Non saprei bene da dove cominciare. Mi scuso in partenza; ho preso il vizio di fare recensioni chilometriche, ma qui ci sono veramente troppe cose da dire e si che non riuscirò sicuramente a sintetizzare più di tanto. Già sai che è la mia fanfiction Jeanmarco preferita, e già sai quanto ci sono affezionata.
Amo questa storia perché è realistica, rispecchia completamente loro due e rientra del tutto nella trama originale. So che era questo il tuo intento, e ci sei riuscita al cento per cento. L’impressione che ho avuto, leggendola, è stata come se si trattasse un gigantesco missing moment che Isayama si è dimenticato di disegnare. Quello che voglio dire è che trovo questa storia talmente accurata che ormai nel mio headcanon queste cose succedono davvero, sono momenti che si svolgono nell’universo di SNK ma che non ci vengono mostrati. Principalmente è questo che cerco di più in una ff, qualcosa che mi faccia dire “ma questo potrebbe essere successo benissimo nella storia” e non una AU. Per quanto apprezzi anche diverse AU, non posso fare a meno di innamorarmi quasi esclusivamente di quelle fedeli all’opera originale.
Ho paura di averla letta talmente tante volte da saperla a memoria. Aiut-
L’inizio mi ha fatto una tenerezza immensa. Me li sono visti davanti da bambini, insieme, durante il loro primo incontro. È bellissimo come tu l’abbia descritto; è una scena comune, non sarebbe niente di particolare: dopotutto quante volte Jean da bambino avrà fatto a botte e litigato? Miliardi. Però questa volta c’è un elemento che cambia tutto, e si tratta di Marco. E anche per Marco forse potrebbe essere lo stesso. Lui è un buono, un ragazzino che aiuta tutti a prescindere. Ma l’elemento che ha reso diverso questo suo atto di generosità sta volta, ecco, è proprio Jean. E così finiscono per toccarsi le mani per la prima volta in vita loro.
La seconda volta forse è stata quella che ho immaginato meglio e più chiaramente. Sole, vie piuttosto affollate e ceste di frutta colorata, qualche ora prima che accada il disastro. Trovo bellissimo che tu abbia dato una spiegazione alla decisione di Marco di entrare nell’accademia. Io non ci avevo mai pensato, e questa immagino sia la cosa più realistica, dal momento che con tutta l’ingenuità del mondo, Marco è profondamente convinto nell’autorità e nel potere del Re. Qui le loro mani che si incontrano di nuovo, ma in un contesto così diverso dal precedente. E anche stavolta, una situazione casuale e comune come questa potrebbe essere scordata da entrambi con facilità, eppure rimane impressa.
Da queste premesse la storia parte, e parte tendendo ad analizzare più Marco che Jean il più delle volte. Una scelta che io apprezzo in pieno. Avevo un po’ di difficoltà ad associare marco a dei gesti o dei comportamenti, perché il suo spazio all’interno della trama originale è così piccolo… e grazie a come l’hai sviluppato sono riuscita a vedere il suo personaggio con più consistenza.
Bello il continuo cercare di avvicinarsi a Jean da parte di Marco, bello come Jean ad un tratto si lasci andare ad una stretta di mano che non ha la minima idea di cosa significhi, ma sente di averne bisogno, la sera in cui Marco finisce per baciarlo. Non so, è un’immagine veramente dolorosa quella del rifiuto che Marco riceve, sebbene dopo una esitazione mal nascosta. Anche l’idea stessa della finestra, fredda, che lascia entrare poca luce e il calore del corpo di Jean dall’esatta parte contraria; Marco che quindi finisce per trovarsi in mezzo a questi due elementi con cariche opposte. Sono attaccata ai simboli, nelle storie, e trovare Marco immobile tra i due fuochi è stata una cosa che ho adorato.
(Mi è partita in questo momento Love love love in riproduzione casuale. L’universo cospira.)
Due fuochi che hanno addirittura la capacità di scambiarsi di carica, perché se prima un Jean che si abbandonava alla vicinanza piacevole di un amico, nel giro di poco si trovava a respingerlo, facendosi gelido agli occhi dell’altro. E nello stesso modo, la finestra verso cui Marco si volta, dopo il rifiuto, non è più vista come il spifferi e gelo, ma come un elemento positivo, come una boccata d’aria dopo un momento in cui gli è sembrato di soffocare.
Non ho bisogno di dire perché la settima volta sia la mia preferita. E’ vivida, e realistica, e anche trattata con una delicatezza e un’innocenza che fa tenerezza. Son sempre due ragazzini, anche se spesso tendo a dimenticarlo. Non ho nemmeno idea di cosa dire, di cosa analizzare. Il focus sta sempre su Marco e sulle sue emozioni, nonostante ora inizi ad ampliarsi il campo visivo e si inizi a dare più spazi a Jean.
Senza dubbio Jean è confuso, ma qui si accorge una volta per tutte di cosa vuole, di cosa prova, e probabilmente si rende anche conto di quanto poco gli interessi del resto. (Dio, dolcini loro. Dolcini.)
Poi credo ci sia ben poco da dire sul proseguo. La scena della loro notte insieme è tremendamente IC, sono loro, e sono adorabili. Non so, fangirlo al pensiero, non so veramente cosa dire cosa commentare cosa—yuto.
Questo devo dirlo, però; è stata, se non ricordo male, la mia prima Jeanmarco rossa. Io ancora non li avevo bene inquadrati, nonostante li shippassi con la potenza di mille soli. Ed è qui che io mi son ritrovata a rivedere un momento la mia assegnazione mentale dei loro ruoli, perché se superficialmente avevo visto in Jean un personaggio molto più dominante che in quello di Marco, beh, mi son ricreduta. Da allora, nonostante nel mio headcanon s’invertano i ruoli e nessuno sia esclusivamente attivo (o passivo), tendo sempre a vedere Jean un povero, piccolo passivo aggressivo. Rido.
Una sola cosa mi ha fatto storcere il naso, ed è stato l’inserimento del preservativo… non saprei, ai miei occhi ha rotto un po’ l’atmosfera. Mi è sembrato un po’ fuori contesto, e anacronistico.
Ed Eren che fa la sua apparizione alla fine dell’episodio, non so cosa dire, ho riso troppo.
Hai scritto della loro relazione, per la nova volta, riassumendola nelle loro mani più che in tutti gli altri paragrafi, nonostante in tutti ce ne fosse una menzione. Mi è molto piaciuta questa scelta, inserita per unire e rendere più fluida la storia.
Questa nona parte è tra quelle più potenti. Si sente la foga, e non è più qualcosa di positivo, qui è esclusivamente pesante. E realistico, so che sto abusando di questo termine, ma non saprei come altro definirlo.
Per gusto personale io avrei descritto il finale canon, ma questo, più dolce e felice, l’ho comunque apprezzato molto. Sicuramente mi ha fatto chiudere la storia con un sorriso invece che con un paio di lacrime agli occhi, e tutto questo è decisamente positivo. Ah, io e la mia passione per le cosine depre.
Non so, ti ringrazio per averla scritta e per avermeli fatti conoscere meglio, per avermi fatto innamorare ancora di più di questa coppia e soprattutto per avermi ispirato a fare loro un tribute.
Mi sono resa conto di non averla inserita tra le storie preferite. Ma-?
Lo faccio naow.
Un abbraccio e perdonami per tutte queste ciance. (Ora in riproduzione casuale c’è Bob Marley. Ma wat.) |
