No, vabbè, tu mi hai ucciso.
Vedi, è quello che succede se unisci l'autrice che mi ha fatto amare la L/Misa e cominciare Death Note (ma questa è un'altra storia), la mia OTP ottippiosa di GoT (quella che al momento mi fa più male, essenzialmente) e il mio primissimo fandom.
Quindi.
Grazie per la morte. è stata meglio di quanto mi aspettassi.
Vedi, la tua rientra in quella categoria di AU che mi fa impazzire di gioia, con le lacrime agli occhi - quelle in cui, nonostante l'universo sia diverso, i personaggi sono proprio loro e, a ogni frase letta, ti viene da pensare "è esattamente così che andrebbe se fossero nati in questo universo, si comporterebbero in questo modo, direbbero queste cose."
Quindi complimenti per tutta la storia che sintetizzi in poche frasi dense di significato - come quando ci si riferisce a Robb (♥♥♥ amore mio bello), il riassunto delle sfighe disavventure della famiglia Stark, i personaggi che si muovono sullo sfondo, da Sansa di ghiaccio e di avorio, ad Arya che, duh, e più Serpeverde di Salazar Serpeverde, e viene guidata dalla vendetta anche qui, da Cat che perde il senno a Jon che da fugge da Hogwarts come è fuggito da Grande Inverno.
Bonus point per i tre fantasmi di Serpeverde, Corvonero e Tassorosso :3
E poi lui.
Bran.
Brannino. Amore di mamma.
Alla fine Bran è un po' un ragazzino rotto anche qui, sebbene non abbia perso l'uso delle gambe: rotto perchè si è rotta la sua famiglia, e lui, al di fuori delle sue arrampicate, non è che un tredicenne fragile. Mi piace molto la sua introspezione, completa e approfondita e innegabilmente IC.
Così come è IC anche Jojen (♥), guida di Bran anche a Hogwarts.
Che poi, a ben pensarci, alla fine Bran decide di diventare un Animagus per la stessa ragione per cui intraprende il viaggio verso Nord - per diventare più "forte".
Lo scopo di Bran nel libro è, essenzialmente, recuperare quello che ha perduto - l'uso delle gambe che gli permetta di diventare un cavaliere e tornare "integro" inizialmente e poi, quando scopre di non poterlo fare, divenire capace di volare; qui, invece, lo scopo di Bran è essenzialmente avere uno scopo, "la ricerca di un qualcosa di non meglio definito". Nel senso, scaricare tutto il dolore in un'occupazione. C'è chi fa kick-box, chi mangia a dismisura, chi decide di diventare un Animagus.
E poi, il ragionamento per cui sceglie il lupo, cioè, è così da Bran che piango.
Jojen, invece?
Il mio piccino (che è ancora sano e salvo e vivo e vegeto OKAY?) è un nonno in un corpo di adolescente che elude le domande, sta per i cazzi sua e quando incontra Bran, che sta per i cazzi sua pure lui, è per metà sorpreso, per metà incuriosito, per metà innamorato (troppe metà, ma Jojen Reed non può essere certamente riassunto in una singola unità, plebei). Insomma, anche qui un po' il suo scopo è quello di fare la guida a Bran - anche se non in modo così totale e totalizzante come lo è nel canon, sebbene il futuro previsto da Mel possa essere molto più di quanto si possa immaginare, quindi, chissà, magari Jojen potrebbe essere la guida di Bran in altri sensi. Oh, e Jojen ha l'Occhio? Mera curiosità: non ho la più pallida idea di quanto abbiate esteso questo bellissimo 'verse, tanto pieno di spunti.
E poi ci sono quei minuscoli accenni che suggeriscono qualcosa di più.
Come le coccole che Jojen fa a Bran quando, e non solo, Bran è il lupo, Bran che non trova il coraggio di chiedergli come siano andati i M.A.G.O. perché vuol dire che Jojen lo lascerà, l'impulso di abbracciare Jojen, e Jojen che si permette di essere egoista - vedi, questo dettaglio mi ha lasciato in un brodo di giuggiole, perché Jojen non pensa minimamente a sé, ai suoi desideri, e quindi leggere di lui che esterna un "pensiero egoista", che casualmente coincide con i pensieri di Bran, è talmente inedito da farmi schizzare dritto verso la Luna.
E dire che non recensivo da un po'. Oh beh.
Ho tanto da recuperare :3 |