Ti odio.
No, non è vero.
Però dovrei farlo, seriamente.
Mi hai fatto piangere. O meglio, avrei dato libero sfogo alle mie emozioni se non mi fossi trovata sul treno circondata da tante, troppe, persone.
E nonostante questo, non sono comunque riuscita a trattenere un sorriso accompagnato da un benevolo “idiota”, fortunatamente coperto dal rumore del treno che si fermava alla stazione, altrimenti il tipo che mi passava accanto avrebbe potuto pensare che l’insulto fosse rivolto a lui.
Che questa sia la mia giornata fortunata?
Be’, deve esserlo per forza dato che finalmente trovo un po’ di tempo da poter trascorrere su questa sezione, che negli ultimi mesi ho parecchio trascurato.
Dopo questa introduzione - sui miei sentimenti, sul profondo amore che nutro nei tuoi confronti, sui miei ritardi e sulle mie figuracce -, che poteva benissimo essere omessa sin dalle prime battute, mi accingo a farti i miei più sentiti complimenti per l’iniziale contestualizzazione della One shot; finita tra le preferite alla velocità della luce.
Ho adorato alla follia come hai usato la primavera, - con il rinascere della vita, lo sbocciare dei fiori, il risveglio degli animali che erano andati in letargo con l’arrivo dell’inverno, il sole che comincia a riscaldare le giornate con i suoi caldi raggi (cosa che solamente nella città dove abito non è ancora accaduta; più che in primavera sembra di essere in autunno) -, per descriverci ciò che era successo dopo la fine della guerra. Proprio come questa stagione, Konoha si sta pian piano riprendendo, rialzandosi fino a raggiungere, o superare, il suo antico splendore.
Ma in tutto questo c’è un fiore che fatica a germogliare: Naruto.
D’altronde pure lui ha diritto ad esternare sentimenti che non siano necessariamente felici, ricordiamoci che è umano pure lui e non è solamente il burlone del Villaggio. Inoltre, vorrei ricordargli che non è in torto, in alcun modo; il biondo ha sempre pensato al bene del Villaggio e degli altri prima del proprio, lanciandosi spesso in imprese al suo limite, che è sempre riuscito a superare, seppur con qualche sacrificio, quindi prendersi un po’ di tempo per riordinare i propri pensieri gli è più che dovuto, come un sincero interessamento al suo stato di salute, sia mentale che fisico, da parte dei suoi concittadini, invece di riempirlo solo di complimenti, congratulazioni e di ringraziamenti, che a me paiono quasi ipocriti.
Perdonami per questo giudizio così critico e severo, ma sono in periodo SPM [prendo in prestito l’espressione dalla mia compagna di banco, sperando che non se ne avrà] e non sono riuscita a trattenermi, scusa.
Ma la cosa che stupisce, non che mi abbia sconvolta più di tanto - insomma, mi chiedevo quando sarebbe successo, perché sì, prima o poi sarebbe accaduto -, è sapere la causa della sua malinconia.
Rifacendomi alla tua bellissima similitudine, Naruto appare come un castello di carte, che con un colpo di vento troppo forte cadrebbe a terra immediatamente, invece, con una lieve brezza le carte si muovono appena, dando così il tempo a chiunque lo stia costruendo, di sistemare al meglio le carte, in modo da non farle cadere a terra.
Più o meno è quello che sta succedendo a Naruto: i ricordi che gli ritornano alla memoria, non fanno altro che assemblarsi come i pezzi di un puzzle, facendogli capire che Hinata c’è sempre stata e scommetto che il primo passo verso questa, chiamiamola nuova visione della realtà, è accaduta non appena ha compreso che il sentimento che provava per Sakura non era altro che una cotta prima, trasformatasi in affetto fraterno poi, scambiato per amore.
– “Scosse la testa, confuso, cercando di spostare la sua attenzione su qualcosa che non la riguardasse. Il suo piccolo segreto lo stava distruggendo, i suoi occhi vagavano irrequieti per le strade, distogliendo immediatamente lo sguardo quando pensava d’intravedere qualcosa che potesse riportarlo in quel mondo popolato da ricordi. Ciò che Naruto non aveva calcolato in tutto questo, era la possibilità di aver dimenticato.”
Ecco, qui si può chiaramente percepire la paura insita nel cuore del nostro biondo, sentimento che gli “vieta” di soffermarsi anche un solo istante di più su un qualsiasi oggetto presente sulla sua strada, perché potrebbe riportare a galla ricordi delle fugaci conversazioni tra il biondo e la ragazza che lentamente è entrata in lui, devastando la sua calma. E proprio davanti al palo si ricorda di quella volta in cui l’amica l’aveva aiutato a non abbattersi, facendogli tornare non solo il buonumore, ma anche la fiducia che aveva perso.
Ed eccolo il pensiero più stupido, inteso benevolmente, più normale, più banale, più significativo che lo porta a pensare alla ragazza in modo diverso, come aveva già constatato in precedenza: “Erano davvero cambiati da allora, sia lui che lei.” Chiunque penserebbe che è normale che siano cambiati con il passare del tempo, ma Naruto è pieno di sorprese e, credo, per la prima volta pensa a questo fatto, tutto scaturito da quell’unica frase che aveva urlato ad Hinata.
“Hinata mi ama ancora?”
Eccola la frase che segna il passaggio successivo di tutte le riflessioni del biondo. Oramai ha compreso parzialmente che quelli che prova per Hinata sono sentimenti d’amore e si domanda se lei provi ancora lo stesso sentimento nei suoi confronti, perché dopo tutto questo tempo potrebbe anche avere rinunciato a lui.
Povero sciocco, Hinata non rinuncerebbe mai al suo amore per il ragazzo, ha aspettato così tanto per dichiararsi, e una volta fatto è cominciata la guerra, quindi ha dovuto aspettare ulteriormente sapendo che quest’ultima aveva la priorità, successivamente c’è stato da fare al Villaggio e quindi si è ritrovata ad aspettare ancora, ed ancora lo aspetterà, standogli sempre accanto, supportandolo in qualunque avventura il biondo si lanci. Hinata sarebbe disposta ad aspettarlo per tutta la vita. È questo che mi piace di lei, e che fin da subito l’ha resa il mio personaggio femminile preferito, facendomela amare sempre di più, puntata dopo puntata, capitolo dopo capitolo, volume dopo volume. Hinata Hyuuga non mi ha mai delusa.
Inoltre, si domanda con chi possa parlarne liberamente, di certo non con Sasuke che potrebbe prenderlo in giro, nemmeno con Sakura che, molto probabilmente, lo prenderebbe a pugni venendo a conoscenza di quanto tempo ha fatto passare dalla dichiarazione. Pensa subito a Jiraiya, l’unico che, forse, potrebbe consigliarlo adeguatamente, magari condendo il discorso con qualcosa di sconcio alla fine, solo per fare infuriare ed imbarazzare il biondo, ma non c’è più. Penso che con lui, Naruto si sarebbe aperto benissimo, esprimendo tutto ad alta voce, dubbi, sensazioni, chiedendo consigli, d’altronde, come hai detto tu, è stato uno dei suoi punti di riferimento più importanti.
Però, mi stupisce che non abbia pensato ad Iruka, d’altronde anche lui gli è stato parecchio vicino, comprendendolo subito dopo Hinata; la quale fin da bambina l’ha trattato come un essere umano, e glielo avrebbe detto se non fosse stata bloccata dalla sua timidezza.
Questo è uno dei miei passi preferiti: “I suoi pensieri vengono bruscamente interrotti dal campanello della porta di casa, che trilla, fastidioso. Naruto volge lo sguardo verso la sveglia e nota interdetto che la mattina è già arrivata: ha trascorso la notte in bianco senza accorgersene. Si alza di malavoglia dal letto, sbadigliando, schivando i vari oggetti sparsi per il pavimento, fino ad arrivare alla porta di casa.
Spera stupidamente che forse alla sua porta poteva esserci Hinata, pronta ad abbracciarlo e rassicurarlo, togliendolo da quell’assurda situazione, rinnovando la sua confessione d’amore. Assume un’espressione trasognata e spalanca la porta, pronto ad accogliere la ragazza, convito che sia davvero lei a suonare il campanello.” Non c’è nemmeno bisogno di spiegare il perché, semplicemente, Naruto ha passato la notte a rimuginare sui sentimenti - ricambiati - di Hinata, senza accorgersi delle ore che passavano ed ora spera che ci sia proprio lei fuori da casa sua, pronta a rassicurarlo. Per un momento si domanda chi possa essere, ma subito la mente lo induce a pensare alla sua dolce amica e si convince a tal punto che si attende di vederla, con i suoi lunghi capelli neri, gli occhi bianchi abbassati, le guance rosse, invece si ritrova davanti Kakashi a leggere per la milionesima volta il solito libro e l’illusione che si era creato, si sgretola altrettanto facilmente.
Quanto lo capisco Kakashi, pure io leggo l’intera Saga di Harry Potter senza stancarmi mai ed ormai ho perso il conto delle volte in cui l’ho riletta, imparandola a memoria. L’argenteo ha tutta la mia comprensione.
“«Naruto.» lo interrompe bruscamente Kakashi, scollando finalmente gli occhi dal suo amato volume «Ieri ti ho visto passeggiare per il Villaggio. Non avevi un’aria molto felice.»” Qui, invece, la bolla di strana e sospetta euforia che aveva caratterizzato il biondo, è scoppiata, facendo uscire fuori il vero Naruto, quello pieno di dubbi, che gli domanda “«Come faccio a capire se mi sono innamorato?»” mettendosi completamente a nudo, sperando di ricevere una risposta che lo illumini, invece gli viene detto solamente “«Tu sai già la risposta, Naruto.»” Una risposta piuttosto enigmatica, ma che racchiude tutto. Insomma, è l’Uzumaki a dovere capire la risposta, non possono mica servirgliela su un piatto d’argento e questo, a mio parere, rende più avvincente tutte le mosse successive, compreso, soprattutto il flashback riguardo le parole d’amore riservategli da Hinata, che si getta nella mischia senza pensare a se stessa.
“Arrivato a terra, iniziò a correre, euforico, scansando i concittadini che tornavano stancamente alla propria abitazione. Continuò a correre, sempre più veloce, cercando con gli occhi la persona che in tutti quei giorni aveva disperatamente cercato di non incontrare.
Passò in rassegna di ogni strada, ogni locale, ogni possibile posto dove lei potesse recarsi, continuando però a collezionare solo clamorosi buchi nell’acqua.
E se lei non mi volesse più?
Scosse vigorosamente il capo, cercando di scacciare i suoi insistenti dubbi.
Svoltò l’angolo, quasi inciampando sui propri piedi, scampando però alla caduta.” Questo è un altro dei passi che più adoro, finalmente comprende i suoi sentimenti e si lancia alla sua ricerca, ma non si dice che quando si cerca qualcosa, essa non si trova? Ecco, è esattamente ciò che succede a Naruto. Prima ha fatto di tutto per evitarla ed adesso la cerca, domandandosi, come è lecito che faccia, se non sia troppo tardi. Sciocco, mi viene da ribadire.
E quando meno se lo aspetta, la trova, o meglio Hinata trova Naruto, ed il momento dei chiarimenti si fa ancora più vicino:
“Se avesse trovato qualcun altro?
Ingoiò a vuoto, temendo questa possibilità, ricominciando a correre. Si spinse fino ai boschi che circondavano Konoha e lì rimase, troppo stanco per riprendere subito la sua ricerca.
Avanzò ancora di qualche passo, arrivando in prossimità di un piccolo ruscello. Sospirò, ma non si diede per vinto. L’avrebbe trovata, in un modo o nell’altro.
«Naruto-kun?»”
I sentimenti si spigionano facendolo arrossire, ma è buio e Hinata non se ne accorge, o forse fa solo finta di non accorgersene, e il biondo comincia a balbettare, riprendendo, forse, in mano la situazione chiedendole di allenarsi, ma nessuno ci mette l’impegno dovuto, consci che il momento è arrivato, che non può essere protratto ulteriormente e nessuno dei due può, vuole, tirarsi indietro.
Un altro dei miei passi preferiti è questo:
“«Hinata.»
Lei lo guardò con sorpresa, riprendendo una normale postura e giungendo le mani sul grembo.
«Mi dispiace.»
Naruto si morse le labbra nervoso, quando vide che lei aveva capito a ciò che si stava riferendo.
«Non avrei mai dovuto far passare così tanto tempo da quel giorno.»
Hinata iniziò a tremare, sgranando gli occhi, che mai smisero di guardare i suoi.
«Non sono mai stato bravo con le parole, lo sai, no?»
Si avvicinò repentinamente a lei, trascinandola fino a farle toccare la corteccia di un albero. Aveva il suo respiro sul collo, il suo cuore -lo sentiva- batteva all’impazzata nel petto. Sorrise, la conosceva troppo bene per non sapere quanto si sentisse in imbarazzo tra le sue braccia.
Alzò lo sguardo sul suo viso, incatenando il suo sguardo con quello liquido di lei. Si avvicinò alle sue labbra, fino a raggiungere la distanza di un soffio.
«Ti amo» mormorò, prima di sfiorarle le labbra con delicatezza.”
Il momento è arrivato, Naruto prende il coraggio e le parla, consapevole di non essere bravo con le parole decide di parlare con i fatti, spingendola delicatamente contro un albero e finalmente le esprime ciò che lo logora da giorni. Quel “ti amo” è stato come una liberazione, che lo ha elevato al di sopra di tutto e tutti, che gli ha fatto raggiungere la sua Hinata, che lo ha aspettato e questa attesa ne è veramente valsa la pena. Ed ora, tutto procederà per il meglio per loro, ne sono sicurissima.
Mi ha colpita anche la frase finale: “«Scusami se ci ho messo così tanto.»” Secondo me, Naruto non ha niente di cui scusarsi, ognuno ha i suoi tempi e lui, fino alla dichiarazione di Hinata non era consapevole dei sentimenti che la ragazza provava per lui, forse nel suo subconscio qualcosa aveva capito, ma con tutto quello che è successo non vi ha prestato molta attenzione. Poi, la dichiarazione gli è piovuta addosso ed ha dovuto comprendere i reali sentimenti che provava per Sakura, capire cosa provasse il suo cuore, capire cosa la Hyuuga rappresentasse per lui. Insomma, non poteva certo accadere tutto subito, sarebbe apparso alquanto surreale, data la sua precedente cotta per la compagna di squadra, che ha avuto l’accortezza di fare sapere a tutto il Villaggio.
Ti faccio notare alcuni piccoli errori di poco conto che mi sono saltati all’occhio:
- Spostò lo sguardo, puntandolo davanti a se [sé], osservando distrattamente il lungo viale, uno dei pochi che non erano stati distrutti da Pain.
- Incurva le labbra in una smorfia, serrando gli occhi, cercando di togliersi dalla testa l’immagine di un Hinata [una o un’Hinata] che lo guarda con risentimento.
- Assume un espressione [un’espressione] trasognata e spalanca la porta, pronto ad accogliere la ragazza, convito che sia davvero lei a suonare il campanello.
- Kakashi si muove verso la finestra, spalancandola. Si gira un ultima [un’ultima] volta verso l’allievo, che lo guarda, imbronciato.
- Posò a terra la piccola sacca di kunai che teneva con se … [sé]
Detto questo ti lascio, anche perché temo di avere scritto troppo e di averti seriamente annoiata, facendomi odiare da te.
Ti prego, perdonami, se puoi!
Ci risentiamo a breve,
Dolce |