Giudizio per aver partecipato al contest «Un battito di ciglia»
Vincitrice del premio «Leviatano» per la profondità dei temi
La storia mi ha donato uno strano senso di pace che non so descrivere e che forse era anche dovuto al fatto che mentre leggevo la sola cosa che rompeva la quiete era il canto delle cicale giù da me.
Per quanto non sappia bene come classificarla, probabilmente per il modo in cui viene raccontata senza darci una chiara idea dei protagonisti presenti o di chi ci mette al corrente di tale intimo momento, è una delle storie che più mi ha colpita. Ammetto che a volte le parole sembravano un po' pompose durante i discorsi diretti, ma è una cosa che ho imputato ad una caratteristica prevalente di uno dei protagonisti, in linea più ristretta colui che narrava. L'ho immaginato come uno uno studioso di antichità, magari anche un archeologo che ha viaggiato in mille luoghi - India ed Egitto, ad esempio, proprio come tu stessa hai accennato -, che si perdeva negli occhi di una donna e che la vedeva con la stessa cura e amore con cui avrebbe potuto vedere antichi e meravigliosi reperti che avevano brillato di splendida luce nei tempi antichi.
Nulla da dire sullo stile in generale, anzi; nonostante l'appunto sulla pomposità del discorso diretto - che ho ampiamente spiegato -, si è rivelato molto fluido e senza inutili fronzoli. La sola cosa che mi sento di dirti è che spesso, durante il racconto, tendi ad inserire molte virgole e pochi punti, o addirittura pochi punti di sospensione. Sembra quasi che tu voglia fare un elenco, seppur dettagliato, di ciò che stai raccontando, e se in un certo tipo di storie potrebbe andare bene, in questa, proprio per la profondità che hai cercato di assegnarle, trovo che stoni un po' e che un paio di punti fermi avrebbero in qualche modo migliorato l'idea generale. Qui di seguito ti appunto giusto qualche cosina che, come già detto e ripetuto più volte, non bisogna per forza prendere come errori veri e propri.
❒Mi ha preso le mani, stringendole, guardandomi e sorridendomi. → Piccolezze, ma renderei più fluida questa frase sistemandola con una cosa semplicissima come “Mi ha preso le mani e, stringendole, mi ha guardato con un sorriso”. Frase semplice, di immediato impatto e senza continuo uso di gerundi in un solo periodo.
❒averti incontrato.” → I punti dovrebbero andare fuori dal discorso diretto. Stesso dicasi per i restanti
❒Ma ancora non ho visto tutto, splendi → Sostituirei la virgola con i due punti o con un punto e virgola
❒Sorrido, la donna antica, → Metterei un punto dopo “Sorrido”
Una storia molto particolare che è riuscita a conquistarmi in un modo che nemmeno io credevo possibile; le storie così introspettive non sono esattamente il mio genere e all'inizio ero un pochino scettica a cominciarla, chiedendomi persino se io stessa sarei riuscita a valutarla, ma devo farti i complimenti per il plot generale e per quel senso di calma e quiete che permea l'intero racconto.
Devo inoltre ammettere che tra tutte, oltre la descrizione delle sacerdotesse di Iside e del richiamo all'Egitto - argomento che personalmente adoro e che ha fatto sì che la tua storia guadagnasse punti d'apprezzamento -, mi è piaciuta molto la frase “Nessuna vita è mia, ogni vita è mia”: mi ha ricordato molto un concetto un po' alchemico - il cosiddetto Ouroboros, il serpente che si morde la coda, rappresentante della natura ciclica delle cose e del “tutto è uno” - e allo stesso tempo rientrante nella concezione delle leggi dell'universo attraverso il cosiddetto albero della vita. Argomenti a me molto cari e di cui ho studiato parecchio nel corso degli anni, quindi tanto di cappello per il modo in cui è stato gestito il tutto. |