Aww, mi piace. Questa dovrebbe far parte dell'antologia delle ombre, no?
"Ci sono ombre che non sfumeranno mai,"
Così come ci sono ombre che sfumeranno troppo in fretta. Non sempre spetta a noi la scelta, ciò che rimane dentro di noi è un felice o infelice risultato di quello che siamo stati e di ciò che avremmo voluto essere e le due parti, in contraddizione, non si amalgano come vorremmo.
"ricordi che per quanto tu voglia lavarli via
resteranno indelebilmente stampati sul cervello"
Verissimo; è inquietante come sappiano riaffiorare e quanto difficile sia ricacciarli indietro, non è vero? La cosa più sorprendente è che, in effetti, il nostro cervello non risponde del tutto ai nostri comandi. Chiamiamolo inconscio o in qualsiasi altra maniera, il punto è che la nostra anima/mente ci appartiene solo in parte. Non pare anche a te d'esser come imprigionati, dopotutto?
"Domande e per ognuna ne arriva un’altra
È un albero di punti di domanda, nero e pesante
mi spezza le ossa ne fa farina per il presente."
Splendido l'ultimo verso. Le domande si trascinano e s'incantenano a vicenda, quelle stesse domande macinano le nostre ossa e alimentano la vita presente, l'attuale. Ma a che prezzo? Costruiamo il presente demolendo noi stessi, la tua strofa è metafora del nostro dover scendere a compromessi con il mondo, del nostro doverci adeguare alle mancate risposte.
Siamo privi di risposte alle nostre domande, è questa una verità struggente. E c'è chi cerca di trovarci un'armoniosa delizia in tutto ciò, ma si tratta di mentitori spudorati; la vita è illogica e noi siamo fatti male, siamo esseri palesemente difettosi.
"Voglio rumore, tanto rumore.
Urla, risate, chiacchiere, musica: rumore
È nel silenzio che la tranquillità muore"
Sopravviviamo nel rumore, ci abbandoniamo all'intrattenimento, intrattenendo relazioni superficiali e rumorose, in luoghi superficiali e rumorosi, fingiamo una profondità che realmente appartiene a pochi e ostentiamo una connaturata rumorosità come se fosse naturale. Nella quiete siamo inquieti, dobbiamo fare i conti con noi stessi - e no, non è facile nè gradevole -, meglio evitare. La vita è così bella, perché crucciarsi?
"È come un cartello, un miele che attrae
Pensieri che diventano associazioni di ricordi"
La quiete è un punto fermo, nel silenzio si accumulano le incertezze e i ricordi e quel punto si appesantisce ad ogni insopportabile secondo che tras-corre.
"Mi spengo come una candela
Che sotto un secchio fu messa,
'sì inutile agli occhi e all’animo.
Ci sono ombre che non sfumeranno mai
come l'ichiostro e le parole che hai
inciso, tatuate sulla mia pelle
'sì restano i segni delle percosse "
Queste due strofe sono propriamente tue. E la poesia nel finale si fa ciclica, si ripiega su di te, su delle parole e su dei ricordi che t'hanno marchiato e di cui porti ancora i segni. Ci sono ombre che non riusciremo mai a scrollarci di dosso, fantasmi pronti a perseguitarci fino alla fine dei giorni. È così per tutti.
Complimenti, il tuo modo di scrivere è intrigante, a tratti ermetico, ma sicuramente coinvolgente.
ps. un errorino: inchiostro* |