Recensioni per
La nascita di EvilCrab.
di Aven90

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 11
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Junior
13/04/15, ore 15:05

Oh bonjour.
Amo gli scienziati e amo Frankenstein di Mary Shelley (e anche Frankenstein Junior che sta sempre über alles da qui in eterno) e ho coltp ogni riferimento - a partire dal nome stesso del prptagonista, Viktor con la K.
Ammetto fin da pra che mi sarebbe piaciuto leggere un po', giusto poco, di più sul mentre il mostro viene costruito.
Comunque, la storia mi è piaciuta molto e il finale l'ho trovato adatto: lascia "appesi", non ti mostra niente ma ti fa intuire cosa accade e il lettore può solo immaginare la distruzione totale di Londra.
Molto carina anche lo stile con cui è scritta.

Recensore Master
13/10/14, ore 15:25

interessante e scritta benissimo,con un finale aperto.
decisamente sei bravo in tutti i generi,comico,demenziale,commedia,fantascienza... ci sono dei generi in cui non ti sei ancora cimentato ?

Recensore Junior
25/08/14, ore 01:11

Ciao, Aven! Eccomi qui a recensire (finalmente!) le tue storie. Trovo la storia molto carina e il tuo stile semplice e leggero: descrivi i pensieri dello scienziato con ironia, e... Insomma, quello che voglio dire é che dovrebbe trattarsi di un momento drammatico riguardo la vita di Viktor e invece l'hai resa epica e umoristica. Probabilmente morirà molta gente, ma si é troppo concentrati sul "mostro" , sui sentimenti del suo creatore e sul suo passato descritto brevemente tramite due flashback. E... Un granchio?! Mi é scappata una risata perché davvero non me l'aspettavo, ed é ovviamente una buona cosa ! Davvero simpatico. Una sola domanda: mi è parso molto impersonale, distaccato, come se non fossi affezionato al personaggio e agli avvenimenti descritti. È voluto? In ogni caso, é una delle cose che ho apprezzato! Mi piacerebbe sapere se alla fine il granchio ha adempito al suo lavoro. E posso solo immaginare la faccia delle sue vittime. "Caro, c'è un granchio enorme che chiede di te" Adesso la smetto e torno seria... Sperando che la connessione sia clemente, vado a recensire qualche altra storia aveniana. A presto! -MiSs- Ps: Avenforth? Mi ricorda qualcuno...

Recensore Master
02/08/14, ore 10:57

Alloooora, eccomi a recensire una tua storia! Dovevo assolutamente farlo prima di partire, quindi eccomi qui, intenta a dare un giudizio a questo scritto (e quindi ignorandoti in bacheca... scusa XD). Guarda, la storia mi piace, anche se non c'è tantissima novità, perchè la narrazione è molto semplice, il linguaggio è scorrevole e quindi scivola molto bene. Hai fatto una piccola imprecisione, in "cattivotrasformandolo" non hai lasciato lo spazio. Per il resto mi è piaciuta dai (che poi i granchi non sono ridicoli!XD) Un bacio, Shin <3

Nuovo recensore
22/07/14, ore 12:00

Devo ammettere che la storia non mi ha particolarmente colpita o affascinata, trovo l'idea carina (un'idea non troppo originale, ma cos'è originale ai giorni nostri?), ma la struttura con cui viene narrata mi ha lasciata un po' insoddisfatta. Premetto che sono un'amante degli stili semplici come il tuo, trovo che siano un toccasana per ogni tipo di narrazione, in quanto non risultano pesanti, tedioso o di difficile comprensione, ma piuttosto riescono a farti travolgere subito dalla storia, rendendola accessibile a qualsiasi tipo di lettore, ma credo anche che una volta impostato lo stile, questo debba rimanere fedele a se stesso dall'inizio alla fine. Con ciò ti pongo subito l'esempio più eclatante, che potrà sembrarti una sciocchezza, ma che a livello di narrazione viene subito percepito: “in una baracca diroccata in mezzo alla brughiera e tutt’attorno tuoni e saette empivano l’aria di suoni, accompagnati da una fitta pioggia battente sospinta dal vento.” il termine empivano, seppure utilizzato correttamente, fa ormai parte di quella parte di verbi morta nella nostra letteratura; è normale che nel parlato e nello scritto ci sia un continuo cambio di struttura della lingua, ma ciò significa che quando vengono utilizzate determinate parole, bisogna prestare molta attenzione al tipo d'impostazione della trama che si vuole dare: empìre è un verbo che posto in una frase o una narrazione estremamente breve come la tua, tende già a dare una proposta di stile, in questo caso aulico. Ovvero uno stile complesso, pomposo, adatto ad un periodo storico tra l'800 e la prima metà del '900. Quindi se tu avessi continuato ad utilizzare un linguaggio più “antico” durante tutta la stesura del testo, trasportandoci quindi già con la narrazione in un luogo “passato” nulla da ribattere, poiché il termine è estremamente azzeccato, ma in una narrazione veloce e moderna come la tua, questo utilizzo verbale (l'hai usato due volte) tende a stroncare il modello stilistico. Chi non conosce il termine, dato che questi è estremamente datato nel linguaggio comune, tipo un ragazzo giovane, anche se è difficile che te lo farà presente, probabilmente, seppure usando la logica collegherà il suo significato senza fare ricerche, andrà comunque a controllare se questo verbo esiste o meno e cosa significa. A questo punto, quando inizi a mischiare due stili narrativi, il rischio è quello di confondere il lettore, perché gli dai dei ritmi di lettura troppo intervallati (e non mi riferisco alla punteggiatura, che usi correttamente nonostante, per mio gusto personale quindi non mi metto a farti monologhi, la trovi troppo presente); ovvero, invece di sfruttare la continuità del flusso del testo, come fai per la maggior parte della breve OS, tendi a mettere questi blocchi improvvisi, ma che cozzano terribile da un punto di vista di stile.
Ripeto, so che potrà sembrarti una sciocchezza detta per il gusto di criticare, ma invece il mio è un consiglio che probabilmente troverai molto utile se mai deciderai di pubblicare qualcosa a livello professionale, quindi non solo sulle ff; questo te lo dico proprio perché hai uno stile appassionante, delle buone idee (che dovresti sviluppare meglio, ma in questo caso, avendo letto solo questa OS non voglio generalizzare il tuo lavoro, perché sarebbe scorretto) e le capacità per poter diventare uno scrittore “reale” (tra l'altro, mera curiosità, hai mai pubblicato qualche racconto originale? Ovviamente non intendo su EFP o su altri siti online). Quindi non giudicare pedanti le mie attenzioni, ma solo utili per aiutarti a portare delle modifiche che potrebbero farti sbocciare del tutto (considerando che conosco abbastanza bene il mondo dell'editoria).
Ok, tralasciata la precisazione, ricorda sempre di decidere, prima di postare un testo, qual'è il flusso narrativo che più ti piace, qual'è lo stile a cui fai riferimento e tieniti sempre fedele allo stampo che ti sei dato.
Infine vorrei parlare un secondo della trama.
La trama è stata scritta in maniera abbastanza superficiale e ho notato una certa frettolosità nello stenderla. L'introspezione è presente, ma sembra abbozzata, manca di sentimento. Si capisce che il protagonista vuole vendetta ed è amareggiato, proprio perché tu lo ribadisci più di una volta, ma questo non basta. I suoi pensieri sono dei flussi superficiali, i suoi dialoghi interiori troppo lunghi. A questo punto ti conveniva creare direttamente un flusso di pensieri continui, senza l'aiuto del “monologo interiore”, perché essendo una narrazione molto veloce ed estremante breve, intervallata dal suo monologo (troppo continuo e superficiale) tende a perdere lo spessore introspettivo e risultare povera di significati.
In definitiva, i miei consigli sono: maggiore controllo dello stile e più introspezione. Lo dico perché si vede che è un lavoro affrettato, magari sviluppandolo un po', pur restando sempre una OS (chi dice nulla u.u) riesci a renderla più completa di sensazioni.
Uhm credo di aver detto tutto, ah no mi sono dimenticata i complimenti (oddio, ne ho seminati talmente tanti nella recensione che così potrei sembrarti falsa, ma giusto un ultimo chiarimento credo che ti farà piacere): sei un bravo scrittore, lo si vede già dalle basi, dall'utilizzo della lingua e dalle idee, perciò cerca sempre di dare il meglio delle tue capacità e non fossilizzarti mai ad un livello: puoi dare molto più di così.

Recensore Veterano
12/07/14, ore 13:35

Ciao,
ed eccomi a leggere le ultime storie che mi sono rimaste per la votazione. 
Devo dirti la verità, all'inizio pensavo fosse il Dottor Frankestein che faceva rivivere la sua creatura, ma tu hai reso quegli animaletti carini in una macchina di distruzione. Molto carina anche l'idea di aver inserito l'inversione delle zampe per non farlo camminare di lato. Molto prevalente è la vendetta del dottore e la sua voglia di rivalsa contro coloro che l'avevano accusato di aver rubato un'idea. Forse per paura e per invidia che coloro che l'hanno accusato se ne sono liberati e non aspettavano altro che farlo fuori. Si rivela anche l'insofferenza delle persone ricche di quell'epoca.
In alcune parti mi ha fato anche sorridere e non so se lo hai fatto di proposito o è il tuo modo di scrivere che porta a rubare un sorriso.
Comunuqe molto bravo.
Un bacione,
Loty

Recensore Veterano
12/07/14, ore 13:24

Ciao Aven. Una storia semplice ma interessante.
Uno Steampunk in piena regola. Tuttavia è stato un po' cortino... lo avrei preferito un attimo più lungo.
Viktor mi ricorda molto il dottor Frankestein, non so perché. Comunque mi immagino un esercito di fucilieri inglesi alle preso con un EvilCrab, o con un'intera armata... che massacro sarebbe stato!
Se non erro, correggimi se sbaglio, ti sei ispirato a alcune opere stemapunk del passato, giusto? Non ricordo quali, ma il calcolatore elettronico è un elemento che ho già sentito in questo genere.
è stato un buon lavoro, semplice ma piacevole,
Aurelianus

Recensore Veterano
06/07/14, ore 12:11

L'ossessione di Viktor è resa molto bene si capisce quanto voglia la sua vendetta, quanto desideri che chi gli ha fatto un torto paghi. Il nome della creatura, "EvilCrab", non mi convince molto, ma questa è una tua scelta personale. Le emozioni e i pensieri di Viktor sono resi bene anche se la storia è scritta in terza persona. Il tuo stile mi piace, è chiaro, fluido, ben strutturato. Per certi versi questa storia mi ricorda Frankestain. Il tema della vendetta forse non è il più originale, ma l'hai reso molto bene e hai creato una motivazione valida e realistica per tutto quest'odio. L'unica cosa che ti faccio notare è questa frase:  "[...] concluse il suo monologo senza che nessuno ebbe modo di ascoltarlo". Forse è solo un errore mio, ma secondo me non torna molto. Io avrei scritto "[...] concluse il suo monologo senza che nessuno avesse modo di ascoltarlo".
Per il resto bravissima, complimenti. 

Recensore Veterano
01/07/14, ore 17:00

La disperazione dell'ingegno e il sogno di distruzione. Il dottore che malato di futuro, giace fra le parole grossolane di un mondo che ancora non cambia, che le mostre scientifiche altro non sono se lo sfoggio di una vita monotona e sedentariamente bigotta.
Il sogno di Viktor è il sogno di tutti noi sognatori. Apriamo gli occhi al risveglio e vogliamo solo avere al nostro fianco un esercito di EvilCrab pronto a radere al suolo la capitale dei nostri fallimenti.
Per quanto certi tratti siano volutamente ironici e simpatici, ho sentito molto vissuta e molto sentita questa storia... forse è l'ideologia di pochi (come me) che identificano l'800 un po' come la culla di questi poveri scienziati pazzi e dal mondo disintossicati, ma mi è piaciuta moltissimo.
Un bacio.

Recensore Veterano
27/06/14, ore 12:26

Ciao Andrea,
non so se sia una cosa bella o brutta da dire ma alla terza tua storia che leggo trovo il tuo stile veramente inconfondibile… :)
Apprezzo la tua originalità e la tua ironia, sempre ben dosate e condensate in brani non troppo lunghi ma dall’effetto ben riuscito e con un finale che lascia intendere un po’ tutto e niente, lasciando il lettore libero di spaziare con la mente. Cosa ne sarà di mister Evilcrab? Distruggerà davvero o si dissolverà sotto la pioggia?
Gli elementi sono ben utilizzati, non mi sarebbe dispiaciuto vedere un po’ di vapore schizzare fuori tra le zampette del nostro Evilcrab, ma anche così ci sta!
Sperando che non ti dispiaccia ti segnalo qualche errore:
- In quella stanza muffita, oltre a lui non vi era vita, tuttavia la stanza… C’è la ripetizione di stanza, anche poche righe dopo, però ho adorato la rima tra “muffita” e “vita” ^^
- Er programmato solo per distruggere. Manca la "a” in “era”.
- Nessuno avrebbe mai saputo chi sarebbe stato il mandante… o forse sì, ma in ogni caso non importava. Importava solo… Altra ripetizione di “importava”.
Bel lavoro, alla prossima, Mivi ^^
(Recensione modificata il 27/06/2014 - 12:26 pm)

Recensore Master
26/06/14, ore 16:34

Ciao!
Premetto che sto facendo un giro per leggere le storie del contest e devo dirti che questa l’ho trovata parecchio carina :)
Mi è piaciuto molto il modo in cui hai voluto contestualizzare l’elemento steampunk dell’invenzione dello scienziato, nonché la caratterizzazione di questo e la sua ossessione per la vendetta.
Scrivi bene, te l’ho già detto, credo, e questo è un punto a tuo favore, perché devo dire che la fantasia, di suo, non ti manca e riesci sempre a sfornare dei lavori impeccabili e pertinenti. Anche in questo caso, infatti, con i dialoghi e il linguaggio, sei riuscito a far intendere l’epoca e a cogliere i punti chiave.
Devo dirti che lo scienziato mi ha ricordato un po' Jumba Jookiba e non saprei nemmeno spiegarti il perché (forse per la risata iniziale con cui ha fatto il suo esordio o forse per tutto il resto, come il fomento e così via).
Mi è piaciuta, davvero carina, quindi complimenti!
Alla prossima,
xoxo

Recensore Veterano
20/06/14, ore 23:31

Ciao ;)
Mi piace un sacco come scrivi!! Lo stereotipo dello scienziato pazzo assetato di vendetta mi è piaciuto molto, e l'ironia con cui descrivi il granchio/mostro/arma di distruzione di massa è geniale ;)
La frase che dice lord Avenforth mi ha ucciso dalle risate, davvero, è fantastica!!
Beh, insomma, figo ;)
Ciao!!
Vy