Mmmh, interessante spunto...
Non sono mai riuscito a capire le vere motivazioni di Bellatrix a dire il vero. Credo che sia una specie di versione femminile del tipico "Some men want only see the world burn" molto frequente nelle storie riguardanti psicopatici e doppie identità. Peccato che l'autrice stessa non abbia approfondito qualcosa del passato di questo personaggio che è chiaramente il Mangiamorte più "presente" nei romanzi.
Unica cosa però: sebbene trovi la flash veramente ben fatta, non credo (mio parere personale, eh) che Bellatrix al momento del lancio della maledizione "quasi non credesse" alla morte del suo obiettivo.
Per due motivi:
1) Bellatrix è una di quei tipici personaggi che provano gusto nell'uccidere, come tu stesso hai scritto, giustamente, e quando si fa qualcosa per provarne gusto siè abbastanza lucidi da sapere quel che si fa, anche se la mente del colpevole è abbastanza turbolenta come quella di Bella. Al massimo potrebbe "non credere" che sia così euforico assassinare il sangue del suo stesso sangue, questo lo troverei più adatto al personaggio. Poi, ovvio, scegli tu!
2) L'utilizzazione delle maledizione ha come prerogativa l'essere pienamente cosciente del dolore che si vuole infliggere, insomma, non è come lanciare una fattura qualsiasi! Per questo il "quasi non ci crede" mi dà più di qualche perlessità.
Per il resto, il testo mi sembra più che buono, nient'altro d'aggiungere, se non che nel secondo capoverso toglierei il "ci" nella frase "E ci rifletti su quanto la vita sia così imprevedibile." Credo sia ridondante in questa occasione.
Spero di non aver esagerato con le critiche, è la mia prima recensione, ci tenevo a dire quello che pensavo, dato che anch'io scrivo e voglio massima sincerità da chi mi legge.
Ciao! |
