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di _M e l_

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
Positive : 1
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
20/08/14, ore 12:13

Non si tratta di un errore vero e proprio, ma ho faticato a leggere le prime frasi della storia perché accorpate in un unico blocco.
Mi spiego: poiché si passa dal presente indicativo al passato remoto, al trapassato prossimo e poi di nuovo al presente, una ‘distanza’ tangibile che separi i diversi tempi verbali ci vuole –se non altro per distinguere le azione del presente (Benjamin vicino alla staccionata; descrizione della prima volta che ha messo piede nell’officina; Benjamin rabbrividisce al ricordo) da quelle del passato. Ergo, metterei a capo l’episodio del fabbro (da “Mise” fino a “imbarazzato”, insomma).
“[…]sta provando così tante cose così tristi e orribili”: “sta provando (‘così’ è un rafforzativo che in questo caso si può evitare, visto che ce n’è già un altro a breve, ndr) tante sensazioni così tristi e angoscianti (mio suggerimento personale, ‘orribili’ non va male)”.
“[…]da riconoscere nel morire la fine di tutte le sue sofferenze, e il brivido che ha sentito non è più di paura, quanto di desiderio: “da riconoscere, nel morire, la fine di tutte le sue sofferenze; e il brivido che ha sentito non è tanto paura, quanto desiderio”.
“[…]dunque, conclude che”: la virgola non serve.
“[…] debba essere stato causato dal salottino della Signorina Daisy”: “debba essere stato causato dall’atmosfera del/dal tempo trascorso nel salottino di Miss Daisy”.
“[…] l'aveva costretto ad assistere”: “a presenziare”, direi piuttosto.
“– e con quel voi era ovvio che si riferisse a se stessa e ai propri desideri, ma Benjamin non avrebbe potuto avercela con lei per questo, proprio perché lui stesso fino a quel momento si era comportato in modo sconvenientemente egoista –”: poiché si tratta di un pensiero di Benjamin e non di un inciso di Audrey, lo metterei tra parentesi.
“[…] il suo corpo esanime e le sue mani macchiate di sangue”: devi distinguere di chi è il corpo esanime e di chi le mani macchiate. Puoi farlo in due modi: “il corpo di lei esanime e le sue mani macchiate di sangue” oppure “il suo corpo esanime e le proprie mani macchiate di sangue”.
“[…]perché se accadrà di nuovo, vostro padre sarà il primo a saperlo”: la virgola non è necessaria, a meno che tu non ne aggiunga un’altra dopo “perché”.
“E scommetto che voi abbiate fatto degli esperimenti”: “scommettere” non vuole il congiuntivo nella subordinata, bensì l’indicativo; “per constatare”: un teoria non si constata, si conferma.
“[…]sa la pena che spetterebbe scontare a Otis – infatti sa che a lui non lo toccherebbero”: c’è una sequela da “sa” che bisogna sfoltire, e un punto da piazzare per spezzare una frase altrimenti troppo lunga e prolissa. Nello specifico: “conosce la pena che spetterebbe scontare a Otis – infatti non toccherebbero mai lui”.
In seguito: “resterebbe pur sempre” non serve il condizionale, lo status di Benjamin non è soggetto a dubbi: “resta pur sempre”; “perché sa che il padre”: è conscio del fatto che il padre”.
“[…]ha paura che finirebbe col ritenerle vere”: semplifica, “ha paura di finire per ritenerle vere”.
“[…]troppo offensivo”: “troppo” viene già ripetuto due volte nella frase precedente. Cambierei in: “chiedendosi se non abbia offeso l’altro”.
“[…]dove Benjamin andrà a finire”: “a parare”.
“[…]pensa che centri il fatto”: “c’entri”!
“troppo acido”: “troppa bile”.
“sconvenienti visite”: “incontri”, semmai.
“lui si aspettava”: quel “lui” è inutile.
“Benjamine”: correggi.
“[…]lui vorrebbe dimenticare”: anche qui, elimina “lui”.
“[…] per punirmi di quello che ho osato fare?”. Trattandosi di un’epoca storica in cui, si capisce, l’omosessualità era bandita -e forse addirittura condannata- quello di Benjamin, effettivamente, è un peccato/reato grave; ciò che ha fatto, secondo il pensiero di Audrey, è sbagliato. Se al posto di “fare” avessi scritto “provare”, inteso come sentimento, allora la frase di Benjamin avrebbe sicuramente più senso.
“Non vi basta che ho rinunciato alla mia felicità”: “che io abbia rinunciato”!
“[… mani chiuse in piccoli pugnetti”: “chiuse a pugno”.
“[…] avete e avete avuto” suona malissimo. “Avete” esprime anche la fortuna passata di Benjamin.
“Voi avete provato qualcosa”: non è meglio “avete amato”?
“[…] quell'amore puro che vi lega a quel ragazzo”: ripetizione di “quel”. Scegli: “l’amore puro che vi lega a quel ragazzo” o “quell’amore puro che vi lega al ragazzo”.
“[…] sta già cingendo la sua testa”: “gli sta già cingendo la testa” (onde evitare di ripetere l’aggettivo possessivo come in “sue ginocchia”).

Sono stata molto pignola, stavolta, e la cosa sorprende me per prima perché non mi sarei aspettata tante imprecisioni da parte tua. Può darsi che la fretta di consegnare abbia influito negativamente sulla tua prosa altrimenti molto più scorrevole e precisa; in ogni caso, come avrai capito, questa storia -almeno per me- non è all’altezza della prima.
Sintassi a parte, benché ami moltissimo l’angst e mi capiti spesso di spargere lacrime amare sul destino di due amanti divisi dal Fato e dalle convenzioni sociali, non sono riuscita a fare mio il dolore di Benjamin, che pure sarebbe condivisibile… Però mi ha lasciata un po’ freddina, se devo essere sincera. Ho apprezzato molto di più Otis e Audrey; li ho trovati più dignitosi, degni di comprensione e di stima. Non so perché, ma credo che Benjamin mi stia antipatico a pelle, perciò pur meritandosi la mia compassione non riesco proprio ad accordargliela. Mi sento un mostro xD. Mi perdoni?
Con i prompt, soprattutto il 3 del sabato, hai fatto un buon lavoro.
Grazie ancora per aver partecipato!

La Giudicia