Valutazione ottenuta al contest "Brighter than a thousand suns" sul forum di EFP
Dodicesima classificata
Grammatica e sintassi: 19/20
Stile e lessico: 13/15
Attinenza al tema/utilizzo della citazione: 10/10
Sviluppo della trama/originalità/gradimento personale: 8,5/10
Approfondimento dei personaggi/IC: 9,5/10
Totale: 60/65
Grammatica e sintassi
Grammatica e sintassi sono ottime: non ci sono errori di alcun tipo, né nell’ortografia né nella costruzione dei periodi.
La punteggiatura è buona, anche se le frasi sono spesso molto brevi e “spezzano” un pochino il ritmo della storia.
Ti faccio un esempio:
Quando si erano guardati negli occhi, era scattata la classica scintilla.
Adesso gli occhi di Ian vedevano soltanto il buio.
E Margherita non riusciva ad accettarlo.
Lui, al contrario, sembrava essersene fatto una ragione.
In questo passaggio riassumi eventi che sono accaduti in un periodo di tempo lungo, ma lo fai in uno spazio molto ristretto e con frasi molto brevi che non danno l’idea del tempo che passa. Qui il ritmo è molto veloce, e un ritmo così veloce solitamente è adatto a scene d’azione, scene incalzanti che devono tenere viva l’attenzione del lettore e farlo rimanere con il fiato sospeso. Questo passaggio però è “tranquillo”, nel senso che non ha bisogno di essere letto velocemente. Al contrario, con periodi più lunghi che rendano la lettura più fluida e “calma”, il senso di drammaticità di quello che è accaduto colpirebbe di più il lettore. Qui parli di una vita spezzata o quasi, di una coppia che all’improvviso si trova dall’essere felice e spensierata al dover affrontare un problema che certamente non è semplice. È il momento più drammatico della storia, ma per come è inserito si perde un po’ fra le altre righe. Se le frasi precedenti e successive fossero state più lunghe, ad esempio, lasciando soltanto quella sugli occhi di Ian che vedono solo buio come frase breve, l’attenzione del lettore sarebbe stata catturata da quell’affermazione e tutta la sua drammaticità sarebbe risaltata.
Stile e lessico
Lo stile è molto, molto buono. È scorrevole e chiaro, e a parte quel paio di occasioni a cui ti accennavo in cui il ritmo si “inceppa” un po’ la lettura procede sempre in modo molto naturale e fluido. La scrittura è diretta, di immediata comprensione. Forse manca qualche parte leggermente più “audace”, nel senso che i punti in cui osi un po’ con la costruzione delle frasi e con il lessico sono quasi completamente assenti: la storia è molto lineare, e questo non è affatto un male, ma forse qualche sperimentazione in più, qualche momento in cui rischiare un po’ con la scelta del lessico, inserendo ad esempio qualche parola più ricercata o costruendo la frase in modo differente rispetto alle altre per metterla in evidenza, renderebbe la storia più dinamica riuscendo a coinvolgere il lettore ancora di più. La tua storia è davvero ottima, sia per quanto riguarda lo stile sia per quanto riguarda la costruzione: “osando” un pochino di più sarebbe assolutamente perfetta.
Per quanto riguarda lo stile, mi riallaccio a quanto accennavo sopra: anche il lessico, come lo stile, è molto lineare. Utilizzi parole semplici e dirette, il che è ottimo per una comprensione istantanea della storia, ma ci sono poche variazioni. La storia ha quasi sempre lo stesso tono, e questo impedisce un po’ al lettore di percepire il cambio di atmosfera, che comunque c’è: si passa dal raccontare di prima dell’incidente a raccontare del dopo, e sicuramente le riflessioni di Margherita sono cambiate in quel lasso di tempo. Variando lessico e stile, si può far percepire al lettore in modo ancora più vivido questo cambiamento, conquistandolo e obbligandolo a provare ciò che Margherita prova.
Forse qualche espressione è leggermente troppo colloquiale, come “scattata la scintilla”. È un’espressione un po’ comune, che stona un po’ all’interno della storia, rendendola meno poetica.
Attinenza al tema/utilizzo della citazione
L’utilizzo della citazione è assolutamente eccezionale, praticamente perfetto. Mi piace da morire il modo in cui utilizzi la frase su livelli diversi, sia metaforici sia letterali. La citazione può essere percepita per tutta la durata della storia, e in modi sempre diversi e innovativi. All’inizio sembra che la frase possa essere riferita all’oscurità di Ian, ma andando avanti ci si rende conto che in realtà l’oscurità di Ian è solo fisica: lui non vede, ma vive nella luce. L’oscurità vera è di Margherita, è Margherita che si perde fra le tenebre e non riesce a uscire. E Margherita è la luce di Ian, ma Ian è la luce di Margherita. Ci si rende conto che non solo Margherita rischiara le tenebre degli occhi di Ian, ma Ian con il suo ottimismo allontana l’oscurità da Margherita. E allora si capisce che non solo loro sono l’uno la luce dell’altra: le loro luci si fondono, creandone una più potente di qualunque altra, che è la luce dell’amore che condividono.
Sviluppo della trama/originalità/gradimento personale
Sia l’idea di base sia lo sviluppo sono geniali: all’inizio il lettore è portato a credere che la storia parlerà semplicemente di come Margherita aiuti Ian a non cadere nello sconforto, ma presto ci si rende conto che la storia va ben al di là di questo. Ci si rende conto che in realtà è Ian a supportare Margherita. Margherita che non riesce ad accettare la situazione, che vuole di più, che non vuole sentirsi impotente. Ma a lui non importa, perché lui sa di avere lei e tanto gli basta. L’impostazione è davvero eccellente ed è un modo assolutamente innovativo di trattare il tema. Mi piace anche il modo in cui alla fine Margherita riesce a rendersi conto che è giunto il momento di lasciare da parte il suo desiderio di aggiustare tutto, perché non è necessario che tutto sia perfetto se Ian è al suo fianco.
L’unica cosa che non mi convince in pieno è lo spazio dedicato alla prima parte, dove racconti della vita di Ian e Margherita prima dell’incidente: trovo che sia un po’ troppo arricchita di dettagli che in fondo non sono necessari per la storia, come il loro aspetto fisico e la carriera di Margherita. O meglio, non sono assolutamente sbagliati, ma mi sembra che “incrinino” un po’ l’atmosfera della storia: la narrazione dovrebbe essere incentrata sul contrasto prima/dopo e sulle paure di Margherita, ma questi dettagli in più distolgono un po’ l’attenzione da questo. Forse se fossero stati inseriti in un flashback avrebbero invece rafforzato l’atmosfera, dando più impatto al contrasto. Così sembrano un pochino “in più”. La seconda parte e la conclusione invece sono davvero eccezionali, direi impeccabili. La storia è articolata e sviluppata molto bene.
Approfondimento dei personaggi/IC
Sia Margherita sia Ian sono gestiti molto bene: Margherita è ben caratterizzata attraverso il suo desiderio di dare a Ian la miglior vita possibile, e Ian è altrettanto ben sviluppato attraverso il suo ottimismo, il suo conoscere a fondo Margherita e il sentimento sincero che prova per lei. Sono due personaggi che in pochissime righe vengono dotati di una storia e di una vita, oltre che di una personalità e un modo di agire realistici e ben costruiti. Iniziamo la storia non sapendo nulla di loro, e la terminiamo conoscendoli profondamente. Un ottimo lavoro.
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