nostri personaggi hanno vissuto una guerra. Nessuno esce da una guerra senza cicatrici (mentali, intendo), nessuno. Nessuno, dopo una guerra, torna spensierato o vivo. Credo sia una cosa che ti uccide dentro. A volte la si rappresenta con troppa leggerezza, a parer mio.
Trovo perfettamente plausibile che Harry, quando nessuno ha più bisogno di lui, si ritrovi ad affrontare il male di vivere che lo avrebbe colpito prima se non avesse avuto così tanto da fare. Non voglio semplificare concetti o entrare in merito di cose che non ho vissuto e quindi non conosco: ma io penso che non si sarebbe potuto permettere di crollare prima. C'era stato un mondo da ricostruire, poi una famiglia da portare avanti. Quando è rimasto solo, è crollato. Ha cercato un conforto, un appiglio, nei ricordi di un Tom che lo ha consumato ancora di più, divorandolo dall'interno.
E poi "lo ha fatto".
Mi scuso per essermi dilungata così tanto, ma volevo essere certa di spiegarmi. Ho adorato questa storia perché è una di quelle che ti resta dentro, una di quelle da rileggere ogni tanto per ricordarsi di come giri il mondo. Poi, credo sia arrivata proprio nel momento perfetto. Sto scrivendo una storia su Ginny e le ripercussioni della guerra su di lei (Certamente non degna di questa) e mi sono sentita in un certo senso compresa, perché tutte le storie post-war che ho letto finora erano così leggere e felici e spensierate che in un qualche modo mi fanno inorridire.
Ti faccio i miei più sinceri complimenti (ho letto anche la storia su Ginny e prima o poi la recensirò perché l'ho adorata), leggerò presto altro di tuo perché trovo il tuo stile meraviglioso (e perché sei riuscita a farmi leggere, nell'arco della stessa notte, ben due one-shot!), la tua capacità di inquadrare e rappresentare situazioni così al limite semplicemente perfetta e le tue idee semplici ma davvero ben utilizzate. Molto molto brava, vola immediatamente nei preferiti!
Baci,
Acquamarine_

Recensore Master
19/05/15, ore 16:47

Cavoli
è bellissimi, lunghissima tristissima ma non riuscivo a fermarmi dal leggerla tutta

I personaggi sono IC, sì anche Harry, l'ho sempre visto come un grumo di tristezza e insoddisfazione non come il Golden boy che vedevano gli altri

La trama è insolita ma assolutamente verosimile: in fondo Harry è un (ex) eroe, come continuare a vivere dopo aver visto tanto? Come adeguarsi al tran tran quotidiano senza andare fuori di testa?

Insomma, bravissima

Recensore Master
04/09/14, ore 01:42

1 - “Con queste dita da fantasma” di SteviaCookies.
Totale: 62.95/65.

1) Grammatica e ortografia: 7.95/10.

La storia è ovviamente perfetta, c’è solo qualche svista.
“se lo aspettava già da tempo, qualcuno che se ne accorgesse, TU NON DOVRESTI ESITERE”: “ESISTERE” (- 0.10).
“ma evidentemente lo è sempre stata, anche prima da rompersi”: “prima di” (- 0.10).
“ma non che le parole che vorrebbe, alle ore della festa e le ore che verranno dopo la festa.”: “ma non con” (- 0.10).
“e Tom ha passato la sua intera esistenza ad essere diverso e a sopportarne le conseguenza”: “le conseguenze” (- 0.10).
“spiega Ollivander, porgendo al bambino una bacchetta, e Harry la riconosce”: “Olivander” (- 0.10).
“ma ti insegneranno libri e libri di incantesimi, ad Hogwarts.”: la “d” eufonica non va davanti ai nomi inglesi che iniziano con “h” (- 0.25).
“e cerca di trovare un sinonimo che possa mostrare a Tom tutti i suoi errori e la mattina in cui sono odiati e uccisi”: “in cui si sono” (- 0.10).
“Sembra uno scherzo crudele, all’inizio, quando legge l’etichetta della fiale successiva.”: “fiala” (- 0.10).
“Harry, seduto alla scrivania nel suo officio”: “ufficio” (- 0.10).
“e ricorda gli Horcrux distrutti, sventrati sui ripieni metallici dell’Archivio.”: “ripiani” (- 0.10).
“Suppongo che andrò a vistare mio padre, come sempre. E–”: “visitare” (- 0.10).
“al modo in cui la Tom è diventato improvvisamente – si vergogna persino a pensarlo – dolce.”: c’è un “la” di troppo prima di “Tom” (- 0.10).
“In questi giorno non mi sento molto bene”: “giorni” (- 0.10).
“Harry sente la tensione rende l’aria più spessa e si arrende all’evidenza.”: “rendere” (- 0.10).
“o qualcosa di sudicio che Tom vorrebbe strapparsi via dalla vene.”: “dalle vene” (- 0.10).
“ma la sua mente di Tom è troppo veloce, troppo razionale, la conclusione logica lo attraversa come una scossa”: c’è un “sua” di troppo (- 0.10).
“La prima cosa vede il cielo”: hai dimenticato il “che” (- 0.10).
“Ginny non è nessuno dei due bagni, non è nella loro camera da letto”: hai dimenticato il “in nessuno” (- 0.10).
“che svanisce poco dopo secondi, senza lasciare tracce.”: “dopo pochi” (- 0.10).

2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 10/10.
Sinceramente non ricordavo quanto questa storia fosse bella, sia per la trama che dal punto di vista della forma. Sappi che invidio profondamente il tuo modo di scrivere!
Non ho assolutamente nulla da criticare, anche se a volte piazzi virgole un po’ pazze, parole tutte attaccate che sembrano isteriche, frasi in maiuscolo, parentesi quadre e periodi in corsivo: fa tutto parte del fascino della tua scrittura. Non c’è niente che stoni, non c’è niente che non sia esattamente dove dovrebbe essere, è tutto naturale ed è perfetto.
La cosa che comunque ho preferito in questa storia (e, a ben pensarci, in tutte quelle che hai scritto) è il simbolismo, il tuo associare concetti ad immagini meravigliose. Riesci a far sembrare lieve anche il sentimento più sbagliato, morboso, pesante.
Poi, il mio spirito artistico piangeva di soddisfazione ogni volta che leggeva cose tipo “Tom fa suicidare le farfalle” o “il fruscio straziante di conchiglie che bruciano”, e altre immagini del genere troppo belle per essere vere.

3) Titolo: 5/5.
Questo titolo mi piace veramente un sacco. Non solo penso che calzi a pennello con la trama, ma lo trovo anche singolarmente poetico. È lieve, delicato, seducente, esattamente come la storia che rappresenta.

4) Caratterizzazione dei personaggi e sviluppo della coppia: 15/15.
So già che mi dilungherò in maniera nauseante (anche se ormai dovresti esserti abituata, con le recensioni chilometriche di Ero), quindi mettiti comoda.
Allora, inizio col dirti che questa storia è perfetta, forse la più bella che tu abbia mai scritto (anche se onestamente non saprei scegliere) e che non riesco a trovare nemmeno un punto per dire che i personaggi non sono IC o che il tutto non sia maledettamente realistico.
So che pensavi di aver distorto la personalità di Harry – d’altronde, tu pensi sempre cose assurde delle meraviglie che scrivi -, ma mi sento in dovere, anzi, no, in obbligo, di assicurarti che non è così. È vero, probabilmente molta gente non sarà d’accordo con la tua visione (a parte che, dopo aver letto la storia, si convertirebbero all’istante e di questo sono sicura), perché Harry è sempre stato visto come un combattente, col sorriso sulle labbra e il senso dell’onore intatto anche mentre andava a morire, ma io la trovo una prospettiva banale e anche un po’ riduttiva. L’Harry dei libri ha vent’anni e una missione, ha vent’anni e un senso di giustizia che scotta come fuoco – l’Harry dell’ultimo capitolo ha trent’anni e la famiglia perfetta che gli è sempre stata negata, ha trent’anni e una moglie ancora bella e figli da rassicurare.
L’Harry della tua storia è oltre tutto questo. Non è diverso da un impiegato qualunque: la sua vita è banale, vuota, prende il treno puntuale ogni mattina perché deve dare il buon esempio. È intrappolato nella sagoma di eroe che non ha mai desiderato, e non può lamentarsi perché sarebbe un ingrato.
Credo sia questa la cosa più terribile. Harry sa benissimo che la sua depressione non ha – all’apparenza – motivo d’essere, perché ha tutto quello che ha sempre voluto. Però, non ha fatto i conti col sentirsi – vedersi, le rughe e le macchie del fegato sul dorso delle mani – vecchio, col sentirsi inutile mentre i figli lo lasciano. È solo in mezzo a tanta gente che lo vede come il Salvatore, è etichettato proprio come i resti degli Horcrux sui tavoli d’acciaio del museo-mausoleo.
Non sorprende, quindi, che si porti a casa un trofeo di guerra, che non è mai stato uno smacco all’avversario ormai defunto, ma diventa la sua ossessione da quando ci posa gli occhi sopra.
Guarda le fiale, vede il mostro riaggiustare frammenti di un’orribile conchiglia, e torna perché sentirsi giovane – con un calore bianco che brucia nel petto e una cicatrice che fa male e tutte quelle sensazioni, quell’odio, quel disgusto e quella compassione che potrebbe essere ‘affetto’ – è irresistibile, più che per l’attrattiva di un mostro bambino che non piange la sua conchiglia preferita.
Finché Tom non lo vede, e allora cambia tutto.
Avevo letto “La seduzione del sottosuolo” e – ovviamente, che banalità – mi era piaciuta, e trovo che i due cuccioli si somiglino, solo che questa storia è molto più interessante perché Harry sente le sensazioni di Tom e ci è permesso di conoscerlo dal punto di vista emotivo senza tuttavia distorcere il suo IC. Ed è bellissimo, è un bambino sbagliato – avrei voluto scrivere speciale, ma i bambini speciali non pensano a loro stessi come cani rabbiosi che vanno soppressi e strillano di paura se qualcuno prova a strangolarli – con occhi troppo grandi e fruscii di sospetto, cautela, diffidenza che animano ogni suo gesto. È un bambino che impicca conigli bianchi senza sorridere, è un bambino che spiega ai serpenti di che colore è il cielo, è un bambino che fa suicidare le farfalle – ed io sono evidentemente innamorata.
Perché ci sono così tante cose da dire su questa storia?!
Comunque, ho adorato anche il fatto che Harry consideri Tom quasi uno dei suoi figli (che è perfettamente naturale, visto che Albus si comporta da stronzo con smanie di indipendenza), mi è piaciuto soprattutto per il risvolto incestuoso che assume quando Harry torna da Tom e Tom ormai è senz’anima, sempre più bello, così cortese, e i suoi fruscii sono perduti come le conchiglie che bruciavano nell’armadio (a questo proposito, ho amato la descrizione dell’incontro tra Silente e Tom, perché anch’io penso che abbia sbagliato tutto e che, alla fine, non abbiano fatto altro che interpretare la stessa conversazione tutta la vita).
Ammetto poi che il mio stomaco ha fatto le capriole quando Tom – che è adorabile mentre fraintende dell’affetto quasi sincero per lussuria – bacia Harry, e la scena in cui lo bacia fino a farlo sanguinare dopo aver appena ucciso suo padre è pressoché orgasmica, anche perché dà proprio l’impressione di essere sincero in quella – unica – circostanza.
Mi è piaciuta moltissimo anche la motivazione che Harry si dà nel scegliere tutte le strade sbagliate: perché può. È davvero egoista, eppure è l’unica soluzione possibile, come è l’unica prospettiva praticabile mentire a Tom – ma solo con bugie a cui lui stesso crede.
Il finale, ovviamente, è stato straziante. Non volevo crederci quando Ginny – che nella mia mente è già diventata “quella sgualdrina” – ha una crisi isterica vicino alle fragili ampolle, ho fiutato il pericolo già prima che il Pensatoio si distruggesse e che le fiale fossero perdute per sempre – grazie a quell’idiota di Al, tutto sua madre.
Quando ho letto l’ultima frase “Qualcuno, a volte, lo fa”, mi sono stupita solo un pochino. Quando qualcuno è depresso e pensa di aver trovato la cura – ma è la cura sbagliata -, e all’improvviso questo sollievo – che, per quanto illusorio, è pur sempre un sollievo – gli viene sottratto, cos’altro può succedere se non questo?

5) Attinenza ai contenuti del pacchetto (3 punti per ogni parametro da me fissato, più un punto bonus): 10/10.
Hai rispettato in maniera meravigliosa i contenuti del pacchetto, anche se ne hai dato un’interpretazione tutta tua.
Per quanto riguarda l’Incantesimo (Expelliarmus), ti ho assegnato 3/3.
Non compare in maniera eccessiva nella storia – che è bella lunga -, però ogni tanto rispunta fuori, e, anche se non ha un ruolo forse fondamentale nella trama, è uno dei tanti fili che scorrono sotto il testo e lo amalgamano (mi è piaciuto un sacco anche il continuo accostare Tom ad Albus e viceversa).
Per quanto riguarda le caratteristiche che dovevi attribuire ai personaggi, ti ho dato il massimo in entrambe.
Per Harry avevo chiesto che fosse etero e direi che mi hai stupita, con la tua interpretazione mezza incestuosa che spiega la sua attrazione per Tom: “Harry si chiede distrattamente come reagirebbe se Albus lo baciasse. Probabilmente non riuscirebbe a dirgli di no, risponderebbe al bacio, come sta rispondendo – se ne accorge solo ora – al bacio di Tom, con le sue dita da fantasma che gli stringono i fianchi. Risponderebbe al bacio perché ci sono persone che non può permettersi di perdere.”
È una considerazione vera, che mi è piaciuta molto, anche se è morbosa (immagino che non sarebbero in molti padri a pensarla come Harry), ed è un’interpretazione maledettamente originale di ciò che avevo chiesto.
Per la caratteristica di Tom, invece, lo volevo vedere impaurito, e anche lì mi hai stupito.
Era abbastanza difficile da rendere perché, sebbene sia un personaggio pieno di fobie, è anche uno di quelli che lo lascia trasparire meno, per cui c’era il rischio di eccedere e rovinare l’IC del personaggio. Tu, ovviamente, sei stata perfetta, e anche originale: la paura di Tom di diventare Nulla e tornare ad essere un’Idea, la paura di un bambino che diventerà l’ossessione di un adulto.
Il punto bonus non potevo non assegnartelo, e i motivi sono talmente tanti che sinceramente non saprei nemmeno quale scegliere se dovessi dirtene uno; comunque, diciamo che è per lo stile superbo e per tutte le immagini fantastiche che hai inserito e che mi sono girate in testa per un bel po’.

6) Originalità della trama e dei contenuti: 5/5.
Non ho mai letto niente del genere, sul serio.
Con questa coppia generalmente ci si butta sui viaggi nel tempo, che sono interessanti ma un po’ banali (sebbene siano più o meno l’unico modo per far interagire realmente i due personaggi); tu invece ti sei inventata questa cosa assurda ma assolutamente realistica di cimeli di guerra da sezionare su banchi d’acciaio, che può sembrare strano, ma è proprio coerente con la natura umana che ha sempre bisogno di cercare di capire – e, se non ci riesce, di catalogare, documentare, etichettare ogni cosa.
Originalissima anche l’idea che la realtà di Harry appesantisse i ricordi di Tom, distorcendoli, e l’ossessione che ne deriva, che assomiglia a quella che prova Ginny in ‘Anthurium’, ma è fondamentalmente diversa, perché lì lei non aveva scelta, qui Harry ne ha un’infinita ma fa sempre quelle sbagliate.

7) Gradimento personale: 10/10.
Ormai non dovrei più stupirmi del fatto che le tue storie mi piacciano così tanto, ma è così. Forse perché mi piacciono sempre una più dell’altra, e sinceramente non lo credevo possibile.
Non so nemmeno cosa dire, se non che questa storia è perfetta, assolutamente perfetta. La cosa che apprezzo di più nei tuoi lavori, e che non so se ti ho mai detto, in effetti, è il modo in cui tratti e analizzi la psicologia dei personaggi senza nemmeno citarle, le emozioni che chiami in causa. È davvero qualcosa di pazzesco: lavori per immagini, per metafore, per frasi che si ripetono, e non c’è niente di esplicito, è tutto un flusso di emozioni e pensieri e sensazioni che scorrono sotto pelle, appena sotto la superficie del testo, e ti investono comunque con la violenza di un uragano.
Senza andare a citare Anthurium, leggendo questa storia mi sono resa conto che hai trattato, con la massima leggerezza (non nel senso di frivolezza, ma di delicatezza) temi pesanti, cupi, tristi: la depressione di un uomo di mezza età che non trova motivi per amare la sua vita, le ossessioni che lo fanno sentire giovane in maniera falsa e illusoria, la dipendenza da ciò che lo accende, il distacco dalla realtà, la rabbia e l’aggressività quando viene messo davanti ai propri sbagli, la negazione del problema, fingere che sia tutto a posto e poi il suicidio (“Qualcuno, a volte, lo fa”, una frase e ti senti gelare dentro). Non è normale che in una storia su Harry Potter ci sia tutta questa realtà, tutto questo male di vivere così proprio della nostra epoca, ma, sinceramente, amo la tua anormalità!
Io non lo so come tu faccia, davvero. Ma continua a farlo.

Recensore Veterano
22/07/14, ore 22:19

Di solito non leggo Harry/Tom, dato che di solito il pairing fa ridere per la bruttezza e la banalita' con i quali si tenta di descriverlo. Dico, di solito. Tu rappresenti una eccezione ad un livello talmente superiore rispetto alla media di questa coppia che mi hai aperto un mondo! No, seriamente, per la prima volta in vita mia non solo non ho smesso di leggere di questo pairing a meta' storia, stufata da Harry in crisi ormonale e terribilmente OOC o Tom smielati, ma sono arrivata alla fine e ho potuto solo dire "Wow".
Questa storia mozza il fiato per la brutale bellezza con cui e' scritta e per la consistenza quasi palpapibile delle descrizioni, dei sentimenti, della psicologia. Alla fine ci si sente drogati dalla storia come Harry con quei ricordi. Tra l'altro, grandiosa l'idea di questi ricordi "strani" creati da Voldemort, capaci di "cambiare" il passato, ma non proprio, e fragili, effimeri, eppure via via sempre piu' necessari per Harry.
La psicologia di Harry poi e' meravigliosa. Io ho sempre pensato che uno cresciuto come lui con la morte alle calcagna, con un nemico che rappresentava tutto -la vita, la morte, la vendetta, la paura, il coraggio- alla fine, dopo la guerra, debba essere uno che se non si ritrova un'ossessione crolla. E infatti la vita normale lo logora, rivivere con Tom gli da' nuova linfa vitale, ma e' una linfa oscura, velenosa, che lo consuma dentro, lo isola, lo paralizza. Al punto che, rimasto senza, non riesce a tornare a vivere.
Una storia meravigliosa. L'ho letta perche' partecipo anche io al contest di Mary Black (con un'altra coppia) e sono davvero felice che il contest mi abbia permesso di scoprire questo gioiello! Bellissima, bellissima storia, davvero.
L'ho gia' detto che mi piace un sacco? xD

Recensore Junior
22/06/14, ore 20:55

Appena ho letto il titolo ho capito che sarebbe stata una storia coi controca**i, appena ho letto il tuo nickname mi sono ricordata di te e del tuo modo graffiante di scrivere... e ho divorato ogni parola della tua storia. È sublime, e mi manca il fiato per esprimermi a parole. È estasi per iscritto. È qualcosa che non ho mai letto da nessun altro, e meriti senza dubbio di vincere il contest - qualsiasi contest-.

Choco

Nuovo recensore
25/05/14, ore 23:25

Ciao! La tua storia mi ha davvero colpita. Mi è piaciuto tantissimo lo stile introspettivo che hai usato: praticamente ogni frase che hai scritto ha un impatto davvero profondo su chi legge (almeno, su di me lo ha avuto), perchè nel giro di poche parole riesce a rendere perfettamente tutte le sfumature dello stato d'animo del personaggio. Brava!
Vorrei citarti come esempio qualche frase che mi è particolarmente piaciuta, però è davvero molto difficile: ce ne sono troppe! Perciò mi limiterò a riportare questa: "Il risultato è uno scheletro di conchiglia pieno di buchi e fessure, con l’orlo dentellato e sporco di sangue là dove Tom si è graffiato un dito con una scheggia. Piuttosto patetico. Nell’aria, Harry sente l’eco del cuore di Tom, e un senso di vuoto. Ma i suoi occhi, così grigi, sono asciutti. Ha sei anni e neanche una lacrima a disposizione. È – sicuramente, non può essere altro, non ci sono altri nomi per quegli occhi – un mostro.
Ripone la conchiglia nell’armadio, nella scatola in cui tiene le altre. Era la sua preferita, però."
. Penso sia il momento in cui Harry ha davvero iniziato a vedere Voldemort con occhi diversi, gli occhi di un ragazzo che però è anche un padre.

Probabilmente sono l'unica scema che l'ha aperta senza leggere le note sotto la descrizione, ma il sommario mi aveva incuriosita e quindi ho allegramente cominciato a leggere. Tutto questo per dire che non mi ero resa conto che la storia fosse slash e che quindi non mi aspettavo che evolvesse in questo senso, soprattutto perchè l'affetto che Harry sviluppa per il bambino è perlopiù interpretabile come affetto paterno. La cosa però non mi ha dato fastidio (anche perchè non ho assolutamente nulla contro le storie slash, anzi!), semplicemente è stata una sorpresa che probabilmente è riuscita a coinvolgermi ancora di più. E' uno sviluppo sensato, e contribuisce ad aggiungere ancora più strati a quel difficile rapporto che lega Tom ed Harry.

La spiegazione che hai dato a fine capitolo sul motivo per cui Harry può interagire coi ricordi di Tom mi convince pienamente: mentre leggevo avevo immaginato la stessa identica cosa.
E' quasi commovente come Harry permetta a Tom di manipolarlo; lascia intendere molto dello stato in cui si è ridotto, dell'infelicità che permea la sua vita. Se penso ad un Harry di mezz'età mi immagino una persona tranquilla, un po' riservata, ma tutto sommato soddisfatta dell'esistenza che è riuscita a costruirsi nonostante tutto quello che gli è capitato. E' interessante però pensare che in effetti è stato Voldemort a rendere Harry quello che è, a condizionare la sua vita fin dalla nascita, quindi trovo che sia perfettamente plausibile che anche dopo la fine della guerra Harry continui a sentirsi indissolubilmente legato a lui. E' addirittura un po' inquietante come scelga volontariamente di imboccare il sentiero dell'autodistruzione pur di non dover rinunciare a Voldemort, il suo eterno nemico. Non prova quasi neanche a modificare quei ricordi per fare del bene a Tom, per "salvarlo", diciamo così: la sua crisi è talmente profonda che si lascia risucchiare via e basta. La tua è un'interpretazione triste, ma davvero notevole. Il finale è una conferma di tutto ciò che viene prima, qualcosa di inevitabile; non so come Harry sarebbe mai potuto uscire indenne da una cosa del genere.

Davvero complimenti, sono molto contenta di aver letto la tua storia!

Recensore Junior
16/05/14, ore 15:14

" Tom ha sempre saputo, dentro di sé, di essere vivo per errore, di essere stato progettato per rimanere un’Idea, non per queste forme e queste ombre, non per questi cinque sensi contraffatti e carne e sangue e organi, non per questo terrore di ritornare a essere nulla, e perciò non è di certo una sorpresa – se lo aspettava già da tempo, qualcuno che se ne accorgesse, TU NON DOVRESTI ESITERE, qualcuno che venisse a strangolarlo. Come non accorgersene, quando gli altri orfani sono stati creati per vivere ridere e vengono adottati, uno a uno, quando sono così buoni e scodinzolano a comando? I cani con la rabbia, consigliano, bisogna sopprimerli presto, perché poi non bisogna lamentarsi se mordono e infettano e leccano via il sangue dall’asfalto"
Considerazione molto commovente!!!
Scritta tutta divinamente!!
complimenti, hai un modo di descrivere i sentimenti e le situazioni meraviglioso!!!
non posso non metterla tra i preferiti ;)
Un bacio

Nuovo recensore
07/05/14, ore 01:30

Questa e´ la prima storia tua che ho letto e devo dire che sono gia´ "hooked" con te detta all´inglese. Semplicemente magnifica! Tutto il concetto del plot, originalissimo e cosi´in sintonia con gli avvenimente di PostDH e soprattutto con lo stato mentale dei personaggi dopo la guerra. Harry certo ha sempre detto di voler vivere una vita normale, fare famiglia, essere uno tra tanti ma dopo tutto quel che gli e´successo certo lo si puo´chiamare una persona normale qualunque. Proveniente da una famiglia abusiva e dopo tutte le avventure, disavventure e i piccoli traumi e drammi qua e la sarebbe difficile pensare di ritrovarsi senza niente di tutto cio e "solo" con un Happy End davanti.

Tu hai portato al punto e descritto queste malinconie di Harry in modo meraviglioso. La noia davanti al "normale". La mancanza del trill. E dove va a cercarlo? Certamente dall´unica persona che nel passato non lo ha mai deluso nal farlo provare un senso di avventure, mistica, un senso di selfworth mischiato al dovere di essere l´unico in grado di salvare tutti. Da Voldemort. E come sei diuscira nel mostrarci questo disprezzo per se stesso, odio per quello che sta facendo rinchiudendosi in ufficio con i ricordi trascurando la famiglia trasformarsi poi in fascinazione, curiosita´, pena, affetto paterno, ossessione per quell´individuo che ha sempre pensato di odiare.

E poi il piccolo Tom...il primo ricordo con la conchiglia rotta e Harry che lo strangola mi ricorda un po´ una scena del manga Neon Genesis Evangelion, in cui Shinji strangola Kaworu in analogo a Kaworu che aveva strangolato un gattino precedentemente. Se tu sai che l ´individuo e´destinato a una vita triste e solitaria perche´non finirlo sibito? Non e´piu´ misericordioso?
Il Teen Tom che prova a manipolare Harry forse anche per negare che prova affetto, no ossessione per lui? Di certo le sue conoscenze estese sui fantasmi sembra mostrare che abbia pensato ad Harry piu´di una volta negli anni della sua assenza. Cute! La fine se maliconica sembra concludere un ciclo qui. Ben fatto. Ben fatto. Leggero´ piu´delle tue storia e ti seguiro di certo!

Recensore Master
23/04/14, ore 23:41

Ebbene, ci sono. Francamente non so cosa verrà fuori da questa recensione: ho riletto la storia una seconda volta, ma sono giorni che ci rumino e ci ri-rumino, quindi non credo di riuscire a dire tutto quello che mi ha trasmesso e quello che ho capito. Forse non ci sarebbe spazio. Ed è lunga solo perché ho copia-incollato tutto: non potrei, ma a volte sento che certe frasi sono belle così, senza bisogno di essere spiegate, limpide e perfette.
In generale, ehm, hai presente quando dissi che Anthurium era la più bella che avevi scritto e che And Those Who Were Seen Dancing aveva uno stile più maturo? Gnah. QUESTA è la più bella, e vedo molto bene il legame con La seduzione del sottosuolo, non solo nei dettagli ripresi o nel fatto che si parta da Tom bambino o che ancora compaia il tema della solitudine, ma anche nella forma: è semplice dove Anthurium e la Hannigram erano sceniche e teatrali e macabre; questa è delicata, e non spaventa, ma fa di sicuro più male.
Partiamo da Harry. È bellissimo. L’ho fatta leggere ad una mia amica, cui è piaciuta ma che mi ha detto che secondo lei Harry non avrebbe reagito così nel lungo termine. Non ce lo vede a pensare al suicidio, non ce lo vede ad intristirsi, e sai cosa?, che ha ragione perché, se stiamo a zia Row, diciannove anni non hanno scalfito il suo “andare avanti sempre e comunque”, da duro&puro, e poi ne ha passate tante, non mollerebbe perché non ha mai mollato. A me come visione non è che piaccia tanto, forse perché mi piace dare a Harry sfumature di carattere che non gli appartengono, forse perché a me i personaggi troppo bianchi stufano. Credo che il bello delle ff sia proprio farli evolvere partendo dall’IC, e con Harry riesce benissimo perché sappiamo tutto di lui, conosciamo sfaccettature su sfaccettature in sette libri dal suo pov. È un personaggio molto sottovalutato in canon.
Beh, dicevo ieri su Facebook che mi ha dato l’idea di un Remus Lupin, magari con quella spruzzata di Sirius: da giovani tutti Malandrini, e da adulti a rimpiangere la gioventù; Remus è uno dei personaggi con l’aura più nostalgica che la Row ci abbia dato, e Sirius con la sua Sindrome di Peter Pan post-Azkaban e quel suo rivedere James in Harry fa quasi pena, a volte. Uomini che, se non c’è nulla per cui combattere, perdono lo stimolo – Remus sempre più rassegnato alla sua emarginazione, e guarda come invece ha combattuto quando è tornata la guerra; Sirius che è marcito in carcere e che poi voleva addirittura autodistruggersi per vendetta, e guarda com’è morto, ridendo nel duello. Harry, alla fine, è un Malandrino. Forse anche suo padre avrebbe vissuto qualcosa di simile, se fosse sopravvissuto: sono caratteri forti finché esiste un ideale che li tenga in piedi, ricercano il brivido.
Paradossalmente, hai trasformato un personaggio eroico, altruista e combattivo in un personaggio egoista, depresso e apatico, e l’hai fatto in un modo così insinuante, curato che non può non apparire credibile. È una depressione dolce, una che non può rivelare perché sarebbe un ingrato, dalla vita ha avuto tutto e le foto di famiglia lo testimoniano, e non è forse la cosa più terribile della solitudine, il ritrovarsi soli in mezzo alla gente? Sapeva già dai tempi della scuola com’era essere guardato senza essere visto, la gente giudica, i giornali mentono, sono pochi gli amici su cui puoi contare, e lo sa bene che se avesse perso la guerra avrebbero maledetto le sue foto sul quotidiano, ma qui è peggio, non ha altri che se stesso a poter capire. Mi viene in mente una canzone dei The Cure che dice tipo ‘sommerso per sempre in una folla felice’. Quasi quasi si sente in colpa per i pensieri cupi che gli vengono, e non li dice a nessuno perché non ha mai fatto carico agli altri dei suoi problemi, e intanto cerca una via di fuga, una possibilità, un qualcosa. Non ha più che vaghi ricordi della guerra, di ciò per cui ha lottato, e la vita che ha ora, da padre di famiglia, gli sembra quasi separata rispetto a quella di prima, la quale è simile alla vita di un estraneo. Certo è che la routine non lo aiuta, lo deprime ancora di più, così come l’allontanamento dei figli, quest’Albus che un po’ rispecchia chi vorrebbe ancora essere (sembra lui da ragazzo, infatti, e il finale con l’Expelliarmus lo sottolinea: Harry si tramuta nel cattivo, Albus diventa Harry l’eroe), che Tom un po’ gli ricorda in una versione distorta.
Così Harry entra nell’Archivio di guerra, una sorta di museo della memoria, dove chi non le ha vissute può cercare d’immaginarle, dove chi le ha vissuto può ricordarle. “Alla fine della guerra si sezionano i ricordi, si aprono e si sviscerano – si cerca di capire perché.” > Francamente? Anche nei primi tempi in cui Harry vede Tom cerca di analizzarlo in questo modo clinico, cerca di valutarlo con distacco e sprezzo e al massimo un po’ di pena (solo che non ci riesce). E mentre Harry cammina guardando gli oggetti archiviati, non riesce a piangere perché è tutto così lontano, e soprattutto rimpiange di non essere morto in guerra, da giovane, come Sirius e i suoi genitori e Remus e Tonks.
Direi che i grandi temi di questa storia sono il trascorrere del tempo (invecchiare principalmente, ma anche il fatto che chi è vecchio e non ha guerra da combattere né vita da vivere abbia ‘tutto il tempo del mondo’) e la solitudine, sia la sua che quella di Tom.
La sezione dedicata a Tom Riddle, quel nome così comune che potrebbe appartenere a chiunque, anche ad un bambino (sono considerazioni che si trovano spesso nelle TomHarry, ma hai un modo tutto tuo di non farle apparire cliché), non gli fa più paura, non gli suscita più lo stesso odio, proprio perché il tempo diluisce le emozioni, anche le più forti. O forse perché Harry arriva a capire di più, con l’età, a riflettere di più sulle cose rispetto a quand’era ragazzo, ed è piuttosto inutile odiare un morto, no? Uno che ha già pagato, che sta pagando – perché Voldemort sarà per sempre nel limbo, né vivo né morto, a soffrire.
E gli Horcrux, l’identificazione con uno di essi… anche questa è una considerazione che compare spesso, più nelle HarryMort, ma ho adorato come l’hai messa giù: “Una piccola parte di lui pensa che il suo posto sia dall’altra parte del vetro, con loro – nudo sullo scaffale gelido, rotto e usato per sempre.”
Bellissimi gli sprazzi di descrizioni sui possessi di Lord Voldemort. Ci si chiede che cosa siano, a cosa siano serviti, e lo rispecchiano moltissimo, Oscuro e spezzato. La scrivi una shot su Voldemort?
Preleva le fiale quasi senza capirne il motivo. “Forse per salvarle. Brillavano ed erano bianche e tutto intorno solo silenzio. Un po’ come un bambino abbandonato in un cimitero che aspetta seduto su una panchina, facendo dondolare le gambette magre – sarebbe stato sbagliato lasciarle lì.” Ecco che accenni per la seconda volta alla compassione di Harry per Voldemort, o per Tom. Vuole sbagliare, le preleva consapevole che prima o poi le guarderà, accadrà, e si autoconvince che le abbia prese così, solo per un simbolo. Capisce di non provare più rabbia, almeno.
Quando entra nel bacile del Pensatoio e ripeti la metafora del cadere, sembra quasi che si lasci andare, un atto passivo. Lasciarsi cadere. È semplice perché basta poco, si va per inerzia, è un attimo.
E lì ritrova la sua giovinezza. “La fine di un’anestesia. In gola ha emozioni che sanno di sabbia. Se le ricorda, si ricorda questo. Questo lutto sempre nuovo stretto nei pugni chiusi e questa speranza serrata negli occhi.” Giovinezza che non è solo vigore fisico, ma anche speranza, combattività: è un po’ come se ritornasse il vecchio Harry. La prima cosa che uno pensa quando vede Tom che sta facendo qualcosa è chiedersi cosa con un senso d’inquietudine, accompagnato dalle riflessioni di Harry sul fatto che Riddle è sempre stato sbagliato, “È una curiosità morbosa, la sua, il desiderio di poter accarezzare le deformità del male e in modo distaccato osservare, Io non sono così.” Tenta di autoconvincersi di questo, ancor più quando scopre che Tom sta innocentemente cercando di riaggiustare una conchiglia.
Harry riesce a sentire le sue emozioni e sensazioni perché vibrano nell’aria e perché un tempo gli appartenevano come gli apparteneva il frammento d’anima di Voldemort dentro di sé, riesce a capirle, anche, e a compatirle, e si sforza di chiamarla pietà, disgusto, si sforza di chiamarlo odio, anche se non è così.
Ogni volta Harry deve ricordarsi di uscire dal Pensatoio e tornare al reale, anche se non vorrebbe, è come se ci si trascinasse, come se cercasse nel profumo dei capelli di sua moglie un motivo per tornare indietro. Non vuole. I ricordi sono fatti di suoni e vigore, il presente di vecchiaia, solitudine e silenzio.
Lo scopo di Harry è riaggiustare la conchiglia, riaggiustare Tom, di modo che siano ‘brutti nel modo giusto’, perché anche se Tom non piange, ‘l’aria trema’. È questo che adoro del tuo piccolo Tom: le emozioni non si vedono, non sono spiegate, ma ci sono, sono nascoste e bisogna cercarle tra le righe. Adoro anche che non abbia intonazione nel fare domande: anch’io lo immagino così, una tela bianca amorale, dove i sentimenti negativi stanno appena sui bordi ed esplodono solo qualche volta; uno che non riesce ad immaginare una stanza piena, ma solo vuota e candida, il nulla.
Beh, all’inizio no, all’inizio non vuole ‘aggiustarlo’, tenta di soffocarlo: è così terribilmente OOC un Harry che strangola un bambino di sei anni, ed è così terribilmente IC che lo strangoli perché diverrà Voldemort e sente l’odio bruciargli nelle vene come una volta. Non fa altro che inseguire il se stesso di prima, al solito. 
[La musica lontana preme contro i vetri: Tom ha sempre saputo, dentro di sé, di essere vivo per errore, di essere stato progettato per rimanere un’Idea, non per queste forme e queste ombrenon per questi cinque sensi contraffatti e carne e sangue e organi, non per questo terrore di ritornare a essere nulla, e perciò non è di certo una sorpresa – se lo aspettava già da tempo, qualcuno che se ne accorgesse, TU NON DOVRESTI ESITERE, qualcuno che venisse a strangolarlo. Come non accorgersene, quando gli altri orfani sono stati creati per vivereridere e vengono adottati, uno a uno, quando sono così buoni e scodinzolano a comando? I cani con la rabbia, consigliano, bisogna sopprimerli presto, perché poi non bisogna lamentarsi se mordono e infettano e leccano via il sangue dall’asfalto] >> oddio, è stupenda, ad una prima pensavo che con l’anima di Voldemort che spariva, lui perdesse il Serpentese e tutto, di conseguenza anche i ricordi di Voldemort dovrebbero essere spariti. Però poi spieghi che le sensazioni di Tom l’hanno ‘contaminato’, e immagino tu l’abbia intesa tipo un trauma irrisolto: non si può dimenticare quella che tanto a lungo è stata una parte di sé, è come un arto amputato che ancora si riesce a percepire. Il terrore di Tom di tornare nel nulla è *______* Avvicina tantissimo i personaggi, perché amplifica la solitudine di Tom.
“Il cuore è il più profondo degli strumenti a corda”. A parte ricordarmi Hannibal per una strana associazione d’idee, questa frase esprime in un’istantanea ciò che hai già scritto, l’equivalenza tra suoni/rumori ed emozioni nell’universo dei ricordi. Adoro *___* Quando ti dicevo che a me il simbolismo non piace, intendevo il simbolismo troppo criptico: nella shot su Hannibal dovevo rileggermi le frasi due volte per coglierne il senso esatto. Qui è tutto molto chiaro, intuitivo, ridotto all’osso, e l’adoro.
Quando gli regala la conchiglia *___* e Tom è più sorpreso di un regalo che di un uomo che tenta di strozzarlo DDD: Mi ricorda moltissimo un bambino autistico.
“A volte abbiamo bisogno di qualcuno che ci veda. Allora scegliamo una persona.”
A volte c’è una profezia e qualcuno deve morire, e allora un uomo con il cuore atrofizzato e gli occhi troppo grandi tira una monetina e sceglie una delle due famiglie, uccide il padre per primo e della madre calpesta il cadavere con la bocca ancora aperta e c’è un neonato che piange, avrà una cicatrice. L’ha scelto lui.
“E hai scelto me,” Tom inarca le sopracciglia, un’espressione troppo adulta.
Harry annuisce e lo sente tutto, l’odio, e una strana dolcezza, e un sorriso amaro.
“E ho scelto te.”
Il mostro che ucciderà i suoi genitori, il mostro che nasconde scatole di tesori fragili sul fondo dell’armadio.

Non ce la faccio a commentarti, è inutile D: mi diventa un copia-incolla dell’intera storia D:
Non solo la conchiglia è la metafora di Tom, è anche una sua prima conquista, piccola e tenera e in un certo senso ‘salvare’ una conchiglia è bello da parte sua, capito? È per questo che Harry prova dolcezza nel guardarlo, perché alla fine è piccolo.
Harry che fa esperimenti con il bacile, che si diverte ad essere dio, Harry che spera che i ricordi diventino realtà per riavere indietro se stesso e un surrogato filiale. Tom che, come ne La seduzione, teme di essere pazzo.
Quando gli dice di trovarsi un nuovo nome, e Tom ribatte, in un modo terribilmente maturo e migliore di come sarà da adulto, che lui non ne ha bisogno perché lui è ‘lui’. Ho colto un riferimento a Ginny nell’insetto che il bambino uccide senza crudeltà, con appena un po’ di curiosità e poi nulla, sappilo, perché in Anthurium la paragoni a qualcosa che ‘striscia’.
[Tom ruba solo oggetti inutili ma preziosi, solo ciò che i proprietari cercheranno fino a crollare; Tom odia giocare e affila il suo disprezzo in armi sottili; Tom fa suicidare le farfalle, le sfiora con un dito dopo averle fatte posare sulla tela di un ragno e la polvere colorata che gli sporca la punta delle dita è la prova inconfutabile del suo potere; Tom salva le conchiglie dall’alta marea; Tom lo chiama Fantasma e gli spiega come cantino i serpenti; Tom nasconde dietro il vuoto che ha negli occhi il terrore di ritornare Nulla] *____* continuo ad amarti profondamente per cose del genere *___* ha un sacco di sfaccettature: uccide senza rimorso ma senza crudeltà, per testare il suo potere, e intanto salva conchiglie, forse perché gli somigliano, perché sono belle e gli altri si divertono a romperle e lui è ‘speciale’ e gli altri lo emarginano.
ricorda la mattina in cui Tom gli aveva quasi confessato la sua paura; non c’erano stati sussurri tra le altalene o il rumore di scogli sotto il mare – semplicemente Tom aveva sette anni e ancora nessun nome, aveva schiuso le labbra pallide e aveva detto al soffitto, “Cosa si prova a non esistere, Fantasma?” >> la paura di non esistere per un Tom-ricordo, la paura della morte per un Tom reale… Tom ha paura che qualcuno lo uccida perché si vede sbagliato lui in primis, sempre come nella scorsa shot…
Perché il terzo errore di Silente è quello di incendiare l’armadio. 
Non c’è più nessuna rabbia, poi, solo un silenzio immenso e, bassissimo, il fruscio straziante di conchiglie che bruciano.
>> uccidimi oooora
È un incantesimo di difesa fondamentale,” sottolinea Harry, e cerca di trovare un sinonimo che possa mostrare a Tom tutti i suoi errori e la mattina in cui sono odiati e uccisi, i suoi occhi terrorizzati quando è crollato. >> questa è l’ultima volta in cui Harry spera di poter cambiare Tom, anche se non può cambiare il passato. Perché poi i ricordi sono andati perduti e non so se compatire più Tom che lo aspetta in stazione e che crescendo solo si sente tradito e lo odia o Harry che rasenta l’isteria con Ginny e litiga col figlio perché è cresciuto senza il suo permesso.
Harry avrebbe voluto guardare le labbra di Tom sibilare promesse al Basilisco; non lo avrebbe fermato, avrebbe osservato i suoi occhi illuminarsi dal trionfo davanti a un corpo senza vita e gli sarebbe stato vicino, mentre si strappava l’anima a metà con il volto deformato dal dolore, sempre meno umano, sempre più vicino al progetto originario – Harry gli avrebbe stretto la mano con le sue dita da fantasma. > è amore *_________________*
Il momento in cui si rivedono e non ci sono più rumori perché Tom non prova nulla, e i vetri che vanno in frantumi quando nota Harry e come cerca di ucciderlo e come Harry apre le braccia aspettando perché se lo merita…
Harry odia Tom, se lo ricorda all’improvviso; lo odia con tutto se stesso perché è un mostro sporco di vittime e guerre e schiaccia gli insetti tra le dita, ha ucciso i suoi genitori, gli ha reso la vita un inferno.
[“I serpenti non vedono il blu,” sussurra Tom, accarezzando piano una biscia d’acqua sul retro dell’orfanotrofio, “perciò ti ascolteranno, se cercherai di spiegar loro di che colore sia il cielo-”] 

ANCH’IO ODIOAMO TE, PROFONDAMENTE
È come se Harry scegliesse per tutto il tempo di fare cose può permettersi di fare solo perché può, perché perseverare nell’errore non è un peccato se sono solo ricordi e non possono influire sul reale, ignorando il fatto che stanno influendo su di lui. Il pensiero che davvero avrebbe potuto stare vicino a Tom e cambiarlo in meglio almeno nel Pensatoio è comunque straziante, sia per lui che per me. Quando Tom inizia a sfruttarlo, Harry accondiscende sempre perché alla fine vuole vederlo felice, come un padre col figlio, non riesce a negargli un bacio, anche se sa che Tom lo reputa patetico.
Adoro il gioco di menzogne che nasce tra loro. Recitano una parte, Harry sa che Tom recita e si lascia manipolare, Tom ottiene le sue informazioni e gli dona l’affetto di cui ha bisogno. Tom lo sta baciando perché pensa sia ciò che Harry desidera. (…)Risponderebbe al bacio perché ci sono persone che non può permettersi di perdere. Se non fosse così sbagliata, Harry troverebbe la situazione esilarante – Tom disposto a questo pur di avere un ‘sì’, e lui disposto a questo pur di non dover dare un ‘no’.
Dovrà rovinare tutto e vorrebbe non sentire quel piacevole guizzo di anticipazione lungo la schiena. [Tom capirà che Riddle è solo un verme, una nullità – Tom capirà di meritarsi un padre migliore] >> questa la prima volta che l’ho letta mi era sfuggita! Cioè sì era evidente che Harry volesse essergli una specie di padre e volesse il suo amore, ma uhhh, come ha potuto sfuggirmi? D’altronde forse l’omicidio dei Riddle è quello più ‘comprensibile’, quello più motivato, il padre l’ha abbandonato e Harry è tanto egoista da reputarsi migliore. Ecco in cosa vuole manipolarlo, alla fine Harry vuole che Tom dimentichi suo padre perché così potrà avere lui.
Ogni tanto, tra le pareti scrostate della vecchia camera dell’orfanotrofio, Tom lo bacia.
Ogni tanto, seduti sul letto sfondato, Tom gli dice Grazie, e Harry sa che significa Non sei forse qui perché tieni a me? Per questo c’è un’ombra di disprezzo, Non sei forse qui perché mi ami?.
 
Harry si lascia manipolare perché è solo un Fantasma e non c’è nessun crimine quando la vittima è consenziente.

E poi questa, questa:
Tom Riddle sarebbe il futuro di Tom se Tom non fosse un mostro: cinquantenne, mediocre, un parassita tremante che punta un fucile carico contro un ragazzo armato di bacchetta.
Meno male che Tom è un mostro.

Qui c’è proprio il mutamento di Harry… Harry voleva cambiare Tom all’inizio, ma è Tom a cambiare lui, perché c’è quest’orgoglio assurdo che prova sempre per lui, come un padre per i successi del figlio.
“Quando Harry sbatte le palpebre, nella stanza non rimane nessuno. Se non i cadaveri della famiglia Riddle esposti sulla tavola come un banchetto, se non Tom che lo sta baciando con ferocia, ed Harry pensa quasi che sia sincero, non c’è alcun motivo di mentire in una stanza che profuma di morte; Tom lo sta baciando fino a fargli sanguinare le labbra e Harry pensa quasi che non ci sia niente di male nel baciare un figlio dopo aver ucciso un padre, affonda le sue dita da fantasma nei capelli scuri di Tom, e si sente estasiato, e [non pensa alle foto sul comodino, è un ingrato] si sente felice.” >> Oddio questa parte poi mi ha devastata! Harry che insegna a Tom l’incantesimo che gli permette di disarmare suo padre per poi ucciderlo, ohhh, un padre surrogato che bacia il figlio surrogato in un gioco di bugie che sembrano verità, ohhh, il romanticismo!
“Lo guarderò uccidere i miei genitori, pensa e vorrebbe sentire qualcosa, vorrebbe sentirsi disgustato, essere di nuovo un Grifondoro e lottare – ma sul treno che lo porterà a casa non ha nessun Horcrux, non ha nulla nel petto, se non un cuore inutile.
Lascerò che mi baci nella camera da letto dei miei genitori.” <3 <3 <3
Naturalmente a questo punto, drogando Ginny e vivendo nel passato, Harry ha perso il contatto con la realtà né gli importa di tornare ancora alla sua vita, il Pensatoio è un’ossessione e quando Ginny lo scopre è stranissimo, capisce che ha sbagliato ma, come un bambino testardo, non vuole che glielo si impedisca, non si rende conto che non è Ginny ad essere diversa, ma lui. Quando il Pensatoio si rompe è come se Harry uccidesse Tom una seconda volta, solo che non è più l’odiato Voldemort, ma un figlio, e il pensiero di avergli fatto così male, di aver realizzato la sorte che più di tutte lo spaventava, lo annienta e lo fa infuriare. Forse è proprio mentre solleva la bacchetta per uccidere sua moglie che l’Harry del presente è simile al vecchio Harry, in una copia distorta e crudele. Poi arriva Albus e lo salva, ma facendolo lo condanna, e Harry si rivede così tanto in lui come dovrebbe essere, com’era giusto che fosse, vede in lui tutto il suo passato e si chiede chi è l’uomo a terra che fa la parte del cattivo. Addirittura, mi chiedo se Harry abbia voluto tutto sto gran bene a suo figlio e se non l’abbia voluto vicino solo per mero egoismo, c’è sempre qualcosa di egoista nell’amore molto forte, se non l’abbia solo invidiato perché ancora giovane mentre lui è vecchio, chissà…
Harry piange, ma piange per se stesso, più che altro, forse per Tom: forse si rende conto solo ora quanto ci tiene. E poi gli rimane solo il vuoto, il nulla, il bianco, perché è come svuotato dell’affetto per Ginny e Albus, non è certo a loro che rivolge i suoi ultimi pensieri prima del suicidio. Si lascia andare sotto il treno come si era lasciato andare tra i ricordi, per inerzia, perché è facile, perché può, e perché sente che è il modo giusto per concludere.
D’altronde, la Profezia parla chiaro.

Recensore Master
22/04/14, ore 00:04

Eccomi qua. Precettata da Erodiade che su Facebook si lancia in lodi sperticate e dichiarazioni di amore eterno e imperituro e che prima o poi dovevano condurmi a leggere qualcosa di te. Se non l'ho fatto prima è perché non bazzico molto le Tom/Harry, ma, appunto, gli influssi di Erodiade sono forti quasi quanto un Imperius e, complice la Pasqua, mi sono decisa a darle una chance e passare a leggerti.
Fatta questa doverosa premessa (altrimenti non ti spiegheresti come sono saltata fuori tra i tuoi lettori), passiamo al commento della storia.
WOW. 
Geniale. Geniale l'idea, l'ossessione di Harry per il passato, per i ricordi di Tom e il legame delle anime (Harry con l'Horcrux e Tom con l'anima ancora intera), geniale l'idea di corrompere l'integrità stessa dei ricordi, di Harry che diventa una guida per Tom. Tom che gli ricorda così tanto Albus, e alla fine ti trovi a maledire Ginny quando si intromette e Albus che quasi "Schianta" il padre sulle fiale dei ricordi. La fine ti lascia senza fiato e vorresti sapere se la realtà si sarebbe trasformata, se quell'intrusione nei ricordi così metodica e costante avesse lasciato il segno su Voldemort. E invece, Ginny ti leva da ogni impaccio e il gioco è bello quando dura poco, e soprattutto è più credibile. Quindi, brava, bravissima.

Forse, la cosa che mi ha entusiasmato meno sono i baci di Tom ad Harry, che non li capisco, ma mi rispondo anche che non c'è bisogno di capire i baci, e rispetto troppo le OTP altrui per ingerirmi in queste scelte di trama.

Complimenti anche per lo stile. Amo le introspezioni così disordinate e scorrevoli al tempo stesso, con gli intercalari che rendono ancora più vivo il personaggio. Non ho altro da aggiungere, ho la testa piena di Tom e Harry e una conchiglia spezzata, che forse è una metafora di come finirà la storia. Harry, guscio rotto, scarto dell'horcrux, che nonostante la manipolazione di Tom - o forse proprio a causa di tale manipolazione - finirà per spezzarsi del tutto.  

Brava, brava, brava.

È stato un piacere leggerti, e non è detto che non accada di nuovo. :-)

Sev
(Recensione modificata il 22/04/2014 - 12:06 am)

Recensore Master
21/04/14, ore 22:27


Ciao! buona Pasquetta, anche se la giornata è praticamente finita XD
Non ho mai recensito una tua storia, ma quando mi sono iscritta al sito, "Fiore di carne" è stata una delle prime storie che ho letto e probabilmente sei stata la prima autrice che ho inserito tra le preferite proprio per quella bellissima Fic, non credevo che saresti riuscita a superare te stessa XD
Premesso che la mia OTP è proprio la coppia Harry/Tom, amo questi due personaggi e anzi, in particolare amo Tom Riddle (in un mio mondo immaginario siamo sposati e dominiamo il mondo XD ), quindi leggo un po' di tutto su loro e devo dire che la tua è ...WoW, bella, bellissima, originale e molto particolare, la cura nei piccoli dettagli l'ho apprezzata tantissimo e ho letto ogni frase quasi gustandomela pian pianino. Ho letto la fic più di una volta, proprio per poterla "assaporare" e ogni rilettura scoprivo un piccolo dettaglio e poi... amo il simbolismo! 
Dovevo assoluramente scrivere una recensione anche se io non sono molto brava nello scrivere recensioni!
Appena ho finito di leggere la tua storia sono rimasta senza parole e poi mi è venuto un complesso di inferiorità assurdo  (Anche io voglio scrivere come te), sei davvero bravissima e i complimenti sono pochi :) 
Anche io scrivo, o meglio prova a scrivere in cui la coppia è composta da Tom e da Harry, trovo che sia molto difficile caratterizzarli e che si vada facilmente nell'OOc, non l'ho trovato nel tuo caso, anzi il tuo Tom è perfetto ed harry mi sembra proprio un perfetto harry-cinquantenne-in-crisi-di-mezza-età, mi ha ricordato un personaggio un po' Pirandelliano e beh è fantastico
Mi è dispiaciuto la "perdita" di alcuni ricordi :( peccato, mi sarebbe paiciuto leggerli ma rileggendo la storia (l'ho letta circa sei/sette volte prima di recensirla) ho apprezzato il "vuoto".
Detto questo volevo scrivere tantissime altre cose ma non me ne viene a mente nessuno, perdonami, quindi rinnovo i miei complimenti e ti saluto, mi scuso per qualche erroraccio o se il discorso non fila ma sono dal cell
bacio e alla prossima <3

Recensore Master
21/04/14, ore 09:51

Comunque tu sappi che io ti amo, non è possibile che ogni volta che leggo una tua storia svengo con la bava alla bocca davanti al pc o al cell o a qualsiasi altra cosa io stia usando... Mi mandi in cortocircuito la mente tutte le sante volte e io non so più che fare, non so più cosa dire.
Sai cos'ho amato di più in questa storia malata? Quando Harry pensa che Tom sia Albus e lo bacia perché bacerebbe anche Albus pur di renderlo felice. È così MALATO come ragionamento che il mio cuore scoppiava di gioia, davvero. E sappi che ha senso tutto ildiscorso fatto nelle note, non preoccuparti.
Passando alla storia vera e propria, alla Tom/Harry... È favolosa, superba, non so cosa altro dire. Le emozioni che passabo attraverso cieli e assi dek pavimento, e Tom che è così Tom, e Harry che vuole solo sentirsi ancora Harry perché gli sembra di aver già concluso tutto nella vita.
E il modo perfetto in cui hai incastrato inizio e fine che... Non lo so, è la meraviglia, davvero.
Scusami se le mie parole ti sembrano senza senso ma la verità è che, appunto, non ho proprio parole.
E vorrei saper scrivere come te, ecco.
Meravigliosa.

Recensore Veterano
20/04/14, ore 22:41

ODDIO. Come inizio di recensione non è il massimo e lo so, chiedo perdono però non riesco a pensare ad altro al momento. Wow.

Ho amato tantissimo questa storia e dovresti andare fiera di averla scritta perché, sono onesta, credo sia una delle più belle che io abbia mai letto, se non la più bella in assoluto. Ho sempre trovato, nelle fanfiction che giocano col tempo e i ricordi, che la loro bellezza stesse nei risvolti di trama complicati, o quantomeno complessi a più livelli: credevo che che ciò che li facesse funzionare, in definitiva, fosse la difficoltà che il lettore provava nel ricercare le fila dei personaggi e del loro carattere, la sfida di riconoscere i protagonisti che amava mischiati com'erano in versioni giovani e vecchie di se stessi. Ma tu mi hai dimostrato che avevo torto, perché la tua storia non può che essere definita lineare, e pur immergendosi in un'epoca passata non crea confusione, ma anzi traspare in essa una chiarezza e un susseguirsi dei fatti così limpido che riesce ad essere estremamente poetico senza aver bisogno di aggiungere nulla alla sua chiarezza. I tuoi personaggi sono loro, sono perfettamente sottolineati - OOC? Uno dei Harry più realistici che abbia mai visto! - e le loro azioni, anche se in tempi diversi da quelli che hanno vissuto, hanno un'impronta davvero forte del loro carattere.

La figura che tracci d Tom, questo mostro pieno di tutti i colori che non ne riflette nessuno all'esterno, è come assistere a qualcosa che ti fa paura ma che ti attrae: io, leggendo, mi sono sentita come Harry in molti punti, non potevo fare a meno di sentire per quel ragazzino senza nome - che un giorno sarà Voldemort, Harry lo vede e noi lettori lo vediamo perfettamente - un trasporto e una paura assieme che non riuscivano a farmi smettere di leggere. Come per Harry, che non riesce a dividersi dai ricordi e si sente perso quando scopre che alcuni di loro sono scomparsi, così anche noi: ci manca il suo primo giorno a Hogwarts, ci manca la Camera, e ci manca la guerra - avrei amato vedere quelle scene come Harry le avrebbe amate.

E lo stesso si può dire di Harry, e io sono sicura che questo sarà di Harry, che un giorno, da vecchio, vedrà il nome "Tom O. Riddle" appeso in un museo e si sentirà così stanco e così solo e così vuoto - perché avrà fatto tutto per salvarli, tutto, e poi a cos'è servito? Poi cosa gli ha dato la vita che tanto disperatamente ha cercato di non perdere, o quella di tutti gli altri? Sarà un uomo morto fin da allora.

(su questa nota: ho letteralmente amato che tu abbia reso i ricordi ciò che erano, soltanto ricordi, e il simbolismo che si celava dietro la leggerezza di un ricordo lontano e la pesantezza del nero del vivere. Leggevo la storia dicendomi "speriamo che non sia un'incantesimo strano, speriamo che non sia un'incantesimo strano" perché la linea che la tua storia traccia è di una persona che è già morta nell'incipit, tutto quello che succede in mezzo è profondo e disturbante e bellissimo ma ciò che è morto non può tornare vivo, né Tom né Harry, e, davvero, ho amato che tu l'abbia resa così)

Un ultima nota la voglio dedicare al tuo modo di porre i pensieri nelle frasi, che di per sé non sono molto articolate, ma hai avuto la capacità - non so come, la rileggerò più attentamente dopo per cercare di capirlo - di inserire tantissima trama e contenuto dei personaggi/sensazioni in termini semplici, così come sei riuscita a creare una trama profonda senza che l'intreccio si complicasse per nulla. E' un po' come se si potesse vedere la profondità del mare dalla superficie superiore: ne vedi le forme diverse e la difficile bellezza, ma il punto da cui osservi tutto ciò è un semplice piano d'acqua, diritto, con poche increspature. Ti ripeto, nelle storie temporali non mi era mai capitato, e francamente non credevo fosse possibile: sono felice di aver letto questa storia anche per aver capito che non è così.

E, oh, spero si capisca questo commento perché quando sono davvero presa da una storia tendo a non essere proprio molto chiara XD il succo è: se si può essere innamorati di una storia, io mi sono innamorata follemente della tua.