Recensione per il contest "Cento giorni di introspezione, fantasia e romanticismo"
Grammatica e forma: - 1
La storia è generalmente corretta e ben curata, però ho notato alcuni errori (ne ho notate soprattutto verso la fine, quindi forse è stata la fretta di concludere la storia). Ti ho segnalato anche alcuni passaggi in cui la punteggiatura non mi ha convinta: comprendo benissimo la spiegazione che hai inserito nelle note, perché trattandosi di un bambino non è normale che parli in modo forbito o articolato, ma alcune pause che hai inserito mi sono sembrate proprio scorrette ‒ quelle che ho segnalato qui ‒ e altre non mi hanno convinta e mi hanno fatto pensare che potessero esserci soluzioni più convincenti ‒ sono quelle di cui parleremo nello stile. In ogni caso, nonostante qualche svista sporadica, si vede che hai riletto attentamente la storia e che hai fatto di tutto per pubblicare un lavoro curato: in pratica ti sto facendo i complimenti per una cosa che dovrebbero fare tutti, ma purtroppo non è così scontato.
Lo supero con una vena di tristezza, ma ricordo che l’ultima volta che ho portato a casa qualcosa di rumoroso per giocare nel cortile, era una nacchera mezza rotta trovata nella spazzatura; avevo iniziato a giocare da nemmeno dieci minuti che la signora Larissa, che abita di fronte a noi, è uscita come una furia di casa, sbattendo la porta e mi ha sgridato per il troppo chiasso → questo periodo proprio non mi convince. Una soluzione a cui ho pensato è questa, ma potrebbe esserci di meglio: "Lo supero con una vena di tristezza: ricordo che l’ultima volta che ho portato a casa qualcosa di rumoroso per giocare nel cortile ‒ era una nacchera mezza rotta trovata nella spazzatura ‒ avevo iniziato a giocarci da nemmeno dieci minuti che la signora Larissa, che abita di fronte a noi, è uscita come una furia di casa, sbattendo la porta e mi ha sgridato per il troppo chiasso";
Me la pulisco con la manica della maglietta, in un gesto rabbioso mentre svolto l’angolo. → sinceramente, avrei proprio tolto la virgola oppure avrei messo "in un gesto rabbioso" alla fine della frase. Altrimenti potevi spostare la virgola dopo "rabbioso";
Scende le scale borbottando e quando mi vede, il suo sguardo scuro s’incendia → non hai isolato completamente l'inciso: o metti una virgola anche prima di "quando" oppure togli la virgola che hai messo;
Lo guardo allontanarsi con sollievo ed entro in casa massaggiandomi una spalla, ma sorridendo, se quell’uomo sta uscendo di casa sicuramente mamma ha finito di lavorare. → anche se capisco l'esigenza narrativa di non usare periodi troppo complessi, i due punti dopo "sorridendo" mi sembrano necessari. In alternativa, avresti potuto usare un punto fermo;
Ora, esci, che mamma deve finire di lavorare. → le pause di questo periodo sono proprio strane, dovresti togliere la prima virgola;
Balbetta, mi ricorda la mamma quando beve la sua medicina, “vodka” mi pare che si chiami così. → al posto della prima virgola andrebbero i due punti. Inoltre, avrei messo un trattino dopo "vodka";
C’è qualcosa di brutto anche nel suo sguardo, il modo in cui mi guarda che mi fa paura → "il modo in cui mi guarda mi fa paura" oppure "è il modo in cui mi guarda che mi fa paura" o qualcosa di simile;
Mi alzo lentamente, per farlo passare e lui procede senza una parola, ma guardandomi ancora attentamente. → "Mi alzo lentamente per farlo passare e lui procede senza una parola, ma guardandomi ancora attentamente" oppure "Mi alzo lentamente, per farlo passare, e lui procede senza una parola, ma guardandomi ancora attentamente.";
è stato stroncando da un infarto nel suo osservatorio alla periferia di Mosca. → stroncato
anche perché quando sono uscito nel pomeriggio, le tende erano aperte. → toglierei la virgola o ne aggiungerei un'altra prima di "nel pomeriggio". Per il ritmo mi sembra migliore la prima soluzione, in effetti, ma questo è molto soggettivo;
Si china verso di me e mi posa le mani sulle spalle, da questa distanza, sento l’odore del suo alito: talmente dolciastro e forte da farmi arricciare il naso → da questa distanza sento l’odore del suo alito, anche se potrebbero esserci soluzioni migliori;
Gli agenti si scambino queste parole con disgusto → scambiano;
Alzo ancora lo sguardo, ai tre scalini di pietra che portano a casa sua: la porta è aperta e lei è lì, immobile sulla soglia come una statua, a guardarmi con quei suoi occhi verdi e tristi mentre parla lentamente con un’agente → qui sono in dubbio, perché l'agente potrebbe essere benissimo una donna. Te lo segnalo comunque in caso ti fosse sfuggito e avessi immaginato l'agente come un uomo, ma ovviamente non posso contartelo come errore, vista la situazione ambigua;
come se con un colpo di spugna si potresse lavare via una macchia sul pavimento. → potesse;
E allora capisco un’altra cosa: questo poliziotto dai modi gentili non mi sta trattando come un bambino come faceva Emil, mi sta trattando da adulto; mettendomi a conoscenza del fatto che il mondo non è un bel posto, che non vivo in una favola, ma nella cruda realtà → il punto e virgola è una pausa abbastanza forte e si usa in situazioni in cui potrebbe star bene il punto fermo per non spezzare troppo il ritmo. In questo caso, visto che è seguito da una proposizione subordinata e spezza il periodo, avrei usato una virgola;
Soprattutto il buio, reso tale dalle stelle che hanno smesso di splendere per me, che hanno smesso di proteggermi come guardine → guardiane.
Stile e lessico: 13/15
Mi dispiace moltissimo darti questo punteggio, che dipende soprattutto da alcune pause che non mi hanno convinta, visto che lo stile di questa storia è fluidissimo, meraviglioso e perfettamente adatto all'età del protagonista e alla tematica. Mi hai colpita dalle primissime righe e la storia, nonostante l'argomento molto forte, è scorrevolissima per l'armonia che hai saputo dare al tutto. Hai partecipato anche al mio ultimo contest e ‒ se posso permettermi ‒ devo dire che sei migliorata tantissimo sotto questo punto di vista. Non che prima il tuo stile fosse brutto, capiamoci, ma si capisce che sei salita a un livello completamente diverso e avrei voluto darti il massimo, per questo.
Hai tenuto conto del fatto che il narratore fosse un bambino e hai modellato la storia su uno stile semplice, adatto alla sua età, ma sei riuscita a non farlo risultare comunque noioso, singhiozzante o troppo infantile. Rappresenta invece un equilibrio perfetto tra l'esigenza di essere semplice e quella di non essere sciatto e ha anche il grandissimo pregio di essere molto vivido e "trasparente", in grado di non frapporsi tra il lettore e la vicenda narrata. Credo che la tua storia sia una delle migliori, sotto questo punto di vista.
Come ti ho già spiegato nella grammatica, condivido la tua scelta di usare uno stile adeguato al narratore e di non usare troppi segni di interpunzione spesso snobbati dagli adulti, figuriamoci dai bambini. Sebbene in alcuni punti abbia trovato l'effetto molto piacevole e realistico, però, in altri non sono proprio riuscita a condividere le tue scelte.
Quelle che mi sono sembrate errate anche da un punto di vista grammaticale sono state già segnalate; ce ne sono altre che, sebbene non siano proprio sbagliate, danno un ritmo troppo artificiale, irrealistico. In alcuni casi, se proprio non volevi usare il punto e virgola e i due punti, sarebbe stato efficace un punto fermo.
Imploro con gli occhi lucidi, non sempre funziona, ma non è questo il caso: l’uomo mi sorride dolce e rassicurante come non mi è mai capitato, mi scompiglia dolcemente i capelli con una mano, liberandosi dalla mia debole presa. → al posto della prima virgola avrei usato un trattino;
Non so leggere benissimo, ma ho le conoscenze di base per sapere comprendere il cirillico, mamma mi ha insegnato qualcosa, ma nemmeno lei ha mai frequentato la scuola per imparare davvero a leggere e scrivere. → al posto della seconda virgola avrei usato o i due punti o il punto fermo;
Ci sono molti anziani su questa pagina e anche un bambino della mia età: “incidente d’auto” recita una parte della sua lettera di presentazione, mi spiace molto che sia volato in cielo, ma magari lassù sarà lo stesso felice, forse è circondato dalle stelle che mi piacciono tanto. → qui al posto della prima virgola avrei usato il punto fermo;
È un poliziotto, lo riconosco dalla divisa, dal distintivo in bella mostra e dalla pistola, che osservo attentamente, sembra quella che mamma teneva nel comodino, quella con cui ho giocato tante volte da piccolo → al posto della quarta virgola avrei usato un trattino o il punto fermo. Anche il punto e virgola potrebbe starci bene, in effetti;
Le mie mani emergono dalla coperta, mostrando i lividi ora violacei che contornano i polsi come braccialetti, ora che guardo meglio, il colore dei lividi è molto simile a quello della viola nell’orto della signora Larissa → al posto della seconda virgola avrei usato i due punti, un trattino o il punto fermo;
ma al confronto con la mamma, mi pare brutta; benché mamma si sia rovinata molto con la sua medicina che, in realtà, non le faceva altro che male → " ma, al confronto con la mamma, mi pare brutta, benché mamma si sia rovinata molto con la sua medicina che, in realtà, non le faceva altro che male" oppure " ma al confronto con la mamma mi pare brutta, benché mamma si sia rovinata molto con la sua medicina che, in realtà, non le faceva altro che male ". Preferisco la seconda soluzione, ma penso vadano bene entrambe.
Inoltre, ci sono delle espressioni che non mi hanno convinta, o perché superflue, o perché in qualche modo ridondanti. Credo che appesantiscano un po', quindi credo che faresti meglio a toglierle:
Ci vuole qualche minuto buono prima che i suoi occhi scuri e sorpresi si scontrino con i miei azzurri che trasmettono il freddo e il ghiaccio che provo dentro, per quello che ha permesso che mi facessero solo per denaro. → qui, onestamente, non avrei riportato il colore degli occhi del bambino. La scena è dal suo punto di vista ed è naturale che riporti il colore degli occhi della madre, ma non dei suoi, visto che, osservando la scena, lui non li vede;
M’infilo le mani in tasca e con le dita trovo subito un piccolo buco all’interno di una di esse. → essendosi messo le mani in tasca, è abbastanza scontato che il buco si trovi proprio lì. Avrei detto "all'interno" e basta;
una lacrima scendere da un occhio senza che possa fare niente per trattenerla → non avrei specificato "da un occhio";
Il barattolo schizza in avanti, colpendo con forza il duro marciapiede, che lo deforma rendendolo più simile a un pezzo di mollica masticato e sputato piuttosto che a una latta. → anche qui, non avrei specificato che il marciapiede è duro, essendo una caratteristica propria dei marciapiedi. Per rendere la sensazione della durezza avresti potuto ad esempio descrivere il rumore dell'impatto con la lattina;
A sinistra, buttati l’uno sopra l’altro, alcuni vecchi secchi di metallo, sopra i quali, pigro come un grosso serpente giallo, si arrotola una gomma d’acqua che l’anziana usa per bagnare il suo orticello. → mi sembra irrealistico che un bambino definisca la sua vicina di casa "anziana". Non so, avrei preferito un termine diverso, tipo "nonnina" (pessimo, in effetti) o "vecchietta". "Anziana" mi sembra artificiale in questo contesto, non saprei spiegarti;
Ricordo ancora ogni caduta da questi scalini alti e storti, quando avevo cinque anni, mi sono quasi rotto il naso; ma adesso che ne ho quasi dieci ormai li faccio a occhi chiusi → qui cambierei la punteggiatura (sostituirei i segni che hai messo rispettivamente con i due punti, nessuna pausa ‒ per la seconda virgola ‒ e una virgola), inoltre si percepisce il tentativo di inserire l'età del bambino senza farla sembrare una forzatura, ma non mi ha molto convinta.
attorno ai polsi vedo dei segni rossi, come dei tatuaggi a colori, che stanno rapidamente scurendosi per andare poi a formare dei lividi → avrei omesso "per andare poi a formare dei lividi", penso che appesantisca la frase e la renda meno d'effetto.
Ho trovato il lessico semplice molto adatto alla storia e all'età del protagonista e le ripetizioni non mi sono sembrate affatto pesanti, visto che le hai inserite in modo sapiente e non saltano per niente all'occhio.
C'è una sola piccola cosa che non mi ha convinta, ma credo che sia stata inserita per rendere meglio la scarsa proprietà di linguaggio del bambino:
con tutti i privilegi e i difetti che questo comporta
Insomma, i termini usati non sono proprio perfetti, ma probabilmente sono coerenti con la tua scelta di adattare lo stile a un bambino di dieci anni poco istruito.
Trama e originalità: 15/15
Temo che non ci siamo capite, per quanto riguarda i consigli sulla storia da iscrivere. Non apprezzo i personaggi a cui succede una cosa dietro l'altra quando la cosa viene presentata in modo poco realistico, grottesco, quando la maggior parte delle sofferenze subite dai protagonisti sono gratuite, inserite tanto per scrivere una storia angst. Nel tuo caso, purtroppo, le disgrazie che accadono al bambino sono perfettamente realistiche. Forse la morte dell'astrologo è una coincidenza un po' azzardata, ma purtroppo esistono situazioni problematiche come quella che descrivi, con donne che per vivere si prostituiscono e non di rado hanno figli dai loro clienti (anche se non mi sembra questo il caso, visto che da come viene presentato il padre del protagonista sembra che la relazione con lui sia stata di natura diversa, anche se non lo specifichi) e famiglie che permettono ai pedofili di stuprare i loro figli per denaro. Insomma, non sono situazioni frequentissime, ma purtroppo si verificano, soprattutto in certi contesti (ma non solo).
Il modo in cui hai strutturato la trama mi sembra molto semplice e lineare: riporti gli eventi in ordine cronologico, soffermandoti sull'ambientazione quanto basta per renderla vivida e realistica, e la storia risulta molto scorrevole ed è piacevole e leggera (parlo ovviamente del ritmo e non della tematica!) nonostante l'argomento pesantissimo che hai voluto trattare.
Le scene si susseguono in modo naturale e sai esattamente su quali particolari soffermarti, ma non è solo questo a rendere bellissima questa storia.
Hai scelto un argomento insidiosissimo e pesante e nonostante tutto sei riuscita ad affrontarlo dal punto di vista di un bambino senza sembrare mai irrealistica o esagerata, senza contare che non si tratta di qualcosa che si vede spesso e a volte quando si vede è trattato malissimo o comunque in modo semplicistico. Non ho molto altro da dirti per quanto riguarda questa voce perché credo che tu abbia fatto un lavoro perfetto, quindi è inutile dilungarsi.
Nonostante questa tua delicatezza, però, la storia è comunque un pugno nello stomaco. È dolorosissimo leggerla e rendersi conto che queste cose accadono davvero, più spesso di quanto vorremmo credere. Nel raccontare questa storia hai dimostrato una grandissima sensibilità, ma anche molta consapevolezza, perché se anche non ti lasci andare a descrizioni morbose riesci a far venire i brividi e a lanciare addosso un malessere che non va via facilmente, che forse viene accentuato dall'iniziale innocenza di Tesoro. Ammetto di aver pianto per la tua storia e non mi capita spesso.
Caratterizzazione dei personaggi: 14,5/15
Mi è piaciuto moltissimo come hai rappresentato i tuoi personaggi, visto che anche le figure di contorno, che hai trattato in modo superficiale, sono sbozzate in modo realistico.
Ovviamente il personaggio migliore è il protagonista: all'inizio è un bambino innocente, intelligente e anche idealista, in grado di fidarsi subito persino di un cliente della madre; dopo lo stupro qualcosa in lui si rompe (mi sembra normale) ed emerge un ritratto più oscuro e disilluso, nonostante si tratti soltanto di un bambino. Davvero mi è piaciuto come hai rappresentato la sua dolcezza all'inizio e anche la sua ingenuità, attraverso le parole che ha usato per descrivere oggetti e situazioni che un bambino non conosce (ad esempio la "medicina" o la cocaina), penso che siano state molto realistiche e simili a quello che un bambino penserebbe davvero. Ho apprezzato anche il suo non saper distinguere gli insulti rivolti alla madre dai complimenti e il suo non conoscere appieno il significato delle parole, anche di parole che sente tutti i giorni. Mi è piaciuta molto, ad esempio, la sua interpretazione della parola "necrologio": l'ho trovata davvero commovente e adattissima a un bambino con la sua sensibilità.
Non sono riuscita a inquadrare benissimo la madre, però: sembra una persona molto ingenua e distante e sicuramente ha problemi a stare al mondo, ma visto che vuole bene a suo figlio (credo, come ti ho detto non sono riuscita a inquadrarla e più che una madre che odia suo figlio mi fa pensare a una persona che ha perso il controllo della sua vita) nonostante sia molto negligente nei suoi confronti non capisco come mai l'abbia costretto a una cosa del genere dall'oggi al domani. Insomma, c'è un po' di differenza tra il non dare a tuo figlio le attenzioni di cui ha bisogno e il farlo stuprare a pagamento. Ha senso che la voce narrante non conosca le ragioni della madre e veda soltanto quello che traspare, ma comunque questo particolare della storia mi ha lasciato delle domande.
Altri personaggi che ho apprezzato molto, nonostante non compaiano moltissimo, sono Emil R. Timofeev e il poliziotto che parla con "Tesoro" alla fine: mi sono sembrati davvero ben descritti e realistici, soprattutto per il loro rapporto antitetico. Emil infatti mostra a Tesoro un mondo meraviglioso, in cui i bambini sono protetti: lo tratta con gentilezza e incoraggia la sua passione per le stelle, il suo credere che al mondo ci sia qualcosa di buono, mentre il poliziotto, anche se ugualmente gentile con lui, lo tiene ancorato alla realtà ed è costretto a incoraggiarlo a raccontare l'evento che gli ha distrutto la vita, non potendo fare nulla per farlo stare meglio. Mi è sembrato davvero un bel parallelismo.
Giudizio personale: 19/20
Devo dire che la tua storia mi ha colpita moltissimo e mi è piaciuta, nonostante avessi detto detto di non volere il non-con. Il non-con, su questo sito (a differenza di altri) non indica una storia con scene di stupro (in questo caso pedofilia) descritte nei dettagli, ma con scene descritte senza entrare nei particolari. Ora, tu non l'hai descritto proprio per niente quindi non me la sento di squalificarti e credo che non dovresti neanche mettere l'avvertimento, però comunque metterei una nota che spieghi in modo esplicito la presenza di questo argomento nella storia, visto che non tutti potrebbero gradire e c'è il rischio che la scena che hai inserito, molto forte, inneschi dei brutti ricordi in qualcuno. Insomma, ci vorrebbe almeno un trigger warning per le persone più sensibili a questa tematica. Ammetto di essere andata a rileggere il regolamento per quanto riguarda l'argomento che hai trattato: credevo che quella tematica non fosse proprio ammessa, ma ho notato che invece la limitazione riguarda la descrizione delle scene e tu hai omesso il momento dello stupro, quindi mi sembra che la storia vada bene. Comunque credo che dovresti mettere in ogni caso il rating rosso: non ci sono descrizioni, è vero, ma la tematica è davvero davvero forte.
Per quanto riguarda il resto, non so che altro dirti. Avrai notato che la storia mi è piaciuta moltissimo e che ho apprezzato il tuo modo di trattare questi argomenti senza mai essere troppo volgare o pesante, nonostante si tratti di tematiche davvero forti. L'angst indubbiamente c'è, ma trovo che sia realistico e bilanciato benissimo, a differenza di altre storie.
Davvero, ho apprezzato talmente tanto l'insieme da non capire quale elemento mi abbia colpita di più e credo sia davvero un grosso pregio, perché significa che tutte le parti sono equilibrate tra loro e non ci sono alti e bassi. Ti faccio quindi tantissimi complimenti per questa storia: sono felicissima che tu l'abbia fatta partecipare nonostante non ti convincesse per via delle indicazioni che avevo dato.
Totale: 60,5/65 |