Ciao! In questi giorni ho letto tutti i tuoi racconti. Sono un'appassionata di favole ed è la prima volta che trovo qualcuno che si diletta a scriverne. Sono passati due anni da quando hai postato questo tuo racconto e chissà se nel frattempo hai scritto altro. Con l'esercizio si migliora sempre di più, quindi se non hai abbandonato la scrittura adesso sfornerai dei capolavori.
In quest'ultima favola ci sono giusto un paio di errori di battitura che non riesco a segnalarti perché sono connessa dal cellulare. Sono belli l'ambientazione, la storia, i personaggi... e anche il senso di incompiuto. Infatti, anche se la storia si conclude con un lieto fine per la protagonista, qualcosa mi ha insinuato il dubbio che la sua ultima scelta del castello sia in realtà il più grande errore della sua vita: quando lei sceglie di scappare senza voler nemmeno sapere chi abbia preso il suo posto, decidendo che quella ragazza merita di stare lì.
Ecco, sono indecisa se credere che: forse in questo tipo di favola il adattivo ha bisogno di schiavizzare un buono, perciò l'importante è che abbia una ragazza incatenata (in questo caso lei ha fatto bene); o se sia quel tipo di favola in cui la protagonista non si rende conto di trovarsi in qualcosa di più grande e che l' unico modo per uscirne sia liberare tutti, eliminando in questo modo ogni fonte di energia per il cattivo (lui si nutriva delle sue paure, e gli è rimasta una ragazza che gli fornirà nuova energia riportandolo al livello di forza di prima, o anche peggio! Specie se pensiamo che la protagonista si è liberata grazie all'epifania che ha avuto. Ma siccome della nuova fanciulla non ci dici niente, viene da credere che si tratti di una smorfiosetta che da sola non ci potrà mai arrivare; che non avrà mai la sua stessa forza fisica ed emotiva... In questo caso ha sbagliato a non liberare anche lei, è potresti farne un sequel). |