Recensioni per
Vicino a casa
di Amarie

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
08/02/17, ore 13:36

Amarie, questo capolavoro è stato uno dei racconti che mi aveva più colpito quando, poco più di un anno fa, ho cominciato a bazzicare da queste parti. Poi, tra una cosa e l'altra, l'ho perso di vista e mi dispiace di arrivare solo ora a lasciarti un commento.

In ogni caso, come avrai capito, la tua storia mi è piaciuta veramente molto. E il motivo è presto detto: hai scelto un argomento originalissimo, e molto difficile da trattare, e l'hai reso in modo superbo.

Ci hai calato perfettamente nella difficoltà di un Elfo di accettare la sua nuova vita e il suo nuovo corpo, quando è ancora carico di tutti i ricordi della precedente. Ma dire i ricordi è riduttivo, forse sarebbe meglio dire l'essenza. La vita, infatti, ti plasma poco a poco (a maggior ragione se è lunghissima), corpo e anima insieme. Perdere una delle due parti è come venire lacerati e non essere più sé stessi.

Questo sentimento, che tu ci fai letteralmente provare sulla nostra pelle, è racchiuso molto bene nella frase: "l’idea di guardarsi negli occhi, nel vedere sé stesso nelle sembianze di un estraneo, così simile a lui da poter essere il suo gemello, ma non più reale del riflesso sull’acqua di un lago sotto le stelle. Non vuole vedere un’altra persona che la guarda con i suoi occhi, intrappolata dall’altro lato di uno specchio."
Un'immagine forte, poetica ed efficace insieme.

Ho trovato davvero interessante, e innovativo, il concetto che esprimi tramite le parole di Irmo: "Alcuni hanno scoperto di poter tornare alla loro vecchia vita, riabbracciare le persone che avevano perduto, ripercorrere le stesse strade di un tempo. Altri non si sono più riconosciuti in ciò che erano stati, e hanno scelto di vivere una vita diversa."
Fa venir voglia di rifletterci, di elaborare possibili scenari per gli Elfi tornati in vita… di scriverci sopra, pure!

Inoltre, lungo tutto il brano, soprattutto quando esplori i ricordi di Findarato, traspare l'affetto che ti lega al primogenito di Arafinwe, che non è semplice ammirazione incondizionata per un personaggio che viene spesso tratteggiato privo di difetti, ma profonda comprensione di un animo complesso.

Il finale, in sospeso, è la chiusura perfetta di un racconto perfetto. Che scelta farà Findarato? Qualunque essa sia, lui ha il coraggio di andarla a cercare.
E ci vuole davvero coraggio a ricominciare tutto daccapo, avendo già vissuto una vita intera, con l'anima già vecchia, per quanto "risanata". (Non è poi così male, in quest'ottica, il dono di Iluvatar agli Uomini!)

Riassumo: argomento originale, esposto benissimo, in uno stile impeccabile. Comunica emozioni e fa riflettere. Non se ne leggono molte di storie così!

Tantissimi complimenti, Amarie, e grazie per aver condiviso.

Losiliel

Recensore Veterano
28/11/14, ore 15:39

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
in questa one shot l'autrice riesce perfettamente a delineare con poche e sapienti pennellate, utilizzando uno stile semplice e pulito, ma al contempo elegante e raffinato, l'introspezione di Finrod Felagund, colto qui in un momento estremamente complesso e difficile della sua vicenda. l'autrice si destreggia con delicatezza in un argomento complicato da trattare, vale a dire la reincarnazione elfica, mostrandoci come Finrod sia in lotta con sé stesso, in equilibrio tra l'immacolata perfezione del suo nuovo corpo e il marciume che egli sente dentro di sé, retaggio del suo passato tormentato.
Finrod Felagund qui ci appare palpabile, reale, vivo in ogni lato della sua personalità: stavolta al centro dello scenario non c'è il suo carattere nobile e generoso, per quanto non venga dimenticato, bensì le sue "punte di grigio", le sue paure e le sue insicurezze, caratteristiche che ce lo rendono più vicino che mai.
in conclusione, ritengo questa una delle migliori fan fiction su Finrod Felagund che abbia mai letto.

Recensore Junior
25/10/14, ore 11:30

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Nella speranza di evidenziare la richiesta di segnalazione della suddetta storia fra le scelte del sito, ho deciso di esporre anch’io le mie motivazioni a riguardo.

Chiunque conosca il legendarium Tolkieniano è cosciente delle controversie che lo animo, e una delle maggiori non può che essere la resurrezione elfica. In questa storia, l’autrice, si approccia al tema con uno sguardo inedito, mettendone in risalto gli aspetti più oscuri e inquietanti,  proponendoci un ritratto di Findárato distante dal principe senza macchia a cui siamo abituati. Attraverso una prosa semplice e delicata, perfettamente adatta a descrivere l’atmosfera eterea, ineluttabile, ma anche insopportabilmente opprimente del contesto in cui il personaggio è calato, vengono lasciati emergere il contrasto tra il momento presente e i ricordi di sangue ancora vivi nella mente di Finrod, la cui identità risulta dolorosamente scissa. Si confrontano, così, il Findárato rinato in un corpo perfetto nella luce benedetta del Valinor, e quello morto nell’oscurità della Terra di Mezzo, segnato da cicatrici e brutture. Il risultato è una splendida riflessione sulla rinascita elfica, mostrata attraverso lo sguardo mai banale di un personaggio reso in tutta la sua sottile complessità.

Recensore Junior
22/10/14, ore 12:32

Sarò coincisa e diretta: questa storia è meravigliosa. Meravigliosa perché hai saputo trattare di un tema tanto complesso e -ammettiamolo- contradditorio con una completezza e una bellezza incredibile. Ogni parola del testo contribuisce a intessere un velario di immagini pure, intonse che stridono in maniera dolorosa con i sentimenti di Findaráto, con quei  ricordi di sangue e disperazione. L’idea di un abito troppo stretto cucito da mani maldestre, è il perno, io credo, dell’intera storia. Quella sensazione di ubiquità, di sdoppiamento che grava su Findaráto, costretto a domandarsi se il lui attuale e colui che un tempo è stato non siano persone differenti unite solo dai ricordi, è l’essenza stessa della “rinascita” elfica. Una rinascita dagli aspetti grotteschi che certo non vengono meno in quella di Findaráto, soffocato -quasi- dal candore virgineo di Aman e del suo nuovo corpo.
Sei riuscita, pertanto, a stemperare quella visione di lui alquanto limitativa, che lo vuole “intrinsecamente luminoso e giusto”… Il tuo Findaráto non è immune dal dubbio, dall’oscurità che -comunque- si è annidata anche nel suo animo, lasciandovi segni indelebili.

(Circa il fatto che i corpi degli elfi divengano cenere/polvere, nutro alcune riserve… Sicuramente la tua soluzione è fondata su basi concrete, ma personalmente non posso che pensare al caso di Ñolofinwë, il cui cadavere viene trasportato da Thorondor sino a Gondolin… Poi è indubbio che l’idea di un mantenimento dei corpi contribuisca ad alimentare gli aspetti più oscuri della rinascita elfica.)
(Recensione modificata il 22/10/2014 - 04:19 pm)

Recensore Junior
19/09/14, ore 09:13

Mi piace leggere delle storie anche sui protagonisti del Silmarillion e non sempre gli stessi identici racconti su "Lo Hobbit" o su "Il Signore degli Anelli"! Ho apprezzato molto la rinascita di Finrod di cui sono segretamente innamorata (XD), anche se speravo che non fosse solo una One shot :P
Complimenti davvero :)

Recensore Veterano
18/09/14, ore 00:56

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Vorrei segnalare questa storia per l'inserimento tra le scelte, perchè la trovo veramente particolare, una storia in cui l'autrice tratta, con grandissima sensibilità e tramite un'ottima conoscenza delle opere di Tolkien, un tema raramente considerato come la rinascita degli elfi.

Ho trovato perfetta la caratterizzazione del personaggio protagonista: tutti i suoi gesti, le sensazioni, i pensieri sono descritti in maniera davvero intensa, e riescono a trasmettere tutta la sua confusione e la sua inquietudine mentre, ancora immerso nei ricordi della sua vita precedente, si ritrova in un nuovo corpo, difronte a un nuovo inizio.

L'intreccio tra le scene suggestive del presente e le immagini, vivide e commoventi, dei ricordi è affascinante, reso ancora più vivo dal ritmo che l'autrice da alla narrazione e nella cura della scelta del lessico.

Tutto ciò permette di immergersi pienamente nell'atmosfera della storia, dall'inizio alla fine.

In conclusione, questa storia merita di essere inclusa tra le seguite per le emozioni che è in grado di trasmettere al lettore, e perchè riesce a narrare, con delicatezza e attenzione, un tema nuovo e complesso, per nulla semplice da raccontare.
Grazie,
Tyelemmaiwe

Recensore Veterano
16/09/14, ore 21:58

Ciao Amarie! ! ^_^
Avrei dovuto recensire prima la tua storia, comunque rimedierò fin da subito.
Che dire; la trovo stupenda: ogni sensazione e pensiero di Finrod è descritto in maniera vivida e impressionante. Bellissima la descrizione della crudezza della sua vita precedente, e di come egli ancora la senta pesargli addosso, malgrado il periodo di purificazione nelle Aule di Mandos. Mi ha molto colpita il modo in cui ancora Findarato si relazioni con sé stesso, nonché il desiderio di "sporcare" che ha dentro, quasi a voler rendere partecipe il mondo del suo tormento.
Ciao, e complimenti ancora! Feanoriel

Recensore Veterano
16/09/14, ore 01:13

Tanti, tantissimi complimenti, questa storia è davvero stupenda, meravigliosa...
Ho pianto, non te lo nascondo.
Il modo in cui hai descritto la rinascita di Finrod, in maniera allo stesso tempo straziante e malinconica, mi ha profondamente commossa.

Hai raccontato in maniera davvero vivida, intensissima e suggestiva questi primi momenti di Findarato nel suo nuovo corpo, la fatica e il dolore che gli provocano anche i gesti più semplici come quello di respirare, il suo doversi abituare a quel nuovo corpo intatto, che è identico al suo ma allo stesso tempo non riconosce e non vuole vedere, perchè non vi trova tutti quei segni e quelle cicatrici su cui era raccontata la sua vita, la sua storia.

Ho trovato perfetta la tua descrizione di Finrod che tenta di far convivere con quella nuova realtà tutto ciò che era prima, con i ricordi, da quelli terribili delle battaglie, e soprattutto della sua morte, a quelli dolcissimi della sua infanzia, che si accavallano, onnipresenti. Quelle memorie non sono morte col suo corpo precedente, ma sono rimaste nel suo spirito, e ora cercano un posto in una vita che non le ha mai avute.

Bellissimo poi il momento in cui Findarato ripensa a quando, dopo la partenza da Valinor, i ricordi della sua vita precedente erano preziosi, un conforto, mentre ora è ricordo anche quella vita in Terra di Mezzo, e lui si ritrova senza nulla, senza gli oggetti che era abituato ad avere tra le mani, senza sapere se quelle memorie vivono ancora, e se qualcun'altro le ricorda....

Alla fine quel rifiuto di guardarsi attorno, di sentire e vedere ciò che c'è fuori inizia a passare, e quella stanza bianca diventa troppo stretta.
Bellissima la scena conclusiva in cui Findarato apre infine la porta ed esce nei giardini... Non è ancora del tutto pronto, ma ha voluto compiere il primo passo.

Una fanfiction davvero meravigliosa, in cui hai raccontato in maniera splendida tutto il personaggio di Findarato, usando questo nuovo inizio per ripercorrere in qualche modo tutta la sua storia, tutte le sue memorie, tutto ciò che era e che forse tornerà ad essere.
Ogni suo gesto, ogni sua sensazione, ogni suo pensiero, sono descritti con estrema sensibilità e attenzione al carattere del personaggio, e mostrano tutta la sua confusione e la sua inquietudine mentre si trova ad affrontare un momento così fondamentale e complesso, con tutte le difficoltà e le domande che questo momento porta con se.

Molto bello anche il modo in cui hai reso Irmo, questa presenza discreta ma importante, che rimane misteriosa pur essendo l'unico personaggio con cui Finrod interagisce.

Tantissimi complimenti ancora, ti ringrazio infinitametne per questa bellissima storia!

A prestissimo!
Tyelemmaiwe

P. S. Ci sono due piccole cose che ti vorrei segnalare.... la prima riguarda la Battaglia sotto le Stelle... Finrod all'epoca era ancora in Araman con la schiera di Fingolfin, e non può avervi partecipato. La seconda è l'importanza del corpo per gli elfi: per loro era fondamentale l'unione tra corpo e spirito, e anche se dopo la morte il loro spirito sopravviveva, per loro era una sofferenza esistere senza un corpo. Ma sono solo due piccoli dettagli, in una fanfiction curatissima sotto ogni punto di vista, che tratta con grande attenzione un argomento per nulla semplice e poco conosciuto. Complimenti ancora, davvero!
(Recensione modificata il 18/09/2014 - 02:38 pm)

Recensore Veterano
15/09/14, ore 21:26

Terribile, è decisamente terribile! La sofferenza di Finrod nel tornare “in vita” mi convincerebbe che quello degli Uomini è davvero un destino fortunato, se non ne fossi già convinta. Come si può rinascere ed essere quelli di prima, quando l’ultimo ricordo è quello della propria morte? E, visto come sono morti gran parte degli elfi, un ricordo troppo pieno di sofferenza perché qualcuno debba riviverlo. 
Ogni sensazione che descrivi la capisco, è stato quasi sentire io stessa la difficoltà di Finrod a tornare (quasi) come prima. E il ricordo delle cicatrici e delle ferite che lo hanno ucciso mi ha dato l’impressione di essere un’esperienza simile a quel che si racconta di chi ha perso un arto, di sentirlo ancora lì, salvo poi accorgersi che non c’è. E se si potrebbe dire “be’, meglio, non hai più cicatrici e ferite, sei tornato integro”, no, non è la stessa cosa: si sente come Finrod si riconosca in quei segni rimasti sul suo vecchio corpo e non si può che essere d'accordo con lui.
Sono piuttosto sconvolta da questa lettura. Le seconde vite degli elfi sono una cosa a cui tendo a non pensare, perché, come hai descritto tu, non deve essere qualcosa di piacevole. Torni dai tuoi familiari e persone care, sì, ma vivrai sempre col ricordo di essere morto e di come sei morto, che crudeltà. 
Sto scivolando nel deprimente, la pianto qui. Già in generale gli Elfi mi rendono un groviglio di feels, dopo questa fanfiction è ancora peggio, sono piuttosto debilitata. 
Ti sono comunque grata di questa lettura (straziante) piena di spunti di riflessione. Mi trovo d’accordo con te per la questione dei corpi degli Elfi, anche perché se non si riducessero in polvere sarebbe piuttosto inquietante (più di quanto non sia già tutta la storia della reincarnazione, lol) per un Elfo sapere che da qualche parte c’è il suo cadavere. E se dovesse mai vedere il suo cadavere? Se non si riducessero subito in polvere, allora i corpi marcirebbero o rimarrebbero intatti? (certo, c’è l’esempio di Míriel, ma è un caso talmente particolare che non la prenderei in considerazione – dall'altro canto, mi chiedo come funzioni per gli Avari, quando muoiono, ma questo non è il posto per disquisire su di loro XD)
Altro appunto: mi è piaciuto un sacco il frammento che hai scelto per presentare la storia, non avresti potuto fare una scelta migliore. La semplicità e l’efficacia con cui spiega la difficoltà di rinascere è incredibile e l'efficacia delle parole e delle immagini che hai scelto è una caratteristica che porti avanti nel resto della storia. 
E mi accorgo solo ora che la rinascita di Finrod mi ha colpita così tanto che non ho speso una parola sui suoi ricordi, ahia, come mi sono ridotta!
Saluti,
Kan

Recensore Master
15/09/14, ore 20:39

Storia meravigliosa, meravigliosa e struggente. Mentre scrivo questa recensione, che spero non risulti troppo confusa e insensata, ho i brividi e le lacrime agli occhi.
Sei riuscita a descrivere la rinascita di Finrod in maniera vivida e toccante e, a mio parere, assolutamente realistica.
Il lento prendere coscienza da parte di Findarato del proprio corpo, che è lo stesso di prima eppure è rinnovato, la sua fatica di accettare e di accettarsi, il suo timore, mi hanno davvero colpita.
Straziante il momento in cui Findarato ricorda le ferite che sono state inferte al suo corpo in Terra di Mezzo, hai reso perfettamente il contrasto tra la vita pacifica di Valinor e la spietata esistenza costellata di guerre e massacri che Findarato, come del resto tutti i Noldor, dovrà affrontare nel Beleriand.
Riguardo alla questione dei corpi degli Eldar che diventano polvere, credo, ma potrei sbagliarmi, che da qualche parte Tolkien abbia scritto che, per poter rinascere, il corpo di un Elda deve mantenersi integro o qualcosa del genere. Difatti, né Finwe né Feanaro torneranno mai dalle Aule di Mandos, l'uno per scelta, l'altro per decreto imperscrutabile di Namo. Quel che ti ho scritto, comunque, prendilo con le pinze, perché non ne sono affatto certa e dovrei andare a controllare.
Ti faccio, invece, un piccolo appunto: la Battaglia sotto le Stelle è quella in cui morì Feanaro. Pertanto, Findarato si trovava ancora tra i ghiacci dello Helcaraxe. Si tratta, comunque, di un'inezia, se paragonata a tutto il resto, alla tua attenzione a ogni dettaglio, al tuo corretto utilizzo dei nomi in Quenya (potrei amare questa storia anche solo per questo!) e, in generale, al rispetto e l'attenzione che dimostri nei confronti del legendarium.
Spero scriverai nuovamente meraviglie come questa, me lo auguro di cuore.
A presto,

Melianar
P.S.: anche i ricordi d'infanzia di Findarato trovo siano perfetti, di un'intensità e una tenerezza incredibile.
(Recensione modificata il 16/09/2014 - 02:15 am)