Recensioni per
Mia
di Larryx

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
26/01/15, ore 23:43
Cap. 1:

Innanzi tutto, scusami se questa recensione non sarà granché, ma ho dato la mia disponibilità all’autogestione del contest e cercherò di fare del mio meglio, influenza o non influenza.

La cosa che mi è subito saltata all’occhio, quando ho aperto la tua storia, è stata l’impaginazione che hai scelto. Paragrafi brevi, monofrasi, come se la storia fosse un dialogo con se stessi che un monologo o una lettera: ora, non ho mai letto un tuo testo e non so se questa è una scelta legata alla storia in questione oppure se è il tuo stile a essere così. Di certo il risultato è di una narrazione “sospesa”, come se la voce narrante cercasse le parole, di trovare un filo ai suoi pensieri: se questo era l’effetto che volevi ottenere, allora hai fatto un buon lavoro, anche se non comprendo perché tra alcune frasi-paragrafo non c’è il doppio spazio (tag br saltato, forse?).
Detto questo, la storia lascia il lettore con parecchie domande, forse troppe per i miei gusti, come se l’eccesso di discrezione della voce narrante avesse giocato un ruolo importante nell’evoluzione di questa storia d’amore – personalmente, non mi accontenterei di un “bisogno di spazio” come giustificazione della rottura, soprattutto se l’altro ha smosso mari e monti per conquistarmi. La cosa certa è che la voce narrante rimpiange questo suo atteggiamento, un sentimento che trapela fin dalle prime parole e che diventa sempre più palese con il procedere della lettura.
È come se la voce narrante non abbia mai potuto o voluto entrare in contatto empatico con l’amata, come se l’avesse posta su un piedistallo troppo alto e l’avesse idealizzata troppo: forse la colpa è di lui che non ha voluto fare domande, o forse di lei che, nonostante tutto, fosse chiusa a riccio sul suo giardino segreto. A naso, direi che la ragione di tutti i problemi taciuti dell’amata sia proprio il suo essere / sentirsi diversa dagli altri, una diversità che aveva bisogno d’essere accettata non solo dalla voce narrante, ma anche da tutte le persone che la circondavano, e forse anche da lei.
Il lessico l’ho trovato abbastanza adatto al tipo di storia e al taglio introspettivo che le hai dato, anche se ho trovato il registro di alcune espressioni un po’ troppo alto (ad esempio Prendesti un coltello affilato e scavasti a fondo nel tuo polso, tanto a fondo da permettere a quel che restava della tua anima di abbandonare il tuo fragile corpo ). Per carità, sono immagini molto belle, ma le vedrei meglio in una poesia o in una canzone, non nella testa di un Mario Rossi che parla a se stesso e / o pensa alla donna amata, per cui ti consiglierei di rileggere il testo e limare queste piccole sbavature scegliendo parole e immagini più quotidiane, in modo da rendere più uniforme il testo. Ma capisco perfettamente se, per ragioni tue personali, tu non desideri rimettere mano alla storia e lasciarla così com’è.
In ogni caso, sei riuscita a tratteggiare con poche parole l’evoluzione di una relazione, dalla conquista alla separazione e oltre, e questo nonostante la quasi mancanza di caratterizzazione della voce narrante e l’alone di discrezione che circonda il personaggio dell’amata. Anzi, direi che è proprio su questo che si fonda il fascino di questa storia e ne accresce la nebulosità.