Salve, Himeko!
Eh sì, sono tornata! O almeno spero. Fatto sta che non so perché m’è tornata voglia di bazzicare per il sito, e quale ritorno migliore se non rimettersi in pari con, ehm, una valanga di recensioni arretrate? Dopotutto dovrò pur rientrare nel giro in qualche modo… Comunque, come stai? Non ci sentiamo da molto, non è vero? Io me la passo bene ― terrorizzata dalla quinta superiore che incombe su di me, ma bene. Aaah, non riesco a credere di essere già arrivata a questo punto! Come vola il tempo.
E a tal proposito, bando alle ciance! È il momento di recensire.
Come sempre, adoro la tua attenzione ai dettagli. Le descrizioni del temporale, dei tacchi e del vestiario di Eliza ― e molte altre nel corso del capitolo ― sono particolareggiate ma non in modo eccessivo; mi ammalia sempre come tu possa suscitare così tante emozioni, in questo caso una sensazione di timore, solo grazie alla descrizioni di azioni che, altrimenti, risulterebbero semplicemente banali.
E beh, Eliza non mi è mai stata è particolarmente simpatica ― si poteva lavorare di più sul suo personaggio, nell’anime ― e ammetto che fino a che non è intercorso questo dialogo con Toma nemmeno qui, nella tua storia, mi sono fidata di lei. Però dopo aver letto tutto ciò mi sento quasi solidale con lei, la capisco maggiormente; e la sua sincerità è disarmante, inaspettata, sicuramente non prevista da un Toma ancora ancorato a quel passato comune. Poi si vede, si vede benissimo che lui prova ancora qualcosa per lei: che sia un rimasuglio dell’amore che hanno condiviso o una totalità nascosta nel profondo del suo cuore, non lo sappiamo. Ma quel qualcosa, indubbiamente, c’è.
L’altruismo di Eliza, se così lo si può definire, non è che ammantato di paure inutili ma fondate; dopotutto, ci ha spiegato le sue ragioni. Ma non posso fare a meno di pensare alla sua preoccupazione per Toma, alla sua determinazione nel chiudere definitivamente la loro relazione ― sebbene a distanza di anni. Che cosa provi veramente, Eliza? Non starai fuggendo un’altra volta? Io penso… sì, penso che anche lei provi ancora qualcosa per il professore, ma il tempo e le fisime mentali di Eliza stessa hanno fatto sì che lei si auto-rifiutasse a Toma, che non si considerasse abbastanza per lui.
E nonostante abbiano chiarito, ora, e siano tornati amici, non posso fare a meno di shipparli. Sorry.
Passando a Rein, anche qui ho da complimentarmi per le tue descrizioni di scene quotidiane e apparentemente senza importanza. Adoro con che fluidità si accordino al racconto, senza risultare pensati. Ma questo te l’ho già detto, per cui non mi dilungo oltre (questa volta).
Ah, Elsa cara. Sai, Hime, a volte sono felice di non avere una madre come lei ― pare quasi che voglia maritare Rein a tutti i costi! ― ma poi ricordo che anche la mia diventa così quando c’è in ballo un ragazzo, perciò… come ti capisco, Rein! Le sue perle di saggezza però possono davvero definirsi tali, tanto ho amato questo paragrafo:
«sai quando sta per succedere qualcosa che non ti aspetti, o che inconsapevolmente sai sta per avvenire, il tuo corpo si prepara in anticipo; lo sente» […]
perché non c’è niente di più vero.
Ah-ah, eccola che ricomincia! Direi che potremmo eleggerla presidentessa del Shein Fanclub, che dici? La sua rivelazione su come abbia cominciato a uscire con Toulouse mi ha davvero sorpresa; non me l’aspettavo! E brava Elsa… Le sue ragioni erano senz’altro, almeno apparentemente, più altruistiche di quelle della figlia, ma tutto è bene quel che finisce bene no?
L’immagine di Rein che aspetta Toma al bar m’ha davvero intenerita, specialmente quel suo «ormai ci sono abituata». Mi chiedo se un giorno sarà Shade ad attendere Rein, magari all’altare (ehehe). …okay, Elsa, dopo questa puoi decisamente farmi entrare nel tuo fan club!
La cameriera è davvero troppo carina; ho adorato la sua battuta di chiusura, davvero! Trovarne di così gentili, davvero. Nonostante questo breve siparietto comico non posso fare a meno di sentirmi un poco ansiosa, ancora adesso, per la famosa conversazione tra Rein e Toma. È buffo come ci serva un nome per dare forma a qualcosa, a qualcuno, e il fatto che la turchese abbia subito richiesto quello m’ha fatta sorridere. Qualcuno cui paragonarsi, huh?
È altrettanto buffo come l’affermazione di Rein contrasti con quella di Eliza confidata a Toma quella stessa mattina e, con mio immenso dispiacere, non posso che darle ragione. Tra i due c’è feeling, c’è una dinamica amorosa non ancora del tutto seppellita. Qualcosa ancora li lega, è impossibile da negare. Per quanto possano affermare che non c’è nulla. (che debbo dirti? Quando shippo, shippo hard, non posso farci nulla!) Comunque, il silenzio di Toma è più che eloquente.
Aggirandoci verso la fine del capitolo, non posso non delineare quanto Mirlo possa risultare… diabolica, quando vuole. Ma anche saggia, soprattutto saggia. Penso infatti che in qualche modo la solidago abbia già previsto tutto, e con tutto intendo la sconsolante piega che la relazione tra la turchese e Toma sta prendendo, e che stia ― magari anche in modo inconsapevole ― attutendo il colpo che Rein subirà, che ha subito. Questo, con e grazie a Shade. Ammetto che potrebbe risultare un po’ forzato questo entusiasmo che hanno sia Elsa che Mirlo nel gettare Rein tra le braccia del violetto (ho infatti scoperto che il cobalto non è un viola ma un azzurrino in verità, e ne sono rimasta sconvolta. Eh già…) ma dopotutto è una specie di romcom, questa, quindi perché no?
Ma ah, di chi sarà mai quel messaggio? Io un sospetto ce l’ho anche se mi sembra strano che sia proprio lei a mandarlo… Um. Si vedrà.
Phew, penso che mille e passa parole di recensione sia una buona cosa, non trovi? Non mi sentivo così logorroica da molto, colpa tua che scrivi così bene e mi dai così tanto da pensare! Ultimamente sembri esserti distaccata un poco dal sito, ma sappi che in qualsiasi momento vorrai continuare questa storia, io ci sarò ♥.
A presto, dunque!
BP_ |
