Recensioni per
Beati gli zombie, perchè erediteranno la terra
di Entreri

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano

Seconda recensione premio per il primo posto al contest da me indetto sul forum di efp.

Che dire? La storia mi è piaciuta molto, ho avvertito le emozioni di Ginevra che lentamente si avvia alla follia... credo che (semmai ci sarà un apocalisse zombie) chiunque pensa prima a se stesso e dimentica tutti gli affetti.
Alla fine ci sono cascata con tutte le scarpe, non avevo proprio preso in considerazione che potessero essere tutti morti e lei l'unica rimasta "viva" in un mondo popolato da morti.
Sarà anche una storia scritta così tanto per, ma vale tanto.
(Recensione modificata il 19/09/2018 - 01:54 am)

Recensore Master

Seconda Recensione Premio per il contest "Award for best one-shot"
Rieccomi per l'ultima recensione!
Ho scelto questa storia perché il titolo presentava una trama "zombie-apocalittica" ma la sezione in cui hai pubblicato prometteva altro.
Non intendo soffermarmi molto su questo punto, ma ci tengo a dire che alcuni usi del punto-virgola non mi hanno convinto. La storia è, sì, curata, ma meno delle letture precedenti.
Anche lo stile è molto diverso(e qui partono i complimenti): l'effetto sorpresa è stato "una sorpresa", perdonami il gioco di parole. Sei stata moooolto brava nel dividere il testo a metà, ma senza creare una netta separazione tra le diverse scene. Ovvero, le rivelazioni finali erano racchiuse perfettamente nella prima parte, ma codificate, così che per il lettore sarebbe stato (con il senno di poi non impossibile) arduo decriptare senza la soluzione finale. Eppure erano lì, mannaggia a me: l'inferno della camera 101 per iniziare; il pavimento che non si sarebbe mai pulito dal sangue (beh, il sangue è difficile da eliminare, il lettore potrebbe pensare questo); lei che ignora Sara (non ha nulla da dirle, pensa il lettore), eppure la sua figura è talmente evanescente che a questo punto, tu diresti, il dubbio nasce spontaneo. E poi, infine, l'apparizione improvvisa e per nulla annunciata di Nicola, e qui dovrebbe essere ovvio; e invece, no. Anche qui la cosa è stata gestita magistralmente, grazie alle risposte che egli dà nonostante Ginevra non le voglia ricevere. Questo presuppone una volontà indipendente del personaggio che, in realtà, è dovuta alla perfetta ricostruzione che la protagonista ha dei suoi amici e del loro passato.
La trama è molto bella e, ripeto, il colpo di scena finale è stato un colpo al cuore. Una domanda me la pongo: la bambina l'ha uccisa veramente o anche lei era frutto della sua "follia"?
Un punto che ho amato particolarmente è stato questo: «Certo. Lo sanno tutti. La cosa che c’è nella camera 101 è la cosa peggiore del mondo[1].»

Per Winston Smith erano stati i ratti, per Ginevra era il cadavere nudo e appeso a un gancio di una bambina che aveva ucciso lei.

La "cosa peggiore" è relativa: forse i suoi amici avrebbero avuto la forza di resistere alla pazzia, ma lei no. Lei ha creato la sua "cosa peggiore".
In poche righe hai saputo riassumere perfettamente la complessa psiche umana, la debolezza della nostra mente e la fragilità delle nostre paure. Esse possono diventare coraggio o disperazione; e la disperazione, a sua volta, può essere morte del corpo o, in questo caso, morte dell'anima. Il non reagire ha strade molto contorte e finali imprevisti che hanno risvolti molto più paurosi della morte. Eppure, è l'attaccamento alla vita che ha spinto Ginevra a impazzire e a far morire la sua anima.
Altro pezzo magnifico:

Oggi ho ucciso una bambina. Una dichiarazione sterile, monda del sangue che si stava coagulando sul suo ultimo paio di pantaloni puliti; breve e silenziosa, una bugia volta a far sembrare rapido e indolore un atto che aveva avuto il disordine concitato della violenza ingiustificabile.
Era viva e voleva da mangiare. Com’era piccola, meschina, quella principale solitaria: nella sua sbrigativa distanza aveva perduto ogni traccia delle righe bianche che le lacrime avevano disegnato sulle gote sporche di quella creatura abbandonata; taceva dei suoi grandi occhi stanchi e pieni di paura; del grido roco che aveva lanciato nel vedere un altro essere vivente; delle mani lerce e ossute che aveva alzato, supplicante, verso di lei.
Avrebbe dovuto scrivere di questo, della bambina dai riccioli biondi incrostati di polvere e sangue, non dei loro atti da sciacalli antropofagi, ne era consapevole; la scomoda e dolorosa verità, tuttavia, era che non avrebbe saputo cosa dire, che, forse, in un mondo popolato da morti, a importare realmente non era che quel laconico “era viva”.

I personaggi escono molto ben delineati dalla mente di Ginevra: la forza di Massimiliano, l'ironia di Andrea, la praticità di Nicola, la sindrome della mamma chiocciola di Marta e la perfezione immeritata di Sara. Ma è Ginevra colei che, ovviamente e a ragione, è creata con maestria: troppo complessa la sua psiche per essere riassunta in modo efficiente, ella è colei che non ha saputo affrontare veramente ciò che per cui era "preparata". Il gioco, per lei, doveva restare gioco. il fatto che avesse il piano perfetto non vuol dire avere la certezza di sopravvivere, devi avere anche gli uomini perfetti per quel piano, e lei semplicemente non lo era. Perché è preda delle sue paure, delle sue gelosie, dei suoi amori, delle sue fragilità. Alla fine non è riuscita a sopravvivere a se stessa. Agli zombie resta solo il suo corpo.
C'è ancora molto altro da dire su questa storia, ma ti dico solo che mi è piaciuta e ti faccio ancora i miei complimenti.
A presto!

Recensore Junior

Ed eccomi qui!
Purtroppo, negli ultimi giorni, la vacanza al mare mi ha lasciata, contrariamente a ogni mia aspettativa, priva di linea e con un telefono che ha deciso di non funzionare! Ma sono rientrata e ora sono qui!
Ho letto, nelle note, la tua insoddisfazione per questa storia. Era insoddisfazione sul serio? Te lo chiedo perché, facendo anche un rapido confronto con quanto di tuo ho già letto in precedenza, non noto una cura minore, né una differente attenzione ai dettagli. Ti trovo precisa, nella scrittura - parole ben pesate, ben pensate, come sempre - e, pertanto, decisamente "in linea" con ciò che credevo.
Forse, sì, in alcuni punti c'è una certa esitazione, stilistica più che nella trama, ma, nel complesso, credo che anche questa tua storia sia un buon lavoro.
Sei riuscita a rendere plausibile una storia di zombie. Zombie, capiamoci. E, se per un attimo qualcosa nella mia affannata scatola cranica continuava a chiedersi cosa ci dovrebbe essere poi di così sbagliato, se non un normale gioco di evoluzione e sopraffazione, in un mondo popolato da zombie (con tanto di immagini teoriche sul funzionamento della società degli zombie, una volta ripristinato un ordine universale), questo non può non indicare quanto il tutto mi abbia portata a riflettere, quanto fosse, nonostante tutto, credibile.
L'umanita, l'umanità che emerge, anche qui. Ginevra, così miserabilmente, orribilmente umana. L'istinto alla socialità e l'abitudine alla solidarietà che si sgretolano, in un mondo che va in pezzi (il buonismo, l'eroismo altruista sono creazioni dei film, non della realtà, non dell'umanità in genere, storicamente parlando); l'istinto di conservazione che prende il sopravvento, portando alla sopraffazione prima e alla mistificazione poi. Quanto vero è, tutto questo? Tanto, davvero.
Detto questo... ti rinnovo l'invito a scrivere, scrivere, scrivere.
E spero di averti presto come ospite in un altro contest! Grazie ancora per aver partecipato!

Recensore Master

Bah, come al solito sei eccessivamente autocritica. 
Credo che tanti (?) folli - fra cui mi inserisco - abbiano pensato a cosa fare, come farlo, chi portare. Credo che pochi abbiano pensato alle conseguenze della cosa, a livello etico, morale, umano... pensiamo tutti al corpo, alla sopravvivenza; all'anima e a quello che abbiamo dentro, ci pensano pochi. Per questo la reputo (come al solito, inizi ad essere noiosa sai??) originale: non tanto perché "non c'è la solita sparatoria-si parla del post non del durante- nessuno mangia cervelli", ma perché hai mostrato cosa succederebbe dentro. Cosa si rischia di diventare, quando si è disposti a tutto... e quanto poco di umano resti. Hai questo stupendo dono di saper far calare il lettore nella testa del tuo personaggio, creando un introspezione tale che è impossibile non chiedersi cosa si farebbe al suo posto. Avrei sparato al mio amico per salvarmi? Forse sì. Ucciso una bambina? Forse no. Ma senz'altro obblighi il lettore a mettersi in discussione (e guarda, rileggendola ho provato a pensarla come sceneggiatura: non sbancherebbe Hollywood, mancano le tre S, ma sai che sarebbe un sacco interessante, come film?) (lasciami stare, ultimamente son fissata con le sceneggiature).
Quindi, vai pure avanti con l'autocritica a go go, ma guai a te se inizi a non pubblicare quello che scrivi!

Recensore Veterano

onestamente, non ci vedo nulla di scadente in una storia del genere. anzi, a dire il vero mi è piaciuta. è qualcosa che si vede di rado nel genere zombie, e bazzicandoci abbastanza spesso (non come autore, solitamente come lettore o spettatore) posso affermarlo con certezza.
romero ha fatto magari una cosa che può avvicinarcisi, uno dei suoi ultimi film sulla storia dei "morti viventi": "survival of the dead - l'isola dei sopravvissuti". naturalmente ci sono le dovute differenze, trattandosi di una faida tra famiglie a cui fa da sfondo l'apocalisse zombie che romero ama tanto rappresentare, ma anche lì abbiamo un personaggio che arriva a uccidere persino sua figlia, verso la fine del film.
sfortunatamente mi trovo d'accordo con molte delle cose che hai scritto: io stesso, a volte, cazzeggiando mi ritrovo a parlare di un'ipotetica invasione di zombie, di come combatterli, di come sopravvivere, arrivando a comprare anche libri in materia. tutto per puro divertimento. eppure, non posso dire con certezza cosa succederebbe se dovessi davvero trovarmi in quella situazione: mi farò paralizzare dalla paura? mi ucciderò per non affrontare l'orrore? mi nasconderò? riuscirò a fare gruppo con altri sopravvissuti? o diventerò come Ginevra, che pur di restare in vita ha sacrificato uno a uno gli amici a cui tanto teneva e con cui aveva preparato un piano di emergenza in caso di zombie?
purtroppo nessuno può sapere quali reazioni potrebbe avere in determinate circostanze fino a che queste non vengono a verificarsi. la tua storia può non piacerti, ma secondo me è attuale, e tutti possono vedere una parte di se stessi in quanto hai scritto. quando ti ho vista nell'elenco dei partecipanti ho subito pensato "cavolo... mi trovo a concorrere con una degna avversaria". e difatti mi dimostri che ho avuto ragione.
ti faccio anche i complimenti per la citazione orwelliana. ci stava tutta, davvero.
a presto, e in bocca al lupo.