È sicuramente una storia particolare, diversa da quelle che si leggono di solito - il che, credimi, è decisamente un punto a tuo favore.
Mi piace molto come scrivi (stai solo attenta ai "sé stesso", il "se" vicino a "stesso" non vuole l'accento!), come poni i personaggi, come organizzi i loro discorsi. Anche se non se ne parla, ho intuito (e spero di non aver sbagliato) che Kurt non ha nemmeno la forza di tornare a New York, perciò nemmeno ne parla con Blaine. Gli chiede soltanto se lui, Blaine, ci tornerà.
Il modo in cui hai descritto Kurt e quello che prova mi è piaciuto tanto, perché è vero, in situazioni del genere sembra di trovarsi in una grande e spessa bolla che sta in sospeso. Riguardo poi ai "Non è così che doveva andare" e simili, sono convinta che non si possa vivere con i "e se", anche se siamo umani e a volte non possiamo proprio farne a meno. E, per fortuna, alla fine lo capiscono entrambi.

Bella davvero, mi è proprio piaciuta! (:

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ma tu non puoi scrivere una cosa così bella e perfetta e così tanto da Kurt e Blaine da risultare perfino più realistica del telefilm stesso... Ora sappi che sono piena di feels, che mi è scesa una lacrimuccia e che adoro la tua visione della vita e del tempo, dell'oblio e come vedi Kurt e Blaine... Grazie per questa chicca di storia... Bella bella bella!!! Complimenti!!
A presto
Babykit

ps. continua a scrivere Klaine perché sei brava e sai ben descriverli, almeno secondo il mio modesto parere ^_^

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